Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Cara Studentessa,
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
Se lo facessi te ne sarei grata. Non ho una edizione ebraica della Bibbia.
In ogni caso quello che indegno e invano significano in italiano credo lo sappiamo tutti.
Quello che però io penso e che secondo l'antica tradizione ebraica, il solo pronunciare il nome, anche se in modo degno ed in preghiera era ritenuta una mancanza di rispetto verso Dio e veniva vietato.
Perché secondo te?
Tenendo conto che il termine ebraico, generalmente tradotto con invano, non è chiaro ( in ebraico), e che gli stessi ebrei hanno scelto di non pronunciare affatto il Santo Nome,
quello di non pronunciare il Nome è una tradizione piuttosto tarda invalsa nel giudaismo.
Non te lo dico io, ma un rabbino!
Guarda cosa scrive il rabbino ebreo, Abraham Cohen, nel suo libro "Il Talmud" (pag. 51- Edizione Laterza):
"
Sembra che nel periodo biblico non si avesse alcuno scrupolo ad usarlo nel linguaggio corrente. Il fatto stesso che, anche dopo la fine dell' esilio babilonese, persisteva fra gli ebrei l' uso di comporre nomi propri con Jah o Jahu sta ad indicare che non vi era alcuna proibizione circa l' uso del Nome tetragrammato".
Riguardo a Esodo 20:7.
Ecco la nota in calce a Esodo 20:7 della Bibbia Ebraica del Rabbino Dario Disegni:
"
Invano: qui si tratta del giuramento falso, ma si condanna anche l' uso in modo profano o frivolo del Nome del Signore".
Ti riporto anche il pensiero di una Bibbia cattolica.
Ecco la note in calce della cattolicissima Bibbia di Gerusalemme ad Esodo 20:7?
"
INVANO: Ciò potrebbe includere,oltre lo spergiuro e la falsa testimonianza, l' uso magico del Nome divino".
Come vedi non cito la Torre di Guardia!
"Invano" significa proprio l' uso in modo indegno, ma non vi è nessun divieto ad usare il Nome di Dio (ormai nella forma che la propria lingua ha recepito...) in modo rispettoso.
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
tra i due estremi, il non pronunciarlo affatto, e pronunciarlo in un modo ritenuto scorretto, preferisco adoperare i fonemi più prossimi alla pronuncia originale.
Come abbiamo visto, però, questo ti porterà ad avere solo ipotesi filologiche e accademiche, quando invece abbiamo una forma, "Geova", che, anche se, come
Cavallo, non ha seguito la naturale evoluzione di
equus, semanticamente è equivalente a YHWH.
La forma Geova che, come visto, mantiene proprio le consonanti (laddove è racchiuso il significato) del Nome, derivando per via di latino dal masoretico YEHOWAH.
Comunque, sei libera di usare la forma che vuoi, a me preme solo farti notare chela lingua italiana ha adottato una forma che è perfettamente corretta nella nostra lingua e che, semanticamente, significa solo YHWH e nient' altro
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
Se poi anche Yahweh è solo una ipotesi filologica (anche se la più accreditata da quasi tutti i biblisti contemporanei),
lo era fino a qualche anno fa, ora non più.
Non mi risulta che, attualmente, ci siano ancora studiosi che difendano a spada tratta l' ipotesi Yahweh
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
in alternativa preferisco seguire il consiglio del cardinale Ravasi.
Infatti la domanda che mi pongo è:
Ma è davvero necessario identificare Yhwh con un fonema che non corrisponde allo stesso che Mosè sentì pronunciare sul monte Sinai e che nella lingua italiana non ha d’altronde alcun significato, nè semanticamente si associa al verbo essere a cui invece si associa in ebraico? Onestamente rispondo no.
come ti ha risposto giustamente Barnabino, "
Dio ha un nome che ha un valore che non è legato al "fonema" ebraico, ma al significato che ha assunto quel fonema".
Sottoscrivo pienamente!
Aggiungo
La forma Geova è una parola certamente ricevuta dall' ebraico, infatti in ebraico sono solo le vocali che sono state aggiunte, ma le consonanti, che sono quelle semanticamente significative, sono conservate derivando dal latino IEHOVA che a sua volta deriva dalla lettura masoretica IEHOVAH.
Pertanto, in se è errato dire che la forma Geova non ha un legame col suo originale semitico, giacchè come ripeto il significato ebraico non è dato delle vocali ma dalle consonanti, come si vocalizzi YHWH è dunque indifferente per noi, rispetto al significato. Qui non parliamo di ebraico ma di italiano, in italiano Geova deriva, per via del latino e della lettura masoretica, da YHWH e in italiano significa YHWH.
Non significa qualcosa di diverso!
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
Geova o Yahweh che sia, non hanno in italiano alcun significato.
Geova, nella lingua italiana, secondo te cosa significa?
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
Per conoscere Dio ed il significato del suo nome non ho bisogno di conoscerne la pronuncia, né in ebraico, né tantomeno in italiano.
hai a disposizione, nella tua lingua, una forma corretta che mantiene, per via di latino, le consonanti del Nome e la forma Geova ti permette quindi di capire il significato del Nome tetragrammato
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
Allora, hanno forse ragione Ravesi e Ratzinger, che nel rispetto della tradizione ebraica e cristiana preferiscono non pronunciare invano (anche scorrettamente e impropriamente) il nome di Dio, ma chiamarlo esattamente come il Figlio ci ha insegnato a fare: Padre nostro.
ti ho già risposto su questo!
Da capo!
devi inquadrare la preghiera del Padre nostro nel suo contesto!
In quel contesto non c' era alcun bisogno di invitare a pregare:
"Geova [in ebraico, ovviamente...] nostro che sei nei cieli", non avrebbe avuto alcun senso.
A partire da Mt. 5:45, Gesù non fa che ripetere: "Il Padre vostro che è nei cieli", "il Padre vostro".
Gesù ha un rapporto intimo con il Padre celeste (Gv. 14:31) e vuole aiutare ogni suo discepolo a coltivare e ad avere lo stesso rapporto intimo e lo stesso amore (Gv. 17:23 ; 14:23-24 ; 1 Gv. 4:16).
Per questo ci invita, in questo contesto, a chiamare Padre chi ci chiama, teneramente, Figlio mio (Prov. 2:1 ; 3:1 ; 5:1): in questo contesto non avrebbe alcun senso invitare a pregare: "Geova nostro"!
Ma Padre non sostituisce in alcun modo il Nome proprio di Dio, semmai Cristo ne manifesta e ne spiega il senso pieno, pronunciandolo almeno con gli apostoli - e non abbiamo alcun elemento biblico per dire il contrario - avendo peraltro Egli stesso in se il Nome di Dio (Gv. 17:6, 11-12, 26 ; Mt. 1:21; Yehoshua=YHWH salva)
Inoltre, con la forma Geova non solo non lo pronunci "invano" se usi tale forma rispettosamente, ma come ti ho detto nella nostra lingua non lo pronunci scorrettamente.
Nella nostra lingua Geova sarebbe scorretto se non comunicasse correttamente il significato del Nome ma questo non accade giacchè, come affermano gli stessi dizionari italiani, la forma Geova comunica correttamente il significato del Nome divino YHWH, presente anche nel N.T. nella sua forma contratta (Yah) in Apoc. 19:1-6 che scritturalmente equivale a quella intera (Salmo 68:4)
Studentessa.95, 06/10/2015 16:07:
D'altronde, quand’anche ci rivolgessimo a Dio chiamandolo Padre o Signore, non correremmo mai il rischio di non essere ascoltati da YHWH, perché se Yhwh è uno solo, uno solo è Dio (1Tm 2:5 e Gal 3:20), uno solo è il Padre (1Cor 8.6 ed Ef. 4:6) ed uno solo il Signore (1Cor. 12:6 ed Ef. 4:5).
O pensate che rivolgendosi a Yhwh chiamandolo Dio, Signore o Padre, cosi come Geova o Yahweh, Yhwh non ci ascolti?
Un cristiano deve rifarsi alle parole di Gesù.
Sulla base di Gv. 17:26, non abbiamo alcun elemento biblico per sostenere che Gesù non abbia pronunciato il Nome almeno con i discepoli.
Lo ha fatto eccome, a nostro parere, non limitandosi a far conoscere un Nome che gli ebrei conoscevano,
ma spiegandone definitivamente il senso pieno, più ampio, cosicchè oggi , della Persona di YHWH, Geova nella forma italianizzata, conosciamo l' essenza stessa: Dio è amore e guarda caso questo lo scrisse un apostolo di Cristo!
Nota inoltre la connessione tra il conoscere il Nome nel senso pieno e l' amore che resta in noi:
"
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, affinché l’amore col quale mi hai amato sia in loro e io unito a loro”." (Gv. 17:26).
Nel giudaismo,
il Nome e la persona sono cose inscindibili!
Il Nome è strettamente legato alla persona,
quindi far conoscere il Nome di Dio agli apostoli e quindi a tutti noi, significa, pronunciandolo con i discepoli, far conoscere nel senso più pieno chi è quella persona: Amore!
Anche i farisei conoscevano il Nome, ma non avevano in se l' amore di Dio (Gv. 5:42), perchè non conoscevano il senso pieno del Nome, come lo conoscevano gli apostoli e noi con loro!
Rifletti, dammi retta.....
Ciao.