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Nuovo studio critica l’esame al carbonio 14 che data il Lino al Medioevo


Pubblicato il 03/05/2018
Ultima modifica il 03/05/2018 alle ore 10:51
andrea tornielli
ROMA

A trent’anni dalla datazione della Sindone con la tecnica del radiocarbonio, emergono nuovi dubbi sull’affidabilità di quel risultato, secondo il quale il lenzuolo che porta impressa l’immagine del corpo di un uomo flagellato e crocifisso come Gesù sarebbe in realtà un tessuto risalente all’epoca medioevale. Se ne parlerà all’incontro annuale del comitato scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia, il 5 e il 6 maggio a Chambéry, in Savoia, con medici, fisici, chimici, storici e biologi internazionali. Tra questi Paolo Di Lazzaro, dirigente di ricerca dell’Enea di Frascati, che nel suo intervento ricorderà come «il calcolo che trasforma il numero di atomi C-14 nell’età di un tessuto» presenti «maggiori incertezze rispetto ad altri campioni solidi (ossa, manufatti, etc.) a causa della maggiore permeabilità del campione tessile agli agenti esterni (digestione batterica, muffe, sporcizia)».

Non è un caso, spiega di Lazzaro, che Beta Analytic, una delle ditte più rinomate per la datazione C-14, sia oggi prudente riguardo l’affidabilità della datazione dei tessuti con questa tecnica, «riconoscendo che i campioni tessili necessitano di maggiori precauzioni rispetto agli altri materiali». In particolare, Beta Analytic dichiara che «la datazione di tessuti si effettua solo nell’ambito di una ricerca multidisciplinare», e che «i campioni prelevati da un tessuto trattato con additivi o conservanti generano un’età radiocarbonica falsa». La Sindone in passato è stata in contatto con materiali conservanti e anti-tarma, che potrebbero dunque aver falsato la datazione.

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