|
Colwell noto studioso di greco koinè scrisse un articolo su una rivista scentifica. Egli affermava che quando il complemento predicativo precede il verbo esso tende a perdere l'articolo nella quasi totalità dei casi, mentre prende l'articolo quando il complemento segue il verbo.
Porto dei casi:
-> GIOVANNI 1,49: ἀπεκρίθη αὐτῷ Ναθαναήλ· Ῥαββί, σὺ εἶ ὁ υἱὸς τοῦ θεοῦ, σὺ βασιλεὺς εἶ τοῦ Ἰσραήλ.
Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei IL re d'Israele».
Notiamo qui che il testo greco ha l'articolo dove il complemento segue il verbo, mentre non ha l'articolo dove il complemento precede il verbo.
-> MATTEO 27,42: ἄλλους ἔσωσεν, ἑαυτὸν οὐ δύναται σῶσαι• βασιλεὺς Ἰσραήλ ἐστιν, καταβάτω νῦν ἀπὸ τοῦ σταυροῦ
Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Se lui è IL RE d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui.
-> 1 CORINZI 1,18: ὁ λόγος τοῦ σταυροῦ τοῖς δὲ σῳζομένοις ἡμῖν δύναμις θεοῦ ἐστιν
ma la predicazione della croce per noi, che veniamo salvati, è LA potenza di Dio;
Ora mettiamo a confronto due versetti che esprimono la stessa cosa:
-> GIOVANNI 8,12: Πάλιν οὖν αὐτοῖς ἐλάλησεν [ὁ] Ἰησοῦς λέγων Ἐγώ εἰμι τὸ φῶς τοῦ κόσμου· ὁ ἀκολουθῶν μοι οὐ μὴ περιπατήσῃ ἐν τῇ σκοτίᾳ, ἀλλ' ἕξει τὸ φῶς τῆς ζωῆς.
Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: «Io sono LA luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Qui il testo greco ha l'articolo e il complemento viene dopo il verbo. Confrontaimolo ora con GIOVANNI 9,5
-> GIOVANNI 9,5: ὅταν ἐν τῷ κόσμῳ ὦ, φῶς εἰμὶ τοῦ κόσμου.
Mentre sono nel mondo, io sono LA luce del mondo».
La conclusione è che, NELLA QUASI TOTALITA' DEI CASI, QUANDO IL COMPLEMENTO PRECEDE IL VERBO ESSO TENDE A PERDERE L'ARTICOLO. La validità della regola di Colwell si evince dal fatto che in certi manoscritti, Matteo 23:10; Giovanni 1:49; e Giacomo 2:19 vengono riportati in ordine grammaticale differentemente pur consignificato uguale: Infatti, nel Codice Sinaitico il predicato è dopo il verbo e porta l'articolo, mentre nel Codice Vaticano, lo stesso predicato nominale è senza articolo ed è prima del verbo.
Alla luce di ciò non è affatto sbagliata la traduzione di GIOVANNI 1,1: in principio era il logos e il logos era con il Dio e il Dio era il logos.
Questa è una traduzione più che possibile del passo giovanneo.
Saluti
|
|
La regola di Colwell
Nel 1933, E. C. Colwell pubblicò l'articolo "A Definite Rule for the Use of the Article in the Greek New Testament". Egli scrive: "Un predicato nominale definito ha l'articolo quando segue il verbo; non ha l'articolo quando precede il verbo…Un predicato nominale che precede il verbo non può essere tradotto con un nome indefinito o 'qualitativo' solo perché manca l'articolo; se il contesto fa pensare che il predicato è definito, dovrebbe essere tradotto con un nome definito nonostante l'assenza dell'articolo."
La regola di Colwell è stata seriamente messa in discussione in tempi recenti da diversi rispettabili eruditi. In "A Grammar of New Testament Greek, Vol. III pag. 184 di Moulton" leggiamo: "…per quanto il canone (Colwell) possa riflettere una tendenza generale, non è affatto assoluto; dopo tutto, non tiene conto delle proposizioni relative o dei nomi propri, ed ha anche omesso una considerevole serie di sostantivi 'qualitativi' come in . Inoltre, egli è il primo ad ammettere la mancanza di oggettività nel suo sistema di calcolo…", infatti, egli scrive: "Le seguenti regole possono essere formulate come intenzioni…Nomi predicativi definiti che precedono il verbo di solito mancano di articolo." (A Definite Rule for the Use of the Article in the Greek New Testament, Journal of Biblical Literature, Vol. 52, 1933, pag. 20) Questa regola venne rappresentata come "intenzionale", inoltre egli stesso trovò 15 eccezioni alla sua regola.
Daniel B. Wallace dichiara: "Pochi filologi o esegeti capiscono chiaramente la regola di Colwell. La maggior parte cita Colwell senza molta interazione o legge nella regola ciò che non c'è." E ancora: "Senza fare nomi, basti dire che quasi tutti i seminari o collegi evangelici, i più, se non tutti, gli insegnanti biblici (teologia e N[uovo] T[estamento] inclusi hanno (e probabilmente fanno ancora) capito male la regola. Persino Walter Martin, nel suo libro The Kingdom of the Cults, fraintende la regola di Colwell, mentre discute la Deità di Gesù Cristo in riferimento ai Testimoni di Geova". – Selected Notes on the Syntax of New Testament Greek, Wallace, Daniel B. Dallas Theological Seminary. 3rd edition (1980)
Paul S. Dixon scrive: "La regola di Colwell non può essere applicata a [Giovanni 1:1] come un argomento certo. La regola di Colwell dice che i predicati nominali definiti che precedono il verbo di solito sono privi di articolo. La regola non afferma niente di certo. Non dice che i predicati nominali privi di articolo che precedono il verbo sono di solito definiti. Questo è il contrario della regola, e come tale non è necessariamente valida". (Paul Stephen Dixon, "The Significance of the Anarthrous Predicate Nominative in John" (Th. M. thesis, Dallas Theological Seminary, 1975) pag. 55)
Le Scritture Greche Cristiane hanno molti esempi di predicati nominali nei quali altri traduttori hanno aggiunto l'articolo indeterminativo "un". Il Vangelo di Giovanni ha 50 esempi di predicati nominali privi di articolo che ricorrono prima del verbo. (1:1, 12, 14, 49; 2:9; 3:4, 6, 29; 4:9, 19; 5:27; 6:63, 70; 7:12; 8:31, 33, 34, 37, 39, 42, 44, 48, 54; 9:5, 8, 17, 24, 25, 27, 28, 31; 10:1, 2, 8, 13, 33, 34, 36; 11:49, 51; 12:6, 36, 50; 13:35; 15:14; 17:17; 18:26, 35, 37; 19:21)
Interessante è ciò che dice Jason BeDuhn. Egli afferma che "la "Regola di Colwell" non è una regola valida nella grammatica greca. Non si deve guardare molto lontano per trovare esempi di sostantivi predicati definiti che non perdono il loro articolo quando sono messi davanti al verbo, cioè, esempi che non obbediscono alla "Regola di Colwell". In Giovanni 6:51, Gesù dice: ho artos de hon egō dōsō hē sarx mou estin, "Il pane che io darò è la mia carne" (parola-per-parola: "il pane ora che io darò la carne di me è"). Il predicato nominale "carne" (sarx) è scritto con l'articolo determinativo "la" (hē) davanti al verbo "è" (estin). In Giovanni 15:1, Gesù dice ho patēr mou ho geōrgos estin, "Mio Padre è il contadino" (parola-per-parola: "il padre di me il contadino è"). Il predicato nominale "contadino" (geōrgos) è scritto con l'articolo determinativo "il" (ho) davanti al verbo "è" (estin). In Giovanni 20:15, quando Maria incontra Gesù resuscitato, ella pensa che ho kēpouros estin, "egli è il giardiniere". Di nuovo, il predicato nominale è scritto con l'articolo determinativo davanti al verbo. E in Giovanni 21:7 e 21:12, ritroviamo l'espressione ripetuta ho kurios estin, "È il Signore" dove nuovamente il predicato nominale è scritto con l'articolo determinativo davanti al verbo. È dunque ovvio, solo sulle basi dell'evidenza del Vangelo secondo Giovanni, che quando Colwell afferma che: "Un predicato nominale determinativo […] non ha l'articolo quando precede il verbo" è in errore". (Truth in Translation: accuracy and bias in English translations of the New Testament (2003) Jason David BeDuhn; pag. 118)
Consideriamo, per esempio, l'Interlineare ED nei seguenti versetti: Giovanni 4:19: "The WOMAN says to him, "Sir, I see That thou [soggetto] art [verbo] a Prophet [predicato] [•]". Giovanni 18:37: "PILATE, therefore, said to him, "Art [verbo] thou [soggetto] not a King [predicato] [•] then?" JESUS answered, "Thou sayest; *I am [verbo, con soggetto incluso] a King [predicato] [•]".
Avete notato l'espressione "a prophet" e "a king"? Questi sono predicati nominali privi di articolo che precedono il verbo. Ma il traduttore li rende con l'articolo indeterminativo inglese "a".
Oltre a ciò, sarebbe interessante sapere come tradurrebbe dalla LXX () 1 Re 18:27 (Regnorum III; LXX) chi segue la regola di Colwell. La seguirebbero oppure no? Uno sguardo a varie versioni della Bibbia ci farebbero propondere per il no. Infatti, la traduzione inglese della LXX a cura di C. L. Brenton rende "a god", così come C. Thomson. È interessante notare che la CEI ha "un dio", mentre la NR "dio". Evidentemente, questi traduttori sapevano che la grammatica e il contesto lo permettono.
Comunque, Colwell stesso ammise che ci sono delle eccezioni alla sua regola e che essa non è assoluta. Infatti, egli scrisse che "il predicato ["DIO"]…è indeterminato in questa posizione solo quando lo richiede il contesto". Anch'egli sapeva che, a secondo del contesto, i traduttori possono inserire l'articolo indeterminativo davanti al nome.
|