(SimonLeBon), 09/03/2008 8.25:
Si, in effetti "compensazione" è un po' infelice!
Dunque è solo una questione di mancanza di un tempio fisico? Ma il principio di espiazione dei peccati che li motivava è andato perso?
Simon
Il principio che sottende i sacrifci d'espiazione è quello di di avvicinare l'uomo a Dio e Dio all'uomo sollecitandone, il pentimento (teshuvà) e il ritorno ad una condotta integra.
Sacrificio in ebraico è
korban, che viene dalla radice
kavon = "accostarsi,essere vicino". Il korban, ovvero l’offerta, era priva di valore se non era accompagnato da un sincero pentimento e un comportamento ligio alle norme morali comandate dalla Torah. Difatti, i profeti ammonivano: "Che cosa mi importa dei vostri sacrifici? Io non posso soffrire l'iniquità unita all'assemblea solenne...basta con i vostri crimini.È ora di smetterla di fare il male,imparate a fare il bene,cercate la giustizia...." ( Isaia 1:11 )
Le norme e le complesse procedure che regolavano i sacrifici espiatori servivano a rimanere profondamente impressi nel ricordo del penitente evitando che egli si sentisse appagato dal compimento di un atto ben più semplice e sbrigativo, che non avrebbero tuttavia stimolato una seria e meditata presa di coscienza delle sue mancanze involontarie.
Questi avevano anche per scopo di "purificare" il "luoghi santi" del Tempio dalla "contaminazione" provocata dal peccato involontario. Venuto meno il Tempio, sono venuti di conseguenza meno anche questi ultimi.
Shalom!