La Bibbia ci dice che si sarebbero fatti sforzi per apporre il marchio di questa composta, imperfetta, difettosa organizzazione politica dominante sulla fronte e sulla mano degli uomini, che non avrebbero potuto “comprare o vendere” a meno che si identificassero nell’appoggio mentale e nell’attività come schiavi e adoratori della bestia selvaggia. (Riv. 13:16, 17) I governanti politici esercitano dunque pressione fino al punto da rendere quasi impossibile l’esistenza a quelli che rifiutano di adorare loro o lo Stato politico. Ciò è molto evidente nella crescente ondata di nazionalismo.
Ai giorni di Roma le persone dovevano bruciare incenso all’imperatore. Oggi un crescente numero di governanti richiedono l’adorazione di sé o delle loro bandiere, mettendo il loro governo politico più in alto del regno di Dio, come un ex dittatore del Ghana, che eresse una statua con un’iscrizione tale che i suoi sudditi dovevano ‘Cercare prima il regno politico e tutte le altre cose sarebbero state loro aggiunte’. Il famoso storico inglese Arnold J. Toynbee, disse del nazionalismo:
“È uno stato mentale in cui rendiamo la nostra suprema lealtà politica a una parte della razza umana, alla particolare tribù a cui apparteniamo. Nella misura che siamo fatti prigionieri da questa ideologia, sosteniamo che il massimo bene politico per noi è l’indipendenza sovrana della nostra propria nazione; che la nostra nazione ha il diritto morale di esercitare la sua sovranità secondo ciò che crede siano i suoi propri interessi nazionali, indipendentemente dalle conseguenze che ciò può recare alla maggioranza straniera della razza umana; e che è nostro dovere, come cittadini del nostro paese, sostenere il nostro paese, a ragione o a torto”.
Fonte