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Nintendo Labo

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2018 16:51
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27/01/2018 14:57
 
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"L'uomo è completamente uomo solo quando gioca"
- Friedrich Schiller


L'attività ludica è un'attività pura, non è inficiata da nessun'altro scopo razionale e la ragione non è sacrificata a nessun'altro scopo emotivo: sensibilità, astrazione, sostanza, introspezione, estrinsecazione, incontrano la sublimazione in un'espressione di eterna bellezza. Nel gioco risuonano armonicamente le componenti fondamentali dell'uomo per cui 'l'uomo è completamente tale solo quando gioca'.

Secondo Huizinga il gioco è il propulsore per ogni attività umana, un interlocutore culturale, un mediatore spirituale, che parla all'anima di ogni uomo poiché al di là di una mera funzione biologica. L'uomo quando gioca si abbandona in una dimensione di mezzo dove il sussistenziale, l'economico, l'utilitarismo non esistono e lasciano l'anima libera di calcare i promontori dello spirito, auscultandone i suoni, respirandone gli effluvi, percependone l'essenza.

Nintendo Labo nasce con questa filosofia. Nelle retropieghe di un 'cartone pressofuso', distilla oculatamente la fibra dell'essere umano, intona quella sinfonia ipnotica a cui nessuno può sottrarsi perché risuona armonicamente con l'anima dell'uomo e del bambino che si è stati. E' una poesia che tutti riconosciamo e alla quale troppo spesso giriamo le spalle perché indottrinati dal 'a che cosa mi serve'. 'Crescendo' siamo stati persuasi a credere che il gioco non ci interessi più, che è cosa da bambini non da uomini, che 'non è di nessuna utilità', mentre è vero l'esatto contrario: siamo noi stessi solo quando giochiamo. Pensiamo di non giocare perché siamo invecchiati senza realizzare che invecchiamo proprio perché abbiamo smesso di giocare. Prigionieri di un sistema consacrato al funzionalismo siamo stati derubati di ciò che ci rende davvero uomini: la gratuità, l'esperienza svincolata ed emancipata, condivisa, del momento ludico: libero da qualsiasi vincolo che non sia se stesso.

Nell'era del presente, come unico fondamento dell'importante, rischiamo di guardare al passato in modo meccanico e disimpregnato, asettico, come quando un archeologo contempla un manufatto ancestrale, lontano dalla sua anima. Ma noi siamo solo in virtù di ciò che siamo stati. Il nostro sguardo dovrebbe immergersi verso i tempi che furono per comprenderne le meccaniche, per conoscerci meglio e proiettarci in una destinazione futura che passa inevitabilmente attraverso questi due punti della nostra esistenza, tracciando una retta, o una circonferenza, entrambe vettori nelle traiettorie geodetiche, e a volte ricorsive, della nostra vita.

Nel modo in cui Nintendo Labo guarda e reinterpreta il gioco passato percepisco un anelito all'innocenza che fu, a ciò che realmente il gioco significa, e lo vedo tracciare una linea marcata dalla consapevolezza di un passato non sterile e superato, ma edificante il presente e traiettoria del futuro. Non è alienazione, non è categorizzazione, non è standardizzazione: è fusione, è sincretismo ludico, è proiezione, è visione. Nintendo costruisce sapientemente un ponte tra ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che saremo: come giocatori e quindi come uomini.

Se avete provato un singulto nell'anima, se siete stati affascinati, se avete provato ammirazione, se qualcosa di impalpabile e difficilmente descrivibile vi si è mosso dentro quando avete visto per la prima volta il filmato di Nintendo Labo, sappiate che la ragione, come spesso accade, è molto meno banale di ciò che potevate pensare.

[Modificato da Dante.V 27/01/2018 14:57]
27/01/2018 15:55
 
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Re:
Dante.V, 1/27/2018 2:57 PM:

"L'uomo è completamente uomo solo quando gioca"
- Friedrich Schiller


L'attività ludica è un'attività pura, non è inficiata da nessun'altro scopo razionale e la ragione non è sacrificata a nessun'altro scopo emotivo: sensibilità, astrazione, sostanza, introspezione, estrinsecazione, incontrano la sublimazione in un'espressione di eterna bellezza. Nel gioco risuonano armonicamente le componenti fondamentali dell'uomo per cui 'l'uomo è completamente tale solo quando gioca'.

Secondo Huizinga il gioco è il propulsore per ogni attività umana, un interlocutore culturale, un mediatore spirituale, che parla all'anima di ogni uomo poiché al di là di una mera funzione biologica. L'uomo quando gioca si abbandona in una dimensione di mezzo dove il sussistenziale, l'economico, l'utilitarismo non esistono e lasciano l'anima libera di calcare i promontori dello spirito, auscultandone i suoni, respirandone gli effluvi, percependone l'essenza.

Nintendo Labo nasce con questa filosofia. Nelle retropieghe di un 'cartone pressofuso', distilla oculatamente la fibra dell'essere umano, intona quella sinfonia ipnotica a cui nessuno può sottrarsi perché risuona armonicamente con l'anima dell'uomo e del bambino che si è stati. E' una poesia che tutti riconosciamo e alla quale troppo spesso giriamo le spalle perché indottrinati dal 'a che cosa mi serve'. 'Crescendo' siamo stati persuasi a credere che il gioco non ci interessi più, che è cosa da bambini non da uomini, che 'non è di nessuna utilità', mentre è vero l'esatto contrario: siamo noi stessi solo quando giochiamo. Pensiamo di non giocare perché siamo invecchiati senza realizzare che invecchiamo proprio perché abbiamo smesso di giocare. Prigionieri di un sistema consacrato al funzionalismo siamo stati derubati di ciò che ci rende davvero uomini: la gratuità, l'esperienza svincolata ed emancipata, condivisa, del momento ludico: libero da qualsiasi vincolo che non sia se stesso.

Nell'era del presente, come unico fondamento dell'importante, rischiamo di guardare al passato in modo meccanico e disimpregnato, asettico, come quando un archeologo contempla un manufatto ancestrale, lontano dalla sua anima. Ma noi siamo solo in virtù di ciò che siamo stati. Il nostro sguardo dovrebbe immergersi verso i tempi che furono per comprenderne le meccaniche, per conoscerci meglio e proiettarci in una destinazione futura che passa inevitabilmente attraverso questi due punti della nostra esistenza, tracciando una retta, o una circonferenza, entrambe vettori nelle traiettorie geodetiche, e a volte ricorsive, della nostra vita.

Nel modo in cui Nintendo Labo guarda e reinterpreta il gioco passato percepisco un anelito all'innocenza che fu, a ciò che realmente il gioco significa, e lo vedo tracciare una linea marcata dalla consapevolezza di un passato non sterile e superato, ma edificante il presente e traiettoria del futuro. Non è alienazione, non è categorizzazione, non è standardizzazione: è fusione, è sincretismo ludico, è proiezione, è visione. Nintendo costruisce sapientemente un ponte tra ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che saremo: come giocatori e quindi come uomini.

Se avete provato un singulto nell'anima, se siete stati affascinati, se avete provato ammirazione, se qualcosa di impalpabile e difficilmente descrivibile vi si è mosso dentro quando avete visto per la prima volta il filmato di Nintendo Labo, sappiate che la ragione, come spesso accade, è molto meno banale di ciò che potevate pensare.





Infatti gli esperti la chiamano ludopatia (per alcuni) ma (per altri) forse è semplicemente il risultato di un ottimo marketing.
Ottimo articolo. Ci vuole bravura per rendere interessante tal soggetto.
27/01/2018 16:27
 
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Re: Re:
Karmantica, 27/01/2018 15.55:




Infatti gli esperti la chiamano ludopatia (per alcuni) ma (per altri) forse è semplicemente il risultato di un ottimo marketing.
Ottimo articolo. Ci vuole bravura per rendere interessante tal soggetto.



La ludopatia è la dipendenza dal gioco d'azzardo. Non c'entra nulla con ciò che scrivo. Schiller era un filosofo e Huizinga uno storico autore de Homo Ludens. Che si trovi interessante o meno il gioco è parte integrante dell'essere umano, per alcuni la vera e propria culla della cultura in quanto tale.

A volte per vedere la bellezza in ciò che non ci dice nulla non serve cambiare soggetto, ma guardarlo con occhi nuovi.
27/01/2018 16:51
 
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In effetti hai ragione,ma per me la ludopatia è un disturbo ossessivo del gioco in generale no solo di quello d'azzardo. Per questo l'ho citato. Però hai ragione perché attraverso il gioco i bimbi imparano, gli amici rafforzano l'amicizia ect ect.
Il video della Nintendo è molto bello nel suo genere e anche il tuo articolo.
Quando stavo male dentro giocavo come un automa con tablet. Anche quando vedo il TG gioco con il tablet ai miei giochini per prendere le distanze da ciò che viene detto in TV.
Per circa 10+7anni ho odiato i video giochi ma forse forse mi hai fatto cambiare idea [SM=g27987] [SM=g27985]


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