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Il rapporto avverso dei tdG con la croce...

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2010 08:09
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18/08/2010 20:14
 
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Re: Simboli pagani?
Da cosa si sarebbero riconosiuti i veri cristiani? Gesù disse per caso fatevi il simbolo del mio martirio? addobate le vorte chiese di Santi, apostoli ecc?
Giovanni 13:34 "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri".
Ecco l'unico modo per riconoscere i discepoli di Gesù...

18/08/2010 21:01
 
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Simboli pagani?

giacomodo, 18/08/2010 20.14:

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri".
Ecco l'unico modo per riconoscere i discepoli di Gesù...



Ecco giacomodo, questo e' veramente l'unico modo di riconoscere il cristiano, non rilevare a quale denominazione cristiana appartenga, piuttosto, misurare il suo amore per Dio e il prossimo, "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perche' Dio e' amore" "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16)."
Non e' segno distintivo del vero cristianesimo la Croce come non lo e' la scelta d'ignorarLa, che ognuno sia libero di amare e adorare e rispettare Dio come voglia e come meglio gli riesca.

18/08/2010 22:14
 
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Re: Simboli pagani?
nevio63, 18/08/2010 21.01:


giacomodo, 18/08/2010 20.14:

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri".
Ecco l'unico modo per riconoscere i discepoli di Gesù...



Ecco giacomodo, questo e' veramente l'unico modo di riconoscere il cristiano, non rilevare a quale denominazione cristiana appartenga, piuttosto, misurare il suo amore per Dio e il prossimo, "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perche' Dio e' amore" "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16)."
Non e' segno distintivo del vero cristianesimo la Croce come non lo e' la scelta d'ignorarLa, che ognuno sia libero di amare e adorare e rispettare Dio come voglia e come meglio gli riesca.





Se è per questo Paolo uccideva i cristiani per amore di Dio.

Comunque pur considerando che Dio salverà gli ingiusti dal cuore buono, Romani 2:14-16, questo significa forse che Dio gradisce il loro culto idolatrico?

Poichè se lo stesso Tertulliano pone come idolo, il legno che rappresenta un dio, dove sta la differenza di credere che quella croce sostituisca il corpo di Cristo, rappresentandolo personificato in tale legno??

é umano pensare a Maria che bacia la croce o il palo dove è stato ucciso suo figlio?

Maria sarebbe stata trafitta da una spada di legno con la targa sopra,... forse che maria era masochista amando ciò che la trafisse?.

Certamente diverse sante di una volta lo erano, dato che di fronte a un idolo si graffiavano a sangue, con uncini di ferro o altro.
Chiamalo amore per se come per il prossimo, e si capiranno le conversioni con l'uso del dolore e della violenza.

Le dottrine per l'anima possono essere un lento veleno che ti uccide senza accorgertene.

saluti

[Modificato da dispensa. 18/08/2010 22:34]
02/09/2010 04:39
 
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I soliti idioti .....della Gelli band

www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/03/una-crocefondatasulla-p...

Domenica 11 Luglio 2010 22:42

Licio Gelli Nasce un movimento per la difesa del crocifisso: ispirato dal Venerabile
Il crocifisso di legno cade tre volte dal trespolo di una lavagna. Le braccia dell’emozionato Roberto Mezzaroma che l’agitava, in quel momento mistico e (un po’) pacchiano, erano le protesi di Licio Gelli, il gran maestro della P2.
Il cosiddetto Venerabile ha ispirato il Movimento etico per la difesa internazionale del crocifisso (Medic), presentato nella sala congressi del Michelangelo di Roma, un albergo a pochi passi dal Vaticano. La politica è corsa a sostenere l’iniziativa: c’era Olimpia Tarzia, consigliere regionale Pdl, l’ex direttore del Tg1 Nuccio Fava, atteso invano l’ex mezzobusto del Tg1 Francesco Pionati (Adc) e sono stati annunciati telegrammi ricevuti (ma non letti) dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal presidente emerito Francesco Cossiga e dal “divo” Giulio Andreotti.

Per la Chiesa è un appuntamento imperdibile: don Walter Trovato, cappellano della polizia di Stato, è il primo a sedersi al tavolo degli oratori; l’anziano monsignore Antonio Silvestrelli è l’ultimo. Non è facile contare i collarini bianchi dei preti. Gelli ha scritto il codice etico e addirittura disegnato il simbolo dell’associazione: una sfera tagliata da cerchi concentrici su sfondo azzurro, una croce nera avvolta in una stretta di mano, quattro frecce ai bordi. Il Venerabile è nella sua Villa Wanda sulle colline di Arezzo: “Questa è la mia nuova battaglia – spiega al Fatto Quotidiano - e il colore scelto per il simbolo rimanda al mare, al cielo e al grembiule della Madonna, il resto a San Francesco e le frecce rappresentano i punti cardinali”. L’età avanzata ha impedito a Gelli di officiare la cerimonia in una sala moderna, affollata di uomini e donne vestiti con abiti scuri da sera nel caldo di mezzogiorno. Un amico di Gelli ha rimpianto l’assenza del Venerabile, criticando “la gestione troppo rude della cerimonia del costruttore Mezzaroma”.

Accenti che si mescolano, spillette che si confondono. Segni, simboli, messaggi più o meno occulti, più o meno massonici. Il secondo capitolo di uno Statuto suggellato da Gelli, più che a un piano di rinascita nazionale, somiglia a una crociata pop: difendere, coinvolgere, riconoscere. “Medic vuole far emergere – declama Mezzaroma – le radici giudaico-cristiane del mondo occidentale e promuovere il significato autentico del crocifisso quale simbolo condiviso di amore assoluto; nasce con l’ambizione di essere un movimento trasversale, che raccoglie non solo cattolici ma anche ebrei, musulmani, atei, convinti che la croce abbraccia l’umanità intera”. Quasi un comizio, senza leggere, e un po’ fuori dal protocollo per un evento mondano in pieno giorno. L’imprenditore Mezzaroma, ex europarlamentare di Forza Italia, è stato nominato segretario generale del Medic in una riunione a Villa Wanda che, diretta come è logico da Gelli, ha indicato presidente onoraria la duchessa d’Aosta, Silvia Paternò, dei marchesi di Regiovanni, dei conti di Prades, dei baroni di Spedalotto, appartenente al Sovrano Militare Ordine di Malta. Una roba da far impallidire la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare di fantozziana memoria. Araldica pesante, insomma, tanto che “siamo già in 500: faccio politica per passione, sono iscritto al Pdl; stimo tantissimo Gelli, ma non mi confido al telefono con nessuno” e attacca la cornetta Mezzaroma, contattato all’ultima forchettata di un banchetto fastoso. Il costruttore romano è un fan della prim’ora dei Circoli del buon governo di quel Marcello dell’Utri appena condannato a 7 anni in appello per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ex romanista parente di Lotito

Ex europarlamentare, responsabile del dipartimento “lotta alla povertà” del partito ai tempi di Forza Italia, Mezzaroma è lo zio della moglie di Claudio Lotito. Nel 2005 diventò il secondo azionista della Lazio vantandosi di “aver già salvato la Roma nel 1992 assieme ai miei fratelli, perché bisogna costruire non demolire”. E detto da lui vale un capitale, perché di cemento se ne intende. L’avventura con la Lazio è costata una condanna a un anno e 8 mesi, per un accordo definito “interpositorio” che permise a Mezzaroma di acquistare il 14,61% delle azioni biancocelesti di fatto per conto di Lotito, in modo da nascondere la titolarità del pacchetto completo con cui lo stesso Lotito avrebbe poi lanciato l’Opa. Aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, per Lotito la condanna è di due anni.

Tra i padrini chiamati a battezzare il Medic, c’era anche monsignor Alberto Silvestrelli: un alto prelato che risponde all’invito di Licio Gelli. Esponente del governo Vaticano con l’incarico di sottosegretario alla Congregazione per il clero, oltre ad essere giudice di appello del Vicariato di Roma (il tribunale dei preti) e commissario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, si occupa di sociale: alcolismo e disabili. Ai tempi della gestione Ratzinger, monsignor Silvestrelli ha ricoperto incarichi anche nella Congregazione per la dottrina della fede, la moderna Inquisizione.

Il consigliere regionale (Lazio) Olimpia Tarzia, altra commensale, vanta un ampio curriculum tra fede e politica: fondatore (e segretario generale dal ‘97 al 2006) del Movimento per la vita, il cui successo più importante è stato il fallimento del referendum sulla fecondazione assistita nel 2005. “Il crocifisso – ha affermato Tarzia – è simbolo di vita: si invoca lo Stato laico, ma lo Stato laico come democratico difende i diritti umani e il primo di questi diritti è quello alla vita”. Il Medic è pronto a difendere il crocifisso “anche con azioni forti, a promuovere un referendum che rimetta al popolo italiano la decisione di continuare a riconoscersi in quei valori che hanno delineato i confini culturali e spirituali dell’Italia e dell’Europa”. A quei valori che affascinano Licio Gelli.

di Carlo Tecce e Giampiero Calapà

da ilfattoquotidiano.it




02/09/2010 08:09
 
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rapporto avverso? si, verso l'uso ipocrita di quel simbolo.
Simbolo che ha adombrato come un'eclisse il significato
di quella morte.

Ho rispetto per quella forma mentre altri la brandiscono come
un'arma. Atei contro credenti, musulmani contro cristiani.
Destra politica contro sinistra politica.
Parlamento Europeo contro quello italiano.

Anche noi oggi qui a parlare della forma dello strumento di
tortura che mise a morte Gesù. Aveva viti? incastri? terminava
con un invito a punta...di che legno era? quanto doveva essere
impiantato nel terreno per reggere il peso di un uomo?

noi che leggiamo qui, sicuramente conosciamo bene il valore di quella
morte. come e perchè doveva succedere proprio in quel modo..ma fuori, le persone che escono dalla messa delle 7h00, da quella delle 11h00..
quelli che festeggiano in natale e la pasqua, ma che non vanno a messa, cosa sanno di quella morte?

questo è quello che dovremmo avversare, la mancanza di conoscenza del valore di quella morte, comunque avvenuta, e non che qualcuno non voglia farne un simbolo che racchiuda e sostituisca l'intero comando lasciato da Gesù ai suoi discepoli.
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