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Un'anima buona mi ha estratto la parte di mio interesse. (grazie)
Per il momento copio/incollo.
Spener
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E venuto il momento di trattare della croce nell'Ipogeo degli Aureli. In primis dici che avrei
dovuto controllare quella fonte perche sarebbe un dato eccezionale e contro il consenso
accademico. Questo non e vero. Non e contro il consenso accademico per due motivi: 1)come si
vedra sotto una moltitudine di fonti danno l'esistenza di questa croce nell'Ipogeo degli Aureli. Che
sbaglino o meno, questa e la prova, come nel caso di Brown che citava quella gemma, che non ha
nulla a che vedere con l'incompetenza di una persona credere che possa esistere una croce
nell'Ipogeo degli Aureli. Il dato non ha nulla di strano od eclatante. 2)Non fa alcuna stranezza che
esistano croci in periodo pre-costantiniano, semmai e strano che esistano crocifissi. Ma come s'e
visto sopra, di croci ce ne sono molte nelle catacombe di Roma, e questa sarebbe solo l'ennesima.
La differenza sarebbe solo che e una croce "pittorica". Ma data l'esistenza di croci, il come vengano
tracciate e irrilevante. Il fatto che ne esistano di incise implica che il simbolo esisteva gia prima di
Costantino, anche se non era ancora IL simbolo del cristianesimo ma solo un simbolo. E una croce
kerygmatica al pari di altre. Chi nega che esistano croci pre-costantiniane non lo fa dicendo che
non esistono croci pittoriche, bensi solitamente nega che esistano croci pre-costantiniane cristiane
tout court. Il dibattito non e certo tra chi dice che esistevano croci pittoriche e chi dice che non
esistevano croci pittoriche, ma tra chi dice che non esistevano croci tout court e chi invece sostiene
che le croci esistessero. Dunque non vedo proprio perche il fatto che questa sia una croce pittorica
avrebbe dovuto farmi drizzare le antenne e sospettare dell'informazione, giacche, ammettendo che
esistono croci incise, dipingerne una anziche inciderla non cambia il valore iconografico del
simbolo, che resta comunque senza Cristo sulla croce. Respingo dunque al mittente la tua accusa
di in accuratezza dovuta al fatto che quest'informazione sarebbe stata sospetta: non lo e per nulla.
E' una croce tra le tante che ci sono. Quanto al perche Bisconti consideri fantascientifica l'ipotesi
del Wilpert sono andato a vedermi il testo Himmelmann da cui dipende, e devo dire che le
argomentazioni che porta sono tutto fuorche conclusive. Dice innanzitutto che la croce e verde
come i festoni superstiti, e una croce di quel verde sarebbe strana. Dice poi che c'e una ghirlanda
sul lato destro della figura, e sarebbe asimmetrica se non ce ne fosse una anche a sinistra. Tutto il
testo non fa altro che ripetere che, siccome quella ghirlanda c'e da ambo i lati in altri in altri dipinti,
allora deve esserci anche li. La mano che indica la croce, starebbe ad indicare invece la
prosecuzione del sepolcro verso altre stanze. Io invece, guardando la foto, trovo che nello spazio di
sinistra non ci sia posto comunque per una ghirlanda come quella di destra, e che sarebbe una
coincidenza un po' spettacolare che di questa ghirlanda erosa di cui non si vede nulla rimanga solo
un pezzo guarda caso indicato dal dito. Quanto al colore verde, non vedo perche dovrebbe essere
un colore strano. Esiste un colore giusto per una croce? Probabilmente aveva appena dipinto il
festone di destra, e, gia che c'era, ha usato lo stesso colore per la croce. L'asimmetria del festone
potrebbe servire proprio per mettere in rilievo la croce. Ho poi scoperto in una nota del periodico
"Studi Ellenistici" n. 16 a p. 373, che l'ipotesi secondo cui sarebbe la parte finale di una ghirlanda
non e affatto una teoria recente, bensi era gia stata proposta dal Bendinelli, che dedico vari studi
all'Ipogeo degli Aureli tra cui il piu monumentale e quello pubblicato nel 1922 dai Monumenti
Antichi dell'Accademia dei Lincei2. Vale a dire che Himmelmann riprende una tesi piu vecchia, e
che dunque tutti coloro che negli anni hanno scritto che era una croce non possono essere
considerati testimonianze irrilevanti, come se non fossero da valutare perche non aggiornati.
Questa teoria della ghirlanda e antica, e a quanto pare gli specialisti l'hanno largamente disattesa
nel corso degli anni: che Himmelmann e Bisconti l'abbiano ripresa non significa dunque alcunche.
Vediamo dunque le citazioni che ho trovato nelle biblioteche delle universita veneziane sulla croce
nell'Ipogeo degli Aureli, sono sia precedenti sia successive al Bisconti da te citato, non che la cosa
sia di qualche rilevanza giacche come ripeto questa tesi della ghirlanda risale agli anni trenta.
Ecco un piccolo florilegio:
"L'esaltazione della croce che e fulcro e anima della predicazione dell'Apostolo Paolo e l'influenza
della dottrina paolina negli apostoli d'oriente (Lettera di Barnaba e Ignazio di Antiochia); la
dottrina degli apologeti del II-III secolo e soprattutto Giustino Martire, Municio Felice, Tertulliano,
Clemente Alessandrino ed Origene; la croce del Cristo blasfemo della domus gelotiana e la croce
dell'ipogeo degli Aureli del Viale Manzoni a Roma, riferibili l'una e l'altra al II secolo; infine la piu
antica documentazione che del segno della croce (in forma aperta o dissimulata) si ha nelle
catacombe cristiane dal II secolo in poi." (Amedeo Maiuri, Saggi di varia antichita, Venezia, 1954,
Neri Pozza editore)
"Particolarmente importante e pregevole la decorazione, i cui temi solo in parte appartengono al
consueto repertorio cristiano, mentre altri hanno fatto pensare a speciali sette pagane ovvero a
dottrine eretiche o sincretistiche non meglio individuate. Qui, dopo il discusso esempio di
Ercolano, s'incontra la piu antica raffigurazione della croce." (Pasquale Testini, Le catacombe e gli
antichi cimiteri cristiani in Roma, Bologna, 1966, Cappelli)
"Oltre alla croce di Ercolano, cui si e accennato, e all'iscrizione di Rufina, la croce appare in un
affresco dell'ipogeo degli Aureli a Roma, prima del 253-9." (Enciclopedia dell'arte antica classica e
orientale, vol. 1 p. 951, Roma, 1958, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni
Treccani)
"[Didascalia foto]:Personaggio che indica la croce. Affresco nell'Ipogeo degli Aureli (fine sec. IIinizio
sec. III)" (Enciclopedia Cattolica, Firenze, 1950, Sansoni, vol. 4, p. 958)
"L'homme a l'air de se diriger vers la femme qui, aupres de la croix latine fait vis-a-vis; et si nous
n'avons pas erre en reconnaissant la Sagesse en elle, lui-meme ne peut que se confondre avec
l'Eon-Christ, qui, selon Valentin, s'est porte au secours de la malheureuse. " (L. De Bruyne, Rivista
di Archeologia Cristiana, n. 39, Roma, 1963, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana) In questo
caso e De Bruyne che cita M. Carcopino, presumo dunque che siano 2 citazioni in una.
2
Bendinelli G., Il monumento sepolcrale degli Aureli al viale Manzoni in Roma, in Monumenti Antichi della R.
Accademia Nazionale dei Lincei, XXVIII, 1922.
"Una figura che indica con il braccio teso una croce latina che spicca con il suo verde sul bianco
della parete, fuga ogni incertezza: la comunita degli Aureli era cristiana anche se diversa dalle
altre." (Capitolium, Rassegna mensile d'attivita del Comune di Roma, anno XLVI, aprile 1971, n. 4
p. 52).
"Di fatto accanto a temi di carattere sicuramente cristiano (Buon pastore, il peccato originale, un
uomo in abiti sacri che indica una croce), vi sono moltissime figurazioni il cui significato si presta a
diverse interpretazioni" (Roma sotterranea, Roberto Luciani (a cura di), Assessorato per gli
interventi sul centro storico, Assessorato alla cultura, Roma, 1984, Fratelli Palombi Editori.)
"Gli unici simboli cristiani a noi noti grazie ai sarcofagi ed alle catacombe sono quattro piccole e
poco appariscenti figure di buoni pastori e un'altra, anch'essa piccola e in posizione marginale, che
indica una croce" (M. Rostovtzeff, in Italia 1923: sei lettere di Rostovtzeff, Studi Ellenistici, n. XVI,
Pisa, 2005, Giardini editori e stampatori in Pisa)
"Cominceremo ad analizzare per primo il vano a sinistra (in pianta) il quale e raggiungibile solo
dopo aver superato una sorta di vestibolo. Da questo punto la ricchezza di pitture e
impressionante e tra elementi decorativi non sara difficile notare le varie scene del repertorio
cristiano. Sula parete destra si nota una figura palliata nell'atto di puntare una croce." (Carlo Pavia,
Guida di Roma sotterranea, Roma, Gangemi, 1999, p. 246.)
Avendo promesso di decuplicare le citazioni di Barnabino ho fermato la mia ricerca raggiunge le
10 citazioni, il che e dovuto anche al resto del lavoro che dovevo svolgere, ovviamente non ci
sarebbero problemi a trovarne altre decine, stante il fatto che ho utilizzato un metodo di ricerca
quasi casuale ed ovunque mi imbattevo in riferimenti alla croce degli Aureli. Pare che il
dilettantismo non c'entri nulla col credere o meno che esista una croce nell'Ipogeo degli Aureli, ad
esempio l'ultima citazione e di Carlo Pavia, dottore in storia antica e specializzato in archeologia,
esperto delle catacombe di Roma sotterranea come dimostrano le sue molte pubblicazioni su
riviste scientifiche, monografie, e lemmi di enciclopedie, e pur venendo 25 anni dopo la tesi di
Himmelmann da cui copia Bisconti, attribuisce una croce all'Ipogeo degli Aureli.
Se dunque avessi guardato in giro nei manuali, ugualmente avrei scritto di quella croce
nell'Ipogeo degli Aureli, cosi come ha fatto il dott. Nicolotti, e quello che Barnabino spaccia per
aggiornamento e consensus accademico e solo un'opinione. Con la differenza che una croce e quello
che si vede, mentre la ghirlanda e un'interpretazione (Bisconti usa questo termine), ergo fino a che
non si porteranno delle prove non ex auctoritate, bensi delle argomentazioni basate sulla Gestalt
dell'affresco, che spieghino perche quella chiara croce sarebbe una ghirlanda, essa restera una
croce.
"Anche lui poco attento, si direbbe"
No, Nicolotti non e stato poco attento. Come e noto non esiste l'onniscienza e quando si fa ricerca
non si possono controllare tutte le fonti, e poi le fonti delle fonti, in una cascata infinita. Se una
ricerca fosse su un argomento specifico come l'Ipogeo degli Aureli, allora si che si dovrebbe
leggere quasi tutto quello che e stato scritto sull'argomento, ma nel dossier curato da Nicolotti la
croce nell'Ipogeo degli Aureli era solo un esempio tra tanti, esempi su cui tu hai deciso di glissare.
Non c'era motivo per cui a me o a lui sarebbe dovuto venire in mente di controllare una cosa
simile, infatti, non era certo la prima volta che leggevamo di questa croce. Se guardo il florilegio di
frasi sulla croce nell'Ipogeo degli Aureli vedo ad esempio che alcuni di quei volumi, come il
lemma croce nella prestigiosa Enciclopedia Cattolica, curata dai migliori specialisti di questo paese
in materie religiose, l'avevo gia letto anni fa. L'idea dunque che ci fosse una croce in questo Ipogeo
per me non era una informazione strana o da controllare, perche avevo gia visto pubblicazioni
riportare questo testimone del signum crucis, e dunque l'ho inserita nel mio dossier di croci come
una fra le tante. E se avessi controllato pubblicazioni recenti, come ripeto, avrei raggiunto lo stesso
risultato, perche la probabilita di finire sul testo del Bisconti che tu hai citato e non sugli altri citati
da me era molto bassa, stante il fatto che la maggioranza delle fonti sia precedenti sia successive a
quel manuale di Bisconti sostiene che quella sia una croce, il che e abbastanza ovvio. In
conclusione i tuoi tentativi di additarmi una qualche superficialita sono del tutto infondati, sia dal
punto di vista psicologico, sia dal punto di vista bibliografico, sia dal punto di vista
fenomenologico.
"E tu e Nicolotti, ancora peggio, ansiosi di retrodatare quel dipinto non siate neppure andati a
vedere cosa dicono gli studi piu recenti, o un manuale universitario."
Mi sfugge cosa c'entri la datazione del dipinto, semmai ci interessa cosa raffigura. E, come ripeto,
avendo negli anni passati gia trovato fonti che parlavano di una croce nell'Ipogeo degli Aureli, e
provenienti da fonti scientificamente nobili come la Treccani di Arte Antica o l'Enciclopedia cattolica,
non avevo alcun motivo di controllare quel singolo particolare.
"o non contrappondo nulla, che quel dipinto sia o meno una croce non cambia la mia posizione
teologica"
Come gia detto, questa frase non significa nulla ed e eretica dal punto di vista della WTS. I TdG
non sostengono che il fatto che Cristo sia morto su un palo sia una mera affermazione teologica,
essi affermano che corrisponda alla realta storica dell'evento, e per tentare di corroborare
quest'asserto si profondono in improbabili e risibili ricostruzioni storiche del mos romanorum della
crocifissione, in allucinanti considerazioni lessicologiche e sul presunto vero ed unico significato
dei termini greci coinvolti. In sintesi essi tentano di dare una patina di scientificita alle loro
affermazioni, in modo da far credere al popolo dei TdG, del tutto a digiuno di lettere antiche, che
quella sia una posizione scientificamente seria e addirittura accreditata nel mondo accademico.
Ricordo ancora che, quando un amico TdG mi invito all'Assemblea dei TdG che si sarebbe tenuta a
Medole, finimmo per parlare della crocifissione e tiro fuori, assai pateticamente, Ragioniamo,
volendomi spiegare, lui che non avrebbe saputo leggere una riga di Alceo come te del resto, il vero
significato della parola greca stauros alla luce dei prestigiosi lessici citati in Sragioniamo... Che fare?
L'ho guardato con compassione, e ho lasciato perdere il discorso. Non avrei avuto tempo di
spiegargli i mille tarocchi ed omissioni con cui la WTS cita le sue fonti, ne quanto siano datati gli
autori di riferimento della Societa, ne avevo tempo di introdurlo ai misteri della semantica
diacronica per spiegargli come funzionino le lingue. Il risultato delle manovre della WTS e che c'e
una schiera dei TdG convinti che la messa la palo di Cristo sia una verita storica, una tesi
scientificamente rispettabile, altro che "mera posizione teologica". Che poi, cosa vorrebbe dire?
Puo anche darsi che l'idea del palo sia nata per demonizzare la cristianita e dunque rendere ancor
piu separati dal resto dei cristiani i TdG, spiegando loro che neppure nell'utilizzo del simbolo della
cristianita dovevano assimilarsi a quei pagani di cattolici e protestanti. Ma anche se l'adozione del
palo fu per motivi teologici, cioe differenziare i TdG dal resto della cristianita, essa fu giustificata
su base storica, dicendo che la croce e un simbolo pagano perche Cristo non mori affatto in croce.
Infatti pare che tu sia l'unico ad esserti avventurato in questo nuovo escamotage di presentare la
posizione della WTS come senza pretese scientifiche e storiche, bensi solo teologica. Come ripeto:
ma che cavolo vuol dire? Sottoscrivi forse che Cristo sia morto in croce, e dici che mori sul palo
solo per divertirti e perche, come scrivesti, la parola "palo" ti fa piu effetto, ma non neghi che in
realta fosse una croce? E se la risposta e no, cioe credi veramente che Cristo mori su un palo, che
diavolo serve allora dire che la posizione della WTS e una posizione "teologica"? Perche chiami
teologica una rivendicazione storica come se le due cose non fossero inscindibilmente collegate per
la WTS?
Se per "non storico" intendi dire che la WTS non e un ente di ricerca storica, ancora non capisco
che cosa dovrebbe significare questo fatto. Che non e un ente accademico e quindi puo presentare
cose false ed in modo pressappochistico? Gia dicemmo che e molto piu grave l'errore di un
dilettante che gioca a fare il medico rispetto all'errore di un cardiologo che da un parere ad un
pediatra, perche almeno il cardiologo e medico, e se l'errore non e intenzionale, almeno lui le
competenze le aveva per rispondere. Mentre il praticone che si da alla medicina senza neppure
una laurea, pratica una scienza che non gli appartiene e pur sapendo di essere incompetente
pretende di dare lezioni di medicina (o di storia, nel nostro caso). Ergo il fatto che la WTS non sia
un ente di ricerca storica non l'autorizza a fare dichiarazioni storiche pressappochistiche od
inesatte, perche quello che dovrebbe fare, vista l'ignoranza dei suoi articolisti, che arrivano a
scrivere che prima del IV secolo nessuno abbia mai creduto che Cristo mori in croce, e
semplicemente tacere. Lasciare cioe che siano gli storici a parlare di storia, senza impicciarsi di
questioni che non le competono.
"io mi limito a riportare la voce di un manuale che, si suppone, sintetizzi lo Status Quaestionis che
voi sembrate ignorare completamente, sembri infatto caduto dalla nuvole. "
Non e esattamente un manuale, e piu una specie di lessico dell'arte paleocristiana che va per temi.
Se fosse una sintesi dello status quaestionis dovrebbe citare le varie opinioni, e in seguito dire
perche propende per una. Qui invece siamo dinnanzi a qualcosa di simile ad un saggio, dove
l'autore dice il suo parere su qualcosa.
"Essere il miglior biblista d'America non vedo come possa garantire la corretta datazioni di reperti
archeologici, le due attivita non sono poi cosi affini. "
Non hai capito quello che ho scritto. Non ho detto che essere il miglior biblista d'America
garantisca di saper datare delle gemme, ma che evidentemente, siccome Brown e un'eccellente
antichista, che Dio lo abbia in Gloria, allora dire che quelle gemme sono antiche, se anche fosse
errato, non e un qualcosa che possa essere usato per misurare la qualita di ricercatore antichistico
di qualcuno, stante il fatto che anche i migliori antichisti come Brown hanno fatto questo errore. La
mia frase non voleva cioe dire che quella datazione e giusta perche Brown sostiene che sia giusta,
ma che tu non puoi accusarmi di dilettantismo per aver proposto una datazione alta per quelle
gemme, altrimenti dovresti accusare di dilettantismo un bel po' di gente che palesemente non e
dilettante, da Brown ai redattori della Treccani di arte antica. Il punto e che l'arte glittica e un
campo ultra-specialistico, e dunque anche il migliori antichista del mondo che non sia assiduo del
settore degli intagli su gemma potrebbe prendere per buona la datazione data dal Leclerq. La mia
frase diceva soltanto: "Evidentemente non e affatto sintomo di dilettantismo credere che questa
gemma sia del II secolo, stante il fatto che il fu migliori biblista d'America ci ha creduto senza
problemi". Spero che il senso sia chiaro. Inoltre, come s'e detto, ho trovato una multiformita di
datazioni, anche quasi contemporanee, di quelle gemme, datazione sia alte che basse. E se anche
nello specifico i tre esempi propositi dall'imprescindibile e fondamentale "Dictionnaire d'
archeologie chretienne et de liturgie" fossero da post-datare, resta il fatto che esistono
rappresentazioni della crocifissione di Cristo datate a fine II e inizio III secolo, che Fernand Cabrol
e Henri Leclercq non potevano conoscevano in quanto pubblicate per la prima volta nel 1964, vale
a dire la gemma della collezione Pereire, oggi al British. Su questa, tutte le datazioni, anche del XXI
secolo, e soprattutto datazioni fatte da specialisti di glittica, concordano sul fatto che sia da
collocarsi tra la fine del II e l'inizio del III secolo. Se anche dunque le tre gemme di Cabrol e
Leclercq fossero piu tarde, e non ne vedo seri motivi, sarebbe una battaglia per me persa, a fronte
pero di una guerra sul tema invece vinta.
"Lo vado a spolverare... come si dice, un classicone che fa sempre figo citare! "
La mia era una battuta sulla frase che mi imputi in cui avrei scritto "si ritiene che tale pietra risalga
al II secolo". Non so in che contesto hai trovato questa frase, ma facevo solo osservare che il "si"
ritiene non vuol dire "io ritengo", ma e per l'appunto quel che "si dice", indipendentemente dal
fatto che sia corretto o meno. Era una battuta sulla fenomenologia del "Si" fatta da Heidegger. E
che si dica che quella gemma e del secondo secolo, non e in discussione, se infatti trovo ad esempio
in Brown o in Gramaglia scritto che quella gemma e del II secolo, allora e vero che "si dice" che e
del II secolo, anche se non fosse veramente del II secolo e il British museum dicesse il contrario. Se
poi il British Museum dica il contrario, non m'e dato saperlo perche non ho trovato un catalogo
cartaceo ufficiale recente, e tu ti rifiuti di fornire le indicazioni bibliografiche della didascalia che
hai trovato in rete.
"Infatti, come ho detto questa discussione non e accademica, ma strettamente teologica e
ideologica. E queste datazioni ne sono la prova. "
Anche qui quello che scrivi non ha senso. Hai preso una mia battuta alla lettera. Ti avevo scritto,
facendoti il verso per farti capire quanto fosse insensato il tuo modo di difendere la WTS col dire
che le sue tesi sarebbero solo teologiche che: "Ma la mia posizione e datazione di questa gemma e
solamente teologica, non te l'avevo detto?". Se la parola teologia attaccata ad un'argomentazione
puo voler dire che si ha la licenza di dare datazioni fasulle, allora di che parliamo? Tu hai replicato
che "Infatti, come ho detto questa discussione non e accademica, ma strettamente teologica e
ideologica. E queste datazioni ne sono la prova." Questo "infatti" pero non cancella
l'argomentazione che e insita nella mia battuta, cioe che se la WTS puo sparare sciocchezze come lo
scrivere che solo tre secoli dopo la morte di Cristi alcuni iniziarono a credere che Cristo mori in
croce, allora, posso anch'io dire che sto facendo un discorso teologico e dare datazioni sbagliate
delle gemme. Ma il punto e che se la scusa del "e solo un discorso teologico" e valida per la WTS
dovrebbe esserlo anche per me. Se dunque non critichi la WTS con la scusa che sono discorsi
teologici, allo stesso modo non dovresti criticare me. E se decidi di criticare me, allo stesso modo
dovresti criticare la WTS. Infatti cos'e piu grave? Sbagliare per ipotesi la datazione di una gemma,
o scrivere che nessuno fino a tre secoli dopo la morte di Cristo credette che Gesu mori in croce, e
che il termine stauros in greco classico e pure koine non voglia mai dire croce ma solo palo?
Scrivere due affermazioni del genere, da parte di un'articolista che pretende di parlare della
crocifissione, e infatti la prova che il signore in questione non sa nulla ne di patristica (Barnaba,
Giustino, Ireneo, Tertulliano, Ippolito, ecc.), ne di greco. Giacche come s'e visto non solo i Padri
descrivono la croce a forma di due pali incrociati, ma per di piu chiamano questa forma cruciforme
uno stauros, cioe una croce. Ergo chi ha scritto quelle affermazioni o e incompetente, e
pesantemente, o e in malafede, e francamente non so cosa sia peggio. Quello che e certo e che
mentre i cattolici quando leggono una pubblicazione storica emanata dalla Santa Sede possono star
certi che dietro alla redazione del documento ci commissioni di storici pluri-titolati molto
competenti, mentre i TgG che leggono quel loro foglio fondamentalistico, la Torre di Guardia,
devono sapere che e un' impresa di anonimi dilettanti, e che dunque tutto quello che leggono e
opera di un raffazzonamento di citazioni. Immagino il profilo di quell'articolista. Il solito
"protestante" americano che scava in pubblicazioni anglosassoni anti-cattoliche dell'ottocento per
copiare frasi sulla Trinita plagiata dai babilonesi e la croce grande simulacro pagano.
"Chi piu del British Museum e la biobliografia che fornisce?"
Da capo: dove il British Museum pubblica la didascalia che hai proposto? Non si puo dare una
fonte, dire che l'ha scritta il British Museum, e poi non dire dove la si puo reperire. Altrimenti
chiunque potrebbe inventare tutte le citazioni fantasma che vuole.
"Comunque puoi anche trovare un parere sulla rivista Harvard Theological Review (2010), 103:67-
88. "
Questa e una referenza, ma e solo una tra le altre che invece danno datazioni piu alte della gemma,
per questo volevo quella referenza "ufficiale", cioe del British. Comunque vedo che anche in
quest'articolo si parla della gemma della Collezione Periere a p. 70, dicendo che e di fine II inizio
III secolo.
"Orfeo Bacchico di Berlino che stranamente Polymetis non cita tra le gemme tardo antiche che
rappresenterebbero la crocifissione) "
Non l'ho citato perche credo sia un falso, come i piu del resto.
"quello che mi premeva sottolineare e solo che i dati rispetto alle raffigurazioni di croci anteriori al
IV secolo vanno sempre esaminati con molta attenzione. "
No, vanno guardati con attenzione le raffigurazioni di crocifissioni, non le raffigurazioni di croci.
Non mescoliamo i problemi. Gli studiosi che negano, erroneamente, che esistano crocifissioni
prima del IV secolo, non negano che non esistano croci prima del IV secolo.
Questa comunque non era una discussione sulla croce nell'Ipogeo degli Aureli ne su gli intagli
magici raffiguranti la crocifissione, bensi sul fatto che, nella tua fantasia, Celso e Luciano
fornirebbero argomenti a favore che Cristo mori su un palo. (Ma perche, tra l'altro, se la vostra
posizione e meramente teologica come asserisci, cerchi questi appigli, da me confutati, per dare
una coloritura storica alle tue asserzioni? Le tue azioni tradiscono i tuoi pensieri, cioe che ritieni
una posizione storica quella del palo). |