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Nel periodo in cui si accese e si sviluppò la controversia ariana, TRA LA FINE DEL II e la metà del III secolo l’impero romano era soggetto a degli scossoni che ne avrebbero minato le fondamenta fino a causarne il crollo.

Qualche secolo dopo questo periodo che spazia dal II al III secolo D.C, invasioni barbariche, bassa natalità, povertà diffusa,inflazione alle stelle, epidemie, carestie,incertezza politica con l’alternarsi di uno o più imperatori o usurpatori sul trono imperiale alimentano questo caos prolungato facendo si a un certo punto che la chiesa primitiva emergesse in questo marasma generale, come unica istituzione locale stabile che in qualche modo si prendesse cura dei bisognosi ,dei più poveri e dei deboli, mantenendo in funzione , nonostante tutto una struttura di riferimento che continuava a funzionare indipendentemente da ciò che accadeva intorno a lei

Certo a quel tempo la chiesa cristiana non è predominante, il paganesimo è ancora molto forte ,ma già scricchiola ,i più pensano che gli dei abbiano abbandonato l’impero.


In questo caos generale emerge la figura di Costantino, figlio di un tetrarca,Costanzo, che dopo aver eliminato i “colleghi” diviene l’unico imperatore riconosciuto in tutto l’impero romano dalla Britannia alla Mesopotamia.

E' UN uomo è molto risoluto, nel suo agire prende i problemi di petto, ristabilisce l’ordine, respinge i barbari e tenta di dare un nuovo assetto organizzativo a un impero che trova malconcio ma che lascerà alla sua morte stabile e forte.

Come tutti gli imperatori romani è ricoperto di titoli e gloria tra questi titoli vi è quello di Pontefice Massimo , TITOLO che ha ereditato il papa romano.

Ma cosa voleva dire essere Pontefice massimo sotto l’impero romano?
Voleva dire essere il capo supremo o il riferimento di tutti i collegi sacerdotali di tutte le divinità adorate sotto l’impero ,che ricordiamo era tollerante verso ogni culto ,l’importante e che si rendesse omaggio all’imperatore o alle insegne romane che ne rappresentavano il governo.

Era il capo del collegio di sacerdoti, i pontefici, che presiedevano alla sorveglianza e al governo del culto religioso.

Essere quindi Pontefice significava presiedere e all’occorrenza pilotare le decisioni dei collegi sacerdotali nell’esercizio delle loro funzioni.

Costantino capisce che in Oriente questa nuova religione ,come in occidente fiorisce e benchè una certa storiografia ha tentato di dipingerlo come un imperatore “cristiano” sin dai suoi arbori studi accurati hanno dimostrato che ,come molti altri del suo tempo il cristianesimo personale di Costantino ha una certa accuratezza in vecchiaia ma da fine uomo politico garantì la libertà religiosa per tutti i culti, tra cui il cristianesimo. Di fatto però il cristianesimo fu per Costantino la religione da “sostenere” come fattore di unità per il suo Impero ,visto la diffusione capillare nel suo impero.

Sia Costantino, sia i suoi consiglieri, erano giunti alla conclusione che in una società profondamente frammentata, soltanto i cristiani possedevano , con la loro religione , un'organizzazione efficiente e coerente. Questa alla lunga avrebbe potuto saldare insieme i vari elementi conflittuali del popolo, per trasformarli nella solidarietà nazionale tanto necessaria per portare avanti la politica dell'Impero.

Quella di Costantino fu una vera e propria operazione politica in grande stile, che determinò la presa di possesso dell'intero apparato ecclesiastico da parte dello Stato.
A conforto di queste opinioni, narra Eusebio che l'imperatore avrebbe detto a commento del suo editto: «Io speravo che, se fossi riuscito a stabilire un accordo generale religioso, l'amministrazione degli affari pubblici se ne sarebbe avvantaggiata» [Cit. da Campolieti G., Le sante bugie, Bari, 1993, p. 117].

A quel tempo i vescovi erano dipendenti statali, ricevevano dall’imperatore uno stipendium.

I vescovi ovviamente osannano questo imperatore così prodigo di elargizioni per la chiesa con tutta una serie di benefici che ne derivavano.

L’atteggiamento di Costantino è tollerante verso le varie correnti cristiane, lui non è un teologo , è piuttosto un uomo che tende ad appianare le divergenze come mediatore tra le parti invitando al dialogo e a un accordo , difatti sotto il suo regno convoca lui stesso il Concilio di NICEA per derimere la questione ariana sulla divinità di Cristo , precedentemente era intervenuto per regolare la controversa donatista in Africa. A quel tempo egli esercita potere assoluto su tutto e tutti, chiesa compresa , e spetta all’imperatore l’ultima parola su tutto.

Una testimonianza di come a quel tempo la chiesa fosse “sottomessa” al volere imperiale ce la fornisce Costanzo II figlio di Costantino che scrivendo una lettera a più di 400 vescovi riuniti a Rimini in concilio ricorda loro : “sui vescovi e le questioni della Chiesa orientale non avete assolutamente nulla da decidere a Rimini», poiché «nessuna decisione infatti può avere alcuna forza giuridica, se ad essa fin d'ora la Nostra volontà nega ogni importanza e ogni carattere d'obbligatorietà» [Cit. Rahner H., Chiesa e struttura politica nel Cristianesimo primitivo, Milano, 1990, pp. 78.]

Come vediamo chiaramente a quel tempo la chiesa tutta è sottomessa all’autorità politica .
Ma come fa la chiesa cattolica o la parte di essa che si definiva catholikos a imporsi sulle altre correnti cristiane appena 30 anni dopo?

Diciamo subito che il concilio di NICEA DOVE VERRà accolta la tesi della consustanzialità del Figlio rispetto al Padre , tenuto sotto Costantino, pur adottando un credo comune lascia parecchi scontenti e tali dispute si trascineranno per molti anni ancora con altri concili che cercheranno di trovare nuove formule di compromesso per accontentare un po tutti ,date le divisioni permanenti,ricordando che la visione ariana era particolarmente forte in oriente , mentre le chiese occidentali e la diocesi Alessandrina tendevano ad avere una visione comune sulla consustanzialità Padre-Figlio.

Sotto il figlio di Costantino, Costanzo II L’ARIANESIMO TROVA NUOVA LINFA essendo lo stesso imperatore un ariano convinto e questo fa si che l’imperatore promuova e convochi concili per venire a smussare ulteriormente le differenze e per trasformare il credo niceano e portarlo su posizioni più vicine all'arianesimo


A parte la breve parentesi dell’imperatore Giuliano che tenta in qualche modo di restaurare il paganesimo tutti i suoi successori saranno imperatori “cristiani”che sostenevano questo o quella corrente cristiana in cui erano stati educati oppure con cui avevano rapporti di reciproco interesse , continuando a fare donativi alle chiese ,esentandole dalle tasse e dando una serie di ulteriori vantaggi al clero.

La svolta significativa e che mette definitivamente a tacere ogni dissenso religioso in seno alle chiese primitive ,non avviene per guida dello spirito santo che spande amore e comprensione tra le parti, ma è ancora una volta il bracco secolare o l’imperatore del tempo che determina definitivamente quale sia il credo ortodosso da seguire.

Questo imperatore è Teodosio, uomo tutto d’un pezzo , militare di carriera, nato in Spagna, dunque un occidentale chiamato a raddrizzare la situazione in oriente dopo il disastro di Adrianopoli dove l’esercito romano d’oriente con il suo imperatore Valente , ARIANO PURE LUI,viene annientato dai Goti che adesso sciamamo in Mesia , L’ODIERNA Bulgaria minacciando la stessa capitale d’Oriente Costantinopoli.

Teodosio che è un cristiano occidentale giunto al potere e rientrato a Costantinopoli dopo aver arginato l’orda barbarica si affretta a porre definitivamente fine a queste controversie religiose fra teologi grecizzati promulgando il famoso editto di Tessalonica del 380 D.C con il quale il Credo Niceno diveniva la forma unica di intendere la divinità e la chiesa diviene Chiesa di stato .

La nuova legge riconosceva esplicitamente il primato delle sedi episcopali di Roma e di Alessandria in materia di teologia; grande influenza avevano inoltre i teologi di Costantinopoli, i quali, essendo sotto la diretta giurisdizione dell'imperatore, erano a volte destituiti e reintegrati in base al loro maggiore o minore grado di acquiescenza ai voleri imperiali.

Teodosio impone per decreto che da quel momento in poi tutti si dovevano adeguare a diventare"Christianorum catholicorum nomen" NEL LORO CREDO CRISTIANO, PENA, L’IRA IMPERIALE E UNA SERIE DI SANZIONI CHE POTEVANO PORTARE ALLA MORTE STESSA., pene specificate nei successivi decreti che attuavano e spiegavano l'editto.

Come spiega il Prof Filoramo l'editto di Tessalonica è ritenuto importante dagli storici in quanto diede inizio a un processo in base al quale «per la prima volta una verità dottrinale veniva imposta come legge dello Stato e, di conseguenza, la dissidenza religiosa si trasformava giuridicamente in crimen publicum: ora gli eretici potevano e dovevano essere perseguitati come pericolo pubblico e nemici dello Stato»( La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori, Laterza, Bari-Roma 2011, p. xii).

Questa breve disamina per mostrare come le cose di fede spesso sono figlie di avvenimenti politici, il credo niceno-costantinopoliano trinitario esiste ancora oggi perché un imperatore lo ha imposto per mettere fine alle lacerazioni di una chiesa divisa.

Lo sforzo di TEODOSIO ebbe un relativo successo, da quel momento in poi LA QUESTIONE DELLA CONSUSTANZIALITà DEL Padre con il Figlio doveva essere accettata per legge e si aggiungeva adesso anche lo spirito santo oltre 60 anni dopo il primo concilio di NIcea che non lo cita affatto nella consustanzialità del Padre con il Figlio, a dimostrazione di come questo credo si sia concretizzato nel corso di molto tempo e infinite dispute.

ANCORA OGGI tale concezione divina non è universalmente accettata anche se il credo trinitario resta maggioritario nel mondo cristiano.
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