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Libertà morale

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 17:45
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04/07/2010 10:54
 
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barnabino, 03/07/2010 23.22:

...................................................
Anche il mio, e il comando sul sangue, che tu critichi, è sostanzialmente un insegnamento di Cristo.


Allora, forse, dipende dai punti di vista... che ognuno sostiene essere "Parola di Dio".
Bisognerebbe capire perchè ognuno (e mi sto riferendo a tutte le denominazioni religiose cristiane), partendo da un'ipotesi/premessa comune (la "Legge dell'Amore"), giunge ad una tesi diversa l'una dalle altre, attraverso un procedimento che si basa su assiomi che se fossero uguali, non potrebbero che dare un unico risultato.
In parole povere, a quanto pare, c'è una "chiave di lettura" diversa, per cui, fintanto che rimarranno tali, i suddetti "punti di vista" non possono che essere inconciliabili.
Certo io debbo molto ai v/s insegnamenti, ricevuti nella mia infanzia, in quanto sono serviti a scrollarmi di dosso tutte le superstizioni e i fanatismi che spesso caratterizzano i fedeli della religione cattolica.
Ma poi ho seguito il consiglio dell'apostolo Paolo, cioè di esaminare ogni cosa e di ritenere solo ciò che buono.
Avrò fatto bene, avrò fatto male, questo solo Dio lo potrà dire quando verrà il momento del suo Giudizio.

Dici che "la vita terrena non è in cima alle priorità insegnate da Cristo".
Ecco i "punti di vista", preconfezionati, talvolta: anche il mio, certo! non lo metto in dubbio.
Ma io, non avendo la vostra scienza (voglio dire: la vostra preparazione culturale e biblica), mi limito a leggere la Bibbia e in particolare il Vangelo di Cristo in maniera estremamente semplice, e così facendo ne deduco che tutti gli insegnamenti di Gesù, al di là di ciò che sarà, ci invitano a seguirne l'esempio durante QUESTA vita terrena, dopodichè ... il Giudizio.
"Il Regno di Dio è in mezzo a voi" disse, oppure di amare il nostro prossimo come noi stessi, il che, tra l'altro, mi fa capire che è questa vita che deve essere vissuta tutta e completamente in chiave cristiana, ADESSO.
Ecco perchè alcuni aspetti della v/s fede mi lasciano un tantino perplesso e tra i tanti mi attengo solo a quelli che si conciliano pienamente con la Legge dell'Amore.

barnabino, 03/07/2010 23.22:

Ricorderai le parole di Gesù, che ci ricordano la sostanza del cristianesimo: "Chiunque cerca di tenere in salvo per sé la sua anima la perderà, ma chiunque la perderà la conserverà in vita"


Certo! la mia visione si basa anche su questo ammonimento, quando le mie azioni privilegiano l'amore per il prossimo a discapito della mia stessa vita, con il coraggio di rischiare per me anche la vita eterna che verrà.
Avere fede nella resurrezione e che la morte non sia altro che un momento della nostra esistenza non credo significhi che si possa attenersi ai due più grandi comandamenti (Amore per Dio e amore per il prossimo) in modo disgiunto a seconda dei casi .

barnabino, 03/07/2010 23.22:

Guarda, non lo considero un insulto solo perché ti conosco... il comando sul sangue non è "tradizione religiosa" ma è un comando ispirato.


E fai bene! perchè infatti non intendeva essere un insulto nel modo più assoluto. Io sto solo cercando di esporre il mio "punto di vista" nel migliore dei modi (e non sempre ci riesco...), ma che necessariamente si deve rapportare al vostro (perchè è con voi che sto parlando), con il rischio che talvolta si possano fraintendere le mie buone intenzioni.
In quanto al termine "tradizione" da me usato, sarà bene precisare che non si riferiva a quello da voi comunemente inteso come "la Tradizione", ma era solo un termine qualsiasi del dizionario che voleva corrispondere al suddetto "punto di vista".

barnabino, 03/07/2010 23.22:

Vedi, il problema è capire se per Gesù trasgredire ad un preciso comando divino per allungare la vita terrena di qualche anno quando Dio di promette quella eterna se restiamo fedeli sia devvero un gesto di amore... tutto dipende dalla fede e dalle prospettive. Chi vive con la prospettiva di questa vita terrena è normale la contraddizione, ma i cristiani vivono secondo un'altra prospettiva, che gli permetteva di finire in pasto alle fiere per un gesto simbolico come bruciare un pò di incenso all'imperatore...


Ecco, anche qui traspare una visione diversa delle cose. Perchè infatti, per quando mi riguarda (e credo per ognuno che dona il sangue al prossimo), allungare la vita terrena di qualche anno non è proprio l'aspetto prioritario che mi/ci guida, quanto invece concentrarci sul gesto d'amore, in applicazione stretta del 2° tra i due cosiddetti "più importanti comandamenti", senza tenere conto di qualsiasi altra ed eventuale prospettiva.
Ma anche nel rispetto del primo, perché come Gesù stesso disse: "In verità, vi dico che tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli , lo avete fatto a me", volendo quindi far capire che non si può essere i “benedetti dal Padre” se non si abbia anche amato il prossimo, soccorrendolo nel momento del bisogno.

Per il resto del tuo post, non ho altro da dire: chi tace acconsente … (più o meno).

Cordiali saluti - Salvian
[Modificato da salvian 04/07/2010 11:01]
04/07/2010 11:39
 
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Caro Salvian,


Allora, forse, dipende dai punti di vista... che ognuno sostiene essere "Parola di Dio"



I testimoni di Geova non sostengono di essere Parola di Dio, sostengono che Gesù è "la Parola" di Dio e che la sostanza dei suoi insegnamenti si trova nelle Scritture.


Bisognerebbe capire perchè ognuno (e mi sto riferendo a tutte le denominazioni religiose cristiane) partendo da un'ipotesi/premessa comune (la "Legge dell'Amore"), giunge ad una tesi diversa l'una dalle altre attraverso un procedimento che si basa su assiomi che se fossero uguali, non potrebbero che dare un unico risultato.



E' ovviamente un discorso che merita approfondimento, ma forse perché la maggior parte di demoninazioni cristiane si è più o meno consapevolmente lasciata influenzare da concetti e tradizioni umani, per cui il concetto di "amore" si è legato più a concetti umani, determinati di epoche e culture differente, piuttosto che all'insegnamento di Gesù.

Il problema è il rispetto per la sostanza di quell'insegnamento anche quando si scontra con il concetto di amore diffuso nella nostra società e cultura.


Ma poi ho seguito il consiglio dell'apostolo Paolo, cioè di esaminare ogni cosa e di ritenere solo ciò che buono. Avrò fatto bene, avrò fatto male, questo solo Dio lo potrà dire quando verrà il momento del suo Giudizio.



Nessuno ti biasima, ma non puoi partire che il tuo "punto di vista" non sia a sua volta influenzato dal tuo sistema culturale qui ed ora, che potrebbe cambiare domani.

Per questo che noi ritieniamo di dover aderire strettamente al punto di vista scritturale, rivelato, seppure si scontra con quello umano più diffuso.


Dici che "la vita terrena non è in cima alle priorità insegnate da Cristo". Ecco i "punti di vista", preconfezionati, talvolta: anche il mio, certo! non lo metto in dubbio.



Non è affatto "preconfezionato", perché dici questo? Anzi è una posizione che era "difficile" già al tempo di Gesù, ma che egli non si stancò mai di evidenziare. Non è questa la "vera vita" per il cristiano, se così fosse: "mangiamo e beviamo poiché domani morremo".


Ma io, non avendo la vostra scienza, mi limito a leggere la Bibbia e in particolare il Vangelo di Cristo in maniera estremamente semplice



Mi pare che anche da una lettura semplice della Bibbia sia evidente la tensione escatologica dell'opera di Gesù. Gesù non era Buddha, non ha proclamato solo una filosofia di vita felice, ma al contario ha proclamato una nuova era (un nuovo eone) che deve prendere il posto di quello vecchio e questa è quello che proclamavano i suoi discepoli, incuranti se questo significava essere perseguitati e messi a morte.


"Il Regno di Dio è in mezzo a voi" disse



Si, lo disse ai farisei e comunque non mi pare che dicesse che il Regno di Dio è una condizione del loro cuore, o è nel loro cuore. Stava anzi dicendo il contrario, cioè che il Re di quel regno era già in mezzo a loro e non lo riconoscevano.


oppure di amare il nostro prossimo come noi stessi, il che, tra l'altro, mi fa capire che è questa vita che deve essere vissuta tutta e completamente in chiave cristiana, ADESSO



Nessuno lo mette in dubbio, ma se il tuo occhi ti fa inciampare, disse Gesù, cavalo, se la tua mano ti fa inciampare, tagliala. Nel senso che la vita che vogliamo vivere COMPLETAMENTE e quella della devozione cristiana e non la vita in genere.

Non facciamo parte di questo mondo, che come i suoi desideri passa, ma del mondo futuro in cui in un certo senso già viviamo: "poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti".

Il cristiano vive la sua vita pienamente, ma è proiettato in quella futura. Non ritiene una perdita la propria vita se è per amore di Dio, guarda, Paolo su questa cosa ha scritto cose meravigliose:

"Ma tutte le cose che per me erano guadagni, le ho considerate una perdita a motivo del Cristo. Anzi, se è per questo, in realtà considero pure tutte le cose una perdita a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A motivo di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero come tanti rifiuti, affinché io guadagni Cristo e sia trovato unito a lui, avendo non la mia propria giustizia, che risulta dalla legge, ma quella che è per mezzo della fede in Cristo, la giustizia che emana da Dio in base alla fede, per conoscere lui e la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze, sottomettendomi a una morte simile alla sua, per vedere se in qualche modo io possa conseguire la risurrezione dai morti che ha luogo più presto" - Fil. 3: 7-11


quando le mie azioni privilegiano l'amore per il prossimo a discapito della mia stessa vita, con il coraggio di rischiare per me anche la vita eterna che verrà.



Il problema è se davvero è "amore" per Dio e il prossimo venire meno ad un comando divino per allungare di qualche anno la vita nostra o di qualcun altro, laddove Dio di promette la risurrezione e la vita eterna... può l'amore per la vita terrena superare l'Amore per Dio ed i suoi comandamenti? La risposta (estrema) non ci viene da Abraamo?


ma era solo un termine qualsiasi del dizionario che voleva corrispondere al suddetto "punto di vista".



Possiamo discutere come applicarlo, ma francamente il comendo non lascia addito a molti punto di vista nella sua interpretazione. Anzi, se non fosse per la questione moderna delle "trasfusioni" nessuno avrebbe trovato da ridire sulla sua stretta osservanza da parte dei testimoni di Geova.

Quello che "scandalizza" (e noi ne siamo forse fieri) è proprio questo: che in una società secolarizzata, in cui la vita "qui ed ora, edonistica, ha il primo posto, ebbene, ci sia chi la metta completamente nelle mani di Dio, che ci può tranquillamente risorgere. Questa fede, un tempo normale, oggi è scambiata scambiata per fanatismo, come se fosse ormai impossibile concepire un amore per la legge divina che va olte quello per la vita terrena.


Ma anche nel rispetto del primo, perché come Gesù stesso disse: "In verità, vi dico che tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli , lo avete fatto a me", volendo quindi far capire che non si può essere i “benedetti dal Padre” se non si abbia anche amato il prossimo, soccorrendolo nel momento del bisogno.



Hai ragione, ma quando mai Gesù disse che per soccorrere il prossimo si possa trasgredire alla Legge? Se Dio ci può risorgere, dopo aver fatto tutto il possibile per salvare una vita terrena, non dobbiamo aver fede che Dio si occuperò della vita di quella persona meglio di noi? Può un Dio fedele e amorevole abbandonare una persona se ubbidisce alla sua Legge?

Shalom
--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
04/07/2010 13:38
 
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Re:
barnabino, 04/07/2010 11.39:

Caro Salvian,
I testimoni di Geova non sostengono di essere Parola di Dio, sostengono che Gesù è "la Parola" di Dio e che la sostanza dei suoi insegnamenti si trova nelle Scritture.


Su questo sono d'accordo.

Ed anche sul resto delle citazioni contenute nel tuo post, se viste con gli occhi del mio "punto di vista" che vede le stesse Scritture, forse, da una prospettiva diversa, meno proiettata verso la vita futura.

Tutto quello che dici nel tuo post, in linea di massima, è tutto condivisibile, ma forse abbiamo una concezione diversa su cosa significhi non trasgredire la Legge di Dio.
Voglio dire che nessuno ha mai detto che per soccorrerre il prossimo si debba trasgredire la legge di Dio, come non lo disse Gesù.
Però ha mostrato come si possa fare lo stesso la volontà di Dio, pur senza un'osservanza legalistica e letterale della Legge.
Infatti quante volte gli apostoli stessi, ancora legati ad una certa mentalità, non capivano le sue parabole.
Ed anche i "Giusti" di Mt. 25:31-46 mostravano di non capire quando mai lo avessero soccorso, pur sapendo di aver fatto quelle cose a qualche fratello affamato, assetato, ecc...
E di fronte ai suoi comportamenti, tanti "giusti" suoi contemporanei si scandalizzavano, richiamandosi ad un'interpretazione legalistica della Legge.
Quando asserite che i v/s intendimenti non sono assolutamente umani ma che corrispondono esattamente alla Legge di Dio contenuta nella Bibbia, da parte mia non metto in dubbio i singoli riferimenti scritturali, ci mancherebbe altro.
Ma il fatto è, facendo un paragone, che tutti i costruttori possono costruire delle buone case, utilizzando gli stessi buoni materiali e le stesse corrette procedure, però guarda caso non tutte le case sono necessariamente uguali.
Io penso, rimanendo nella metafora, che il Costruttore aveva ed ha in mente un solo tipo di casa; tutte le altre, seppure ricavate con materiali buoni e con procedure corrette, non sono ciò che il Costruttore ha progettato per noi, anzi, talvolta se ne allontanano di gran lunga.
Capisco che tale discorso può valere per voi (a mio parere) come anche per il sottoscritto (a v/s parere): ma alla fine sappiamo tutti bene a chi spetta il Giudizio, non sta certo a noi.
Io posso solo dire, e solo ai fini della mia scelta e non certo per mero giudizio, che la vostra costruzione mi lascia un tantino perplesso su tanti punti, ed è per questo che responsabilmente cerco di attenermi (nel migliore dei modi possibile, secondo me) alle norme divine così come sono espresse nelle Sacre Scritture.

Comunque, per quanto mi riguarda, penso che abbiamo chiarito a sufficenza le reciproche posizioni.
Ciao e a rileggerci in altri 3D.
Cordiali saluti - Salvian
[Modificato da salvian 04/07/2010 13:39]
04/07/2010 16:11
 
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Il gesto di amore..può valere come sentimento e come sentimento posso apprezzarlo, anche se nel caso condanno la sua applicazione.



L'applicazione potrebbe perfino mostrare in se stessa una mancanza morale.

La questione legalistica valeva per le ombre della legge che portavano a Cristo; quindi legalmente usate come figura per condurre al vero significato.
la violazione di esse era punita non per se stesse ma perciò che rappresentavano, pur se allora non ancora manifesto.

In ogni caso la questione legalistica non è da confondere con la questione morale.
Naturalmente non pretendo che la morale sia condivisa da tutti, anche se nel caso specifico non cè niente di legalistico formalismo come ombra di un futuro, poichè è implicito che la questione del sangue è morale, e non simbolica, poichè non presenta nulla del genere ne prima, ne dopo Cristo..

Io credo di aver ben rappresentato la questione morale sulla questione del sangue, tanto che l'espressione, dono, mi fa sorridere, considerando da che punto di vista morale lo interpreto questo come dono.

Per fare l'esempio mi ricordo di una ragazza che per amore del prossimo si donava a qualche giovane depresso incontrato a qualche bar, e mi chiedo se non pensava pure di aprire un club come volontariato su questo aspetto.

Ovviamente il paragone in essere potrebbe sembrare offensivo per chi non ci vede la medesima immoralità.
D'altra parte anche tale ragazza si sentiva di salvare qualcuno dal suicidio.

Dal mio punto di vista, che di certo non si può accusare di legalismo; sarà lodevole il sentimento, ma che mi debba ridurre io come immagine di Dio e quindi Dio stesso come farmaco salvavita,e che è il minimo che io possa dire, lo trovo deplorevole, oggettivo, e comunque vissuto nell'ottica dell'idolatria..dove ti si convince che la strumentalizzazione umana è un dono di amore per il partito o per il singolo, con anche in gioco la tua vita o quella degli altri.

E se dobbiamo violare una morale ai fini della vita potremmo perfino giustificare che Gesù ci ripensi di fronte a Pilato.
Pensare alla vita degli altri e di se stessi non lo si dovrebbe mai fare come nella filosofia dei sistemi umani, quelli figurati da Daniele come statue o macchine.

Poichè Tutta la morale delle scritture trasmessa agli uomini, ha come perno la negazione di questo modo di concepire l'amore di fronte a un idolo, in questo caso potendolo intendere come la vita di un idolo, materializzata nel mio prossimo.

Il che sarebbe molto più di un culto, sarebbe come far dono della propria vita in chiave carnale sull'altare dell'idolo sacrificando il significato della propria vita umana come persona, come anima a sè stante..quando in realtà la carne..sangue non giova a nulla, nel senso che non salva veramente; Giovanni 6:63
Levitico ci dice chiaramente che "Non dovete mangiarne perchè è la sua anima, la sua vita che identifica l'anima, la persona di ciascuno".

Non ti è lecito possedere l'anima di qualcuno, vuoi fisicamente o psicologicamente, poichè questa è la via di ogni forma di potere ingiusto di mercificazione e strumentalizzazione di chi ti vuole usare anche a fin di bene, per il singolo o collettivo; la forma di ogni potere umano bene male lontano da Dio.

Diversamente la mia esistenza, la vostra, non avrebbe senso come persone con la loro individualità, caratterizzazione, significato.

Mi rendo conto che nell'animo umano esiste questo conflitto tra oggettività e personalità, tra carnalità e spiritualità,,

Su cosa anteporre, se i valori oggettivi che significa a volte salvarti la vita,la tua o quella degli altri, o i valori spirituali che sono la vera salvezza dell'umanità, quella che dovrebbe vivere in eterno in modo corretto non traviato o corruttibile;

Quell'umanità che non si rende conto di seguire pratiche che sviano il cuore, pensando assurdamente di fare bene, mentre in realtà prepara lo scenario per qualcosa di abominevole vissuto magari come cosa normale; il che equivale a mordersi la coda volendo seguire le orme di Dio, il solo buono con cui vorremmo partecipare per riuscire ora e per sempre nelle vie della vera vita come pace e amore lontani da ogni possibile forma di auto corruzione morale.

E se i tg a oggi che rispettano il divieto sul principio formale, non seguono in tutti gli altri casi la medesima morale, quanta speranza cè per il resto..lasciando a intendere un futuro per niente roseo, se fosse possibile diverrebbe come lo scenario squallido di certi film fantascientifici dove di umano ce rimasto ben poco, avendo lasciato lo spazio alle macchine, come fecero quegli angeli ribelli in se stessi.

Non si tratta di drammatizzare, è un dramma.

saluti












[Modificato da dispensa. 04/07/2010 16:12]
04/07/2010 17:45
 
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Re: Re:
salvian, 04/07/2010 13.38:

barnabino, 04/07/2010 11.39:

Caro Salvian,
I testimoni di Geova non sostengono di essere Parola di Dio, sostengono che Gesù è "la Parola" di Dio e che la sostanza dei suoi insegnamenti si trova nelle Scritture.


Su questo sono d'accordo.

Ed anche sul resto delle citazioni contenute nel tuo post, se viste con gli occhi del mio "punto di vista" che vede le stesse Scritture, forse, da una prospettiva diversa, meno proiettata verso la vita futura.


Cordiali saluti - Salvian




Comprendo benissimo la tua posizione, Salvian.
Del resto, lo stesso Gesù disse:
"Continuate dunque a cercare prima il regno e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno aggiunte" (Matteo 6:33).
Quindi il "regno di Dio" è qualcosa che dobbiamo "ricercare e vivere" già fin da ora, ogni giorno: di più, metterlo al primo posto nella nostra vita.
Occorre, tuttavia, avere una visione globale di quel che Gesù insegnò e affermò.
Egli, dopo aver fornito il segno composito della sua parousìa, in Matteo 24:32-33 illustrò la parabola del fico, dicendo:
"Ora imparate dall’illustrazione del fico questo punto: Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, sapete che l’estate è vicina. 33) Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte".
Come potrai notare, nella pericope parallela di Luca 21:29-31, Gesù affermò:
"Notate il fico e tutti gli altri alberi: 30) Quando già mettono i germogli, osservandoli, sapete da voi stessi che l’estate è ormai vicina. 31) Così anche voi, quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino".
Il Regno di Dio, oltre che essere qualcosa che dobbiamo "vivere e ricercare" fin da ora, giorno dopo giorno, è anche un preciso evento che dobbiamo attendere come una "liberazione", stando alle parole di Gesù (confronta Luca 21:28), senza farci prendere eccessivamente dalle cose quotidiane, cosicchè quel giorno non arrivi su di noi "come un laccio" (Luca 21:34-36).
Lo stesso senso di urgenza ben espresso anche in 2 Pietro 3:12...
Grazie.
[SM=g27987]


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