viceadmintdg1, 10/03/2016 16:01:
Dopo il preambolo di don Fiorino prende la parola
Alessandro Spoto che affronta il tema
dalla croce al palo dicendo:
I Testimoni di Geova affermano che Gesú Cristo non è morto in croce, ma bensí su un palo verticale. Tuttavia anche i tdG in passato utilizzavano la croce e lo consideravano lo strumento della morte di Gesù Cristo. Esso compariva anche sulla copertina della Torre di Guardia. Fu così ai tempi di Russell e anche ai tempi del II presidente Rutherford fino al 1928 (L’arpa di Dio, 1921, pp. 114,143; La creazione, 1927, p. 272).
Dopo il 1928 Rutherford cambiò idea e rigettando la croce come simbolo pagano iniziò ad insegnare la morte Gesù su un palo verticale con un solo chiodo per le 2 mani e uno solo per i 2 piedi.
Ringraziamo lo Spoto per questa narrazione assolutamente imparziale della questione!
Faccio notare che se il giudice Rutherford "cambio' idea" nel 1928, e da allora i tdG non hanno piu' "cambiato idea", rapportato alla scala temporale di 2'000 anni di cattolicesimo equivarrebbe ad un "cambio d'idea" avvenuto circa nell'anno 482. Dal 482 ad oggi i tdG sarebbero perfettamente coerenti col loro punto di vista.
Spoto:
Ma dai Vangeli comprendiamo che tale posizione è sbagliata. Infatti il titulus, ossia il cartello con la causa della pena scritta sopra che nelle pubblicazioni del Corpo Direttivo è posta sopra le mani di Cristo, fu posta in realtà sopra la testa e non sopra le mani: «Al di sopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: Questo è Gesú, il re dei Giudei» (Mt 27:37).
E' da riconoscere anche il fatto che lo Spoto non manca di fantasia.
Secondo lui infatti porre un cartello "sopra la testa" di un condannato escluderebbe automaticamente la possibilità di porlo anche al di sopra delle mani.
Considerato che l'esecuzione del Cristo, per come è narrata nei vangeli, è una delle pochissime in cui si parla del "titulus", sarebbe interessante sapere come mai lo Spoto esclude la posizione delle mani raffigurata nelle riviste del t.d.G.
Spoto:
Dai Vangeli si evince quindi che il Signore Gesú morí su una croce con le braccia aperte e le sue mani furono inchiodate separatamente, con un chiodo per ogni mano, e la scritta posta sopra il Suo capo.
Inoltre il Vangelo di Giovanni ci narra l’episodio in cui Gesú Cristo risorto appare ai discepoli. Tommaso, che non era stato presente dice: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò» (Gv 20:25).
Il testo parla di chiodi al plurale e non «del chiodo» come avrebbe dovuto esprimersi Tommaso se Gesù fosse stato appeso al palo con le mani sovrapposte. La contraddizione è facilmente risolvibile se Cristo è morto su una croce a doppio braccio ricevendo un chiodo per ogni mano.
La fantasia dello Spoto si conferma essere molto fervente.
Secondo lui infatti il carnefice non avrebbe mai potuto usare piu' di un chiodo per inchiodare mani e piedi del Cristo ad un palo.
Probabilmente ignora, il nostro Spoto, che l'unico ritrovamento di uomo crocefisso in Palestina presenta un chiodo conficcato
lateralmente nel piede del condannato. Se dovessimo dare retta alla fantasiosa ricostruzione dello Spoto, questo poveretto non sarebbe affatto morto "crocefisso" in quel modo, semplicemente perché la sua ricostruzione non lo prevede.
Simon