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ULTIME NOTIZIE : Sangue e operazioni chirurgiche senza trasfusioni di sangue

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2022 00:30
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09/07/2022 20:13
 
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Angelo Serafino53, 7/7/2022 9:22 AM:


La storia della medicina senza sangue raccontata dal suo pioniere, il professor Alessio Pace



Negli anni Ottanta, il chirurgo raccolse la richiesta dei Testimoni di Geova di essere curati senza trasfusioni, effettuando nel corso della sua carriera oltre 40mila interventi, la maggior parte "senza sangue". Una pratica oggi suggerita anche dall'Oms

.....Siamo negli anni Ottanta e l’Aurelia Hospital a Roma, dove opera il professor Alessio Pace, diventa un centro di riferimento per la medicina senza sangue......



In Italia si eseguono ogni anno con successo tra i 15 e i 18mila interventi senza trasfusioni sui Testimoni di Geova, compresi i trapianti di organo. Sono 5mila i medici esperti nelle strategie e metodiche che non prevedono la trasfusione e 600 le strutture ospedaliere adeguate. Di quegli anni con il prof. Pace, D’Aguanno ricorda ogni dettaglio, quel coraggio nell’affrontare casi che nessuno voleva trattare in quel modo e infine la soddisfazione “quando anche persone che non erano Testimoni di Geova iniziarono a venire all’Aurelia Hospital. “Il consenso informato – conclude – si è sviluppato in quegli anni, grazie anche a questa nostra storia”.


www.dire.it/28-06-2022/754708-professor-alessio-pace-pioniere-medicina-senza-sangue...




Caro Serafino,
ma il 6% dei tdG operati ogni anno non è un po' troppo?


Simon
18/07/2022 22:36
 
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L’ematologo Mazza: “In un deserto senza donatori di sangue non curo un leucemico?

Modificare le linee guida”

Il dottore del Moscati/SS Annunziata di Taranto è stato un apripista sul trattamento dei tumori del sangue in pazienti non trasfusi: "Contano la tempestività ed essere strategici"

I CASI DI PAZIENTI LEUCEMICI

I TRAPIANTI SENZA SANGUE

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[Modificato da Angelo Serafino53 28/07/2022 13:14]
03/08/2022 01:52
 
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SALUTE 29 Luglio 2022 18:01
Medicina senza sangue: perché oggi molti la scelgono


Per alcuni sono motivazioni religiose, per altri personali, sta di fatto che sono molti i pazienti (circa 11mila l’anno) a scegliere la medicina senza sangue. È una pratica ancora poco conosciuta, eppure ha fatto letteratura, in particolare negli Stati Uniti dove ogni anno circa 75mila persone vengono operate con la tecnica che prende il nome di bloodless surgery.

Il pioniere Alessio Pace
Erano i primi anni ’80 quando diversi medici in Italia si trovarono a gestire le richieste dei testimoni di Geova, che per motivi religiosi volevano essere curati senza l’impiego di trasfusioni di sangue. Una scelta radicale al punto che costituirono pure degli organismi di mediazione e informazione chiamati Comitati di assistenza sanitaria e furono i precursori del consenso informato che oggi disciplina qualsiasi trattamento sanitario.

Il primo a credere nella possibilità di praticare la medicina senza sangue fu Alessio Pace che oggi, a 83 anni, ripercorre attraverso l’agenzia Dire il suo vissuto fatto di ricordi, ma anche di paura, di emergenza da gestire e di tanti volti impressi nella memoria. «Come dimenticare il volto di Moira, una bambina di Malta di cinque anni affetta da talassemia, che arrivò in sala operatoria con 4,9 di emoglobina, o ancora una giovane, vittima di un incidente stradale che venne trasportata in ambulanza all’Aurelia Hospital di Roma con la milza distrutta e 3,2 di emoglobina? – riavvolge il nastro dei ricordi il dottor Pace mentre l’emozione prende il sopravvento -. Erano testimoni di Geova e chiedevano di essere curati senza trasfusioni. Erano circa 50 la settimana e ogni volta che entravo in sala operatoria ricordo le goccioline di sudore freddo che scivolavano giù lungo la colonna vertebrale. Allora nessuno operava sotto il valore di 7 di emoglobina, era impossibile operare senza trasfondere i pazienti in quelle condizioni», ma Pace aveva coraggio e ancora non sapeva che avrebbe scritto una pagina di storia della medicina italiana.

40mila interventi senza trasfusioni
Pace, che nella sua carriera ha effettuato almeno 40mila interventi, la maggior parte senza l’impiego di trasfusioni, ha di fatto sdoganato una tecnologia che oggi ha una validità scientifica, tanto che l’OMS ha promosso il Patient Blood Management come approccio volto a preservare i livelli di emoglobina, favorire l’emostasi e ridurre al minimo le perdite di sangue. «Per poter operare senza sangue è importante che il chirurgo abbia una grande prontezza nell’andare a chiudere il “rubinetto” – aggiunge il chirurgo -. La diagnosi deve essere tempestiva, vedere qual è il vaso che porta sangue nella zona, studiare l’organo e chiudere quel vaso». Alessio Pace dopo una vita in prima linea, oggi a 83 anni legge, si documenta e fa un pronostico: «In futuro credo si userà il sangue al massimo nel 7-8% dei casi. Oggi ci sono farmaci come la eritropoietina che permettono di evitare le trasfusioni, ma il ruolo del medico è ancora centrale e per cambiare passo serve determinazione nel rispettare l’altrui coscienza e tanto studio».

Il testimone col tempo è passato ad altri medici illuminati come Giuseppe Vaccari, cardiochirurgo di Torino che negli anni ’90 dopo essersi specializzato nella bloodless surgery, ha aperto due ambulatori per preparare i pazienti alla medicina senza sangue, il primo a Torino e un secondo a Sesto San Giovanni, introducendo l’uso di nuove tecniche.

I vantaggi
Oggi in Italia vengono effettuati oltre undicimila interventi senza trasfusioni all’anno, non solo a Sesto San Giovanni, ma anche presso il reparto di cardiochirurgia di Padova, presso l’unità di Urologia dell’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo in provincia di Milano e presso il reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale Careggi di Firenze. E anche nel mondo è una pratica in espansione a Zurigo, Londra, in Canada e negli Stati Uniti dove le ragioni di un trend in crescita sono principalmente di natura economica perché il costo complessivo delle trasfusioni si aggira intorno ai due miliardi di dollari l’anno.

In Italia una sacca di sangue costa tra i 150 e i 200 euro. Esiste però anche un vantaggio sanitario che riguarda i rischi di trasmissione di infezioni per via ematica e post-operatorie da non sottovalutare.

Le tecniche
Per evitare il sanguinamento durante un intervento si utilizzano oggi diverse tecniche, tra le più note: i clips bipolari al titanio che permettono di chiudere i vasi sanguigni una volta recisi e i gel a base di trombina e collagene che favoriscono la coagulazione. Non solo, in fase preoperatoria ci sono prodotti farmaceutici che stimolano la produzione di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi; mentre colle e sigillanti possono bloccare perdite di sangue.




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03/08/2022 08:30
 
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Certo ne è stata fatta di strada!
Ancora una volta trovo validissima l'osservazione del Creatore riguardo all'intelligenza degli uomini:

Genesi 11:6

"E Geova disse: ".......ora qualunque progetto possano avere, niente sarà impossibile per loro da realizzare."
20/09/2022 00:30
 
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La storia del piccolo Andrea, Testimone di Geova operato a cuore aperto senza sangue


ROMA - Operare senza l'uso del sangue è possibile? Nel dibattito sul tema, molto caro ai Testimoni di Geova e ai fedeli delle altre confessioni religiose che non vogliono sottoporsi a trasfusioni di sangue, si può ricordare quello che successe esattamente 24 anni fa, il 19 settembre del 1998, ad un bimbo di appena un anno di vita. Quel giorno Andrea, nome di fantasia, venne operato a cuore aperto per curare una malformazione cardiaca e l'intervento venne eseguito senza l'utilizzo del sangue: l'operazione chirurgica, unica nel suo genere, si svolse all'ospedale di San Donato Milanese.L'INTERVENTO A CUORE APERTOIl piccolo Andrea ha bisogno di essere operato a cuore aperto per risolvere una malformazione cardiaca da cui è affetto dalla nascita. Un intervento tutto sommato di routine per l'equipe di cardiochirurgia pediatrica del nosocomio, diretta dal dottor Alessandro Frigiola, se non fosse che i genitori del bimbo sono Testimoni di Geova e chiedono che l'intervento venga svolto senza ricorrere a trasfusioni di
.........

Dal 1993 è inoltre presidente dell'Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo. "In questi 29 anni di attività dell'Associazione- tiene a informare- abbiamo realizzato circa 450 missioni operatorie in 27 Paesi di tutto il mondo, operando più di 3.500 pazienti, oltre alla costruzione di ospedali e alla formazione di medici e operatori locali. Ho creato questa Associazione proprio per aiutare i bambini con cardiopatia congenita e per garantire cure mediche cardiochirurgiche di qualità ai piccoli malati di cuore, ovunque essi vivano".I TESTIMONI DI GEOVA E LO STIMOLO ALLA SCIENZA A TROVARE ALTERNATIVE ALLE TRASFUSIONIIl

dottor Alesandro Frigiola sottolinea, inoltre, la difficoltà di trovare sangue nei paesi del Terzo mondo. "Se non ci fossero state strategie alternative alle emotrasfusioni, migliaia di bambini non avrebbero potuto essere operati e probabilmente sarebbero morti. Sicuramente lo stimolo a cercare soluzioni al di fuori della trasfusione è venuto proprio dal fatto di lavorare con i Testimoni di Geova"."I Testimoni di Geova- conclude- hanno avuto e hanno tuttora un ruolo nello stimolare la scienza e la ricerca a trovare tecniche alternative che riducano i rischi della trasfusione. Senza uno stimolo continuo in questo senso, probabilmente avremmo ridotto il progresso e saremmo ancora un po' indietro".


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