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"Giuseppe, che raffigurava anch'egli Cristo, e non solo per questo motivo (non voglio dilungarmi) che soffrì la persecuzione ad opera dei fratelli per la grazia di Dio così come Cristo la soffrì ad opera dei Giudei, suoi fratelli nella carne, quando viene benedetto dal Padre anche con queste parole: di toro è la sua bellezza, corna dell'unicorno sono le sue corna, con esse egli getterà in aria le genti fino al termine della terra (a) – dunque, l'unicorno non indicava il rinoceronte, né la bestia a due corna il minotauro, ma in lui era significato Cristo, toro per l'una e l'altra disposizione, per alcuni feroce in quanto giudice, per altri mansueto in quanto salvatore, le cui corna erano le parti estreme della croce. [ 4 ] Infatti, anche nel palo che fa parte della croce, le estremità sono chiamate corna, e unicorno è chiamato il palo centrale dello stipite. Per mezzo di questa potenza della croce e dotati di corna con questo significato, anche ora Egli getta in aria tutte le genti nella fede, sollevandole dalla terra al cielo, e anche allora le getterà in aria, abbattendole dal cielo alla terra". (Tertulliano; Opere scelte (1974) UTET; pag. 440)

a Deut., 33, 17.

Come superereste questa "obiezione"?