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Uno dei maggiori poeti russi del XX° secolo

it.wikipedia.org/wiki/Nikolaj_Zabolockij


Baviera rossa

In un fitto paradiso di bottiglie,
dove da tanto tempo le palme sono secche,
giocando sotto la luce elettrica,
una finestra galleggiava in un boccale;
brillava sulle pale,
poi si sedeva, si appesantiva;
sopra di essa turbinava il fumo della birreria. . .
Ma questo non si puo` descrivere.
E in quel paradiso di bottiglie
sull’orlo di uno sghembo palcoscenico
le sirene tremavano. Si erano prese
gli occhi in garanzia.
Avevano allungato ai cieli
le mani smaltate
e mangiavano panini dalla noia.
Le porte ruotano sulle catenelle,
la gente cade dalle scale,
scrocchia come camicia di cartone,
fa un girotondo con la bottiglia;
una sirena pallida dietro al banco
versa liquori agli avventori,
storce gli occhi, va e viene,
poi, con la chitarra tra le mani,
canta in disparte, canta l’amato:
di come lei lo nutriva,
di come, dolce sul corpo e crudele,
si conficcava il laccio di seta,
di come versava il whisky nei bicchieri,
di come dalla tempia sfondata,
schizzando il petto straziato,
si era d’un tratto accasciato. Che angoscia,
e tutto cio` che lei cantava
si faceva di gesso nel boccale.
Anche gli uomini gridavano,
barcollavano per i tavoli,
lanciavano in alto al soffitto
fiori e strepiti in parti uguali;
ecco uno che si morde la lingua,
un altro grida: io sono un piccolo gesu, `
ammiratemi, sono in croce,
ho chiodi sotto l’ascella e dappertutto. . .
Una sirena gli si avvicina,
gli si mette sulle ginocchia,
e un furioso conclave di boccali
si accende come un lampadario.
Gli occhi caddero come pesi,
infransero un boccale, poi uscì la notte,
e le grasse automobili,
tenendo il Piccadilly sotto braccio,
rotolavano in avanti con leggerezza.
Per l’umidita` crescevano pomodori,
e caduta in basso
ecco la Baviera rossa come un tramonto
poggiarsi su fondi di boccali,
mentre oltre la finestra, di la` nel tempo
un lampioncino brillava su un palo.
E` il Nevskij tra noia e scintille,
ha cambiato pelle durante la notte,
osannato da sonnolenti clacson,
sopra il bar ha scosso l’insegna;
e ai fischi di Hermandad,
tra nebbia, folla e benzina,
si libra sopra la torre una sfera alata
e il nome “Singer” porta in alto

Agosto 1926
[N. Zabolockij, “Krasnaja Bavarija”, Idem, Polnoe sobranie stichotvorenij
i poem, Sankt-Peterburg 2002, pp. 311-312. Traduzione di Marco
Caratozzolo]

[Modificato da Chameleon. 07/12/2018 15:27]