Perché non usare PERSPICACIA?
Gli ANZIANI sono "DONI DEGLI UOMINI" perché hanno ricevuto incarichi di servizio e la responsabilità, quali "pastori" di curare i bisogni spirituali della congregazione.
Non hanno ricevuto il "dono dell'anziano" , non esiste questo tipo di dono!
hanno ricevuto l'INCARICO di anziano.
Per ricevere questo incarico occorre avere i requisiti già menzionati
Per svolgere correttamente l'incarico di "Anziano" è indispensabile ricevere la forza attiva di YHWH, essere sostenuti dal suo spirito santo che concede nella giusta misura per compiere con successo i compiti di un Anziano. Lo spirito santo è la forza attiva di GEOVA con la quale tutto l'universo è retto e con la quale opera anche Gesù. Lo spirito santo quindi non cessa mai, e mai cesserà di operare nei servitori di GEOVA, è uno dei doni di GEOVA grazie al quale gli Anziani sono nominati e riescono a svolgere le loro mansioni di responsabilità verso la congregazione: perciò gli Anziani sono un dono di Dio, un dono degli uomini che opera attraverso il dono dello spirito santo che non cessa mai di operare.
Ma allora quale parte dei doni di Dio sono cessati?
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B]Sono cessati i "doni dello spirito"
Da NON CONFONDERE NÉ CON IL DONO DELLO SPIRITO SANTO, NE CON I DONI DEGLI UOMINI.
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B]Anziani nella congregazione cristiana. Visti in questo contesto, non è difficile capire i riferimenti agli “anziani” (presbỳteroi) della congregazione cristiana. Come nell’Israele carnale, così nell’Israele spirituale gli “anziani” avevano la responsabilità di dirigere la congregazione.
Il giorno di Pentecoste gli apostoli agirono come corpo, con Pietro in qualità di portavoce per opera dello spirito versato da Dio. (At 2:14, 37-42) Erano chiaramente “anziani” in senso spirituale per essere stati in intima compagnia di Gesù sin dall’inizio e grazie all’incarico di insegnare ricevuto personalmente da lui. (Mt 28:18-20; Ef 4:11, 12; cfr. At 2:42). L’atteggiamento di quelli che diventavano credenti indica che riconoscevano agli apostoli l’autorità direttiva della nuova nazione sotto Cristo (At 2:42; 4:32-37; 5:1-11) e l’autorità di fare nomine di servizio, sia direttamente come corpo che per mezzo di rappresentanti, come dimostra chiaramente l’esempio dell’apostolo Paolo. (At 6:1-6; 14:19-23) Quando sorse il problema della circoncisione, “anziani” si riunirono in assemblea insieme agli apostoli per considerare la cosa. La loro decisione fu resa nota alle congregazioni in ogni luogo e riconosciuta autorevole. (At 15:1-31; 16:1-5) Quindi, come alcuni “anziani” avevano prestato servizio in Israele su base nazionale, così è evidente che questi “anziani” formavano con gli apostoli un corpo direttivo per l’intera congregazione cristiana in tutti i paesi. In seguito Paolo andò a Gerusalemme e s’incontrò con Giacomo e con “tutti gli anziani”, e riferì loro il risultato della sua opera ricevendo consigli su certi argomenti. — At 21:15-26.
. Spirito santo. Dio impartisce il suo spirito ai suoi servitori come un dono, che permette loro di evitare le degradanti opere della carne e di coltivare invece i frutti dello spirito, cioè amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza e padronanza di sé. (At 2:38; Ro 8:2-10; Gal 5:16-25) Lo spirito di Geova è una guida sicura e infonde potenza oltre ciò che è normale, aiutando il cristiano ad assolvere gli incarichi ricevuti da Dio nonostante le pressioni a cui è sottoposto. (Gv 16:13; 2Co 4:7-10) Gesù assicurò ai suoi discepoli che lo spirito di Dio avrebbe insegnato loro ogni cosa, avrebbe richiamato alla loro mente le cose che egli aveva insegnato loro, e li avrebbe aiutati a parlare in propria difesa anche davanti ai governanti. — Gv 14:26; Mr 13:9-11.
Doni di servizio e “doni negli uomini”. Gli incarichi di servizio nell’organizzazione terrena di Dio sono in realtà doni di Geova. (Nu 18:7; Ro 12:6-8; Ef 3:2, 7) Coloro che per immeritata benignità di Dio ricevono incarichi di servizio sono pure chiamati “doni negli uomini”, e Gesù Cristo, quale rappresentante di Dio e capo della congregazione, li ha dati alla congregazione affinché i suoi componenti potessero singolarmente essere edificati e raggiungere la maturità. (Ef 4:8, 11, 12) Onde assolvere fedelmente le proprie responsabilità per la benedizione di altri, chi ha un dono deve continuare a coltivarlo, senza trascurarlo mai. (1Tm 4:14; 2Tm 1:6) Con l’aiuto di Geova, chiunque, impegnandosi a fondo per sfruttare appieno le proprie doti e sormontare gli ostacoli che possono presentarsi, può coltivare la capacità di svolgere qualsiasi incarico assegnatogli da Dio. — Flp 4:13.
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B]Doni dello spirito. Nel I secolo E.V. il battesimo con lo spirito santo era accompagnato da doni miracolosi. Questi servivano come segni indicanti che Dio non usava più nel suo servizio la congregazione ebraica, ma che aveva dato la sua approvazione alla congregazione cristiana stabilita da suo Figlio. (Eb 2:2-4) Il giorno di Pentecoste il versamento dello spirito santo fu accompagnato da doni miracolosi, e in ciascun caso menzionato in seguito nelle Scritture in cui vennero trasmessi i doni miracolosi dello spirito, era presente almeno uno dei dodici apostoli o Paolo, che era stato scelto direttamente da Gesù. (At 2:1, 4, 14; 8:9-20; 10:44-46; 19:6) Evidentemente con la morte degli apostoli non si trasmisero più i doni dello spirito, e tali doni miracolosi cessarono completamente quando coloro che li avevano ricevuti scomparvero dalla scena terrestre.
Compiere opere apparentemente miracolose non sarebbe stata di per sé una prova di autorizzazione divina, né l’incapacità di alcuni servitori di Dio di compiere miracoli con l’aiuto dello spirito di Dio avrebbe messo in dubbio il fatto che venivano impiegati da lui. (Mt 7:21-23) Non tutti i cristiani del I secolo potevano compiere opere potenti, sanare infermi, parlare in lingue e tradurre. Paolo, e senza dubbio altri, ebbero per immeritata benignità di Dio alcuni di questi doni dello spirito. Comunque questi doni miracolosi contrassegnarono l’infanzia della congregazione cristiana e fu predetto che sarebbero cessati. Infatti anche Gesù spiegò che i suoi seguaci non sarebbero stati identificati dalle loro opere potenti, ma dall’amore reciproco. — 1Co 12:29, 30; 13:2, 8-13; Gv 13:35.
Paolo enumera nove diverse manifestazioni o operazioni dello spirito: (1) parola di sapienza, (2) parola di conoscenza, (3) fede, (4) doni di guarigione, (5) opere potenti, (6) profezia, (7) discernimento di espressioni ispirate, (8) lingue e (9) interpretazione di lingue. Tutti questi doni dello spirito servivano a uno scopo utile, contribuendo non solo alla crescita numerica della congregazione, ma anche alla sua edificazione spirituale. — 1Co 12:7-11; 14:24-26.