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Libertà morale

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 17:45
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28/06/2010 16:11
 
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Quando le regole non limitano
Oggi molte persone cercano la libertà.
Voglio vivere la loro sessualità, vogliono farsi la loro giustizia, vogliono crearsi il loro credo... insomma, vogliono vivere la loro vita.

Ma, questa libertà esiste? La vita è veramente di queste persone, oppure devono ringraziare qualcuno per averla avuta? Chi deve decidere le regole? Ha senso decidere personalmente fin dove arrivare? Non si rischia che la nostra visione sia distorta ed in un certo senso pestiamo i piedi a qualcun altro o addirittura a noi stessi facendo quel che ci pare giusto?

A voi la parola.


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Lord Chesterfield
28/06/2010 17:42
 
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CERTO, tutti dobbiamo ringraziare qualcuno (e cioè il n/s comune Dio e Creatore di tutte le cose, comunque lo si voglia chiamare) per il dono della n/s vita.
Chiunque abbia una fede sincera, lo crede.
Ma ciò non significa che siamo stati creati per essere degli automi, senza alcuna libertà.
Le regole ci sono e sono quelle derivanti dall’esempio diretto del Cristo e non certo quelle imposte da un qualsiasi gruppo di n/s simili.
Io credo che subito dopo la morte di Gesù la comunità cristiana abbia cominciato subito (a cominciare già dagli Apostoli) a perdere quella genuinità e libertà donataci dal Cristo stesso, per giungere ad un sistema tendenzialmente lontano dai veri e sostanziali principi da Lui insegnatici.

In tal senso, tra molte altre (contenute nei vangeli), considero significative le seguenti scritture:

“Gesù disse a quelli che avevano creduto in lui: - Se rimanete ben radicati nella mia parola, siete veramente miei discepoli. Così conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.” (Gv. 8:31-32)
“Voi leggete continuamente la Bibbia perché così pensate di avere vita eterna: ebbene, anche la Bibbia testimonia di me! Ma voi non volete venire a me per avere la vita”(Gv. 5: 39-40)
“Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti; io non son venuto per abolirla, ma per compierla in modo perfetto” (Mt. 5:17)


Quindi Gesù era venuto per insegnare una pratica più sincera, sostanziale e senza ipocrisia (cioè più perfetta) della “Legge” già esistente, non certo per fondare una nuova religione o per far sì che determinati uomini utilizzassero le sue parole o i suoi insegnamenti (interpretati in modo distorto) per fini di potere sui propri simili, come subito cominciò a succedere. E duemila anni di storia sono lì a testimoniarlo.
Salve - Salvian
[Modificato da salvian 28/06/2010 17:48]
28/06/2010 17:57
 
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Re:
salvian, 28/06/2010 17.42:


Quindi Gesù era venuto per insegnare una pratica più sincera, sostanziale e senza ipocrisia (cioè più perfetta) della “Legge” già esistente, non certo per fondare una nuova religione o per far sì che determinati uomini utilizzassero le sue parole o i suoi insegnamenti (interpretati in modo distorto) per fini di potere sui propri simili, come subito cominciò a succedere. E duemila anni di storia sono lì a testimoniarlo.
Salve - Salvian


[SM=g28002]



28/06/2010 17:58
 
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Re:
salvian, 28/06/2010 17.42:

Chiunque abbia una fede sincera, lo crede.
Ma ciò non significa che siamo stati creati per essere degli automi, senza alcuna libertà.
Le regole ci sono e sono quelle derivanti dall’esempio diretto del Cristo e non certo quelle imposte da un qualsiasi gruppo di n/s simili.



Bene, condivido che la legge del Cristo sia la base per determinare entro che limiti muoverci. C'è però un problema: la nostra incapacità di distinguere il bene dal male. Purtroppo se decidiamo noi cos'è bene o male, alla fine arriviamo a far del male a qualcuno che magari ha un metro differente dal nostro. Dobbiamo tener presente che siamo più di 7.000.000.000 di individui con migliaia di culture e personalità differenti. Quindi, la domanda d'obbligo è: siamo sicuri che seguire una legge comune sia più un male che un bene? Una legge non porrebbe dei limiti a tutti, se rispettata, impedendo di far male a qualcuno? Inoltre, far del male a sé stessi non denota una mancanza di rispetto per la vita e quindi un conseguente male?

Perciò, come si può promulgare la libertà assoluta quando nessuno è in grado di capire nemmeno qual è il bene per sé stessi?


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28/06/2010 18:05
 
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Re: Re:
Barnaba1977, 28/06/2010 17.58:


Bene, condivido che la legge del Cristo sia la base per determinare entro che limiti muoverci. C'è però un problema: la nostra incapacità di distinguere il bene dal male. Purtroppo se decidiamo noi cos'è bene o male, alla fine arriviamo a far del male a qualcuno che magari ha un metro differente dal nostro. Dobbiamo tener presente che siamo più di 7.000.000.000 di individui con migliaia di culture e personalità differenti. Quindi, la domanda d'obbligo è: siamo sicuri che seguire una legge comune sia più un male che un bene? Una legge non porrebbe dei limiti a tutti, se rispettata, impedendo di far male a qualcuno? Inoltre, far del male a sé stessi non denota una mancanza di rispetto per la vita e quindi un conseguente male?
Perciò, come si può promulgare la libertà assoluta quando nessuno è in grado di capire nemmeno qual è il bene per sé stessi?



E chi, secondo te, dovrebbe soccorrerci nel distinguere tra bene e male?


28/06/2010 18:13
 
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Re: Re: Re:
salvian, 28/06/2010 18.05:

Barnaba1977, 28/06/2010 17.58:


Bene, condivido che la legge del Cristo sia la base per determinare entro che limiti muoverci. C'è però un problema: la nostra incapacità di distinguere il bene dal male. Purtroppo se decidiamo noi cos'è bene o male, alla fine arriviamo a far del male a qualcuno che magari ha un metro differente dal nostro. Dobbiamo tener presente che siamo più di 7.000.000.000 di individui con migliaia di culture e personalità differenti. Quindi, la domanda d'obbligo è: siamo sicuri che seguire una legge comune sia più un male che un bene? Una legge non porrebbe dei limiti a tutti, se rispettata, impedendo di far male a qualcuno? Inoltre, far del male a sé stessi non denota una mancanza di rispetto per la vita e quindi un conseguente male?
Perciò, come si può promulgare la libertà assoluta quando nessuno è in grado di capire nemmeno qual è il bene per sé stessi?



E chi, secondo te, dovrebbe soccorrerci nel distinguere tra bene e male?






La nostra coscienza, ma non lasciata in balìa di se stessa.
La nostra coscienza è come una bussola: ammaestrata attorno alla Parola di Dio, ci guiderà nella via che piace a Dio, che è di gran lunga la migliore, o no? (confronta Isaia 30:21 ; 48:17)


28/06/2010 18:15
 
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Re: Re: Re: Re:
Aquila-58, 28/06/2010 18.13:


La nostra coscienza, ma non lasciata in balìa di se stessa.
La nostra coscienza è come una bussola: ammaestrata attorno alla Parola di Dio, ci guiderà nella via che piace a Dio, che è di gran lunga la migliore, o no? (confronta Isaia 30:21 ; 48:17)


Certo! sono d'accordo. [SM=g28002]
(anche senza essere TdG?)...
Ciao

28/06/2010 18:17
 
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Ma, questa libertà esiste?



L'unica vera e reale libertà è la capacità di poter scegliere.
Questa è la sola consapevolezza che ci rende liberi.
Non ha importanza che la scelta sia giusta o sbagliata, si è liberi solo se si può scegliere.
28/06/2010 18:18
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
salvian, 28/06/2010 18.15:

Aquila-58, 28/06/2010 18.13:


La nostra coscienza, ma non lasciata in balìa di se stessa.
La nostra coscienza è come una bussola: ammaestrata attorno alla Parola di Dio, ci guiderà nella via che piace a Dio, che è di gran lunga la migliore, o no? (confronta Isaia 30:21 ; 48:17)


Certo! sono d'accordo. [SM=g28002]
(anche senza essere TdG?)...
Ciao




Domanda sibillina, caro Salvian.
Facciamo due conticini:
Geova è un Dio di ordine (1 Corinti 14:33), e la sua ekklesìa è definita "colonna e sostegno della verità" (1 Timoteo 3:15).
Sta a noi trovare quell' ekklesìa....

28/06/2010 18:47
 
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Aquila-58, 28/06/2010 18.18:


………………………………………………………………………………………………………………………..
Geova è un Dio di ordine (1 Corinti 14:33), e la sua ekklesìa è definita "colonna e sostegno della verità" (1 Timoteo 3:15).
Sta a noi trovare quell' ekklesìa....


Ed io l’ho trovata nella mia coscienza (come da te ottimamente spiegato), senza alcun condizionamento da parte di una qualsiasi organizzazione religiosa umana, ringraziando il buon Dio di non avermi fatto nascere in uno stato teocratico, bensì in uno dove la libertà religiosa è ancora un valore.

Ma tornando alla premessa del messaggio d’apertura:
Barnaba1977, 28/06/2010 16.11:

Oggi molte persone cercano la libertà.
Voglio vivere la loro sessualità, vogliono farsi la loro giustizia, vogliono crearsi il loro credo... insomma, vogliono vivere la loro vita.
………………………………………………………………………………………..
A voi la parola.


Direi che tali persone più che nella libertà vogliono vivere nel libertinaggio…
Talvolta certe parole, oltre certi limiti, assumono un significato assolutamente diverso…
anche se può sembrare di aver scoperto … l’acqua calda.

Salve - Salvian

28/06/2010 22:35
 
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Re:
salvian, 28/06/2010 18.47:

Aquila-58, 28/06/2010 18.18:


………………………………………………………………………………………………………………………..
Geova è un Dio di ordine (1 Corinti 14:33), e la sua ekklesìa è definita "colonna e sostegno della verità" (1 Timoteo 3:15).
Sta a noi trovare quell' ekklesìa....


Ed io l’ho trovata nella mia coscienza (come da te ottimamente spiegato), senza alcun condizionamento da parte di una qualsiasi organizzazione religiosa umana, ringraziando il buon Dio di non avermi fatto nascere in uno stato teocratico, bensì in uno dove la libertà religiosa è ancora un valore.
Salve - Salvian




Va bene Salvian, per me non c' è alcun problema al riguardo.
Non posso che avere il massimo rispetto per la tua fede, non sia mai il contrario!
Concordo in pieno con te sull' importanza di non essere nati in uno stato teocratico ma laico (io sono marchigiano, e la mia regione faceva parte dello Stato Pontificio. Pensa se fossimo ancora sotto quel regime!!!).
Ad ogni modo, voglio dirti spassionatamente che io non sento affatto alcun condizionamento da parte della congregazione cristiana di cui faccio parte.
Questo te lo dico con estrema convinzione, anche perchè ho scelto di mio proprio libero arbitrio di farne parte, e ne sono ben felice...
Ciao.
[SM=g27987]

29/06/2010 08:10
 
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Re: Re:
Aquila-58, 28/06/2010 22.35:


Va bene Salvian, per me non c' è alcun problema al riguardo.
Non posso che avere il massimo rispetto per la tua fede, non sia mai il contrario!
Concordo in pieno con te sull' importanza di non essere nati in uno stato teocratico ma laico (io sono marchigiano, e la mia regione faceva parte dello Stato Pontificio. Pensa se fossimo ancora sotto quel regime!!!).
......................................................................


Ti ringrazio per il tuo rispetto, assolutamente condiviso da parte mia, non solo per te ma anche per tutti i tuoi confratelli di questo forum, indipendentemente da certe frettolose conclusioni di qualcuno sul mio conto (lo dico con affetto e senza polemica).

In quanto a quelli dello Stato Pontificio, sono d'accordo con te, ma certo erano altri tempi, dove, secondo me le colpe non sono da ricercare sempre nei papi in quanto papi, ma nei gruppi laici e politici dominanti delle relative epoche che si erano impossessati del Papato e delle sue istituzioni, con contributi decisionali determinanti.
E la conferma la sto avendo in un libro che sto rileggendo in questi giorni, dal titolo "Storia delle elezioni pontificie".

Cordialmente - Salvian

[Modificato da salvian 29/06/2010 08:13]
29/06/2010 11:03
 
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Re:
salvian, 28/06/2010 18.47:


Ed io l’ho trovata nella mia coscienza (come da te ottimamente spiegato), senza alcun condizionamento da parte di una qualsiasi organizzazione religiosa umana, ringraziando il buon Dio di non avermi fatto nascere in uno stato teocratico, bensì in uno dove la libertà religiosa è ancora un valore.



Qui sta il problema... ekklesia significa insieme di persone, congregazione. Non credi che sia necessario che un insieme di persone riceva istruzione per modellare unitamente ne loro coscienze (nei limiti della libertà individuale sancita da Dio stesso)? Altrimenti ricadiamo nel laccio che quel che comprendo io come buono non sia quello che comprendi tu...

Nell'antico israele c'erano i sacerdoti e gli anziani che leggevano e davano intendimento alla legge. Oggi ci dev'essere qualcun altro guidato dallo spirito di Dio, altrimenti arriviamo alla babele che viviamo nel mondo.

E qui sorge un'altra domanda: unità è uniformità? Che ne pensi?
[Modificato da Barnaba1977 29/06/2010 11:03]


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Lord Chesterfield
29/06/2010 13:31
 
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Re: Re:
Barnaba1977, 29/06/2010 11.03:


Qui sta il problema... ekklesia significa insieme di persone, congregazione. Non credi che sia necessario che un insieme di persone riceva istruzione per modellare unitamente ne loro coscienze (nei limiti della libertà individuale sancita da Dio stesso)? Altrimenti ricadiamo nel laccio che quel che comprendo io come buono non sia quello che comprendi tu...

Nell'antico israele c'erano i sacerdoti e gli anziani che leggevano e davano intendimento alla legge. Oggi ci dev'essere qualcun altro guidato dallo spirito di Dio, altrimenti arriviamo alla babele che viviamo nel mondo.

E qui sorge un'altra domanda: unità è uniformità? Che ne pensi?


E si che proprio “qui sta il problema…”, ma non come la intendi tu.
Non credo proprio (ed è una mia opinione) che debba essere l’ekklesia a “modellare” le coscienze, altrimenti il significato religioso che nella bibbia è dato al termine, cioè di assemblea o congregazione del Signore, torna al suo originario significato greco che è quello politico, scivolando quindi (in questo caso) in una teocrazia, sistema che è proprio quello che non condivido.
Sarebbe come vivere in Iran, nella cosiddetta “repubblica” islamica fondata da Komeini.
E sicuramente nessuno che ami “la libertà individuale sancita da Dio stesso” penso voglia questo. No di certo! Nel modo più assoluto.

Il mio pensiero in proposito non esclude che ci siano persone qualificate che, come i sacerdoti dell’antico Israele leggevano e davano intendimento alla legge, così in ogni epoca ci deve pur essere qualcuno che faccia più o meno la stessa cosa, a cui ognuno si può liberamente rivolgere in caso di necessità.
È come in una scuola, dove l’allievo si iscrive per ricevere insegnamento (da un solo maestro o qualcuno in più a seconda delle materie), ma che poi successivamente sceglie liberamente la propria strada.
D’altronde come in un corpo e le sue membra ciascuno ha la sua parte.
Ci sono diversità di ministeri, tutti ugualmente importanti, ma ad ognuno è dato di svolgerne uno particolare. Non tutti sono maestri, ma solo quelli a cui è dato.
In un corpo umano, non tutti sono mani, non tutti sono occhio, non tutti sono piedi, ecc…
Come giustamente ci rammenta l’apostolo Paolo in 1 Co. 12: 1:31.
Salve
29/06/2010 13:50
 
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Caro Salvian,


Non credo proprio (ed è una mia opinione) che debba essere l’ekklesia a “modellare” le coscienze



Hai ragione, infatti la chiesa è appunto formata da persone che hanno già modellato le loro coscienze sulla persona del Cristo. Si entra nella Chiesa con il battesimo, cioè l'accettazione di quel modello.


altrimenti il significato religioso che nella bibbia è dato al termine, cioè di assemblea o congregazione del Signore, torna al suo originario significato greco che è quello politico



Il fatto che la Chiesa abbia anche un significato "politico" (in senso lato) è indiscutibile: la fede è un fatto certente individuale, ma nel momento in cui si entra a far parte della "congregazione" quell'atto ha anche un senso di appartenenza sociale molto forte, al punto di essere disposti a cedere la vita per il proprio fratello.


scivolando quindi (in questo caso) in una teocrazia, sistema che è proprio quello che non condivido



Che vi sia stato un uso errato della teocrazia non vuol dire che il modello sia sbagliato di per sé, che soffochi la libertà o che non sia quello che ha insegnato Gesù. Il regno di Dio è a tutti gli effetti una teocrazia, il regno di Geova su Israele era a tutti gli effetti una teocrazia.


E sicuramente nessuno che ami “la libertà individuale sancita da Dio stesso” penso voglia questo



Ripeto: per quale motivo l'esistenza di regole condivise sarebbe una limitazione della libertà individuale? Stai facendo un discorso che è poco condivisibile, è come se sostenessi che dobbiamo eliminare i vigili urbani perché il codice della strada limita la libertà individuale.

Al contrario: le regole (ragionevoli) servono proprio a proteggere la libertà individuale.


D’altronde come in un corpo e le sue membra ciascuno ha la sua parte. Ci sono diversità di ministeri, tutti ugualmente importanti, ma ad ognuno è dato di svolgerne uno particolare. Non tutti sono maestri, ma solo quelli a cui è dato.



Siamo perfettamente d'accordo con te, ma Gesù ha anche detto che se il tuo occhio ti fa inciampare cavalo, se la tua mano ti fa peccare tagliala. E vero che ci sono molte membra, ma un solo corpo che agisce armonicamente. Questa è la congregazione.

Shalom
[Modificato da barnabino 29/06/2010 13:50]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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29/06/2010 15:31
 
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Re: Re: Re:
salvian, 29/06/2010 13.31:

E si che proprio “qui sta il problema…”, ma non come la intendi tu.



Questa frase presuppone che il problema sia giusto porlo come intendi tu. Sinceramente, non mi piace questa frase.

salvian, 29/06/2010 13.31:

Non credo proprio (ed è una mia opinione) che debba essere l’ekklesia a “modellare” le coscienze, altrimenti il significato religioso che nella bibbia è dato al termine, cioè di assemblea o congregazione del Signore, torna al suo originario significato greco che è quello politico, scivolando quindi (in questo caso) in una teocrazia, sistema che è proprio quello che non condivido.



La nostra coscienza non è qualcosa di statico, come un pezzo di marmo, che una volta modellato è a posto. E' più simile allla plastilina, che ha bisogno di continui interventi per mantenere la forma voluta. Quando decidiamo di unirci all'ekklesia, abbiamo già in parte sgrezzato il nostro animo, ma la lotta contro l'imperfezione continua ed un mezzo che abbiamo per raddrizzarci è proprio la convivenza con i nostri fratelli. Pensa a quante cose possiamo imparare: la pazienza, l'umiltà, la perseveranza, l'altruismo, ecc. Sicuramente dalla compagnia di persone mature possiamo imparare molto e continuare a modellarci sempre più verso il nostro modello: Gesù Cristo. - Ebrei 10:24, 25

Il significato è politico. La politica è l'arte di interagire con gli altri. Abbiamo il privilegio di essere sudditi dell'unico monarca illuminato che sia mai esistito. In unità cerchiamo di assomigliargli il più possibile. Questo include essere sottoposti a delle direttive organizzative, o davvero rischiamo di fare del male agli altri.

salvian, 29/06/2010 13.31:

Sarebbe come vivere in Iran, nella cosiddetta “repubblica” islamica fondata da Komeini.
E sicuramente nessuno che ami “la libertà individuale sancita da Dio stesso” penso voglia questo. No di certo! Nel modo più assoluto.



Non è così. Se consideri che siamo stati creati per essere sottoposti a Dio, allora considera che sfuggirgli per fare quel che ci pare è come fare violenza a noi stessi. Mi pare corretto però precisare che la Legge che spinge il cristiano è quella dell'amore, quindi qualsiasi legge costruita su questo principio porta inequivocabilmente l'impronta divina poiché "Dio è amore". Avendo fede in questo non possiamo che essere certi di essere felici nell'ubbidire a Dio ed alla sua organizzazione, dove le direttive non sono oppressive.

salvian, 29/06/2010 13.31:

Il mio pensiero in proposito non esclude che ci siano persone qualificate che, come i sacerdoti dell’antico Israele leggevano e davano intendimento alla legge, così in ogni epoca ci deve pur essere qualcuno che faccia più o meno la stessa cosa, a cui ognuno si può liberamente rivolgere in caso di necessità.



Su questo siamo d'accordo.

salvian, 29/06/2010 13.31:

È come in una scuola, dove l’allievo si iscrive per ricevere insegnamento (da un solo maestro o qualcuno in più a seconda delle materie), ma che poi successivamente sceglie liberamente la propria strada.



Certo, Geova ci lascia liberi di scegliere "tra la vita e la morte, tra la benedizione e la maledizione", e lui vuole che scegliamo il meglio. Mica ci costringe a far parte del suo popolo. Tuttavia, che succede se l'allievo non studia o si comporta male a scuola? Non viene disciplinato a dovere, fino all'espulsione in certi casi?

salvian, 29/06/2010 13.31:

D’altronde come in un corpo e le sue membra ciascuno ha la sua parte.
Ci sono diversità di ministeri, tutti ugualmente importanti, ma ad ognuno è dato di svolgerne uno particolare. Non tutti sono maestri, ma solo quelli a cui è dato.
In un corpo umano, non tutti sono mani, non tutti sono occhio, non tutti sono piedi, ecc…
Come giustamente ci rammenta l’apostolo Paolo in 1 Co. 12: 1:31.
Salve



Siamo sicuri di questo. Però vediamo di fare quel che dice il cervello. Un arto che non funziona più perché in cancrena viene amputato dal corpo per mantenere sano l'organismo. Se non ubbidiamo alle leggi di Dio non facciamo altro che del male a noi stessi ed agli altri.


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Lord Chesterfield
02/07/2010 16:27
 
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Volevo ringraziare tutti quelli che sono intervenuti, in special modo Salvian... tutti gli interventi sono un ottimo spunto per il discorso che pronuncerò giovedì prossimo.


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Lord Chesterfield
03/07/2010 22:51
 
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barnabino, 29/06/2010 13.50:

Hai ragione, infatti la chiesa è appunto formata da persone che hanno già modellato le loro coscienze sulla persona del Cristo. Si entra nella Chiesa con il battesimo, cioè l'accettazione di quel modello.


barnabino, 29/06/2010 13.50:

Il fatto che la Chiesa abbia anche un significato "politico" (in senso lato) è indiscutibile: la fede è un fatto certente individuale, ma nel momento in cui si entra a far parte della "congregazione" quell'atto ha anche un senso di appartenenza sociale molto forte, al punto di essere disposti a cedere la vita per il proprio fratello.


In quanto alla chiesa, secondo un’enciclopedia, il significato politico originario non era poi tanto “in senso lato”, infatti ha avuto un valore civile prima che religioso.
Ma poco importa: il punto è un altro.

Io non appartengo al tuo modello di “ekklesia” , non perché non abbia già modellato la mia coscienza sulla persona del Cristo (nel caso, chi o cosa ti farebbe pensare il contrario?) , ma perché il mio è un modello sostanziale degli insegnamenti del Cristo, non certo interpretativo.
Se l’ingresso in una congregazione ci fa avere un “senso di appartenenza sociale molto forte” fino al punto di essere disposti a cedere la vita per il proprio fratello, allo stesso modo dovremmo essere pronti a donare il n/s sangue che rappresenta appunto la vita, per un n/s fratello che ne ha bisogno.
Non pensi che in nome di una tradizione religiosa creduta come “parola di Dio” si annulli il comandamento di amare il prossimo come se stessi?
Nel caso, sarebbe significativo ciò che diceva Isaia “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” - Cfr. Mt. 15:1-20.

barnabino, 29/06/2010 13.50:

Che vi sia stato un uso errato della teocrazia non vuol dire che il modello sia sbagliato di per sé, che soffochi la libertà o che non sia quello che ha insegnato Gesù. Il regno di Dio è a tutti gli effetti una teocrazia, il regno di Geova su Israele era a tutti gli effetti una teocrazia.



Io penso, invece, che la teocrazia sia un modello di altri tempi.
In questo Duemila inoltrato nessun regno ha più senso, anche se da qualche parte ancora resiste.

Un solo regno ha senso ed è quello di Dio nei n/s cuori, nel senso che si accetta con libero arbitrio di seguire sostanzialmente gli insegnamenti del Cristo.

barnabino, 29/06/2010 13.50:


Ripeto: per quale motivo l'esistenza di regole condivise sarebbe una limitazione della libertà individuale? Stai facendo un discorso che è poco condivisibile, è come se sostenessi che dobbiamo eliminare i vigili urbani perché il codice della strada limita la libertà individuale.
Al contrario: le regole (ragionevoli) servono proprio a proteggere la libertà individuale.


Beh! Io non avrei detto esattamente questo…
anche perché, se per regole condivise si intende l’insegnamento diretto del Cristo, allora siamo noi ad accettarle e farle proprie con il libero arbitrio che Dio ci ha donato. Mentre le leggi di uno Stato (per loro natura "cogenti" cioè imposte dall'Ordinamento) e in particolare le norme del codice della strada sono da seguire non certo per libera scelta. Mi pare che il paragone sia leggermente fuori luogo…
Quindi il mio discorso, condivisibile o meno, non intende affatto esprimersi contro il sostanziale insegnamento del Cristo né tantomeno contro le leggi civili e penali di una comunità, ma solo contro tutte le interpretazioni delle varie denominazioni cristiane che senza di esse non avrebbero ragione di esistere.

Io credo, semplicemente, che uno sia il Cristo Gesù ed uno il suo Vangelo (anche se in quattro versioni concordi) e che molti suoi passi sono di tale facile lettura che se non ci impegnassimo a fare di ogni parola una scienza, forse ci sarebbero meno incomprensioni e … meno denominazioni.

Barnaba1977, 29/06/2010 15.31:

Re: Re: Re:
salvian, 29/06/2010 13.31:
________________________________________
E si che proprio “qui sta il problema…”, ma non come la intendi tu.
________________________________________
Questa frase presuppone che il problema sia giusto porlo come intendi tu. Sinceramente, non mi piace questa frase.


Non capisco… non volevo certo presupporre che fosse giusto solo il mio pensiero. Bensì, volevo solo significare che la mia opinione in proposito era diversa dalla tua. Tutto qui.

Sono d’accordo in linea teorica sul resto del tuo post, ma resta sempre il fatto che fare la scelta giusta, fare la volontà di Dio, rimane un fatto di responsabilità personale, facendosi guidare non necessariamente da altri, ma piuttosto da quella legge da te citata e cioè dalla “Legge dell’Amore”, proveniente da quello che è un Dio d’amore, come giustamente mi hai rammentato.

Mi fa piacere che questo 3D possa tornarti utile per il discorso che pronuncerai giovedì prossimo. Grazie a te.
Anzi mi farebbe anche piacere conoscere questo tuo lavoro. Se ti va, potresti inviarmelo tramite e-mail.

Salve - Salvian

03/07/2010 23:06
 
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Re:
salvian, 03/07/2010 22.51:


Se l’ingresso in una congregazione ci fa avere un “senso di appartenenza sociale molto forte” fino al punto di essere disposti a cedere la vita per il proprio fratello, allo stesso modo dovremmo essere pronti a donare il n/s sangue che rappresenta appunto la vita, per un n/s fratello che ne ha bisogno.
Non pensi che in nome di una tradizione religiosa creduta come “parola di Dio” si annulli il comandamento di amare il prossimo come se stessi?
Nel caso, sarebbe significativo ciò che diceva Isaia “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” - Cfr. Mt. 15:1-20.


Salve - Salvian




No, perchè c' è un divieto esplicito nella Parola di Dio, che non c' azzecca nulla col la "tradizione" (se ti riferisci al donare il sangue).
Ne abbiamo parlato migliaia di volte...


[Modificato da Aquila-58 03/07/2010 23:07]
03/07/2010 23:22
 
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Caro Salvian,


il mio è un modello sostanziale degli insegnamenti del Cristo, non certo interpretativo



Anche il mio, e il comando sul sangue, che tu critichi, è sostanzialmente un insegnamento di Cristo.


Se l’ingresso in una congregazione ci fa avere un “senso di appartenenza sociale molto forte” fino al punto di essere disposti a cedere la vita per il proprio fratello, allo stesso modo dovremmo essere pronti a donare il n/s sangue che rappresenta appunto la vita, per un n/s fratello che ne ha bisogno



Sai bene che per l'insegnamento sostanziale di Cristo la nostra vita terrena non è la "vera vita". Per il cristiano il "valore supremo" non è la propria vita terrana, e neppure quella degli altri. Questo senza nulla togliere al valore e la santità che nella Bibbia ha la vita umana, ma non è la "vita terrena" in cima alle priorità insegnate da Cristo.

Ricorderai le parole di Gesù, che ci ricordano la sostanza del cristianesimo: "Chiunque cerca di tenere in salvo per sé la sua anima la perderà, ma chiunque la perderà la conserverà in vita" e ancora: "Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo e dopo ciò non possono fare nient’altro. Ma vi indicherò io chi temere: Temete colui che dopo avere ucciso ha l’autorità di gettare nella Geenna".

Gesù non stava facendo l'elogio dell'autolesionismo e neppure del martirio, semplicemente la vita terrena per un cristiano hanno u n valore differente (sostanzialmente differente) di chi crede che questa vita sia tutto quello che ci sia. Noi abbiamo fede nella risurrezione, per cui la morte non è che un momento della nostra esistenza.


Non pensi che in nome di una tradizione religiosa creduta come “parola di Dio” si annulli il comandamento di amare il prossimo come se stessi?



Guarda, non lo considero un insulto solo perché ti conosco... il comando sul sangue non è "tradizione religiosa" ma è un comando ispirato.

Vedi, il problema è capire se per Gesù trasgredire ad un preciso comando divino per allungare la vita terrena di qualche anno quando Dio di promette quella eterna se restiamo fedeli sia devvero un gesto di amore... tutto dipende dalla fede e dalle prospettive. Chi vive con la prospettiva di questa vita terrena è normale la contraddizione, ma i cristiani vivono secondo un'altra prospettiva, che gli permetteva di finire in pasto alle fiere per un gesto simbolico come bruciare un pò di incenso all'imperatore...


Un solo regno ha senso ed è quello di Dio nei n/s cuori, nel senso che si accetta con libero arbitrio di seguire sostanzialmente gli insegnamenti del Cristo



Accettare gli insegnamenti sostanziali di Cristo significa acettarne anche il ruolo di Messia, di re e di sacerdote. Questi non solo solo vuoti titoli, ma sono la sostanza del Regno di Dio, che si pone come una teocrazia globale.


se per regole condivise si intende l’insegnamento diretto del Cristo, allora siamo noi ad accettarle e farle proprie con il libero arbitrio che Dio ci ha donato



Questo non vedo come posa negare l'idea di una teocrazia e la necessità di regole... si accettano e si fanno proprie regole che comunque esistono.


in particolare le norme del codice della strada sono da seguire non certo per libera scelta. Mi pare che il paragone sia leggermente fuori luogo…



Per nulla, perché le Leggi divine non sono Leggi arbitarie ma Leggi necessarie. Dio le ha date perché quello è l'unco ed il miglior modo di vivere. L'uomo non è in grado di vivere se non seguendo le leggi divine, ovvero non esiste altra legge che la perfetta legge di Dio.

In quel senso la legge di Dio è scelta ma è l'unica scelta salvifica, usare il libero arbitrio in altro modo (come hanno fatto Satana e Adamo) conduce alla morte e alla perdizione.

Shalom
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