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Steve Killelea, imprenditore dell’informatica, ha creato uno strumento per misurare e capire un fenomeno complesso come la pace

Pubblicato il 29/08/2018
Emanuele Bompan

Steve Killelea ha sempre desiderato pesare il significato di pace del mondo. «Se possiamo quantificarla possiamo capirla», è il suo motto. Australiano, imprenditore di successo nel mondo dell’informatica, guru del business a solo 30 anni, nel 2007 ha creato l’ Institute for Economics & Peace (IEP), un think tank globale con sede a Sydney, Australia, e sedi a New York City, Mexico City e l’Aia The Hague. Il lavoro più noto dello IEP è l’Indice della Pace Globale, un testo di riferimento nel mondo della diplomazia, della cooperazione e dei think tank di tutto il mondo, che ha proprio lo scopo di misurare gli impatti della violenza e delle guerre in 162 paesi del mondo.

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Durante i dodici anni di pubblicazione dell’Indice quali mutazioni ha notato?

Indubbiamente tra tutte le cose che sono peggiorate, abbiamo notato un forte aumento dei livelli di terrorismo. Quello globale ad esempio è aumentato di quasi il 250%. Le guerre e il terrorismo hanno costretto oltre 65 milioni ad abbandonare le proprie case. I conflitti intestini hanno visto un aumento dei profughi di oltre il 700%.

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