Vicino alle faglie forse riserve di idrogeno, cibo per microrganismi
01 ottobre, 16:01
I terremoti che in passato hanno sconvolto Marte potrebbero avere aperto la strada alla comparsa di forme di vita. A suggerire questa ipotesi, pubblicata sulla rivista Astrobiology, è il del gruppo dell'universita' di Yale coordinato da Sean McMahon. I ricercatori l'hanno formulata in seguito allo studio delle faglie attive nelle isole scozzesi Ebridi, dove lo sfregamento delle rocce provocato dai terremoti provoca la formazione di nuove rocce che racchiudono una quantita' di idrogeno sufficiente a favorire la comparsa di esseri viventi.
Idrogeno e microrganismi
''Un precedente studio - ha osservato McMahon - aveva suggerito che l'idrogeno si forma durante i terremoti quando le rocce si rompono e stridono l'una contro l'altra. Le nostre misure suggeriscono che se ne produce abbastanza da favorire la crescita di microrganismi nelle vicinanze delle faglie attive''. Mentre gli animali più complessi traggono la loro energia dalla reazione dell'ossigeno con lo zucchero, i batteri sfruttano reazioni di tipo diverso, come l'ossidazione dell'idrogeno. ''Marte non e' molto attivo sismicamente, ma il nostro lavoro - ha aggiunto - dimostra che i Marsquakes, cioe' i terremoti marziani, potrebbero produrre idrogeno a sufficienza per supportare piccole popolazioni di microrganismi, almeno per brevi periodi di tempo''.
Solo una tessera del puzzle
Questa e' solo una parte del quadro che emerge sull'abitabilita' della superficie marziana, dove altre fonti di energia per la vita possono essere disponibili. Il modo migliore per avere una risposta e trovare tracce di vita su Marte, secondo i ricercatori, sara' esaminare rocce e minerali nel sottosuolo, nelle vicinanze delle faglie. Una possibile conferma potra' arrivare dalla missione 2018 InSight della Nasa, nella quale verra' misurata l'attivita' sismica marziana.
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