Caro Salvian,
Allora, forse, dipende dai punti di vista... che ognuno sostiene essere "Parola di Dio"
I testimoni di Geova non sostengono
di essere Parola di Dio, sostengono che Gesù è "la Parola" di Dio e che
la sostanza dei suoi insegnamenti si trova nelle Scritture.
Bisognerebbe capire perchè ognuno (e mi sto riferendo a tutte le denominazioni religiose cristiane) partendo da un'ipotesi/premessa comune (la "Legge dell'Amore"), giunge ad una tesi diversa l'una dalle altre attraverso un procedimento che si basa su assiomi che se fossero uguali, non potrebbero che dare un unico risultato.
E' ovviamente un discorso che merita approfondimento, ma forse perché la maggior parte di demoninazioni cristiane si è più o meno consapevolmente lasciata influenzare da concetti e tradizioni umani, per cui il concetto di "amore" si è legato più a concetti umani, determinati di epoche e culture differente, piuttosto che all'insegnamento di Gesù.
Il problema è il rispetto per la sostanza di quell'insegnamento anche quando si scontra con il concetto di amore diffuso nella nostra società e cultura.
Ma poi ho seguito il consiglio dell'apostolo Paolo, cioè di esaminare ogni cosa e di ritenere solo ciò che buono. Avrò fatto bene, avrò fatto male, questo solo Dio lo potrà dire quando verrà il momento del suo Giudizio.
Nessuno ti biasima, ma non puoi partire che il tuo "punto di vista" non sia a sua volta influenzato dal tuo sistema culturale qui ed ora, che potrebbe cambiare domani.
Per questo che noi ritieniamo di dover aderire strettamente al punto di vista scritturale, rivelato, seppure si scontra con quello umano più diffuso.
Dici che "la vita terrena non è in cima alle priorità insegnate da Cristo". Ecco i "punti di vista", preconfezionati, talvolta: anche il mio, certo! non lo metto in dubbio.
Non è affatto "preconfezionato", perché dici questo? Anzi è una posizione che era "difficile" già al tempo di Gesù, ma che egli non si stancò mai di evidenziare. Non è questa la "vera vita" per il cristiano, se così fosse: "mangiamo e beviamo poiché domani morremo".
Ma io, non avendo la vostra scienza, mi limito a leggere la Bibbia e in particolare il Vangelo di Cristo in maniera estremamente semplice
Mi pare che anche da una lettura semplice della Bibbia sia evidente la tensione escatologica dell'opera di Gesù. Gesù non era Buddha, non ha proclamato solo una filosofia di vita felice, ma al contario ha proclamato una nuova era (un nuovo eone) che deve prendere il posto di quello vecchio e questa è quello che proclamavano i suoi discepoli, incuranti se questo significava essere perseguitati e messi a morte.
"Il Regno di Dio è in mezzo a voi" disse
Si, lo disse ai farisei e comunque non mi pare che dicesse che il Regno di Dio è una condizione del loro cuore, o è nel loro cuore. Stava anzi dicendo il contrario, cioè che il Re di quel regno era già in mezzo a loro e non lo riconoscevano.
oppure di amare il nostro prossimo come noi stessi, il che, tra l'altro, mi fa capire che è questa vita che deve essere vissuta tutta e completamente in chiave cristiana, ADESSO
Nessuno lo mette in dubbio, ma se il tuo occhi ti fa inciampare, disse Gesù, cavalo, se la tua mano ti fa inciampare, tagliala. Nel senso che la vita che vogliamo vivere
COMPLETAMENTE e quella della
devozione cristiana e non la vita in genere.
Non facciamo parte di questo mondo, che come i suoi desideri passa, ma del mondo futuro in cui in un certo senso già viviamo: "poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti".
Il cristiano vive la sua vita pienamente, ma è proiettato in quella futura. Non ritiene una perdita la propria vita se è per amore di Dio, guarda, Paolo su questa cosa ha scritto cose meravigliose:
"
Ma tutte le cose che per me erano guadagni, le ho considerate una perdita a motivo del Cristo. Anzi, se è per questo, in realtà considero pure tutte le cose una perdita a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A motivo di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero come tanti rifiuti, affinché io guadagni Cristo e sia trovato unito a lui, avendo non la mia propria giustizia, che risulta dalla legge, ma quella che è per mezzo della fede in Cristo, la giustizia che emana da Dio in base alla fede, per conoscere lui e la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze, sottomettendomi a una morte simile alla sua, per vedere se in qualche modo io possa conseguire la risurrezione dai morti che ha luogo più presto" - Fil. 3: 7-11
quando le mie azioni privilegiano l'amore per il prossimo a discapito della mia stessa vita, con il coraggio di rischiare per me anche la vita eterna che verrà.
Il problema è se davvero è "amore" per Dio e il prossimo
venire meno ad un comando divino per
allungare di qualche anno la vita nostra o di qualcun altro, laddove Dio di promette la risurrezione e la vita eterna... può l'amore per la vita terrena superare l'Amore per Dio ed i suoi comandamenti? La risposta (estrema) non ci viene da Abraamo?
ma era solo un termine qualsiasi del dizionario che voleva corrispondere al suddetto "punto di vista".
Possiamo discutere come applicarlo, ma francamente il comendo non lascia addito a molti punto di vista nella sua interpretazione. Anzi, se non fosse per la questione moderna delle "trasfusioni" nessuno avrebbe trovato da ridire sulla sua stretta osservanza da parte dei testimoni di Geova.
Quello che "scandalizza" (e noi ne siamo forse fieri) è proprio questo: che in una società secolarizzata, in cui la vita "qui ed ora, edonistica, ha il primo posto, ebbene,
ci sia chi la metta completamente nelle mani di Dio, che ci può tranquillamente risorgere. Questa fede, un tempo normale, oggi è scambiata scambiata per fanatismo, come se fosse ormai impossibile concepire un amore per la legge divina che va olte quello per la vita terrena.
Ma anche nel rispetto del primo, perché come Gesù stesso disse: "In verità, vi dico che tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli , lo avete fatto a me", volendo quindi far capire che non si può essere i “benedetti dal Padre” se non si abbia anche amato il prossimo, soccorrendolo nel momento del bisogno.
Hai ragione, ma quando mai Gesù disse che per soccorrere il prossimo
si possa trasgredire alla Legge? Se Dio ci può risorgere, dopo aver fatto tutto il possibile per salvare una vita terrena, non dobbiamo aver fede che Dio si occuperò della vita di quella persona meglio di noi? Può un Dio fedele e amorevole abbandonare una persona se ubbidisce alla sua Legge?
Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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