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Guardie armate sequestrano pane negli ospedali

Pubblicato il 30/03/2018
Ultima modifica il 30/03/2018 alle ore 13:03
davide lerner
Tel Aviv

«L’idea che ci siano delle guardie armate che sequestrano il pane, perlopiù all’ingresso degli ospedali, è pura follia», dice Itai Shavit, un giovane medico trentaduenne dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv. «Non abitiamo in Iran, e gli ospedali non sono delle sinagoghe». Oggi inizia la settimana della pasqua ebraica e in Israele le case dei religiosi vengono svuotate di qualsiasi cibo lievitato. Per ricordare la fuga dall’Egitto, quando nella fretta gli ebrei non potevano trasformare le azzime in pane, è tradizione rispettare le stesse privazioni alimentari. Ma che gli ospedali pubblici debbano istruire il proprio personale di sicurezza affinché sequestri il “chametz”, cioè le pietanze proibite, agli ingressi, è una richiesta che ha fatto molto discutere.

All’entrata dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv campeggiano poster con le immagini della matzah, il pane azzimo della festa, con la scritta «vi auguriamo una pasqua felice e kasher».

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