parousia= venuta?

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porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 13:46
il dilemma eterno.........
Mt 24:39-lc 17:30
(Matteo 24:36-42) 36 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. 37 Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. 38 Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si avvidero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro abbandonato; 41 due donne macineranno al mulino a mano: una sarà presa e l’altra abbandonata. 42 Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore.
(Luca 17:26-36) 26 Inoltre, come avvenne ai giorni di Noè, così sarà anche ai giorni del Figlio dell’uomo: 27 mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano, le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio e li distrusse tutti. 28 Similmente, come accadde ai giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, edificavano. 29 Ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti. 30 La stessa cosa avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato. 31 “In quel giorno chi è sulla terrazza ma ha i suoi beni mobili nella casa non scenda a prenderli, e chi è nel campo similmente non torni alle cose [lasciate] dietro. 32 Ricordate la moglie di Lot. 33 Chiunque cerca di tenere in salvo per sé la sua anima la perderà, ma chiunque la perderà la conserverà in vita. 34 Vi dico: In quella notte due [uomini] saranno in un letto; l’uno sarà preso, ma l’altro sarà abbandonato. 35 Ci saranno due [donne] a macinare allo stesso mulino; l’una sarà presa, ma l’altra sarà abbandonata”. 36 ...
subito dopo in mt 24:42 gesù dice:
(Matteo 24:42) 42 Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore.
E in lc 17:33,34 dice:
(Luca 17:32-34) .... 33 Chiunque cerca di tenere in salvo per sé la sua anima la perderà, ma chiunque la perderà la conserverà in vita. 34 Vi dico: In quella notte ...
questi due testi sono paralleli..
nel testo di matteo al vers 39 viene detto così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. E nel passo parallelo di luca 17:30  La stessa cosa avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato
ora noi sappiamo che apokalupto significa rivelazione, palesamento, e che questo termine viene usato per indicare un particolare momento del proposito di cristo ovvero la sua "venuta" quale giustiziere da parte di Dio..
il termine parousia usato quindi in matteo secondo il contesto pare riferirsi alla "venuta" di Gesù, e non ad un particolare "periodo" di prezenza invisibile come da attuale interpretazione, giusto?
È chiaro dal contesto che cristo stia parlando del giorno in qualità di giudice e non di una sorta di prezenza invisibile presso l'umanità..
il versetto 42 di matteo pare chiaro.Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore. Non dice in quale giorno sarà "presente" ma in quale egli "verrà"..
è possibile che parousia fosse utilizzato in quel contesto secondo il suo uso tecnico?
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 17:09
si
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 19:40
boh
barnabino
00mercoledì 20 gennaio 2010 19:43
Non ho capito bene cosa chiedi, se parousìa indichi solo un arrivo oppure un arrivo con successiva presenza?

Shalom
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 20:03
grazie barna almeno della tua presenza :=)
come sai il senso tecnico di parousia è diverso dal senso primario del termine che intendiamo noi.
mi chiedo se i testi citati possono farci capire se si tratta di parousia usato come termine tecnico che indichi l'arrivo glorioso del re in funzione di giudice celeste oppure, un arrivo manifesto come "un lampo"ai suoi discepoli ma nascosto al kosmos..
il testo messo in parallelo sembra indicare almeno a me più un utilizzo di parousia come senso più affine a venuta che a presenza invisibile.
[SM=g1861207]
barnabino
00mercoledì 20 gennaio 2010 20:08

come sai il senso tecnico di parousia è diverso dal senso primario del termine che intendiamo noi



Cosa intendi per "senso tecnici"? E quel è il senso "che intendiamo noi"?


mi chiedo se i testi citati possono farci capire se si tratta di parousia usato come termine tecnico che indichi l'arrivo glorioso del re in funzione di giudice celeste oppure



Boh, non mi pare che sia esattamente questo il senso tecnico. Da un punto di vista lessicale le differenza è quella che ti ho detto sopra: venuta, presenza, venuta e successiva presenza. Di chiunque, non solo un sovrano.

Shalom
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 20:18
il corsani dice: parousia= venuta, presenza
essendo polisemantico mi chiedo se il testo ci consenta di stabilire il significato primario letterale (da pareimi) come intendiamo noi, oppure secondo il senso di venuta così come tradotto dalla maggioranza..
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 20:22
barna forse questo link può aiutarmi a spiegarti cosa intendo.. www.ibiblio.org/bgreek/test-archives/html4/1995-08/10312.html
dom@
00mercoledì 20 gennaio 2010 21:06
While "parousia" primarily means "presence" (literally, "being alongside")

Ammetiamo che io sono il padrone di un'azienda e i mie inpiegati conoscono la mia auto, o cavallo )e quando vedono la macchina , o cavallo, ma non vedono il padrone. questo e "paradusia".

Cristo e' venuto in tandi modi. una volta disse che era con noi tutti i giorni, come la intendiamo la paradisia?!

La confusione, che il greco gioca il gioco di tre carte, greco antico, greco classico, e grecogo modermo. [SM=x1408440]
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 21:16
Re:
dom@, 20/01/2010 21.06:

While "parousia" primarily means "presence" (literally, "being alongside")

Ammetiamo che io sono il padrone di un'azienda e i mie inpiegati conoscono la mia auto, o cavallo )e quando vedono la macchina , o cavallo, ma non vedono il padrone. questo e "paradusia".

Cristo e' venuto in tandi modi. una volta disse che era con noi tutti i giorni, come la intendiamo la paradisia?!

La confusione, che il greco gioca il gioco di tre carte, greco antico, greco classico, e grecogo modermo. [SM=x1408440]




eh? [SM=x1408403] c'entra qualcosa?
dom@
00mercoledì 20 gennaio 2010 21:37
He'! Il mondo e' tutto tuo Per capire la paradusia [SM=g27988] sorry fatte un'altra [SM=x1408403]
porporato
00mercoledì 20 gennaio 2010 21:58
Re:
dom@, 20/01/2010 21.37:

He'! Il mondo e' tutto tuo Per capire la paradusia [SM=g27988] sorry fatte un'altra [SM=x1408403]




poveri noi.... [SM=g7341]
barnabino
00mercoledì 20 gennaio 2010 23:01
Caro Porporato,


essendo polisemantico mi chiedo se il testo ci consenta di stabilire il significato primario letterale (da pareimi) come intendiamo noi, oppure secondo il senso di venuta così come tradotto dalla maggioranza...



E' il contesto che ci aiuta ad afferrare il senso. Il significato fondamentale è "esserci, essere presente" ma può assumere anche il significato di "venire, avvicinarsi". Secondo il Bauer nel NT il significato normale è "venuta come inizio della presenza". L'uso "tecnico" indica da una parte la manifestazione di un dio e dall'altra la visita officiale di un imperatore in una certa città o provincia, poiché Cristo è atteso come salvatore e signore questo significato potrebbe essere vicino a quello cristiano.

Shalom
Criztian
00venerdì 22 gennaio 2010 19:49
Non so se posso essere utile, ma con il mio software ho fatto una ricerca dei testi dal greco dove compare la parola "parousia" (cito da La Nuova Diodati LND):

Matteo 24:3,27,37,39
3 Poi, mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si accostarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?».

27 Infatti, come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente cosí sarà la venuta del Figlio dell'uomo.

37 Ma come fu ai giorni di Noè, cosí sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell'arca; 39 e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; cosí sarà pure alla venuta del Figlio dell'uomo.


1 Corinzi 15:22 Perché, come tutti muoiono in Adamo, cosí tutti saranno vivificati in Cristo. 23 ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta.

1 Corinzi 16:17 Or io mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaico, poiché essi hanno supplito alla vostra assenza.

2 Corinzi 7:6 Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito, 7 e non solo con la sua venuta, ma anche con la consolazione da lui ricevuta tra di voi; egli ci ha riferito della vostra grande affezione, del vostro pianto e del vostro zelo per me, per cui mi sono ancor piú rallegrato,

2 Corinzi 10:10 Perché, dice qualcuno: «ben le sue lettere sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole, e la sua parola di poco conto».

Filippesi 1:26 affinché il vostro vanto per me abbondi in Cristo Gesú, per la mia presenza di nuovo tra voi.

Filippesi 2:12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto piú ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore,

1 Tessalonicesi 2:19 Qual è infatti la nostra speranza, o gioia, o corona di gloria? Non siete proprio voi, davanti al Signor nostro Gesú Cristo alla sua venuta?

1 Tessalonicesi 3:13 per rendere fermi i vostri cuori, affinché siano irreprensibili nella santità davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signor nostro Gesú Cristo con tutti i suoi santi. Amen.

1 Tessalonicesi 4:15 Ora vi diciamo questo per parola del Signore: noi viventi, che saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo coloro che si sono addormentati 16 perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; 17 poi noi viventi, che saremo rimasti saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; cosí saremo sempre col Signore.

1 Tessalonicesi 5:23 Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesú Cristo.

2 Tessalonicesi 2:1 Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesú Cristo e al nostro adunamento con lui, 2 di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente nè turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto. 3 Nessuno v'inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta [apokalupto] l'apostasia e prima che sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, 4 l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio. 5 Non vi ricordate che, quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose? 6 E ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato [apokalupto] a suo tempo. 7 Il mistero dell'empietà infatti è già all'opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. 8 Allora sarà manifestato [apokalupto] quell'empio che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all'apparire [epiphaneia = apparizione, luminosità] della sua venuta. 9 La venuta di quell'empio avverrà per l'azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, 10 e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati.

Giacomo 5:7 Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l'agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione, 8 Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. 9 Non lamentatevi gli uni degli altri, fratelli, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte.

2 Pietro 1:16 Infatti non vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signor nostro Gesú Cristo, andando dietro a favole abilmente escogitate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà.

2 Pietro 3:3 Prima di tutto dovete sapere questo, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le loro proprie voglie 4 e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Da quando infatti i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione». 5 Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo della parola di Dio i cieli vennero all'esistenza molto tempo fa, e che la terra fu tratta dall'acqua e fu formata mediante l'acqua, 6 a motivo di cui il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì, 7 mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi. 8 Ora, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. 9 Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento. 10 Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse. 11 Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia, 12 mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? 13 Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra nei quali abita la giustizia.

1 Giovanni 2:28 Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà [phaneroo], noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui.


Spero di essere stato utile.
barnabino
00sabato 23 gennaio 2010 12:06
Caro Criztian,


Spero di essere stato utile



Qui ci interroghiamo sul significato di parousia in greco, nei passi che hai citato la ND rende sempre con "venuta" e quindi apparentemente contro il significato più ovvio di "parousia" che sarebbe "venuta e successiva presenza". Mi pare che la ND renda con venuta tranne che in:

2 Corinzi 10:10 Perché, dice qualcuno: «ben le sue lettere sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole, e la sua parola di poco conto».

Filippesi 1:26 affinché il vostro vanto per me abbondi in Cristo Gesú, per la mia presenza di nuovo tra voi.

Filippesi 2:12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto piú ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore

Il problema è cosa si riferisca la "parousia": alla venuta, colta nell'istante, o alla venuta seguita da una presenza, in particolare di un personaggio regale (quello che viene detto uso "tecnico") o anche la sua epifania?

Shalom



Criztian
00sabato 23 gennaio 2010 15:07
Io ho cmq citato i testi per chiarezza e semplicità d'uso.

Per quanto ho potuto vedere e approfondire, tutti i testi sembrano alludere all'idea di presenza visibile e percepibile attraverso i sensi. In pratica si tratta di interazione diretta e non impercepibile.

- come il lampo visibile che sfolgora nel cielo. Chiaramente faceva appello alla vista e molto probabilmente anche all'aspettativa di udire il suono. Una persona semplice di quel tempo che ascoltava questa frase di certo pensava a questo.

- 1 Tessalonicesi 4:15-17 anche qui il caos tra grido d'arcangelo, suono di tromba e resurrezione implica uno sconvolgimento dei sensi. Il fatto che dica di quelli che rimarranno vivi fino alla parousia del Signore intende che è un evento che interagisce con l'intera realtà percepibile e visibile cambiando le cose a livello globale. Se io devo essere tra i vivi in quel giorno e verrò preso in aria vuol dire che nessuno potrà negarlo proprio perché è manifesto, visibile. Quella parousia con quello che ne viene descritto segna evidentemente il passaggio da uno stato di cose ad un altro. Ecco perché si parla di eventi escatologici.

- 2 Pietro 3:4 "Dov'è la promessa della sua venuta? Da quando infatti i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione". Anche qui il testo usa parousia per definire un manifestarsi portando cambiamenti visibili a tutti perché l'accusa che fanno è quella che tutto continua come sempre. In pratica questa parousia è un evento che crea aspettative di cambiamento "apocalittico" inteso come globale e incontestabile una volta accaduto.

- i tre testi che hai citato ad esempio sono riferimenti di presenza e interazione diretta. Uno si ricorda la mia parousia ieri a casa sua perché magari ci siamo presi una tisana insieme e abbiamo parlato. Si tratta di presenza diretta, apparire di persona, stare insieme e interagire.

- in 2 Tessalonicesi 2:1,8,9 la parousia dell'anticristo è manifesta e visibile perché è accompagnata da segni potenti e la parousia del Signore segnerà un cambiamento netto perché lo distrugge con il bagliore della sua epiphaneia (apparire, luminosità). Anche epiphaneia è visibile.

Basta rileggere tutto l'elenco dei testi per notare che si tratta di interazione diretta sensoriale se riferita a persone o di speranza nella parousia di Cristo come di un evento che sconvolge tutto sulla terra per il quale essere pronti ed essere risparmiati. Per quanto ho potuto capire, il contesto biblico non mi lascia interpretare diversamente. Se mi sono perso qualcosa sono tutto orecchie!! [SM=g7348]
barnabino
00sabato 23 gennaio 2010 16:13
Caro Criztian,


Per quanto ho potuto vedere e approfondire, tutti i testi sembrano alludere all'idea di presenza visibile e percepibile attraverso i sensi



Questo è un discorso diverso, perché qualunque sia l'idea della presenza (reale o metaforica) non ci sarebbe ragione di tradurla con venuta. Voglio dire anche unìinterazione diretta e non impercepibile (se pure fosse, ma questo lo decide il contesto) non sarebbe comunque una "venuta" ma una "presenza".


Basta rileggere tutto l'elenco dei testi per notare che si tratta di interazione diretta sensoriale



Naturalmente, ma questa interezioni diretta o sensoriale non presuppone un presenza in carne e ossa. Nelle Scritture abbiamo attestazioni di femomeni esteriori, percepibili, della presenza divina (ad esempio la nuvola nel tempio) ma non implicano necessariamente una presenza fisica di Dio. Nel linguaggio scritturale Dio è presente nelle nuvole, nella tempesta, nella brezza quieta (I Re 19,12), nella sua parola, nello spirito, ecc... ma non si tratta di una presenza fisica, benché sia comunque reale, manifestata da certi eventi esteriori. Ad esemoio Giuseppe Flavio usa parousia a proposito della Shekinah che era la simbolica presenza di Dio nel tempio.

Dunque il termine indica tanto una presenza fisica che una spirituale o metaforica, caratterizzata comunque da eventi percepibili dai sensi.

Shalom
porporato
00sabato 23 gennaio 2010 18:39
Re:
barnabino, 23/01/2010 16.13:

Caro Criztian,


Per quanto ho potuto vedere e approfondire, tutti i testi sembrano alludere all'idea di presenza visibile e percepibile attraverso i sensi



Questo è un discorso diverso, perché qualunque sia l'idea della presenza (reale o metaforica) non ci sarebbe ragione di tradurla con venuta. Voglio dire anche unìinterazione diretta e non impercepibile (se pure fosse, ma questo lo decide il contesto) non sarebbe comunque una "venuta" ma una "presenza".


Basta rileggere tutto l'elenco dei testi per notare che si tratta di interazione diretta sensoriale



Naturalmente, ma questa interezioni diretta o sensoriale non presuppone un presenza in carne e ossa. Nelle Scritture abbiamo attestazioni di femomeni esteriori, percepibili, della presenza divina (ad esempio la nuvola nel tempio) ma non implicano necessariamente una presenza fisica di Dio. Nel linguaggio scritturale Dio è presente nelle nuvole, nella tempesta, nella brezza quieta (I Re 19,12), nella sua parola, nello spirito, ecc... ma non si tratta di una presenza fisica, benché sia comunque reale, manifestata da certi eventi esteriori. Ad esemoio Giuseppe Flavio usa parousia a proposito della Shekinah che era la simbolica presenza di Dio nel tempio.

Dunque il termine indica tanto una presenza fisica che una spirituale o metaforica, caratterizzata comunque da eventi percepibili dai sensi.

Shalom




perché barna non vi sarebbe bisogno di tradurre parousia anche con venuta?
se è un termine polisemantico ben venga tradurre a seconda del contesto referente!!
anche la vulgata e la vetus latina traducevano con adventus ma ad esempio la vulgata in 1cor 16:17 mette praesentia e la vetus in 2co 10:10
il senso tecnico presuppone un arrivo, che come nell'antichità era l'apogeo in quanto l'arrivo del re era glorioso e indicava la sua epiphaneia visibile a tutti; poi successivamente la presenza con il popolo.
quello che sembrano indicare i sinottici è che l'epiphaneia sia idem con parousia vedi parallelo sinottico tra mt 24:39 e lc 17:30:
*** Citazioni bibliche ***

(Matteo 24:39) e non si avvidero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo.



(Luca 17:30) La stessa cosa avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato.

un p'ò come fa giovanni: (1 Giovanni 2:28) 28 E ora, figlioletti, rimanete uniti a lui, affinché quando sarà reso manifesto abbiamo libertà di parola e non siamo da lui svergognati al [tempo della] sua presenza....

dom@
00sabato 23 gennaio 2010 20:31
La 'venuta" svia il lettore, nel senso umanistico?!
barnabino
00sabato 23 gennaio 2010 22:54
Caro Porporato,


perché barna non vi sarebbe bisogno di tradurre parousia anche con venuta? se è un termine polisemantico ben venga tradurre a seconda del contesto referente!!



Non è che non si possa tradurre con "venuta", ma poiché di solito il significato non è solo di una "venuta" (che potrebbe essere anche un evento istantaneo) ma di una "venuta a cui segue una presenza" (dunque un evento prolungato nel tempo) a me pare che "presenza" renda meglio l'idea.


il senso tecnico presuppone un arrivo, che come nell'antichità era l'apogeo in quanto l'arrivo del re era glorioso e indicava la sua epiphaneia visibile a tutti; poi successivamente la presenza con il popolo



Infatti mi sembra che questo potrebbe essere il senso di parousia anche nel NT dato che ci si riferisce al re messianico. Mi pare che la stessa TNM in appendice faccia questo riferimento.


quello che sembrano indicare i sinottici è che l'epiphaneia sia idem con parousia vedi parallelo sinottico tra mt 24:39 e lc 17:30



Credo che però la manifestazione sia intesa solo con un effetto o un segno della presenza, e comunque si tratta di un evento che manifesta l'inzio di un periodo prolungato nel tempo.

Shalom
porporato
00domenica 24 gennaio 2010 20:00
Yet another of the central ideas of the oldest
Christian worship receives light from the new texts,^
viz. TTapovaia, " advent, coming,"^ a word expressive
of the most ardent hopes of a St. Paul. We now
may say that the best interpretation of the Primitive
Christian hope of the Parusia is the old Advent text,^
" Behold, thy King cometh unto thee." From the
Ptolemaic period down into the 2nd cent. a.d. we
are able to trace the word in the East as a technical
expression for the arrival or the visit of the king or
the emperor.*
The parusia of the sovereign must
have been something well known even to the people,
as shown by the facts that special payments in kind
and taxes to defray the cost of the parusia were
exacted, that in Greece a new era was reckoned from
the parusia of the Emperor Hadrian, that all over
the world advent-coins were struck after a parusia
of the emperor, and that we are even able to quote
examples of advent-sacrifices.^
In memory of the visit of the Emperor
Nero,* in whose reign St. Paul wrote his letters to
Corinth, the cities of Corinth and Patras struck
advent-coins.^ Adventus Aug{usti) Cor{intki) is the
legend on one, Adventus Augiisfi on the other.
Here we have corresponding to the Greek imrusia
the Latin word advent^ which the Latin Christians
afterwards simply took over, and which is to-day
familiar to every child among us.

da: light from ancient east- adolf deissmann
pag 372,375
Quite closely related to parusia is another cultword,
i-rri^dveia, *' epiphany," "appearing." How
closely the two ideas were connected in the age of
the New Testament is shown by the passage in
2 Thess. ii. 8, already quoted, and by the associated
usage of the Pastoral Epistles, in which " epiphany "
or " appearing " nearly always means the future
parusia of Christ," though once^ it is the parusia
which patristic writers afterwards called "the first."
Equally clear, however, is the witness of an adventcoin
struck by Actium-Nicopolis for Hadrian, with
the legend " Epiphany of Augustus " * ; the Greek
word coincides with the Latin word " advent
"
generally used on coins. The history of this word
" epiphany " goes back into the Hellenistic period,
but I will merely point out the fact, without illustration
: the observation is not new, but the new proofs
available are very abundant.^
pag 378 idem

mi sembra che deissmann sia abbastanza chiaro......
barnabino
00domenica 24 gennaio 2010 20:40

mi sembra che deissmann sia abbastanza chiaro......



Si, infatti mi pare che sia quello il possibile senso che la WTS attribuisce a parousia, l'arrivo e presenza di un personaggio regale, nello specifico il re messianico intronizzato.

Shalom
porporato
00mercoledì 27 gennaio 2010 17:43
Re:
barnabino, 24/01/2010 20.40:


mi sembra che deissmann sia abbastanza chiaro......



Si, infatti mi pare che sia quello il possibile senso che la WTS attribuisce a parousia, l'arrivo e presenza di un personaggio regale, nello specifico il re messianico intronizzato.

Shalom




sicuro barna?
barnabino
00mercoledì 27 gennaio 2010 18:20
Mi pare che come possibili definizioni la WTS dice: "Un lessico spiega che nella letteratura greca secolare a volte parousìa è usato a proposito della “visita di un regnante o di un alto funzionario”. (H. G. Liddell e R. Scott, A Greek-English Lexicon, riveduto da H. S. Jones, Oxford, 1968, p. 1343)" oppure "Inoltre, Bauer, p. 630, dichiara che parousìa “divenne il termine ufficiale per la visita di una persona di alto rango, spec[ialmente] di re e imperatori che visitavano una provincia”. In Mt 24:3, come anche in altri versetti quali 1Ts 3:13 e 2Ts 2:1, la parola parousìa si riferisce alla presenza regale di Gesù Cristo da che avvenne la sua intronizzazione come Re negli ultimi giorni di questo sistema di cose".


Shalom

PARIGI23
00sabato 3 settembre 2011 19:18

Conoscete qualche testo,non orientato teologicamente,che ne affronti il significato alla luce degli apostoli e dei padri del I secolo?
barnabino
00sabato 3 settembre 2011 20:40
Chi sono i "padri del I secolo"?

Per gli apostoli puoi leggere l'appendice 5B della TNM:


Il sostantivo greco parousìa significa letteralmente “l’essere presso”, essendo l’espressione composta dalla preposizione parà (presso) e da ousìa (“l’essere”). La parola parousìa ricorre 24 volte nelle Scritture Greche Cristiane, cioè in Mt 24:3, 27, 37, 39; 1Co 15:23; 16:17; 2Co 7:6, 7; 10:10; Flp 1:26; 2:12; 1Ts 2:19; 3:13; 4:15; 5:23; 2Ts 2:1, 8, 9; Gc 5:7, 8; 2Pt 1:16; 3:4, 12; 1Gv 2:28. In questi 24 luoghi la Traduzione del Nuovo Mondo rende la parola parousìa “presenza”.

Il relativo verbo pàreimi significa letteralmente “essere presso”. Ricorre 24 volte nelle Scritture Greche Cristiane, cioè in Mt 26:50; Lu 13:1; Gv 7:6; 11:28; At 10:21, 33; 12:20 (nt.); 17:6; 24:19; 1Co 5:3, 3; 2Co 10:2, 11; 11:9; 13:2, 10; Gal 4:18, 20; Col 1:6; Eb 12:11; 13:5; 2Pt 1:9, 12; Ri 17:8. In questi luoghi la Traduzione del Nuovo Mondo rende pàreimi “(esser) presente” o “presentarsi”.
Dal contrasto che si fa tra la presenza e l’assenza di Paolo sia in 2Co 10:10, 11 che in Flp 2:12, il significato di parousìa risulta chiaro. Inoltre, dal paragone della parousìa del Figlio dell’uomo con i “giorni di Noè”, in Mt 24:37-39, risulta evidente che questa parola significa “presenza”.

Il Vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci, XXVI ed., p. 1441, dà come prima definizione di parousìa la parola italiana presenza. Similmente il GLNT, vol. IX, col. 843, all’intestazione “Il significato generale”, afferma: “παρουσία [parousìa] indica particolarmente la presenza attiva”.

La parola parousìa, “presenza”, è diversa dalla parola greca èleusis, “venuta”, che si trova una sola volta nel testo greco, in At 7:52, nella forma elèuseos (lat. adventu). Le parole parousìa ed èleusis non sono usate scambievolmente. Il GLNT, vol. IX, col. 860, fa notare che “παρουσία [parousìa, come anche pàreimi] non è mai impiegato per indicare la venuta di Cristo nella carne e non significa mai ‘ritorno’. Soltanto nella chiesa antica [non prima di Giustino Martire, II secolo E.V.] si cominciò a parlare di più parusie . . . Una delle premesse indispensabili per comprendere il pensiero protocristiano è che ci si liberi completamente di questa idea [che ci sia più di una parousìa]”.

Riguardo al significato di questa parola, Israel P. Warren, dottore in teologia, scrisse nella sua opera The Parousia (Portland, Maine, USA, 1879), pp. 12-15: “Siamo noi che spesso parliamo del ‘secondo avvento’, della ‘seconda venuta’, ecc., ma le Scritture non parlano mai di una ‘seconda Parusia’. Qualunque dovesse esserne la natura, doveva essere qualcosa di particolare, che non era mai avvenuto prima, e che non sarebbe mai avvenuto di nuovo. Doveva essere una presenza diversa e superiore rispetto a ogni altra manifestazione di se stesso agli uomini, così che sarebbe stato appropriato lasciarla stare a sé, senza alcun epiteto qualificativo diverso dall’articolo: LA PRESENZA.

“Da questo esame della parola risulta evidente, penso, che né la parola inglese ‘venuta’ né quella latina ‘avvento’ siano i termini migliori per rendere l’originale. Essi non si adattano alla sua etimologia; non corrispondono all’idea del verbo da cui essa deriva; né potrebbero appropriatamente sostituire la parola più esatta, ‘presenza’, nei casi in cui i traduttori hanno usato quest’ultima. Neppure l’idea contenuta nella loro radice è la stessa. ‘Venuta’ e ‘avvento’ danno principalmente l’idea di avvicinamento a noi, di moto verso di noi; ‘parusia’ quella di essere con noi, a prescindere da come ciò abbia avuto inizio. Il valore delle prime finisce con l’arrivo; quello di quest’ultima comincia con esso. Quelle sono parole che indicano moto; questa indica stato. L’intervallo di tempo cui si riferisce l’azione delle prime è limitato, può essere istantaneo; quello cui si riferisce quest’ultima è illimitato...

“Se i nostri traduttori avessero fatto con questo termine tecnico ‘parusia’ quello che hanno fatto con ‘baptisma’ — trasferirlo cioè immutato — o se l’avessero tradotto usando il suo esatto equivalente etimologico, presenza, e se fosse stato ben compreso, come lo sarà stato allora, che non esiste una ‘seconda Presenza’, credo che l’intera dottrina sarebbe stata diversa da quella che è ora. Le espressioni ‘secondo avvento’ e ‘seconda venuta’ non si sarebbero mai udite. Alla chiesa sarebbe stato insegnato a parlare della PRESENZA DEL SIGNORE come quella mediante cui sarebbero state realizzate le sue speranze, nel prossimo futuro o nel tempo più lontano, quella sotto la quale il mondo sarebbe stato reso nuovo, sarebbe stata conseguita una risurrezione sia spirituale che corporea, e sarebbero state amministrate giustizia e ricompense eterne”.

Inoltre, Bauer, p. 630, dichiara che parousìa “divenne il termine ufficiale per la visita di una persona di alto rango, spec[ialmente] di re e imperatori che visitavano una provincia”. In Mt 24:3, come anche in altri versetti quali 1Ts 3:13 e 2Ts 2:1, la parola parousìa si riferisce alla presenza regale di Gesù Cristo da che avvenne la sua intronizzazione come Re negli ultimi giorni di questo sistema di cose.
Aquila-58
00sabato 3 settembre 2011 20:56
Re:
Caro Parigi,

PARIGI23, 03/09/2011 19.18:


Conoscete qualche testo,non orientato teologicamente,che ne affronti il significato alla luce degli apostoli e dei padri del I secolo?



Padri del I secolo non ne esistono. La primitiva ekklesìa cristiana era "edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti" (Efesini 2:20).
Ora, cosa sapevano gli apostoli della parousìa e dell' erchomenon di Cristo? Quel che Cristo stesso aveva detto loro, fornendo un segno della sua parousìa (Matteo 24:3-14), laddove, per l' erchomenon, non sarebbe stato necessario alcun segno di.... riconoscimento (Matteo 24:30).
E' ovvio che la parousìa di Cristo va intesa come un periodo di tempo che precede l' erchomenon di Matteo 24:30 così come la venuta per il giudizio di Matteo 25:31-33.....


porporato
00sabato 3 settembre 2011 21:21
Re: Re:
Aquila-58, 03/09/2011 20.56:

Caro Parigi,



Padri del I secolo non ne esistono. La primitiva ekklesìa cristiana era "edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti" (Efesini 2:20).
Ora, cosa sapevano gli apostoli della parousìa e dell' erchomenon di Cristo? Quel che Cristo stesso aveva detto loro, fornendo un segno della sua parousìa (Matteo 24:3-14), laddove, per l' erchomenon, non sarebbe stato necessario alcun segno di.... riconoscimento (Matteo 24:30).
E' ovvio che la parousìa di Cristo va intesa come un periodo di tempo che precede l' erchomenon di Matteo 24:30 così come la venuta per il giudizio di Matteo 25:31-33.....





i discepoli non sapevano che la sua futura presenza sarebbe stata invisibile... chiesero quindi un segno che precedesse o seguisse la Presenza o Venuta?
Aquila-58
00sabato 3 settembre 2011 21:27
Re: Re: Re:
porporato, 03/09/2011 21.21:



i discepoli non sapevano che la sua futura presenza sarebbe stata invisibile... chiesero quindi un segno che precedesse o seguisse la Presenza o Venuta?




I discepoli non sapevano nulla, è ovvio. Chiesero un segno della sua parousìa e del termine del "sistema di cose" o "dei secoli" (letterale dal greco). Ma ricevettero la spiegazione di Cristo, che ci fa comprendere che quel periodo chiamato parousìa (che può significare sia presenza che venuta) è un periodo che, evidentemente, precede l' erchomenon di Matteo 24:30 e Matteo 25:31-33...


porporato
00sabato 3 settembre 2011 22:41
Re: Re: Re: Re:
Aquila-58, 03/09/2011 21.27:




I discepoli non sapevano nulla, è ovvio. Chiesero un segno della sua parousìa e del termine del "sistema di cose" o "dei secoli" (letterale dal greco). Ma ricevettero la spiegazione di Cristo, che ci fa comprendere che quel periodo chiamato parousìa (che può significare sia presenza che venuta) è un periodo che, evidentemente, precede l' erchomenon di Matteo 24:30 e Matteo 25:31-33...






interessante che Gesù parli del "segno" in 24,30 associandolo quindi all'erchomenon..
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