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Quello che non succederà mai fra i TDG

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2008 00:12
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02/01/2008 18:16
 
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Revocato il bando!

Funzionari ragionevoli ben presto riconobbero che tutta la faccenda non si conciliava con il desiderio che il Kenya fosse considerato un paese democratico, equo, moderato, aperto ai turisti e sostenitore dei diritti umani. Perciò, nell’agosto 1973, il governo ebbe il coraggio di revocare il bando. Un comunicato governativo sembrava indicare che in realtà il bando non c’era mai stato. I fratelli erano esultanti!

Per i Testimoni rimasti alla filiale il lavoro non era facile. Diversi Testimoni che non facevano parte della famiglia Betel vennero ad aiutare, fra cui Helge Linck, Stanley Makumba e Bernard Musinga. Solo pochi di loro avevano familiarità con il lavoro d’ufficio e sapevano cosa fare. Dovettero imparare a tenere la corrispondenza, la contabilità e le registrazioni.

Date le circostanze ebbero giustamente la priorità le assemblee. Una serie di assemblee di circoscrizione tenuta in ottobre provvide nuovo incentivo e guida ai fratelli nel campo. Inoltre si ripresero i preparativi per l’assemblea internazionale di distretto in programma dal 26 al 30 dicembre a Nairobi. Dopo il bando, il tema dell’assemblea "Vittoria divina" era il più appropriato e opportuno. Anche se ciò richiese molto duro lavoro entro breve tempo, che gioia fu vedere arrivare visitatori dall’estero per dare ulteriore incoraggiamento ai fratelli locali! Il massimo dei presenti fu di 4.588, e 209 furono i battezzati.

I giornali fecero una buona pubblicità e fu trasmessa un’intervista televisiva, della durata di 28 minuti, con Grant Suiter, venuto dalla sede centrale della Watch Tower a Brooklyn. Tutto questo dimostrava che i testimoni di Geova erano ancora vivi e attivi. Seguirono altre assemblee di circoscrizione, e gli anziani furono stimolati dall’addestramento che ricevettero alla Scuola di Ministero del Regno.

Per i Testimoni questo bando improvviso era stato un’esperienza sconvolgente e una prova della loro fede. Ma ebbe il salutare effetto di vagliare chi non aveva un’intima relazione con il suo amorevole Creatore e non aveva edificato la propria fede sul vero fondamento, Gesù Cristo, il nostro Modello. (1 Cor. 3:11) Divenne evidente che i fratelli kenioti dovevano imparare ad addossarsi più lavoro e più responsabilità, non contando unicamente sui missionari e sui fratelli di altri paesi, venuti a servire dove c’era maggior bisogno. Dovevano pure dedicarsi di più allo studio personale della Bibbia e alla fervente preghiera.

Presto altri missionari poterono venire in Kenya ad aiutare, inclusi John e Kay Jason, che avevano già prestato servizio per 26 anni nella Zambia come missionari, nella circoscrizione e alla Betel. Geova aveva dimostrato che in Kenya c’era ancora moltissimo da fare, e i Testimoni si accinsero con determinazione a portare avanti l’opera.

Espansione con nuovo slancio

Ci fu progresso anche nella spiritualità. Fino a quel momento i proclamatori avevano dato testimonianza principalmente con le riviste. Ora veniva dato particolare risalto all’importanza di usare la Bibbia, secondo le indicazioni del Ministero del Regno. Come era incoraggiante vedere anche i bambini aprire la Bibbia e dare testimonianza nel ministero di campo, con grande stupore del padrone di casa e dei proclamatori più anziani.

Per la prima volta il Ministero del Regno affrontò anche l’argomento delle tradizioni non cristiane. Fece notare che per quanto ci fossero tradizioni buone e utili, ce n’erano altre basate su insegnamenti sbagliati, come quello dell’immortalità dell’anima, che avrebbero potuto coinvolgere il cristiano nella falsa religione. Perciò i fratelli e le sorelle un po’ alla volta si liberarono da pratiche impure come quelle che avevano relazione con le veglie per i defunti, i riti funebri, il timore del malocchio, i portafortuna, le cerimonie tribali d’iniziazione e le circoncisioni cerimoniali.

Un altro importante passo avanti fu quello di stabilire che nelle città ogni congregazione doveva usare una sola lingua: swahili o inglese. Prima le adunanze di congregazione si svolgevano in entrambe le lingue e, a motivo della continua traduzione da una lingua all’altra, era possibile trattare solo metà del materiale. Ora i fratelli potevano godere l’intero programma in una delle due lingue.

"Macedonia" diventa un termine familiare

Nel frattempo una visita del sorvegliante di zona, il fratello Wilfred Gooch della filiale di Londra, aiutò a riorganizzare le cose nel Kenya e a porre le basi per la prima campagna sistematica nel territorio isolato dell’Africa orientale. In Kenya, per esempio, tre quarti della popolazione viveva in territorio isolato.

I proclamatori risposero con grande entusiasmo, e dal 1975 in poi le parole di Atti 16:9 a proposito della Macedonia sono diventate di dominio pubblico. Si sono sentiti anche non Testimoni dire: "Oggi i Testimoni tengono la loro adunanza in Macedonia". Ogni anno vengono dedicati tre mesi all’opera nell’odierna "Macedonia".

Inoltre la filiale incoraggiò tutti i proclamatori a usare le ferie annuali per predicare nei villaggi di origine. In risposta una sorella scrisse: "Dopo che sono arrivata a casa, ho parlato a tutti della buona notizia di Geova e subito ho trovato molti studi biblici, otto dei quali sono miei parenti. Sei hanno iniziato ad assistere alle adunanze, che si tengono a sedici chilometri di distanza".

Il risultato di tutta questa testimonianza fu che ogni mese gli interessati scrivevano centinaia di lettere per richiedere pubblicazioni o uno studio biblico. Questo rese necessario aumentare il personale che sbrigava la corrispondenza alla filiale.

Un’altra importante novità dell’anno fu la Scuola di Ministero del Regno per gli anziani di sette paesi dell’Africa orientale. I fratelli non solo ricevettero molta istruzione spirituale, ma si resero anche conto di diverse cose. Per molti fratelli era la prima volta nella vita che aiutavano a fare i lavori di casa — lavare i piatti e preparare da mangiare — faccende che di solito erano lasciate interamente alle donne. Ma gli anziani si dimostrarono umili e adattabili. Per alcuni sorveglianti era pure un’idea assolutamente nuova che il padre dovesse giocare con i figli. Un anziano disse: "Dopo tutti questi anni, i miei figli saranno sorpresi quando al mio ritorno mi vedranno partecipare ai loro giochi".

Così il 1975 terminò con il nuovo massimo di 1.709 proclamatori in Kenya. Più di 300 furono i battezzati. Ma come procedeva l’opera del Regno nella vicina Tanzania?

Mutate circostanze in Tanzania

A differenza di quanto era avvenuto nel Kenya, il bando imposto ai testimoni di Geova il 3 aprile 1965 non venne revocato. Questa situazione, insieme alle mutate circostanze familiari ed economiche, portò nuovi sviluppi. Uno dopo l’altro i fratelli stranieri che erano venuti per servire dove c’era maggior bisogno dovettero andarsene. Anche quasi tutti i pionieri speciali della Zambia dovettero tornare al loro paese, spesso per ragioni economiche legate al rapido aumento della famiglia. Per esempio, un pioniere speciale venuto nel 1961 con due figli, nel 1967 ne aveva sette.

Fece eccezione all’esodo dei pionieri Lamond Kandama, che aveva conosciuto la verità nel 1932 in Zambia. Nel 1940 e 1941 venne arrestato e imprigionato a motivo della sua fede. Nel 1959, all’età di 47 anni, iniziò il servizio di pioniere e venne inviato in Tanzania. Anche qui fu arrestato. Infine venne mandato nel Kenya, dove ha ricevuto diversi incarichi, e ora che ha quasi 80 anni, serve ancora come pioniere speciale ed è ancora scapolo. Che ottimo esempio di fedele perseveranza!

"Pecore" in tribunale

Nei due decenni successivi ci furono decine di arresti e processi in tutta la Tanzania. I Testimoni non se ne stupivano. Gesù aveva detto: "Se il mondo vi odia, sapete che prima di odiare voi ha odiato me. . . . Lo schiavo non è maggiore del suo signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". (Giov. 15:18, 20) Perciò sopportarono gioiosamente, senza prendersela troppo.

I fratelli, per natura pacifici e pronti a cooperare, spesso fecero senza volere il gioco di accusatori pieni di odio. Gli oppositori simulavano amicizia o interesse, e i Testimoni ingenuamente li invitavano in casa loro e mostravano con orgoglio la loro biblioteca teocratica. A volte addirittura prestavano a costoro pubblicazioni per lo studio biblico, che poi venivano presentate in tribunale come prova contro di loro. I fratelli ammettevano prontamente di far parte dei testimoni di Geova, cosa che in termini giuridici significava sostenere un’associazione illegale. Poiché al posto di polizia alcuni fratelli si erano dichiarati colpevoli, non fu concesso loro di testimoniare in tribunale. Sempre perché erano pronti a cooperare, essi permettevano alla polizia di fare irruzione in casa loro e di arrestarli, anche senza mandato. Altri pensavano di dover rispondere a ogni domanda quando venivano interrogati, incriminandosi subito da soli.

I Testimoni furono accusati di appartenere a un’associazione illegale semplicemente perché assistevano ad adunanze di studio biblico, predicavano la buona notizia o possedevano letteratura biblica. I tribunali imponevano multe e condanne da tre a nove mesi di prigione.

Per esempio, anche se in Tanzania i Testimoni non erano molti, all’incirca 1 su 10.000 abitanti nell’anno di servizio 1973, il loro zelo non passava inosservato. Il 7 settembre 1974, mentre in casa di Isaack Siuluta a Dar es Salaam si teneva un’adunanza cristiana, la polizia circondò la casa. Quarantasei dei presenti furono arrestati, incluse due pioniere. La polizia rimandò a casa le altre donne. Ogni pubblicazione per lo studio biblico trovata nelle borse o fra le mani dei presenti venne poi usata come corpo del reato durante il processo.

L’udienza fu tenuta il 29 novembre. Le prove presentate dimostrarono che i Testimoni erano pacifici e ligi alla legge. Eppure il giudice decretò che, "essendo il loro aspetto religioso una semplice facciata", erano tutti colpevoli. Vennero condannati a multe o a sei mesi di prigione per il possesso di pubblicazioni per lo studio biblico o per aver assistito alle adunanze di un’associazione illegale.

In prigione i Testimoni si incoraggiarono a vicenda studiando la Bibbia e tenendo discorsi biblici, come quello dal tema "Ogni giorno fate di Geova la vostra gioia". Dopo sei mesi furono rimessi tutti in libertà. L’opera del Regno in Tanzania non si fermò; nell’anno di servizio 1975 fece rapporto un massimo di 1.609 proclamatori.

Dapprima ci volle un po’ perché la filiale del Kenya si rendesse conto delle difficoltà di questi fratelli inesperti in campo legale. Poi furono dati a tutte le congregazioni utili consigli circa i diritti legali che si hanno in caso di arresto e di processo. Questi consigli vennero pubblicati in un swahili semplice e furono di grande aiuto.

In anni successivi ci furono diversi processi nei quali i fratelli vennero prosciolti. Alcuni giudici dichiararono che i testimoni per l’accusa non avevano prove di alcuna "predicazione legata a una società proibita" e che "il semplice possesso di libri non costituiva una prova dell’appartenenza a un’associazione illegale". Tutto questo fornì una convincente testimonianza contro il grande Avversario di Geova. — Prov. 27:11.

Geova la forza

L’ondata di persecuzione contro i Testimoni del vicino Malawi ebbe effetti negativi, specie nella zona di confine intorno a Tukuyu. Mentre da una parte incitò gli oppositori, dall’altra fece aprire gli occhi ad alcuni. Una guardia carceraria disse: "Nel Malawi hanno sprecato energie perseguitando e uccidendo questa gente. La stessa cosa avviene qui. Non faranno mai compromessi. Non fanno che crescere".

Comunque la persecuzione non aveva la stessa intensità in tutto il paese. C’erano congregazioni che potevano costruire Sale del Regno nuove, radunarsi apertamente e persino cantare con entusiasmo. Nella maggioranza dei casi i Testimoni ricevevano le pubblicazioni per posta senza pericolo. La filiale del Kenya continuò a mandare sorveglianti viaggianti perché incoraggiassero i fratelli e suoi rappresentanti perché si incontrassero con gli anziani e visitassero alcune congregazioni. Altre pubblicazioni in swahili rafforzarono la fede dei fratelli della Tanzania. Alcuni Testimoni iniziarono il servizio di pioniere e furono in grado di prendere il posto dei pionieri speciali tornati in Zambia.

L’avvenimento più atteso da molti fratelli della Tanzania era il viaggio annuale per assistere alle assemblee di distretto nel Kenya. Di solito non era difficile raggiungere il Kenya in corriera. Infatti, nell’ottobre 1968 e anche in anni successivi, gruppi di un’ottantina di fratelli noleggiarono una corriera per compiere il viaggio di circa 1.500 chilometri dalla Tanzania meridionale al Kenya. Un bel sacrificio, poiché dovevano risparmiare per mesi per partecipare a questo grande evento dell’anno. Alcune guardie confinarie della Tanzania erano ragionevoli e dissero persino ai fratelli: "Andate e pregate anche per noi". Nel 1970 ci vollero quattro corriere per trasportare i 350 Testimoni della Tanzania meridionale che si recarono all’assemblea di Nairobi.

Testimonianza sul lavoro

I fratelli della Tanzania erano intrepidi e ingegnosi nell’attività di predicazione. I Testimoni, che lavoravano per imprese pubbliche insieme a molti operai che non erano Testimoni, stabilivano tra loro che un fratello facesse la parte dell’interessato e cominciasse a porre ad alta voce domande bibliche agli altri Testimoni, che erano ben felici di rispondere. In questo modo ben presto altri operai prendevano parte alla conversazione, e si poteva dare testimonianza biblica per ore, naturalmente senza interrompere il lavoro.

Quando il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna fu pubblicato in swahili, diventò così popolare che in breve tempo anche i nemici della buona notizia lo riconoscevano benissimo dalla copertina blu. Per questa ragione la Società decise di pubblicare un’edizione diversa del libro Verità in swahili con una copertina di colore meno appariscente.

La verità rende liberi

In alcune parti del paese creò problemi il clero della cristianità. Sui pendii del monte Meru, a ovest del Kilimangiaro, un gruppo di sei persone studiava con zelo le verità della Bibbia. Al termine di uno studio un pastore luterano organizzò un tumulto per disturbare dall’esterno il luogo dove si studiava. Qualche giorno dopo questi interessati, quando ritornarono da un’adunanza di congregazione distante una ventina di chilometri, si trovarono in un mare di guai. Il padre era andato a casa di uno studente brandendo una scure e con l’intenzione di ucciderlo. La casa di un altro era stata danneggiata, la capra era sparita, il figlio se n’era andato. Un altro studente ancora venne percosso e gli fu rubato il bestiame. Si lasciarono forse dissuadere dal ricercare la verità della Bibbia? Tutt’altro! Ognuno di loro scrisse una lettera in cui dichiarava di aver abbandonato la chiesa.

Ben presto fecero tutti progresso al punto di diventare proclamatori non battezzati, ma c’era un ostacolo: dovevano presentare il certificato di matrimonio. I certificati però erano ancora nelle mani dei "pastori", che rifiutavano di consegnarli. La questione dovette essere portata in tribunale. I "pastori" sostenevano che queste persone appartenevano a un’associazione illegale, ma il magistrato si irritò con loro, li condannò a pagare una multa e fece consegnare i certificati ai legittimi proprietari.

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