Per Barnabino
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“non ti sei premurato di controllare ne di contestualizzare, dando per scontato i tuoi pregiudizi.”
Avevo già controllato la rivista anni fa, come dice la citazione dal forum di Achille. Avevo cioè letto il pezzo del 1982, e capito che dava un’idea errata di Giustino. L’errore di citazione s’è verificato semplicemente quando nel 2010 ho dovuto recuperare le coordinate della citazione di Giustino ed ho inserito nel motore di ricerca del cd-rom “Giustino” ed “anima”. Ma avevo già appurato precedentemente che la citazione del Dialogo con Trifone, perché di quella trattavo, nel contesto della rivista era ingannevole.
“La citazione è decurtata dal lettore che ha posto la domanda al giornale, e quel trafiletto della Torre di Giardia (ripeto, trafiletto e non articolo!) si limitava a riportare domanda e risposta di un teologo anglicano. “
Mi sembra utile che la gente sappia quello di cui si sta parlando. Il trafiletto in cui compare la citazione "depistante" è il seguente:
“Siamo tutti eretici”
‘Allora siamo tutti eretici?‘ chiedeva di recente una lettera pubblicata sul “Daily Telegraph” di Londra. Lo scrivente richiamava l’attenzione su un “enigma teologico” suscitato dalle parole di uno dei primi scrittori cristiani, Giustino Martire: “Se vi siete imbattuti in alcuni che si definiscono cristiani . . . che dicono che, una volta morti, la loro anima va in cielo, NON CREDETE CHE SIANO CRISTIANI”. (Maiuscolo nel testo N.d.R.) Per rispondere a questo “enigma” il giornale ha pubblicato la seguente lettera di John Dunnett, conferenziere di teologia al Newbold College:
“I primi Padri della Chiesa, basando le loro credenze e i loro insegnamenti sulla Sacra Scrittura . . . non si illudevano su ciò che accade agli uomini, cristiani compresi, una volta morti. Consideravano la morte uno stato inconscio, un ‘sonno’ dal quale infine ci sarebbe stata una risurrezione. Riguardo ai re dell’Antico Testamento era stato più volte detto che dormivano con i loro padri. Il salmista descrisse così la morte: ‘Egli esala l’ultimo respiro, e torna alla polvere; e in quella stessa ora finiscono tutti i suoi pensieri’. — Salmo 146:4.
Dopo aver citato altri esempi del “coerente insegnamento biblico” di una risurrezione successiva al sonno della morte, il teologo afferma: “Perciò non solo Giustino Martire e Ireneo, ma anche Ignazio, Policarpo, Lattanzio e altri primi Padri non potevano sostenere che l’anima dei cristiani andasse in cielo dopo la morte”. Come avvenne allora che questo insegnamento non scritturale si insinuò nella Chiesa? Il professor Dunnett risponde: “Fu sotto l’influenza della filosofia platonica . . . che il concetto dell’immortalità dell’anima permeò gran parte della chiesa cristiana e fece accettare l’idea che alla morte le anime andassero in cielo; ma resta una credenza non biblica”. Si può quindi dire che oggi la maggioranza dei cosiddetti cristiani siano “eretici” dal punto di vista scritturale. — Ezechiele 18:4, 20.
Il fatto che la Torre di Guardia citi qualcun altro, non rende la citazione meno sua. Infatti se si cita qualcuno senza prenderne le distante, è implicito che se ne sposino le tesi. La Torre di Guardia è tanto concorde con le asinerie che scrive questo teologo anglicano che alla fine chiosa con un “Si può quindi dire che oggi la maggioranza dei cosiddetti cristiani siano “eretici” dal punto di vista scritturale”. Come già detto l’unico problema non è se questa rivista dia ad intendere una cosa falsa, perché è certo che sia così, bensì dobbiamo chiederci se il redattore della rivista sia in buonafede o no, cioè se sia ignorante come il teologo anglicano oppure se sapeva che la citazione era decurtata.
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Ad maiora