Interpretare questo versetto nel senso dell'immortalità dell'anima è un classico esempio di come si può errare se non si conosce il pensiero e la cultura dell'epoca e si adattono figure semantiche postume a modi di dire e vedere le cose antecedenti. Così succede con la parola "anima", così succede con "stauros"...e così via....
Giobbe poteva benissimamente dire "Senza la mia carne vedrò Dio" e intendere tutt'altro rispetto a quanto possiamo richiamare alla mente noi oggi. Giobbe si aspettava che nel deperimento fisico che porta alla morte, al punto di essere una larva umana, senza carne, con la pelle attaccata alle ossa, Dio sarebbe intervenuto a salvarlo, e così fu.