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Gli scatti di guerra fanno ripensare la storia dell’umanità


Due reporter in zone di guerra: volti, armi, occhi, soldati ... polvere, sangue, vita e morte. Click. Avete fotografato lo scenario? Kosovo, Sud Sudan, Siria, Afghanistan, Ucraina ... Click. La mostra s’intitola «aRma il prossimo tuo» ed è al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.



Vedo i 110 scatti di Roberto Travan e Paolo Siccardi: molti dimostrano la fede, Dio, il sottile filo che lega le persone che sanno di morire ad un Credo. Click.
Osservo foto di guerra, foto di moschee, di croci, di rosari: segni di Dio vero.
Io non so come si possa sentire una donna, un uomo che vede solo orrore, che ha perso tutto, che sa di dover morire perché è il più delle volte inevitabile se vivi in un paese in guerra. Io non so come si possa sentire un soldato, un giornalista, un reporter che vede orrore, che guarda negli occhi questi civili. Ma so per certo che il loro sentire non è così diverso e che un Dio c’è.

Qui si vedono foto di uomini a cui spesso insieme agli arti hanno amputato l’anima e non importa se siano civili o soldati. Sono uomini. Si, Dio c’è eccome. E’ il filo che li lega, in trincea, nelle chiese, nelle moschee, è l’espressione del valore della fede in quelle zone di conflitto.
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Non è una mostra sulle guerre di religione ma sulla storia degli uomini ed è densa di significato

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...le tue proprie consolazioni vezzeggiavano la mia anima
salmo 94:19