Confutazione servizi denigratori sui tdG delle Iene (2016)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
EverLastingLife
00martedì 1 marzo 2016 13:02
seconda puntata (1-3-2016)


INDICE

INTRODUZIONE

A) Il valore probatorio del servizio di Pelazza.

B) Frittura di paranza apostata (pot-pourri di scempiaggini assortite)

C) La 'regola dei due testimoni'

D) Gli anziani 'dovrebbero informare le autorità'?

E) avvertire la filiale di Roma: falsi scandali (ed errori logici)

F) altro 'scandalo' fasullo: la riservatezza.

G) Pelazza e l' "Australian Gate"

H) Pelazza contro Pelazza: disassociazione si o no?

I) Le Iene e le "storie tese"

L) Conclusioni


_________________________________________________________________________

Nel 3D linkato di seguito avevamo 'polverizzato' il servizio-spazzatura del programma comico/trash Le Iene contro i testimoni di Geova, andato in onda il 31 gennaio. Si è trattato di un vera e propria farsa, rivelatasi a posteriori un terrificante boomerang per i pochi illusi che speravano riuscisse a fare il gioco dei nemici dei testimoni di Geova.

LINK ALLA CONFUTAZIONE DELLA PRIMA PARTE (puntata del 26.1.2016):

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/11234242/Confutazione-servizio-denigratorio-sui-tdG-delle-Iene/discussi...

Ci eravamo però lasciati con una nota di ottimismo, che riporto qui di seguito (link)



Alla fin fine magari Pelazza è un buon diavolo. Ho sentito parlare di una seconda puntata sull'argomento tdg. Non so se e quando uscirà. In ogni caso mi aspetto che, col 'casino' combinato dopo la prima, Pelazza esordisca dicendo qualcosa come: "la volta precedente abbiamo detto un mucchio di cavolate. Non solo nei particolari, ma anche nei punti importanti. Ad esempio non è vero che i testimoni subiscono il lavaggio del cervello, dato che quest'ultimo è stato sconfessato come inesistente dagli psicologi seri che saranno almeno quarant'anni. Inoltre non è vero che le denunce penali fra testimoni di Geova siano vietate e nemmeno che siano scoraggiate. Abbiamo scelto le fonti sbagliate (fuoriusciti e psicologi che credevamo preparati e/o aggiornati), e ce ne scusiamo con la platea televisiva"

Inoltre mi aspetterei un servizio serio (non 'favorevole ai testimoni di Geova', ma serio). Ovvero con le seguenti caratteristiche: 

- nessuna intervista a fuoriusciti; le voci critiche sono credibili solo se registrate esternamente al gruppo, potendo vantare quello che i massmediologi chiamano 'distacco consapevole'; 
- nessuna ripresa a telecamera nascosta, o con volti oscurati, o con le voci alterate elettronicamente; 
- nessuna ricostruzione registica, fasulla o persino ridicola, come quelle viste nella prima puntata, specie se (ingannevolmente) spacciata per ripresa reale; 
- nessuna dichiarazione in merito alle nostre direttive che non sia supportata da fonti ufficiali e aggiornate; 
- interviste civili e realmente bipartisan, e non agguati all'angolo della via. 



Sono certo che la lezione sia servita al Pelazza, e che tutti i punti su elencati saranno onestamente presi in carico. Non esiste altra possibilità di evitare ulteriori figure meschine, e del resto, come insegnano nelle parrocchie rionali, errare è umano, perseverare è diabolico.
EverLastingLife
00martedì 1 marzo 2016 13:24

Altri due link utili sulle Iene a discussioni di questo forum, che sono stati letteralmente sommersi di visite, permettendoci di risalire nella classifica di popolarità di FFZ.

Le "Iene" fanno del giornalismo serio, o quantomeno costituiscono una attendibile fonte di informazioni?

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=...

I servizi delle "Iene" hanno un impatto sull'opera di proselitismo dei testimoni di Geova?

testimonidigeova.freeforumzone.leonardo.it/d/11237830/Sondaggio-sui-servizi-denigratori-delle-Iene-del-2014/discussi...

EverLastingLife
00mercoledì 2 marzo 2016 00:54

INTRODUZIONE

La prima puntata del 'servizio' delle Iene era un tale agglomerato di castronerie che la sua puntuale confutazione ha richiesto un lavoro certosino e paziente. Naturalmente Pelazza si è guardato bene dall'ammettere la congerie di cretinerie che avevamo rilevato nella prima parte, e ci può stare. Ma la lezione gli sarà servita almeno per partorire un risultato migliore?

Ebbene, Pelazza ha superato sé stesso: è proprio vero che al peggio non c'è mai fine. Non l'avrei mai detto. Sarà probabilmente che ben pochi prendono sul serio 'le Iene', che sono da ogni parte considerati l'antitesi del giornalismo propriamente detto e della serietà d'informazione, e quindi, comprensibilmente, il programma comico trash di Italia 1 in vistoso calo d'ascolti non si fa più alcuno scrupolo a produrre qualcosa che ricordi vagamente una inchiesta attendibile.

Ma tant'è: in un quarto d'ora di girato non è stato capace di mostrare UN SOLO VOLTO in chiaro di qualcuno che esponesse con coraggio le proprie accuse, che fosse vittima, testimone, ex-tdG o tdG praticante, niente da fare: Pelazza e la sua claque si illudono che mostrare una quindicina di attori (l'ho sottolineato, qualora non fosse chiaro) coi connotati alterati da ombre e altre bambinaggini (incluso un sedicente tdG che si fa riprendere con la maschera di Anonymous, che risate) sia un "servizio di denuncia".

Così, fra facce oscurate o buffe, voci efebiche e teste incappucciate, vola via la prima metà del servizio, ma il meglio ci aspetta nella seconda: incredibile ma vero, in quanto ad approssimazione, qualunquismo e ciarlataneria nelle citazioni testuali "Le Iene" battono sé stesse. Di nuovo il Pelazza continua a blaterare che le denunce penali per abusi su minori non sarebbero consentite, circostanza che abbiamo già sonoramente smentito e con prove documentate, e per 'dimostrarlo' esibisce estratti casuali da circolari varie: un ritaglio qui, un altro là, per produrre un effetto-mosaico che vorrebbe fare impressione senza nemmeno riuscirci, e che non riesce a dimostrare, nemmeno minimamente, la tesi che espone.


Veniamo al dunque: il Pelazza ha messo insieme due circolari, quelle del 9 aprile 2012 e del 6 novembre 2014.

- la prima (9 aprile 2012) ha per oggetto "Procedure da seguire nelle questioni di natura legale"; al paragrafo 4 dice testualmente (grassetto mio):


"Le istruzioni per trattare i casi di abusi su minori sono state fornite in corrispondenza specifica. Siamo invece lieti di inviarvi un compendio delle istruzioni su come affrontare gli altri problemi di congregazione che riguardano questioni di natura legale."



Ergo, non ha niente a che vedere con i casi di abusi su minori, per i quali si rimanda ad un'altra circolare, datata 1 ottobre 2012 ("Abusi su minori").

Ora, sembrerà strano che chi ha girato sottomano al Pelazza la circolare del 9 aprile, della quale questi mostra un minuscolo ritaglio (accuratamente delimitato) alla camera, non abbia approfittato per passargli anche quella del 1 ottobre. La ragione è presto detta: la circolare del 1 ottobre non presta il fianco ad alcuna critica, perché non vieta, né scoraggia le denunce penali nei casi di abusi, né suggerisce in alcun modo che rivolgersi alle autorità sarebbe indice di scarsa fedeltà o maturità; non dice niente di niente sull'argomento denunce, zero assoluto. E' quindi ovvio che se il Pelazza se l'è ritrovata in mano, come penso sia avvenuto, non avrà potuto fare altro che constatare la sua assoluta inutilità ai fini del suo servizio-trash e quindi avrà dovuto metterla da parte.

- la seconda circolare è datata 6/11/14. Il Pelazza cita come uno scandalo il fatto che non sia consentito diffondere informazioni private in modulazione di frequenza. Sono qui all'una del mattino a cercar di capire cosa vi sarebbe di 'mostruoso', ma Pelazza dev'essere un nostalgico di Radio Londra ed evidentemente le sue predilezioni sfuggono alla mia sensibilità. Anche di questa circolare comunque si limita a mostrarci un frammento papiraceo (sempre ritagliato con precisione chirurgica), che nella sua versione completa legge (grassetto mio):


"occasionalmente vengono indette delle adunanze la cui natura è confidenziale. Ad esempio, la filiale potrebbe organizzare delle scuole per anziani di congregazione e servitori di ministero da tenere nelle Sale del Regno. In tali occasioni, è consentito utilizzare microfoni senza fili, a condizione che il programma non raggiunga nessuno al di fuori dell’aula e/o dell’uditorio previsto. Se nella Sala del Regno è installato un trasmettitore FM, accertatevi che durante le adunanze riservate sia tenuto spento."



Anche questa citazione dunque non ha niente a che vedere con gli abusi su minori: l'argomento è infatti la riservatezza da tenersi alle adunanze tenute con i soli anziani. Pelazza però, furbamente (?), mostra della circolare solo questo brano, incomprensibile se tolto dalla sua sede contestuale, e per pochi istanti:

[IMG]http://i63.tinypic.com/34e22wm.png[/IMG]


Constato 'a volo d'uccello' altre corbellerie; ad esempio, di nuovo il Pelazza come i fuoriusciti asserisce (demagogicamente) che gli 'anziani' dovrebbero incoraggiare le vittime di abusi a denunciare i presunti abusatori, o addirittura farlo essi stessi. L'idiozia di questa presunzione è TOTALE, come abbiamo discusso a tutti i livelli di profondità (vedi qui). Altrettanto in odore di idiozia è "sconvolgere" gli spettatori con la 'rivelazione' per cui, nei casi di abusi sessuali, gli anziani dovrebbero contattare subito il proprio ufficio legale: anche questa è una normalissima prassi seguita ovunque, e non c'entra un bel niente con una eventuale denuncia penale dei diretti interessati che possono fare quel che gli pare.

Parimenti non ha nessuna rilevanza con le denunce la cosiddetta regola dei due testimoni. I genitori delle vittime possono denunciare i presunti abusatori se vogliono, non importa che i testimoni siano uno, due o cinquanta. I "due testimoni" servono solo da tutela agli accusati, i quali, intesi come esseri umani, non hanno meno diritti delle presunte vittime, e che sono anch'essi PRESUNTI fino a prova contraria. La regola dei due testimoni fa da nulla osta ad un procedimento giudiziario, ossia alla disassociazione. Che appunto non può avvenire senza almeno due testimoni di un fattaccio. Ma... non sono proprio i demagoghi a dire che la disassociazione è disumana, umiliante, ostracizzante?

In principio ho pensato che questa lunga premessa valesse anche come conclusione, e probabilmente è così. Come ripeto, mentre l'altra volta vi era almeno un cumulo di fesserie che ci siamo in qualche modo divertiti a confutare, qui - a parte i rilievi già esposti - non riesco a trovare un solo fotogramma degno di un ulteriore investimento di tempo. Pelazza ad esempio intervista una anonima qualsiasi che parla di abusi subiti nell'infanzia, la quale potrebbe essere chi afferma di essere, come potrebbe essere mia zia in incognito; questa assurda procedura vale qualcosa come argomento di dibattito? Merita una 'confutazione'? Merita una 'confutazione' uno che dice che il vangelo di Matteo è stato scritto 2500 anni fa? Merita una 'confutazione' chi si avvale della consulenza di una psicologa (la sig.a Tinelli) che, nell'anno di grazia 2016, parla di 'plagio mentale'? Merita una 'confutazione' un 'reporter' che non è in grado di produrre documenti completi e identificabili, ma solo un collage di citazioni artefatte, e che riusciamo a smantellare in venticinque secondi? Merita una 'confutazione' qualcuno che rappresenta, in modo teatrale, come uno spauracchio la circostanza per cui gli anziani dei testimoni di Geova sarebbero tenuti al segreto delle informazioni ricevute in via confidenziale, senza considerare che la riservatezza è attestata dappertutto (nel commercio, nell'amministrazione pubblica, nella gestione aziendale, nelle commissioni degli esami scolastici, nella moderaziome dei forum su Internet, a tutti i livelli delle gerarchie ecclesiastiche) come criterio fondamentale e inderogabile dell'esercizio delle proprie funzioni?

Razionalmente parlando, non ci sarebbe quindi da aggiungere davvero nient'altro. Poi però ha prevalso l'amor di dibattito, e ci siamo lanciati nella confutazione anche del secondo servizio-spazzatura di Pelazza.

Beemot!
00mercoledì 2 marzo 2016 10:53
Complimenti a EverLastingLife per l'accurata disamina dell'ennesimo servizio tarocco!
Quanto rode ai nostri oppositori questo forum.... [SM=g27988]
EverLastingLife
00mercoledì 2 marzo 2016 11:08

Avevamo posto questa condizione come propedeutica ad un servizio meno ridicolo del precedente:



- nessuna ripresa a telecamera nascosta, o con volti oscurati, o con le voci alterate elettronicamente



Com'è andata?



A) Il valore probatorio del servizio di Pelazza.


Non so se avete presenti quelle striscioline di plastica, o di carta, che vengono messe come imbottitura nelle scatole contenenti oggetti frangibili (come i bicchieri di cristallo) per evitarne la rottura nel trasporto. Ecco: esattamente di questo materiale sono fatti per lo più i servizi di denuncia delle Iene. Di "niente".



Pelazza, che sul finire del servizio fa il predicozzo su magistrati e tribunali, dovrebbe sapere che le interviste anonime possono compiacere i forcaioli dei forum dei fuoriusciti, ma non hanno il minimo valore come elemento di prova. Per dimostrare una tesi, specie se questa consiste in gravi accuse rivolte a persone od organizzazioni la cui colpevolezza è appunto da dimostrare, è necessario produrre prove 'in chiaro': volti, voci e coordinate anagrafiche di persone chiaramente individuabili.

Ma il fatto che le persone si presentino come vittime di abusi sessuali (o di ricatti, o di altri danni) non le costringe in qualche maniera all'anonimato? Questo pietoso argomento presenta almeno due gravi errori:

- primo, è una cosiddetta 'petizione di principio', cioè assume sé stessa come premessa. Infatti, se un accusatore non produce prove inconfutabili di quanto va dicendo (ad esempio, che subisce ricatti psicologici), può nello stesso tempo utilizzare tale accusa indimostrata come giustificazione del proprio anonimato? Il serpente si morde la coda.

- secondo, è un ragionamento ipocrita, perché da un lato una possibile vittima di abusi (di qualsiasi genere) ritiene di salvaguardare la propria dignità rifiutandosi di apparire in pubblico, dall'altro sottrae questo stesso diritto agli odiati testimoni di Geova, che tenta di mettere pubblicamente alla berlina con le sue accuse anonime. I testimoni di Geova hanno dunque meno diritti umani dei propri detrattori?


Ma è questo che conta, alla fin fine: Pelazza, attori vari e fuoriusciti al gran completo sanno benissimo che un servizio del genere non vale 'niente' come elemento di prova: non serve a nulla, qualsiasi magistrato reagirebbe (come minimo) con una sonora risata. Ma l'unico risultato che importa traguardare (la gogna mediatica cui vorrebbero sottoporre i testimoni di Geova) è, nelle loro illusioni, pienamente raggiunto. Essi sperano che a scuola, sul lavoro, nella loro opera di proselitismo, nei condomini, ovunque possibile, i testimoni di Geova siano irrisi e maltrattati, o quanto meno guardati con 'sano' sospetto, da iniziative come questo 'servizio giornalistico'. Di rendere onore alla realtà dei fatti, non gliene frega niente.



Ora proviamo ad elencare le persone 'in chiaro' che Pelazza mostra nel filmato, escluso se stesso e i due personaggi della puntata precedente.

Peraltro, come si vedrà, malgrado l'inquietante scritta 'abusi sessuali' che campeggia in cima allo schermo dal primo all'ultimo secondo del filmato, appena due di esse - entrambe anonime - parlano di abusi ricevuti.


Intervistato #1:

[IMG]http://i68.tinypic.com/aaaqg5.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #2:

[IMG]http://i63.tinypic.com/sqnivq.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE


Intervistato #3:

[IMG]http://i64.tinypic.com/fbjrc1.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #4:

[IMG]http://i66.tinypic.com/hrhv8p.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #5:

[IMG]http://i68.tinypic.com/2v0o6kp.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE

N.B. costui afferma di essere già disassociato. Perché mai allora si nasconde? Cosa potrebbero fargli i testimoni di Geova, imprimergli a fuoco il logo JW sulla fronte?



Intervistato #6:

[IMG]http://i63.tinypic.com/35mp5iv.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #7:

[IMG]http://i65.tinypic.com/5oxtup.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #8:

[IMG]http://i63.tinypic.com/23w9mr6.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #9:

[IMG]http://i66.tinypic.com/sor6mc.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE



Intervistato #10:

[IMG]http://i65.tinypic.com/15gfipt.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE

NOTA: E' L'UNICA INTERVISTATA A RIFERIRE DI UN EPISODIO (ANDATO A BUON FINE) DI PRESUNTI ABUSI SESSUALI.


Intervistato #11:

[IMG]http://i63.tinypic.com/98t0zk.png[/IMG]

ANONIMO / NON IDENTIFICABILE

NOTA: RIFERISCE DI UN EPISODIO (NON ANDATO A BUON FINE) DI PRESUNTI ABUSI SESSUALI.




_________________________________________________________________________


Totale persone intervistate (o riprese): 11 (undici)

Totale intervistati 'in chiaro': 0 (zero)




Ora pongo una domanda a risposta multipla: quante di queste undici persone anonime riferiscono fatti 'reali'?


[TUTTE]

[E' IMPOSSIBILE DETERMINARLO]



_________________________________________________________________________


Limitiamo ora la nostra attenzione alle 'interviste' che vertono su episodi presunti di abusi su minori, sulle quali è imbastito l'intero 'reportage' (chiamiamolo così).


Totale persone intervistate che riferiscono di abusi sessuali: 2 (due)

Di cui in chiaro: 0 (zero)




E' come stringere la mano a pugno sott'acqua: non ti rimane niente.

_________________________________________________________________________

in presenza di prove dubbie o meglio (come in questo caso) del tutto inesistenti, è legittimo / etico allestire un impianto accusatorio?
admintdg3
00mercoledì 2 marzo 2016 11:20
Interessante il "al massimo che succede? Lo disassociano", riferito al presunto colpevole di pedofilia. Ah, la disassociazione - solitamente ritratta dai fuoriusciti come chissà quale "punizione" - adesso sarebbe non solo giusta ma anche troppo poco, interessante.
Palesemente menzognera l'asserzione dello "scoraggiamento" a denunciare: abbiamo mostrato fior di circolari INTERE che lo dimostrano, non i Power Point rotanti di Pelazza, che agganciano pezzi di circolari completamente slegate tra loro, creando direttive INESISTENTI da dare in pasto all'opinione pubblica assonnata delle 23,30.

In sintesi: manichini anonimi + circolari alterate + concetti da Cina comunista rigettati dall'intera sociologia mondiale.
I primi minuti sembrano un copy->paste dai commenti di un video youtube. Opinioni random chieste ai fuoriusciti che, ovviamente, forniranno il solito ritratto contaminato dal risentimento. Non è un caso che le loro testimonianze siano considerate non degne di attenzione dalla sociologia mondiale: il fatto che solo un programma comico dia loro spazio dice tutto.

Insomma, un servizio demenziale, proporzionato alle aspettative dei detrattori, perennemente con le fette di prosciutto sugli occhi: se ne renderanno conto stavolta? ne dubito.
A loro va bene anche che salti fuori il Mago Otelma a dire che i tdG distribuiscono torroni psicoattivi, e direbbero che è un servizio eccellente e fatto bene [SM=g27987]

Pelazza, liquidato dalla sede centrale con l'importanza (nulla) che si dà ai ragazzini che vanno a suonare i campanelli ad Halloween dicendo "dolcetto o scherzetto", ha ricevuto esattamente il trattamento e l'attenzione che si meritava.

Caro Pelazza, Carnevale prima o poi finisce. Mettiti una mano sulla coscienza e smettila di giocare con gli anonimi (che guardacaso parlano, straparlano, ma...non denunciano mai. Evidentemente sanno che si beccherebbero una controdenuncia per diffamazione) e con i collage rabberciati qui e là per produrre documenti inesistenti.
EverLastingLife
00mercoledì 2 marzo 2016 11:32
Re:
admintdg3, 3/2/2016 11:20 AM:



Insomma, un servizio demenziale, proporzionato alle aspettative dei detrattori, perennemente con le fette di prosciutto sugli occhi: se ne renderanno conto stavolta?



Difendono l'indifendibile.
Aquila-58
00mercoledì 2 marzo 2016 12:44
Re: Re:
EverLastingLife, 02/03/2016 11:32:



Difendono l'indifendibile.




infatti, anche i miei figli (a cui non interessa nessuna religione), che mi avevano bombardato di domande nella puntata di gennaio, stavolta sono rimasti schifati del servizio bis de "Le Iene".

Grazie "Iene", continuate così! [SM=g27987]
Seabiscuit
00mercoledì 2 marzo 2016 12:49
ELL, come sempre
[SM=g1871116]

c'è chi sostiene che, neghiamo l'evidenza. Ma quale evidenza? Ormai sono settimane che aspettiamo (anche in area anonimi) qualcuno con gli attributi che ci indica come LUI agirebbe se fosse un anziano che viene a sapere di un presunto abuso.

Ma guarda che strano, NESSUNO che si presenta! Sono solo "chiacchiere e distintivo"

Parlano parlano tra conigli, ma c'è ne fosse uno che ha il coraggio di venire qua a dirci come farebbe meglio [SM=g27988]
EverLastingLife
00mercoledì 2 marzo 2016 13:23
Re:
Seabiscuit, 02/03/2016 12:49:


c'è chi sostiene che, neghiamo l'evidenza. Ma quale evidenza?



L' "evidenza" dovrebbe essere costituita da interviste anonime in cui vari attori (tali sono, finchè non hanno il coraggio di palesarsi) proferiscono le più assurde amenità coperti da cappucci o maschere di carnevale.

admintdg3
00mercoledì 2 marzo 2016 15:56
Re: Re:
EverLastingLife, 02/03/2016 13:23:



L' "evidenza" dovrebbe essere costituita da interviste anonime in cui vari attori (tali sono, finchè non hanno il coraggio di palesarsi) proferiscono le più assurde amenità coperti da cappucci o maschere di carnevale.





Questa gente si nasconde perché sa bene di avere torto marcio (in riferimento alle accuse lanciate), e anzi rischia querele per diffamazione.

Basta solo chiedersi: quanti degli "intervistati" han fatto causa ai tdG?
Perché non muovono un dito a livello legale, ma passano decenni e trovano accoglienza non in testate nazionali di rilievo, non presso giudici disposti a condannare i tdG, ma solo in un programma comico ormai giunto alla frutta, in vistoso affanno e con problemi di ascolti?

La risposta è chiara: sanno benissimo che i tdG sono legalmente a posto, e che non possono fare altro se non riuscire a rappezzare qualche teatrino poco prima di mezzanotte.
EverLastingLife
00mercoledì 2 marzo 2016 16:12
Re: Re: Re:
admintdg3, 3/2/2016 3:56 PM:

EverLastingLife, 02/03/2016 13:23:



L' "evidenza" dovrebbe essere costituita da interviste anonime in cui vari attori (tali sono, finchè non hanno il coraggio di palesarsi) proferiscono le più assurde amenità coperti da cappucci o maschere di carnevale.





Questa gente si nasconde perché sa bene di avere torto marcio (in riferimento alle accuse lanciate), e anzi rischia querele per diffamazione.

Basta solo chiedersi: quanti degli "intervistati" han fatto causa ai tdG?
Perché non muovono un dito a livello legale, ma passano decenni e trovano accoglienza non in testate nazionali di rilievo, non presso giudici disposti a condannare i tdG, ma solo in un programma comico ormai giunto alla frutta, in vistoso affanno e con problemi di ascolti?

La risposta è chiara: sanno benissimo che i tdG sono legalmente a posto, e che non possono fare altro se non riuscire a rappezzare qualche teatrino poco prima di mezzanotte.



E aggiungo (e anche qui ripetendomi):

E Pelazza? lui ha forse denunciato qualcuno degli 'abusatori'?

admintdg3
00mercoledì 2 marzo 2016 16:25
Re: Re: Re: Re:
EverLastingLife, 02/03/2016 16:12:



E aggiungo (e anche qui ripetendomi):

E Pelazza? lui ha forse denunciato qualcuno degli 'abusatori'?




Denunciare? Pelazza è un camaleonte: basta notare come cambia atteggiamento, diventando accomodante, silente, comprensivo e pronto all'ascolto qualora si tratta di intervistare una parente del presunto abusatore che giura sulla sua innocenza, o un sedicente tdG attivo che trova da ridire solo su un aspetto.

E' significativa una cosa: se io accuso qualcuno di essere un ladro, e pretendo "giustizia", non è che ottengo ragione se mi fermo sotto ogni balcone, con un sacco in testa per non farmi riconoscere, gridando "Tizio è un ladro, mi ha rubato questa cosa".
Devo presentare denuncia
. In caso contrario significa che le mie accuse sono false, che la legge non è stata violata e che voglio solo rovinare la reputazione di Tizio.


Qualcuno qualche anno fa, maldestramente, era anche passato alle vie legali: ma la batosta presa in tribunale ha fatto capire loro che è meglio restare nel programma comico: forse perché la comicità è il contesto a loro più confacente.

[IMG]http://i61.tinypic.com/jb7mu1.jpg[/IMG]
[IMG]http://i58.tinypic.com/312vbk9.png[/IMG]
barnabino
00mercoledì 2 marzo 2016 21:28
PERCHE' I TESTIMONI DI GEOVA NON DENUNCEREBBERO?

www.nextquotidiano.it/cosa-significa-crescere-tra-i-testimoni-d...

In uno dei notiziari web che commentano il servizio delle Iene si cercano grottesche spiegazioni sul perché i testimoni di Geova non denuncerebbero, sono tanto ridicole da meritare una risposta:

1. Non ci saranno mai due testimoni e dunque è impossibile denunciare alla congregazione
Non è corretto. A parte che anche con un solo episodio si accertano i fatti e la persona può comunque ricevere certe restrizioni precauzionali, ma non si cercano due testimoni di abuso sullo stesso bambino e per lo stesso evento. Per "due testimoni" si intende anche due testimonianze a distanza di tempo e su persone differenti.

2. "E se vi chiedete come mai questi abusi non vengano invece denunciati all’autorità giudiziaria dello Stato italiano oltre all’esistenza di un’indicazione che sconsiglia di rivolgersi alle autorità secolari per appianare i conflitti interni"
Falso. Questa indicazione non riguarda i reati penali ma solo dispute su questioni economiche.

3. "una possibile spiegazione sta nel fatto che i TdG vengono cresciuti all’interno di una rete di relazioni che comprende esclusivamente altri TdG ed è quindi difficile rivolgersi a qualcuno di esterno"
Falso. I testimoni di Geova frequentano scuole e università pubbliche, si rivolgono a medici, avvocati, assistenti sociali e altri professionisti senza alcun problema. Non esiste alcun riserbo nel rivolgersi a qualcuno di esterno, cosa che ovviamente capita quotidianamente per molte circostanze.

4. "Inoltre la disassociazione dalla setta – per i “peccati” più vari – comporta per chi ne fuoriesce la perdita di tutte le relazioni sociali e familiari. Il disassociato rischia di trovarsi – di colpo – nella solitudine più assoluta"
Non pertinente. Se si vuole proteggere i minori da un pedofilo il modo migliore è proprio di allontanarlo dalle possibili vittime, almeno se finché non mostra in modo pratico di aver cambiato condotta.

5. "Pelazza intervista anche un’altra vittima che racconta dell’abuso sessuale subito a nove anni da uno degli Anziani della sua Congregazione. Stando quindi alle vittime il problema esiste, non sappiamo però quanto sia diffuso ed è in ogni caso difficile sostenere che si tratti di una pratica comune, ma per i TdG può essere affrontato solo in seno alla Congregazione senza dove ricorrere alle autorità italiane"
Falso. La vittima è libera di denunciare chi lo ha molestato alle autorità competenti, se questo signore ha davvero subito un abuso dovrebbe denunciare il colpevole alle autorità e non alle Iene. Un conto è la questione religiosa che spetta alla congregazione e un altro è quella legale e giudiziaria, che spetta alle autorità competenti. Le Iene conoscono il fatto come gli anziani, allora perché non si muovono loro per denunciare quella persona? Usano il segreto professionale? E perché non lo fa la vittima?

6. "Questo non significa che la posizione ufficiale della setta sia a favore degli abusi, anzi un non meglio identificato addetto stampa sostiene che i TdG ripudiano gli abusi, almeno a parole. Per vedere se a queste parole seguiranno anche i fatti e delle prese di posizione chiare e nette probabilmente toccherà aspettare ancora del tempo".
Vero. I testimoni di Geova ripudiano gli abusi sui minori, e lo dimostrano non solo a parole ma nei fatti. Le prese di posizione mi sembrano già molto nette, certo ogni procedura può essere migliorata ma non esiste alcun argomento per sostenere che la congregazione sia tollerante o addirittura copra la pedofilia.

Shalom
(SimonLeBon)
00mercoledì 2 marzo 2016 22:04
Re:
Ho visto un pezzettino online, e ci sono tagli di scena ogni tre parole.

Con quel metodo puoi far dire qualunque cosa a chiunque.

Simon
EverLastingLife
00giovedì 3 marzo 2016 09:47
Re: Re: Re:
admintdg3, 3/2/2016 3:56 PM:



Basta solo chiedersi: quanti degli "intervistati" han fatto causa ai tdG?
Perché non muovono un dito a livello legale, ma passano decenni e trovano accoglienza non in testate nazionali di rilievo, non presso giudici disposti a condannare i tdG, ma solo in un programma comico ormai giunto alla frutta, in vistoso affanno e con problemi di ascolti?





Nessuno si prende carico della cosiddetta 'responsabilità' di denunciare. Pelazza ad esempio, dopo aver raccolto quelle che descrive come narrazioni di atti pedofili, potrebbe farlo benissimo, essendo ormai persona informata dei fatti. Ma evidentemente è facile lanciare anatemi agli altri, ed è altrettanto facile razzolare male. Come detto inoltre ciascuno dei fuoriusciti che 'coraggiosamente' vanno in TV coi volti oscurati a spalar letame in faccia ai testimoni di Geova potrebbe a sua volta andare in polizia a denunciare. Come mai ciò non avviene? Mi vengono in mente tre possibilità:

- i fatti non sono reali, ma inventati di sana pianta.

- i fatti potrebbero essere reali, ma non sono provati a sufficienza da giustificare l'azzardo di una denuncia. Prevale quindi la paura di affrontare le conseguenze del caso (come una possibile reazione legale per diffamazione).

- i fatti sono reali e dimostrabili, ma a costoro semplicemente gliene frega poco o nulla di 'assicurare i colpevoli alla giustizia'. L'importante è parlar male dei testimoni di Geova.

Difficile dire quale sia la peggio.


E' semplicemente assurdo pretendere che, se la vittima o i suoi genitori (o tutori) non si decidono a passare per il tribunale, debbano farlo gli anziani di congregazione. Un'iniziativa del genere, inutile dirlo, potrebbe avere varie conseguenze, inclusa la possibilità di una reazione legale da parte del presunto accusato. Non è neppure vero che, se il pedofilo confessa i suoi abusi agli anziani, ciò sia sufficiente per denunciarlo senza il rischio di una controquerela per diffamazione. Il pedofilo disassociato, consigliato magari da una vecchia volpe di avvocato che sa come muoversi, potrebbe benissimo ritrattare tutto e blaterare di aver ricevuto 'violenze psicologiche' dagli anziani in sede di comitato, in perfetto fuoriuscito-style. Gli apostati dei testimoni di Geova sono una 'etnia' bizzarra e imponderabile, c'è da aspettarsi letteralmente di tutto da loro, come l'esperienza purtroppo insegna.
EverLastingLife
00giovedì 3 marzo 2016 15:52

Avevamo posto questa condizione come propedeutica ad un servizio meno ridicolo del precedente:



- nessuna intervista a fuoriusciti; le voci critiche sono credibili solo se registrate esternamente al gruppo, potendo vantare quello che i massmediologi chiamano 'distacco consapevole'



Com'è andata? E' andata ovviamente che Pelazza ha fatto quello che gli è parso: fuoriusciti come se piovesse. E anche noi facciamo quelli che ci pare, e partiamo in quarta.



B) Frittura di paranza apostata (pot-pourri di scempiaggini assortite)

Pelazza va cordialmente ringraziato: il suo 'reportage al contrario' dimostra quanto i sociologi ci ripetono continuamente, e cioè che degli ex-adepti, intesi come fonte d'informazioni, non c'è da fidarsi. Qui poi c'è l'aggravante dell'anonimato: consapevoli di non essere in alcun modo riconoscibili, hanno mollato qualsiasi residuo freno inibitore, dicendo veramente di tutto e del suo contrario.

Di seguito propongo un elenco di cavolate - a vario grado di cavolaggine - partorite dagli attori della prima parte, che affermano di essere ex-tdG o tdG. Spero che non sia necessario smentire puntualmente affermazioni quali la pressione psicologica è enorme, ti fanno crescere con la paura che tutto è sbagliato, sono subito pronti a puntarti il dito, vedi solo un mondo, e quindi sei costretto a credere a quell'unica versione e altre frasi a effetto, alle quali per fortuna abboccano solo i polli. Tralascio anche il passaggio dell'anonima che afferma di essere diventata anoressica perché un anziano la pedinava (cosa sei, una psicologa?) e le affermazioni del buffo sedicente tdG mascherato da Anonymous, che saranno oggetto di confutazioni più circostanziate.



1) 'Sono stato indottrinato dalla nascita'

Questa è una critica esile esile, letteralmente da due soldi; anzi: non è nemmeno una critica. Tutti ‘indottrinano’ i figli in base alle proprie credenze: l’iscrizione dei piccoli cattolici a catechismo ne è un fulgido esempio. Anche gli atei che insegnano a parole e con l’esempio (disimpegno religioso) ai propri figli che "Dio non esiste" li sottopongono, di fatto, ad una forma di indottrinamento: il “non credere” è di per sé una filosofia di vita come un'altra, e chi può dire che il bambino di oggi, una volta diventato adulto, non rimpianga magari il non essere stato allevato come credente? La verità è che nessun genitore lascia i propri figli veramente liberi di decidere alcunché, per la banale consapevolezza che un bambino non è in grado di prendere decisioni mature, e quindi li indirizza per la strada che ritiene essere giusta. Così fan tutti, ma, si capisce, se ad allevare la prole assecondando le proprie convinzioni sono i testimoni di Geova, diventa immediatamente un atto di manipolazione mentale.



2) 'Sono stata disassociata per avere avuto rapporti prima del matrimonio'

A dire il vero nessuno viene ‘disassociato per avere avuto rapporti prima del matrimonio’. L’attrice anonima ha dimenticato un 'piccolo' particolare: la disassociazione avviene solo in presenza di un dato oggettivo, che è la mancanza di pentimento. “Chi pratica la fornicazione in maniera impenitente non ha diritto di far parte della congregazione cristiana” (Torre di Guardia 15/07/06 p. 29; grassetto mio). La domanda è quindi inevitabile, e la ripetiamo dopo averla posta centinaia di volte: se costei ha intrapreso una condotta che sapeva essere errata alla luce delle norme divine, e che una condotta intrapresa senza pentimento induce alla disassociazione, perché ora si lamenta di una serie di eventi che ha scatenato consapevolmente?



3) 'Quando nasci in una famiglia di testimoni di Geova viene fatto in modo che le tue amicizie siano solo testimoni di Geova'

Se qualcuno immagina che ciò possa rispondere a verità, gli consiglio di farsi un giro il sabato sera nella capitale, a Trastevere, o sul Litorale Domitio presso Caserta, o alla Milano by night dei Navigli: troverà ‘eserciti’ di ragazzi e ragazzini testimoni di Geova miscelati a coetanei non testimoni, intrufolatisi più o meno scopertamente, e viceversa. Quando ero studente universitario a Napoli, io che provenivo dallo strapaese del centro Italia, mi sono ingenuamente meravigliato di scoprire un ‘sottobosco’ di giovani associati alle varie congregazioni della grande città, automuniti uno su cinque, in gran parte battezzati, che bazzicava per discopub e balere dopo interminabili mezz’ore passate a decidere cosa fare della serata. Che ciò sia considerato positivo o negativo dalla congregazione non ha nessun rilievo in questa economia: si sta semplicemente descrivendo una realtà di fatto. Magari i giovani in questione non saranno mai nominati servitori di ministero (diaconi), ma in definitiva fanno quello che vogliono.



4) 'Non posso più avere contatti con mia madre'

O questa persona racconta una parte esigua della verità, nascondendo dei ‘dettagli’ necessari alla comprensione della sua situazione particolare, o più semplicemente non racconta la verità. Le sue affermazioni infatti collidono con le direttive ufficiali: “La disassociazione non pone fine ai vincoli familiari, le attività e i rapporti quotidiani tra i membri della famiglia possono continuare(Mantenetevi nell'amore di Dio, pag. 209)



5) 'Non ti puoi fidanzare prima di 18 anni'

Fonte?

L’anonima che ha lanciato questo ‘grido di dolore’ considera evidentemente i fidanzamenti fra minorenni un fenomeno positivo e da consigliare. Fatti suoi. Nella letteratura della Watch Tower sono riportate raccomandazioni a josa di rimandare progetti matrimoniali all’età della piena maturità, e, per inciso, ben oltre i 18 anni, ma nemmeno l’ombra di una regola come quella brutalmente enunciata sopra.



6) 'Gli anziani ai fidanzati fanno domande specifiche: ti sei masturbata? ti sei eccitata?'

Sarei tentato di istituire un sondaggio per capire quanti lettori di questo forum si sono sentiti chiedere dagli anziani - “specificamente”, mi raccomando - se, da fidanzati, ‘si masturbavano’ e 'si eccitavano'; ma mi sento un po' ridicolo. Che senso avrebbe, del resto, la domanda? Che nesso c’è fra il fidanzamento e la masturbazione? Forse che si masturba solo chi è fidanzato? I fuoriusciti dissidenti sono alla disperazione totale: hanno smarrito completamente il pudore di inventarsi accuse, se non altro, plausibili. Non avendo letteralmente più niente da perdere, sparano a zero sulla logica e la verosimiglianza, escogitando le storie più assurde, in pieno delirio paranoide.



7) 'non puoi fare ricerche'

Questo è quanto afferma l’attrice. Cosa dicono, invece, le pubblicazioni della Società Torre di Guardia? (grassetto mio)


Proverbi 2:1-5 ci esorta a ‘continuare a ricercare’ l’intendimento e il discernimento come se cercassimo “tesori nascosti”. Questo significa che per trovare le risposte alle nostre domande bibliche e le soluzioni ai nostri problemi dobbiamo impegnarci a fondo e fare ricerche. (Torre di Guardia del 15/10/11 p. 32)




Documentatevi e fate ricerche. “I piani del diligente sono sicuramente per il vantaggio”, scrisse Salomone, “ma chi è frettoloso va sicuramente verso l’indigenza”. (Prov. 21:5) Per esempio, state valutando una proposta d’affari? Non fatevi trasportare dalle emozioni. Raccogliete tutte le informazioni rilevanti, fatevi consigliare da chi conosce la materia e identificate i princìpi biblici in gioco. (Prov. 20:18) Per strutturare la vostra ricerca, stilate due liste: una per i benefìci, l’altra per i costi. Prima di prendere una decisione, ‘calcolate la spesa’. (Luca 14:28) Considerate l’effetto che la vostra decisione potrebbe avere non solo sulle vostre finanze ma anche sulla vostra spiritualità. Ci vogliono tempo e sforzo per documentarsi. Ma così facendo eviterete di prendere decisioni affrettate che in seguito potrebbero causarvi problemi e ansietà. (Torre di Guardia del 15/4/11 pp. 15-16)




Daphne, che lavora come correttrice di bozze, è ben lieta che i suoi genitori le leggessero regolarmente quando era bambina. “Hanno coltivato in me l’amore per i libri”, spiega. “Perciò sapevo leggere prima di andare a scuola. I miei genitori mi hanno insegnato anche a fare ricerche per trovare la risposta alle mie stesse domande. Questa educazione è stata preziosa e lo è tuttora”. (Svegliatevi! 8/8/04 p 7)





8) 'non devi leggere cose che vanno contro la Bibbia'

Chissà cosa direbbe il Pelazza, che evidentemente dà credito a queste fesserie, se vedesse la mia biblioteca, ove i libri della beat generation (Burroughs, Kerouac) convivono accanto a opere di Yourcenar, Musil, Pasolini, Céline e anche al commercialissimo Dan Brown. Probabilmente sto mischiando il fango con la cioccolata, ma tutti i suddetti sono accomunati da un dato indubitabile: detta un po’ alla buona, ‘vanno contro la Bibbia’.

Chissà come sono riuscito poi a fare le scuole superiori, come decine di migliaia di altri testimoni di Geova nella sola Italia, dato che il corso di Lettere prevede come argomento obbligatorio lo studio de La Divina Commedia: il capolavoro dantesco, con le sue lunghe descrizioni di dannati sottoposti ai più svariati tormenti nei regni dell’oltretomba, il suo formicolio di venerabili della Chiesa, di omaggi alla Trinità e persino di turpiloquio spinto, va palesemente 'contro la Bibbia’ così come la intendono i testimoni di Geova.

Chissà come ha potuto la Watch Tower scrivere righe come queste (grassetto mio):


Fu a quel punto, credo, che il nostro rapporto cambiò da quello fra una bambina e una persona adulta a una vera amicizia in cui ciascuna apprezzava la compagnia dell’altra. Lo si poteva capire da tante cose, ma una in particolare fu che, invece di libri per bambini, cominciammo a leggere insieme classici come Jane Eyre, Villette, Orgoglio e pregiudizio e The Woman in White. I miei gusti in fatto di letture erano maturati. (Svegliatevi! del 22/02/1996, pag. 27)



consigliando implicitamente delle letture che ‘vanno contro la Bibbia’, fra intrighi assortiti di palazzo, matrimoni combinati per convenienza, bigamie, relazioni extraconiugali e liberismo protofemminista.



9) 'oggi la Torre di Guardia dice A, tu credi A; domani dice B, tu credi B'

Solita rifrittura d’aria. La Torre di Guardia è l’organo ufficiale dei testimoni di Geova: come tale esprime l'intendimento corrente della Bibbia, che ovviamente può cambiare nel tempo, e infatti è cambiato e cambierà ancora. Ed essendo appunto una pubblicazione ufficiale, essa ‘fa testo’ in quanto all’insieme di norme alle quali i singoli Testimoni hanno scelto di sottostare. Non diversamente da quanto accade nelle religioni maggioritarie: nel XIII secolo i sacerdoti cattolici non potevano andare a caccia o assistere a spettacoli di giullari; chi contravveniva alle regole, oggi superate e coperte di ridicolo, era passibile di scomunica. I tempi cambiano, e con essi le leggi. Trovate qualcosa di scandaloso in questa frase: ‘oggi il codice della strada dice A, tu fai A; domani dice B, tu fai B’ ?



10) 'Nella Bibbia c'è scritto 'Percuoti tuo figlio, perché lo devi educare''

In quale universo parallelo?



11) 'Lei voleva che lo denunciassi, ma non alle autorità; attenzione, loro non fanno così. Nessuno ti dice di andare alla polizia. Al contrario, sono scoraggiati a farlo'

E' davvero incredibile la nonchalance con la quale il Pelazza continua a ripetere (attraverso i suoi alter ego di fortuna) questa falsità totale, indifendibile e inqualificabile. L'abbiamo letteralmente fatta a pezzi qui: link. Ecco i passi salienti (grassetto mio):


circolare a tutti i corpi degli anziani del 31/12/2003, pagg.2, 3:



1 Corinti 6:1-7. Questo principio stabilisce che, in caso di divergenze personali, dovute per esempio a divergenze di natura finanziaria, la pace fra i compagni di fede è più importante che dimostrare chi ha ragione e chi ha torto. Anziché rendere pubbliche nei tribunali del mondo le loro divergenze finanziarie, Paolo esortò i cristiani di Corinto a risolvere i contrasti nell’ ambito della congregazione. Anche in caso di divergenze personali invece di ricorrere ai tribunali e alla giustizia di questo mondo i cristiani dovrebbero risolvere le questioni entro la congregazione, in armonia con le procedure scritturali. - La Torre di Guardia 15 agosto 1977, pagina 499; 15 luglio 1975, pagina 447.

Quando ci sarebbe una violazione del principio di 1 Corinti 6:1-7? Quando, per controversie finanziarie con un compagno di fede, invece di seguire il consiglio di Matteo 18:15-17 si porta il fratello in tribunale. In questi casi (di presunta disonestà e frode) il discernimento cristiano aiuterà il cristiano a evitare di compiere un’ azione che causerebbe biasimo alla congregazione. Piuttosto che portare un fratello in tribunale non sarebbe meglio lasciarsi fare un torto o persino defraudare? La Torre di Guardia 1 novembre 2002, pagina 6; 15 agosto 2001, pagina 22-3; 15 marzo 1997, pagina 21; 15 novembre 1986, pagina 20.

Nei casi di reati gravi. Che dire se il ‘peccato’ del nostro fratello riguardasse un crimine, una violazione sia della legge di Dio che di quella dello Stato, come ad esempio casi di furto, abusi sessuali o simili? Matteo 18:15-17 non si riferisce a questi gravi reati. Il contesto di 1 Corinti 6:1-7 è messo in diretta relazione con questioni di natura personale che andrebbero affrontate secondo Matteo 18:15-17. Ne consegue quindi che quando c’ è di mezzo un grave reato, la decisione di denunciare il trasgressore alle autorità non è certo una violazione di 1 Corinti 6:1-7.

Ricordiamo che le “ autorità secolari sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”. (Romani 13:1) Esse stabiliscono le leggi e le fanno rispettare. Paolo scrisse: “ Essa è ministro di Dio per te per il bene. Ma se fai il male, abbi timore: poiché non senza scopo essa porta la spada; poiché è ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male” . (Romani 13:1-4; Tito 3:1) È vero che, a seguito di una denuncia, la polizia indagherà e chiamerà alcuni, forse anche fra i componenti della congregazione, ma eserciterà soltanto una funzione di pubblica utilità. La Torre di Guardia 1 aprile 1997, pagina 28.




Mantenetevi nell'amore di Dio, pag. 223:


Potrebbe anche accadere che un cristiano commetta un reato grave ai danni di un altro, come stupro, aggressione, omicidio o furto di una certa entità. In tali circostanze non sarebbe contrario alle norme cristiane denunciare la cosa alle autorità, anche se questo potrebbe sfociare in una causa o in un procedimento penale.




Pascete il Gregge, § 12:19:


Gli abusi su minori costituiscono un reato. Non suggerite mai di non denunciare un caso di abusi su minori alla polizia o ad altre autorità. Se venite interpellati, spiegate chiaramente che denunciare o meno il caso alle autorità è una decisione personale e che, qualunque decisione si prenda al riguardo, non si sarà soggetti a provvedimenti disciplinari da parte della congregazione. Gli anziani non criticheranno chi denuncia alle autorità un caso di abuso su minori. Se la vittima intende sporgere denuncia, ne ha tutto il diritto. — Gal. 6:5.





_______________________________________________________________________


Sto cercando di capire se, demolisci di qua, demolisci di là, si riesca a trovare un solo frammento del 'reportage' di Pelazza (che del resto è appunto un collage di frammenti) che possa essere salvato. Forse, la messa in piega della Tinelli.
EverLastingLife
00venerdì 4 marzo 2016 14:04

Questo buffo individuo con la maschera di Anonymous sostiene di essere un tdG che non intende abbandonare l'Organizzazione; anzi, come udiamo dalla sua viva voce, 'ci crede e non rinnega nulla':


[IMG]http://i66.tinypic.com/sor6mc.png[/IMG]


Si tratta senz'altro di un curioso esemplare del microcosmo dei dissidenti, che non hanno motivo di vantarsene, visto che costoro vorrebbero farci credere che i testimoni di Geova siano una specie di 'lager ideologico' dal quale darsela a gambe alla prima occasione. Quindi è invece possibile 'credere assolutamente' e 'non rinnegare nulla' di quanto dicono i Testimoni?

Ma sarà poi per davvero un testimone di Geova? E' ben strano che un tdG fedele, convinto e che "ci crede assolutamente, non rinnega nulla" adotti, guarda caso, lo stesso infantile travestimento usato dai fuoriusciti nei loro siti e nelle loro sparute manifestazioni di piazza, come si vede negli esempi che seguono, tratti da vari blog apostati:


[IMG]http://i67.tinypic.com/2gtt6jk.jpg[/IMG]


[IMG]http://i68.tinypic.com/2vshg5g.jpg[/IMG]


[IMG]http://i66.tinypic.com/20pf3pf.jpg[/IMG]



Fonti: siti di fuoriusciti, altre info in spoiler


Ora veniamo alla sua intervista: costui trova assurda la regola biblica per cui 'per provare la veridicità di un abuso bisogna avere due testimoni'. Si tratta di un principio enunciato da Gesù Cristo (sì, nientemeno), come riportato dal vangelo:


Matteo 18:16: Prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione.


Seguiteci bene, perché quello che Pelazza & compagnia cantante sono capaci di 'argomentare' su questo punto oltrepassa la più surreale fantasia.


C) La 'regola dei due testimoni'

Iniziamo con una nota di colore apparentemente superflua: secondo Pelazza, il vangelo di Matteo sarebbe stato scritto 2500 anni fa (*). Non sappiamo che scuole o università abbia fatto, ma certo non ci vuole una laurea in storia per rendersi conto che ciò è impossibile. Anzi, non serve nemmeno la licenza elementare: basta saper contare. Se siamo nell'anno 2016, e tutti sanno che la numerazione degli anni parte dalla nascita di Cristo, è ovvio che Matteo, narratore delle gesta di Cristo, non può aver scritto il suo vangelo 2500 anni fa.

Ma Pelazza è fatto così, nei suoi 'servizi d'inchiesta' 5 o 600 anni di differenza non cambiano niente. La matematica è un gioco di prestigio. I secoli spariscono, centinaia di migliaia di anime si polverizzano, ovvero si materializzano miracolosamente (come i testimoni di Geova italiani, che secondo lui erano 300.000 nel 2014, e sono diventati 500.000 in soli due anni, nel 2016: una impennata clamorosa) ad ogni suo battito di ciglia.

C'è da ridacchiare delle proteste apostate per cui questi incisi servirebbero a delocalizzare l'attenzione sui reali problemi dei testimoni di Geova. Chissà perché questi ragionamenti non li fanno quando a "sbagliare" è la WTS: i vent'anni dei quali i testimoni di Geova anticipano la distruzione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor II - rispetto alla storiografia secolare, che la pone al 587 a.C. - sono uno scandalo inenarrabile, mentre uno svarione di cinque secoli abbondanti dovrebbe passare inosservato. Semplicemente costoro negano la realtà, e cioè che questo pressapochismo generale qualifica i servizi delle 'Iene' come una nullità nel panorama del giornalismo professionale.


(*) Il libro di Deuteronomio, pure citato dal Pelazza, è stato scritto (secondo una tradizione piuttosto diffusa, detta deuteronomista) circa 2.700 anni. Le opinioni sono comunque contrastanti. L'ebraismo tradizionale lo fa risalire a Mosè. Secondo alcuni fu redatto ai tempi di Giosia (vissuto 650 anni prima di Cristo) a partire da testi molto più antichi. Wikipedia (link) afferma che, "per quanto riguarda il Deuteronomio almeno la parte centrale, denominata Codice deuteronomico, è ascrivibile all'VIII-VII secolo a.C., nel contesto della conquista assira ed alla seguente riforma di Giosia". Il "codice deuteronomico" racchiude i capitoli 12-26 del libro, compreso quindi il 19° citato da Pelazza. Nell'introduzione al libro di Deuteronomio, Bibbia CEI (ed. 2005) si legge che il libro fu 'composto da un levita del Regno del Nord, probabilmente verso il secolo 8°' (= 2.800 anni fa). In tutti i casi, quindi, Pelazza è tutt'altro che accurato.



Ora bando ai numeri, e concentriamoci sul problema specifico, che dividiamo in tre questioni.


1) COSA C'ENTRA?

La prima e più importante domanda che dobbiamo porci è: cosa c'entra la 'regola dei due testimoni' con la libertà di questi ultimi di denunciare un pedofilo (cosa che sarebbe scoraggiata, secondo Pelazza)? Risposta: assolutamente niente.

Non vi è alcuna relazione, nemmeno minima, fra le due cose. La vittima di atti di pedofilia, o i suoi genitori, possono adire le vie legali indipendentemente dal fatto che i testimoni degli abusi siano due, uno solo, o anche (al limite) zero. Possono inoltre procedere senza chiedere pareri al corpo degli anziani, i quali comunque, seppure interpellati in proposito, si limiterebbero a dire (come da istruzioni documentate in precedenza): "fa' ciò che ritieni opportuno".

Il principio biblico dei due testimoni del reato viene utilizzato dai tdG unicamente per uno scopo: disassociare il pedofilo. Ma a questo ci toccherà dedicare un intervento specifico (in un successivo commento), dato che intrufolandosi in questo ramo dell' "albero logico" si scopre una delle più assurde incoerenze dei fuoriusciti: ciò a cui la 'regola geovista dei due testimoni' fa da ostacolo è proprio la disassociazione, ovvero quel medesimo provvedimento disciplinare che descrivono come disumano e sul quale costruiscono le loro "crociate" fluviali.


2) LA REGOLA DEI DUE TESTIMONI VIENE APPLICATA COME MOSTRATO NEL VIDEO?

'Anonymous' partorisce un colpo di genio: "se uno abusa di un minore non penso che lo fa alla vista di due persone". Non lo pensiamo neanche noi. Pelazza, con altrettanta arguzia, gli fa eco: "la persona abusata deve portare con sé due testimoni?!?". Impensabile.

Più tardi un'altra intervistata anonima, peraltro l'unica del servizio che riferisca di un (presunto) abuso realmente avvenuto, sullo stesso tono dice (trascrivo il suo intervento): "Per loro la punizione di un pedofilo vuol dire portarlo davanti al tribunale interno. Per farlo hanno bisogno di due testimoni. Ma sarà normale dire che ci vogliono due testimoni? Per un abuso su minori? Ma quando mai! Che c'è gente che sta pure lì a guardare?"

Ma è così che funziona? "NO". 'Testimone' di un maltrattamento, infatti, non è solo chi lo vede avvenire su terzi, ma anche il maltrattato stesso. L'abusato stesso è quindi il primo testimone del fatto. La strana coppia Pelazza-Anonymous parte già col piede sbagliato ritraendo (volutamente?) uno scenario assurdo.

E il secondo testimone, necessario per procedere ad un comitato giudiziario? Come indicano chiaramente le istruzioni dell'Organizzazione, nei casi di abusi sessuali (come per qualunque altro peccato) non è necessario che siano presenti due testimoni oculari simultaneamente, cosa che sarebbe ridicolo ipotizzare. Possono essere due o più testimoni separati di eventi separati, ad esempio due bambini che denunciano abusi subiti da una stessa persona. (Altra possibilità è che i due bambini subiscano abusi nella stessa occasione da un singolo molestatore: anche in questo caso avremmo i due testimoni sufficienti per procedere).

Ciò è realistico? Assolutamente sì. Secondo i criminologi, l'abusatore di "una sola volta" è, se non proprio una figura leggendaria, un fenomeno quanto mai raro. Nel gergo del settore questi individui sono definiti 'abusatori situazionali', ovvero persone che commettono un solo abuso sessuale ai danni di minori nell'arco della loro vita, di solito in conseguenza di un evento traumatico.

Notate ad esempio questa statistica:


DURATA DEL COMPORTAMENTO PEDOFILO

più di 10 anni 14%
da 5,1 a 10 anni 21%
da 13 mesi a 5 anni 21%
fino ad 1 anno 29%
episodio unico 14% (*)


(*) I pedofili - Un'indagine conoscitiva all'interno della casa circondariale di Teramo, di Marina Arrivas, Teramo 2007. M.Arrivas, psicologa, specializzata in psicologia dell'adulto, dell'infanzia e dell'adolescenza.

Come evidenziato (riga rossa), secondo queste stime appena 14 pedofili su 100 agiscono una volta sola nella vita: tutti gli altri reiterano senz'altro il comportamento criminale. Notiamo che il 14% di stima degli "abusatori di una sola volta" è certamente una sovrastima, perchè dato che il sondaggio è stato condotto all'interno di un istituto di pena, è intervenuto appunto il provvedimento di incarcerazione a impedire il reiterarsi del crimine; perchè non è detto che il reato ascritto si sia verificato effettivamente una volta sola; e perchè non si può escludere che sia reiterato dopo la fine della pena detentiva.

Proviamo allora a immaginare in quale concomitanza di condizioni la regola cristiana dei due testimoni potrebbe fallire: il pedofilo dovrebbe 1) attuare le sue mire (e l'evento è, per fortuna, raro di per sé in virtu della sua difficoltà di attuazione); 2) agire una sola volta nella sua vita (improbabile); 3) negare le accuse.

Naturalmente ciò qualifica il misfatto come improbabile, ma non impossibile. I testimoni di Geova, in mancanza di dati oggettivi che permettano di attribuire colpe certe, lasciano il problema 'nelle mani di Geova'. Locuzione fin troppo nota, che gli ex-testimoni dissidenti tentano di mettere alla berlina: ma questo clamore artificioso è ingiustificato per due motivi. Il primo motivo è che è del tutto normale, per un uomo di fede, immaginare che Dio intervenga a salvaguardare sia le vittime che l'integrità morale della congregazione.

Il secondo motivo è che, banalmente, gli anziani non potrebbero fare nient'altro, per il rischio (che va messo in conto, come vedremo) di rovinare la vita ad un uomo fatto bersaglio di accuse infondate. Il principio della pluralità dei testimoni è largamente presente anche in giurisprudenza, come è noto: la testimonianza oculare è ritenuta la più 'debole' tra le prove, ma può essere rafforzata da quella delle parti in causa (accusa o difesa) che sia in grado di esibirla sotto forma di più deposizioni, ciascuna dal proprio punto di vista.

Ribadiamo in conclusione di questo punto due aspetti fondamentali alla sua comprensione: 1) la regola dei due testimoni non ha nulla a che fare con la denuncia dei pedofili, è solo un discrimine per aprire la strada ad un eventuale provvedimento di espulsione dell'individuo dai testimoni di Geova; 2) anziani e famiglia dell'abusato agiscono autonomamente. Quest'ultima può procedere in sede penale, anche in presenza di un solo episodio di abusi se ritiene, e anche se gli anziani di congregazione si ritrovano con le mani legati per l'assenza di un secondo testimone.


Mettendo a cappello questi due dati di fatto incontestabili, il teatrino imbastito da Pelazza sulla 'regola dei due testimoni' si rivela non pertinente, fallace e, se non fosse per la drammaticità dell'argomento di cui stiamo parlando, persino umoristico.


3) LA 'REGOLA DEI DUE TESTIMONI' E' UTILE?

Non è solo utile: è indispensabile. Quando si parla di crimini odiosi come gli abusi sui minori é fatale che raziocinio e lucidità siano sacrificati all'orrore, come si nota per esempio dagli interminabili dibatti mediatici sulla proporzionalità delle sanzioni: si dovrebbe introdurre la pena di morte per l'infanticidio? o la castrazione chimica per i pedofili?

L'orrore può impedire di ragionare lucidamente, e di realizzare, per esempio, che se i maltrattamenti subiti dai bambini destano un giustificatissimo orrore, altrettanto orrore deve ingenerare la possibilità che un uomo sia accusato ingiustamente, per errore o premeditazione, di aver commesso abusi.

Se gli atti di pedofilia sono aberranti, non meno aberrante è la situazione in cui si viene a trovare un uomo sottoposto a 'linciaggio' perché oggetto di congetture indimostrabili, e fasulle, di pedofilia. Le molestie magari non sono mai avvenute, ma il 'marchio d'infamia' accompagnerà il povero disgraziato vita natural durante. E' una situazione insostenibile, che può condurre anche al suicidio.

Quale dei due mali sia il peggiore, per me è un dilemma: se gli abusi sul bambino, o l'ingiusto marchio d'infamia. Sono però tentato di dire che, mentre dai traumi ingenerati da abusi sessuali subiti nell'infanzia, con un paziente lavoro psicologico, si può uscire, non così dicasi di chi è costretto a trascinarsi dietro fino alla morte il sospetto, non rispondente al vero, di essere un molestatore di bambini. Magari non hai fatto nulla di male, ma continuerai a incrociare per tutta la vita sguardi di mamme e papà sospettosi che 'nel dubbio' preferiranno impedirti di dare ai loro bambini persino una banale carezza sui capelli.

Tutto ciò purtroppo è successo molte volte, come documentato in cronaca. Il film Girolimoni il mostro di Roma (1972, di Damiano Damiani, con N.Manfredi) verteva proprio su questa tematica, ovvero la storia vera di un fotografo romano arrestato dietro accuse infamanti di aver molestato delle bambine, poi rilasciato e prosciolto definitivamente, dopo aver rischiato fra l'altro di essere massacrato da una folla inferocita, e morto infine poverissimo e solo come un cane. Da ricordare anche il recente Il sospetto (Danimarca 2012, di Thomas Vinterberg). Ne trascrivo la trama (da cinematografo.it), che consiglio di leggere (grassetto mio):




Il sospetto [...] indaga gli spaventosi territori nei quali può ritrovarsi un uomo, prima stimato e benvoluto, poi osteggiato e trattato alla stregua di un perfido criminale.

Divorziato, 40 anni, Lucas (Mikkelsen, premiato come miglior attore a Cannes) ha da poco un nuovo lavoro nell’asilo nido locale. Inizia anche a frequentare una collega e sta ricostruendo il rapporto con il figlio adolescente. Si avvicina il Natale, e con le prime nevi anche una piccola bugia può diffondersi come un virus. La piccola Klara, figlia dei suoi più cari amici, accenna alla maestra di qualcosa che la vedrebbe coinvolta con Lucas. Qualcosa di osceno, irrimediabile. Basta il sospetto, l’uomo è tagliato fuori da tutto: l’intera comunità si ritrova unita, tutti (o quasi) sono contro di lui. La caccia ha inizio.
Scritto e diretto con precisione chirurgica, il film è astuto, ma non furbo: l’assunto è quello che da sempre accompagna le convinzioni degli adulti (“i bambini non mentono mai”), lo sviluppo quello di un racconto d’assedio. La grandezza è proprio quella di non ricorrere al trucco, al colpo basso di far credere qualcosa che non è: Lucas è innocente, lo sa lui, lo capiamo noi. E l’empatia nei confronti del personaggio è totale: in questo, Vinterberg compie un miracolo cinematografico, invocando aiuto per il suo protagonista, ingiustamente accusato e fatto fuori da qualsiasi attività sociale, sempre più solo con il suo dolore. Lucas perde il lavoro, la sua situazione si aggrava dopo che altri bambini, gli stessi che prima del racconto di Klara lo adoravano aspettandolo nel cortile del kindergarten, iniziano a convergere verso la stessa versione dei fatti, al supermercato viene malmenato e buttato fuori: la calunnia si è fatta cancro, Lucas è un mostro. Un pedofilo.




Il trailer:




Ecco alcune interessanti recensioni del film (grassetto mio):

"Vinterberg sa raccontare benissimo il crimine opposto, cioè come si possa rovinare la vita di una persona innocente con quell'accusa infamante, quando si crea una psicosi collettiva. Perché pare più giusto credere a quel che dicono i bambini fino a quando non si smentiscono, mentre è facile non credere a ciò che dice in sua difesa un adulto che in quanto tale non può essere innocente. Uscire da quella ragnatela calunniosa di cui le prime vittime sono i bambini, è difficile: e per fortuna è successo alle maestre di Rignano, assolte nel maggio scorso dopo 7 anni di emarginazione e vergogna. Lucas forse ce la fa, ma non ne siamo così sicuri, anche se gli amici hanno ripreso ad abbracciarlo e la ragazza è tornata da lui. Ma intanto ha vissuto per mesi in desolato annientamento: dal supermercato l'hanno cacciato a pugni e calci: hanno cercato di colpirlo in casa gettando sassi attraverso la finestra; la notte di Natale è entrato in chiesa mentre i bambini del suo asilo, i suoi accusatori, cantano gentili e i fedeli lo hanno fissato come un nemico, come un mostro" (Natalia Aspesi, La Repubblica 22-11-2012)

"Nessuno infatti, né a scuola né in paese, mette in dubbio le parole della piccola Klara, che tenta timidamente di ritrattare ma finisce per credere lei stessa alla propria storia. Nessuno verifica nulla. La paranoia dilaga. Presto Lucas si ritrova solo contro il mondo, con l'unica eccezione del figlio. Mentre amici, colleghi, vicini, conoscenti, danno il peggio di sé, in un crescendo di tensione un poco facile, visto che sappiamo bene tutti quanto Lucas sia innocente" (Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 22 novembre 2012)


E' qui che interviene la 'regola dei due testimoni' enunciata nella legge mosaica, e ripresa da Cristo. Un bambino può sbagliarsi, o ingigantire episodi irrilevanti, e persino mentire, di sua iniziativa o imbeccato da un genitore in malafede (o fanatico, o entrambe le cose) che lo convince a raccontare di abusi mai avvenuti. Ma può accadere che a farlo siano due diversi minori? In teoria è ancora possibile, in pratica è inverosimile.

Ovviamente non è un sistema perfetto, essendo chiaro che l'infamia può perseguitare un uomo anche se ad averlo accusato è una singola persona. Ma si provi a immaginare ad un mondo ipotetico nel quale la 'regola dei due testimoni' non valesse: 'X', per qualche ragione, mi è antipatico, vado dagli anziani della sua congregazione, m'invento che ha una relazione extraconiugale (o che è uno spacciatore, o un truffatore seriale, o appunto un molestatore di bambini) e lo faccio disassociare.

Un bel casino, insomma, la terra franca della calunnia e della rappresaglia. Questi sarebbero i frutti del 'libero pensiero' che, a quanto ci dicono, è interdetto ai testimoni di Geova.
barnabino
00venerdì 4 marzo 2016 16:43

secondo Pelazza, il vangelo di Matteo sarebbe stato scritto 2500 anni fa



Ma sì, tra un'esagerazione e l'altra... diciamo 2500 e non 2000, fa più effetto!

[SM=g7405]
Seabiscuit
00venerdì 4 marzo 2016 17:59
ELL davvero ottimo lavoro il tuo! Post disarmante. Che altro aggiungere?

[SM=g2037512]
EverLastingLife
00sabato 5 marzo 2016 07:43
Re:
Seabiscuit, 04/03/2016 17:59:

Che altro aggiungere?



Che i lurkatori anonimi guardano il dito che indica la luna (al solito). Pelazza è diventato accurato perchè i suoi 2500 anni secondo loro sarebbero riferiti a Deuteronomio e non a Matteo. Ciò è fasullo (basta riascoltare il servizio: Pelazza cita Matteo per ultimo, poi dice "QUESTE PAROLE, SCRITTE 2500 ANNI FA...")

In tutti modi ho dovuto aggiungere una nota a commento delle dichiarazioni dell'insigne biblista ed esegeta Pelazza. La riporto qui:

(*) Il libro di Deuteronomio, pure citato dal Pelazza, è stato scritto (secondo una tradizione piuttosto diffusa, detta deuteronomista) circa 2.700 anni. Le opinioni sono comunque contrastanti. L'ebraismo tradizionale lo attribuisce a Mosè. Secondo alcuni fu redatto ai tempi di Giosia (vissuto 650 anni prima di Cristo) a partire da testi molto più antichi. Wikipedia (link) afferma che, "per quanto riguarda il Deuteronomio almeno la parte centrale, denominata Codice deuteronomico, è ascrivibile all'VIII-VII secolo a.C., nel contesto della conquista assira ed alla seguente riforma di Giosia". Il "codice deuteronomico" racchiude i capitoli 12-26 del libro, compreso quindi il 19° citato da Pelazza. Nell'introduzione al libro di Deuteronomio, Bibbia CEI (ed. 2005) si legge che il libro fu 'composto da un levita del Regno del Nord, probabilmente verso il secolo 8°' (= 2.800 anni fa). In tutti i casi, quindi, Pelazza è tutt'altro che accurato.

Imparassero a leggere meglio prima di sparare cavolate.




barnabino
00sabato 5 marzo 2016 09:05
Infatti... non riescono neppure a distinguere l'ironia, figuriamoci la verità dallè loro insinuazioni.

Shalom

EverLastingLife
00sabato 5 marzo 2016 12:12

Le esternazioni dell'eroico tdG mascherato, scandalizzato per la nostra gestione del problema degli abusi, ma che, chissà come, 'ci crede assolutamente e non rinnega nulla', meritano ancora un quarto d'ora della nostra attenzione.


[IMG]http://i66.tinypic.com/sor6mc.png[/IMG]


Notate questo scampolo di conversazione:



Pelazza: La linea è che se dovesse accadere un abuso sessuale non informare l’autorità giudiziaria ma di informare...

Anonymous: gli anziani sono tenuti ad informare la filiale

Pelazza: scusami la filiale vuol dire solamente Roma

Anonymous: Esatto Roma, non le autorità. Non penso che gli Anziani abbiano capacità o qualifiche professionali per poter valutare dei casi di questo tipo. Non è normale comportarsi così




D) Gli anziani 'dovrebbero informare le autorità'?

NO: gli anziani non hanno nessun obbligo, in nessuna accezione del termine, di informare le autorità di casi di abusi su minori.

Obbligo legale. In molti paesi del mondo agli anziani dei testimoni di Geova è stato riconosciuto il diritto di non rivelare a nessuno, nemmeno ad un magistrato, le confidenze raccolte nell'esercizio della cosiddetta confessione, anche se queste riguardano fatti aventi rilevanza penale. In Italia il segreto confessionale (che in diritto ecclesiastico è più propriamente chiamato sigillo sacramentale) è stato riconosciuto con sentenza della Procura della Repubblica (Milano, 10/06/96).

Nel luglio dello stesso anno il sostituto procuratore della Repubblica circondariale di Milano ha disposto l'archiviazione di un procedimento contro due anziani che si erano rifiutati di deporre davanti al giudice in un caso di violenza sessuale. Da sottolineare che il reato in parola era proprio un abuso su minore. Ecco un articolo di Repubblica (21 febbraio 1997) sul caso:


Anche i ministri di culto dei Testimoni di Geova possono legittimamente appellarsi al segreto confessionale, così come fanno i preti cattolici. Con questa motivazione il sostituto procuratore della Repubblica circondariale Laura Pedio ha chiesto e ottenuto l' archiviazione di un procedimento contro gli Anziani Giorgio Borsati, 51 anni, e Pasquale Mastruzzo, 41, che si erano rifiutati di testimoniare davanti al magistrato in un caso di violenza sessuale che vedeva coinvolto un fedele della loro comunità. I due, che avevano ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento e falsa testimonianza, non avevano cercato di sviare le indagini - ha sostenuto il magistrato - ma solamente "tenuto fede al vincolo della confessione al quale entrambi si sentivano obbligati in ragione del loro incarico di Ministri di Culto Anziani". La vicenda risale a luglio scorso quando era scoppiato il caso di una tredicenne che aveva subito molestie da parte del padre. Nel corso dell' inchiesta, il pm Pietro Forno aveva scoperto che l' uomo si era confidato - in quella che per i testimoni di Geova è la confessione - con i ministri di culto ma questi si erano poi rifiutati di deporre davanti al magistrato. Ne era nato un caso che aveva visto finire sul banco degli imputati i due ministri, accusati di favoreggiamento. "Il provvedimento - secondo i Testimoni di Geova - conferma ancora una volta la correttezza dei due ministri e conferma il fatto che i Testimoni di Geova sono considerati a tutti gli effetti una confessione riconosciuta dallo Stato".



fonte



I tentativi di mettere in dubbio il diritto degli ecclesiastici delle varie fedi a non rivelare i fatti raccolti in confessione sono considerati dei veri e propri attentati alla libertà religiosa: persino laddove (e non è il caso dell'Italia) la legge sembra dare indicazioni contrarie. C'è a questo proposto una sentenza, freschissima, che arriva dallo stato americano della Louisiana: per la legge di quel paese i sacerdoti sarebbero obbligati a riferire all'autorità i casi di abusi su minori. Questo aveva portato ad un processo a carico di un sacerdote cattolico che aveva omesso di denunciare un abuso compiuto da un suo anziano parrocchiano ai danni di una minore.

Ebbene: il giudice gli ha dato ragione, sentenziando che quella legge violi di fatto il Primo emendamento. Ecco un articolo sul caso:

www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2016/3/2/STATI-UNITI-Louisiana-la-legge-non-puo-obbligare-i-sacerdoti-a-violare-il-segreto-confessionale...


Obbligo morale. Legge e morale non vanno sempre d'accordo, si sa: che un comportamento sia inattaccabile dal punto di vista legale non lo qualifica automaticamente come etico o condivisibile. Si può dunque asserire che gli anziani di congregazione dei testimoni di Geova, che come ripetiamo (malgrado lo strabuzzar d'occhi di Pelazza e i suoi amici) non hanno alcun obbligo giuridico di riferire alle autorità anche fatti gravi come gli abusi sui minori, avrebbero almeno un obbligo morale di farlo?

Questa domanda è un fulgido esempio della stucchevole retorica dei fuoriusciti dissidenti, dato che essi, facendo leva su un tema scottante e odioso e sull'inevitabile fardello di esecrazione popolare che si porta dietro, immaginano di sollevare lo sdegno della platea a furia di proclami forcaioli e sillogismi infantili, letteralmente tagliati con l'accetta. Omettono cioè di considerare l'infinità di variabili in gioco in questa tristissima materia, specie quelle che rendono questo ragionamento privo di senso e di aderenza con la realtà dei fatti.

In primo luogo dobbiamo colmare un salto logico che gli apostati commettono di proposito: il fatto che gli anziani non vadano a denunciare, non significa necessariamente che la denuncia non avrà luogo e il colpevole non subirà conseguenze, perché, come rimarchiamo, la vittima e la sua famiglia hanno piena libertà di portarlo in tribunale.

In secondo luogo, chi pensa che gli anziani siano criticabili perché non si ritengono obbligati a denunciare dovrebbe pensarlo automaticamente di tutti, compreso il Pelazza (in qualità di persona informata dei 'fatti' di cui parla nei suoi servizi) e gli anonimi intervistati. Una anonima intervistata afferma: "TUTTI quelli che vengono a sapere e non fanno niente sono complici". Ciò però deve valere, appunto, per tutti. Ciascuno dei fuoriusciti che 'coraggiosamente' vanno in TV coi volti oscurati a spalar letame in faccia ai testimoni di Geova potrebbe a sua volta andare in polizia a denunciare i fatti e le persone cui fa cenno.

Perché possiamo senz'altro concludere che nessuno di questi lo faccia? Perché in caso contrario dovremmo avere, nella sola Italia, centinaia o migliaia di reali denunce penali a carico di testimoni di Geova molestatori, con il prammatico seguito di articoli di giornale, servizi televisivi (seri, non certo le pelazzate) e soprattutto, di ridacchianti discussioni dei fuoriusciti nelle loro piccole comunità virtuali, che vedrebbero in questo 'fiume' di casi da tribunale altrettanti inviti a nozze. Come mai non vediamo niente di tutto ciò, e per i casi documentati di abusi & relative denunce ci vuole il contagocce?

La ragione è presto detta: non siamo in presenza di un fiume, ma di un torrentello di paese. Lo stesso Pelazza in mezz'ora di girato non è stato in grado di dimostrare un solo caso reale di abusi; ha esibito solo tre storielle anonime, dunque senza valore di prova documentale; per giunta:

- una di queste storie anonime aveva per presunto colpevole uno che non era testimone di Geova (nella prima puntata: vedi qui);

- un'altra era riferita solo ad un tentativo di abuso.

Rimane dunque un solo caso di abuso su minori che si suppone realmente perpetrato: anche quest'ultimo è però anonimo al cento per cento, e quindi, di nuovo, non abbiamo alcun mezzo per dire che ciò che ci viene raccontato corrisponda effettivamente al vero. Davvero poca cosa, per chi vorrebbe far credere che i testimoni di Geova (250.000 in Italia) vi sarebbero molti casi di pedofilia.

E' peraltro facile giudicare da spettatori di una platea televisiva di terza serata. Bisognerebbe 'trovarsi' in una situazione del genere (ovvero, di un anziano che ha raccolto confidenze di abusi) per avere una pallida idea della tempesta di emozioni che può scatenarsi nella psicologia di un uomo, invece di lanciare puerili, e astratti, pistolotti di critica, stabilendo da moralisti da strapazzo cosa gli altri dovrebbero 'fare' o 'non fare'. Ma tutti questi ragionamenti funzionano poco con i fuoriusciti dissidenti, essi collegano le cose come gli scolaretti degli elementari, saltando a pié pari qualunque considerazione che tenga conto dei reali sentimenti coinvolti, o che sia semplicemente logica. Ad esempio: non è nemmeno detto che la vittima o i suoi genitori preferiscano denunciare il presunto reato. Anche in questo caso gli anziani dovrebbero andare difilati in questura?


Considerate il seguente scenario:

La bambina A viene (presumibilmente) molestata da B. Il padre C va dall'anziano D e dice che la figlia gli ha riferito di aver subito una "molestia", ma non vuole denunciare B alle autorità perché non ne è sicuro.

Gli anziani D ed E parlano con B che nega ogni cosa. A quel punto gli consigliano di stare lontano da A e da altri minori, benché i fatti che gli vengono addebitati siano dubbi. Il consiglio protegge i minori (se il caso lo richiede) e non nuoce alla reputazione di B.

Torniamo al momento in cui B nega tutto. Per i fuoriusciti, gli anziani D ed E dovrebbero ora rivolgersi alle autorità perché esiste un sospetto di molestia. La polizia a quel punto è costretta ad intervenire e chiama ovviamente il molestatore B ed il padre C a testimoniare.

C però, timoroso di ritorsioni da parte di B, minimizza l'accaduto e non sporge denuncia.

B continua a negare e dice anzi (consigliato da un avvocato) di aver subito accuse non provate da parte di D e E.

La bambina A viene fatta parlare con uno psicologo, ma quest'ultimo deduce che A aveva verosimilmente interpretato male un'azione di B.

Morale della favola:

- per A e C nulla è cambiato, salvo il disagio d'essere stati costretti a riferire a degli estranei dei fatti che forse essi stessi preferivano rimanessero in famiglia e nel corpo degli anziani.

- B rimane al suo posto. Se è innocente, potrebbe querelare D ed E per diffamazione. Se è colpevole, adesso è libero di muoversi liberamente, ad esempio cambiando congregazione e reiterando l'abuso.

- D ed E devono sorbirsi le conseguenze di un'azione legale avventata e non concordata con la famiglia.
EverLastingLife
00sabato 5 marzo 2016 12:33

Nella prossima demolizione del servizio di Pelazza considereremo questa domanda:

c'è qualcosa di strano nella direttiva per cui, se avviene un abuso, gli anziani dovrebbero contattare il proprio ufficio legale con sede alla Betel di Roma?
EverLastingLife
00domenica 6 marzo 2016 11:03

Ancora il cavaliere mascherato.


[IMG]http://i66.tinypic.com/sor6mc.png[/IMG]



E) avvertire la filiale di Roma: falsi scandali (ed errori logici)

Anonymous: gli anziani sono tenuti ad informare la filiale!! Non penso che gli Anziani abbiano capacità o qualifiche professionali per poter valutare dei casi di questo tipo. Non è normale comportarsi così!

A dire il vero, quello che ci sembra "non-normale" è che un anonimo con la maschera d'ordinanza dei fuoriusciti sollevi delle critiche che descrive come scandalose e ciò nonostante dica 'io credo assolutamente nei testimoni di Geova. Non rinnego nulla!'. Cannabis? No, più semplicemente è il ritratto di un 'tipo' che sta prendendo piede ultimamente sulla Rete, quello del tdG dissidente 'soft', che non intende lasciare l'Organizzazione, in cui malgrado tutto ripone qualche tipo di fiducia, e si illude di modificarne le procedure che non gli aggradano organizzando movimenti sotterranei di 'riforma interna'.

Qui comunque il prode anonimo infila di seguito due idee che non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra, che anzi si contraddicono a vicenda, e che prese da sole sono entrambe fallaci.

- dovrebbe essere strano che gli anziani, venuti a sapere di accuse di abusi sessuali su minori, informino 'la filiale'.

- gli anziani non hanno le competenze per trattare casi di pedofilia.

Intanto c'è da rilevare che il dialogo fra l'intrepido riformatore camuffato e il Pelazza (che peraltro contiene quattordicimila tagli, come purtroppo nelle sue consolidate abitudini) è ingannevole, o a essere più diplomatici, è viziato da un famoso errore logico: quello conosciuto come falsa alternativa. Notate l'astuzia di questo passaggio:


Pelazza: La linea è che se dovesse accadere un abuso sessuale non informare l’autorità giudiziaria ma di informare...

Anonymous: gli anziani sono tenuti ad informare la filiale

Pelazza: scusami la filiale vuol dire solamente Roma

Anonymous: Esatto Roma, non le autorità.




Sembra che si debba chiamare la filiale di Roma invece di chiamare in causa le autorità secolari: questa (come da imbeccata di Pelazza) sarebbe 'la linea' dei testimoni di Geova. Come ripetuto alla nausea, che gli anziani siano incoraggiati a contattare il proprio ufficio legale non ha nulla a che vedere con la libertà individuale da parte degli abusati di denunciare gli abusatori. Le due cose non hanno né una relazione di causa-effetto, né una relazione cronologica: l'abusato potrebbe essere andato alla polizia prima ancora che gli anziani abbiano avuto il tempo materiale di telefonare a Roma.

Questi 'giochetti logici' (salti logici doppi o tripli, non sequitur, falsi aut aut, petizioni di principio e innumerevoli altri) sono comunissimi negli ragionamenti degli ex-testimoni di Geova dissidenti. Noi che combattiamo questo fenomeno da anni vi abbiamo fatto il callo, ma è bene che i lettori poco avvezzi a questi trucchetti ne siano avvertiti.

Quanto al fatto che possediamo una rete interna di consulenza legale e che questa debba essere avvertita in presenza di fatti gravi, siamo di nuovo in presenza di una non-notizia. I testimoni di Geova, anche se non paragonabili per dimensioni alle confessioni di maggioranza, sono pur sempre un'organizzazione colossale: otto milioni di fedeli, e quasi venti milioni fra fedeli e simpatizzanti; svolgono il loro proselitismo in più di duecento paesi; quasi in tutti hanno una sede amministrativa principale (chiamata Betel) che prevede, fra gli altri, un ufficio stampa ed un ufficio legale.


Vedute di alcune filiali europee dei testimoni di Geova nel mondo (da cristianitestimonidigeova.net): nell'ordine le sedi russa, tedesca e italiana (Betel di Roma).

[IMG]http://i66.tinypic.com/nfh64y.jpg[/IMG]

[IMG]http://i68.tinypic.com/f016ok.jpg[/IMG]

[IMG]http://i66.tinypic.com/71s2dw.jpg[/IMG]



Nel nostro paese, ove sono diffusi con la ratio di più di quattro testimoni di Geova ogni mille italiani, vi sono centinaia di Sale del Regno e migliaia di congregazioni: vi si trovano, se non proprio una parrocchia per ogni rione come avviene per la Chiesa Cattolica, come minimo una congregazione per ogni comune di almeno 10.000 abitanti, e decine di congregazioni nelle grandi città. Nel momento in cui scriviamo, nella sola hinterland della capitale Roma (escludendo quindi la provincia), come si evince dal sito istituzionale jw.org dell'Organizzazione, vi sono ben 78 congregazioni.

E' impensabile che una simile, colossale struttura sia priva di un sistema interno di consulenza legale. Vi sono in Italia, per fare qualche paragone, molti più testimoni di Geova che volontari che lavorano nelle sedi WWF (un centinaio), dipendenti di Mediaset (circa 6.000), Ferrovie dello Stato (meno di 70.000) e Alitalia (poco più di 11.000), allenatori di calcio tesserati della FIGC (circa 62.000) e iscritti all'Inarcassa (l'istituto previdenziale per ingegneri e architetti, di cui faccio parte: circa 170.000). Eppure tutte queste realtà si avvalgono di solide strutture legali, cosa che nessuno nel mondo serio - escludendo quindi i fuoriusciti e le Iene - considera bizzarro.

Comprensibilmente, gli anziani delle singole congregazioni, che non possiedono che in casi eccezionali il necessario know-how in materia di abusi su minori, sono invitati a prendere immediatamente contatto con l'ufficio centrale di Roma quando questi si verificano. L'ardimentoso dissidente-ma-non-troppo mascherato quindi si contraddice alla grande, perché da un lato dice - giustamente - che gli anziani non hanno competenze per trattare questi casi, dall'altro contesta il fatto che siano chiamati a prendere contatti con chi queste competenze le ha.
I detrattori affermano - come se fosse un punto di biasimo - che i testimoni di Geova annoverano i migliori avvocati in circolazione, e una volta tanto hanno ragione. Ne hanno fatto parte veri e propri luminari delle scienze giuridiche, quali Hayden Covington, che detiene tuttora il record di cause vinte presso la Corte Suprema degli USA (37 su 44) ed è considerato fra i 100 più grandi avvocati statunitensi del XX secolo (John R.Vile, Great American Lawyers: An Encyclopedia); W. Glen How, che ha contribuito a due importanti codici di leggi canadesi, la Carta dei diritti (1960) ed il Charter of Rights and Freedoms (1982); il francese Alain Garay, che è anche ordinario di Diritto Religioso presso l' Université d'Aix-Marseille III, materia della quale è una vera e propria autorità internazionale; e ancora Victor Blackwell, André Carbonneau, Christian Paturel e moltissimi altri.

Se invece il valoroso critico in maschera intendesse dire che la mancanza di competenze degli anziani sarebbe, ad esempio, di ordine psicologico, come quella che viene offerta in aiuto alle vittime degli abusi, di nuovo la sua critica non avrebbe senso perché la consulenza specialistica cui fa cenno sarebbe regolarmente offerta una volta che la famiglia dell'abusato si rivolgesse alle autorità, che si avvalgono, come tutti sanno, della collaborazione di psicologi dell'età evolutiva, assistenti sociali e altri tecnici esperti.

Non esiste dunque alcun bisogno che vi sia uno psicologo (o un avvocato) per ciascun corpo degli anziani. Essi hanno viceversa, questo assolutamente sì, la competenza necessaria per decidere come gestire la faccenda dal punto di vista delle norme scritturali e dell'applicazione della procedura nella congregazione di pertinenza, ad esempio quando disassociare e quando accordare misericordia, se è il caso di effettuare un annuncio pubblico per prevenire ulteriori episodi di abusi, e via dicendo.
barnabino
00domenica 6 marzo 2016 12:29

Non esiste dunque alcun bisogno che vi sia uno psicologo (o un avvocato) per ciascun corpo degli anziani. Essi hanno viceversa, questo assolutamente sì, la competenza necessaria per decidere come gestire la faccenda dal punto di vista delle norme scritturali e dell'applicazione della procedura nella congregazione di pertinenza, ad esempio quando disassociare e quando accordare misericordia, se è il caso di effettuare un annuncio pubblico per prevenire ulteriori episodi di abusi, e via dicendo



Bravo ELL... i nostri critici sembrano ignorare il ruolo degli anziani di congregazione, che non è quello di psicologi, poliziotti, avvocati che dispensano consigli legali, medici o psicoterapeuti. La vittima se ha bisogno di figure professionali specifiche è libera di rivolgersi a loro, ma l'anziano ha il ruolo specifico di pastore spirituale e giudice ecclesiastico, dunque un ruolo religioso e non medico/psicoterapeutico. L'anziano valuta solo il lato spirituale della questione e interno alla congregazione, tutto qui, come per altro è giusto... se un anziano cominciasse ad improvvisarsi medico, psicologo o consulente legale, anche ammesso ne avesse i titolo, non solo verrebbe meno al suo ruolo ma abuserebbe di esso, molto probabilmente facendo solo ulteriori danni.

Shalom
EverLastingLife
10domenica 6 marzo 2016 13:27

Stiamo disintegrando anche il secondo giocattolo, passato al setaccio virgola per virgola per evidenziarne non solo gli errori di dettaglio, ma anche l'assoluta inconsistenza dei punti principali. Qualcuno ha asserito che questo secondo servizio delle Iene sarebbe stato migliore del primo. Credo che abbia torto, come si può provare anche aritmeticamente.

Si può dimostrare per via empirica come il tasso di stupidaggini desumibili dai servizi di Pelazza sia direttamente proporzionale alla lunghezza dei medesimi: più lo si lascia libero di parlare, più fa danni (alla credibilità del programma e dei fuoriusciti, ovviamente). Ora se applichiamo un banale criterio di proporzionalità diretta, visto che il primo servizio (26 gennaio) durava circa 13 minuti, mentre questo secondo di marzo è durato 14 minuti e 1 secondo, se ne deduce che il primo era meglio.
EverLastingLife
00lunedì 7 marzo 2016 10:01


F) altro 'scandalo' fasullo: la riservatezza.

Pelazza dice la sua su cosa si possa considerare normale e cosa no:

"... come non è normale tutta la segretezza che sono invitati a tenere i responsabili della congregazione".

Invece, caro Pelazza, è normalissimo.

Forse ci vuole un breve inciso. Il giornalismo trash funziona in questa maniera: quando un concetto è privo di contenuti realmente deplorevoli o almeno discutibili, sopperisce una adeguata presentazione del medesimo a colmare il vuoto. Ne abbiamo avuto un esempio anche nella prima puntata del 'reportage' contro i testimoni di Geova. Qualcuno che interpreta il testimone di Geova fedele dice :

'Questa è l'organizzazione!' (= è questa la vera religione).

Al che Pelazza, fisso alla telecamera, sguardo ieratico, tono glaciale:

[IMG]http://i64.tinypic.com/2s8ib28.png[/IMG]

"PAROLE TERRIBILI!!!"

La sentenza è inappellabile, e il popolino dei videodipendenti inebetiti dalle farse delle Iene (purtroppo ne esiste ancora uno) e dall'ora tarda dovrebbe soggiacervi senza riserve.

Il giornalismo serio non ha bisogno di puerili interiezioni per sottolineare una realtà di fatto, se questa è così grave ed evidente. Con espedienti come quelli delle Iene, invece, si può passare qualunque idiozia per affare di stato. 'Quant'è bona la Belen'. 'PAROLE TERRIBILI!!' 'Arbitro venduto'. 'PAROLE TERRIBILI!!' 'Al contadin non far sapere come è buono il cacio con le pere'. 'PAROLE TERRIBILI!!'

Qui succede esattamente lo stesso. Per Pelazza non è normale tutta la segretezza che sono invitati a tenere i responsabili della congregazione.

Benissimo, allora assalito da dubbi, prendo il contratto ed il codice etico dell'azienda per la quale lavoro da anni con mansioni dirigenziali (una società di IT con sedi in tutto il mondo) e vi leggo:

'E' fatto divieto assoluto ai dipendenti, di ogni livello e sede aziendale, in qualsiasi momento, di rivelare a terzi le informazioni apprese o condivise durante le riunioni di lavoro, o scambiate per il tramite di documenti cartacei o elettronici o diffuse attraverso qualunque altro mezzo fisico, indipendentemente dalla loro natura o estensione, se non espressamente richiesto da [...] S.p.A. ovvero da un suo rappresentante legale'.

In calce alle e-mail di lavoro siamo parimenti obbligati a inserire un codicillo che recita: 'Le informazioni di questo messaggio di posta elettronica e dei suoi allegati sono destinate esclusivamente agli enti fisici cui è indirizzato. Se Lei ha ricevuto questo messaggio di posta elettronica per errore, la preghiamo di avvisarci tempestivamente inviando un messaggio di posta elettronica al mittente oppure all'indirizzo [...] e di distruggere il messaggio dal Suo computer'.

Anche se i testimoni di Geova fossero una conventicola che entra tutta in un monolocale, avrebbero ogni diritto alla riservatezza. Ma come ripetiamo si tratta di un'organizzazione colossale, con milioni di aderenti e sedi in tutto il mondo. In realtà, questa ennesima 'topica' di Pelazza rivela ancora (e davvero non ce n'era bisogno) il 'nulla pneumatico' di cui è fatto il 99% delle sue contestazioni. Le direzioni di TUTTE le organizzazioni religiose del mondo inviano ai propri dirigenti, ministri o responsabili istruzioni riservate, che non c'è scopo di divulgare all'intero pianeta, o per le quali ci sono viceversa precisi motivi di non farlo; lo stesso avviene in qualunque contesto organizzato. Se non ne siete sicuri, proponetevi come spettatore per il prossimo conclave per l'elezione del nuovo Papa, per una riunione deliberativa del vostro partito politico, per un meeting di plenipotenziari della FIFA.

Torniamo alle dichiarazioni di Pelazza (gli incisi fra parentesi sono miei): "non è normale tutta la segretezza che sono invitati a tenere i responsabili della congregazione. In molte circolari riservate agli anziani c’è scritto di 'non divulgare mai informazioni confidenziali' (cita la circolare del 9/4/2012) 'di tenere spenti eventuali trasmettitori FM' nella Sala del Regno (*) (cita la circolare del 6/11/2014) e di 'distruggere queste indicazioni una volta lette' (nessuna citazione). 'Un anziano che violasse la riservatezza potrebbe esporre sé stesso al rischio della responsabilità civile e penale' (cita ancora la circolare del 9/4/2012). Tutto questo anche in caso di abuso su minore".

Rispondere al Pelazza su questo punto è come cercare di confutare una battuta di Brignano o di Panariello durante uno dei loro spettacoli comici. Forse dovremmo trovare scritto nelle circolari qualcosa come 'se ricevete informazioni confidenziali, specie se relative ad abusi su minori, provvedete alla loro massima divulgazione, trasmettetele in radiofrequenza e magari anche in teleconferenza, e assicuratevi di tenerne traccia, memorizzandole su vari supporti e tenendole a disposizione in un luogo accessibile a tutti'. Il servizio di Pelazza è tutto un ridere, e del resto il direttore del programma (Davide Parenti) ha affermato che Le iene 'sono un varietà' (link)



_____________________________________________________________________

(*) questa è una citazione ingannevole: lascia credere che nella Sale del Regno vi sia 'in generale' un livello di segretezza tale da richiedere la disattivazione dei dispositivi di trasmissione. Davvero strano, dato che le adunanze dei testimoni di Geova sono, come sanno anche i sassi, aperte al pubblico. La circolare citata dal Pelazza, che fra l'altro non ha nulla a che vedere con gli abusi sui minori (§ 4, grassetto mio: "Le istruzioni per trattare i casi di abusi su minori sono state fornite in corrispondenza specifica. Siamo invece lieti di inviarvi un compendio delle istruzioni su come affrontare gli altri problemi di congregazione che riguardano questioni di natura legale") dice nella sua interezza, e non nel frammento papiraceo che ci mostra il Pelazza (§ 7, grassetto mio):



Comunicazioni senza fili: È anche importante evitare di rivelare inavvertitamente delle informazioni confidenziali. Quello che viene detto nelle nostre adunanze, assemblee e congressi di solito non è confidenziale, ma occasionalmente vengono indette delle adunanze la cui natura è confidenziale. Ad esempio, la filiale potrebbe organizzare delle scuole per anziani di congregazione e servitori di ministero da tenere nelle Sale del Regno. In tali occasioni, è consentito utilizzare microfoni senza fili, a condizione che il programma non raggiunga nessuno al di fuori dell’aula e/o dell’uditorio previsto. Se nella Sala del Regno è installato un trasmettitore FM, accertatevi che durante le adunanze riservate sia tenuto spento.



L'avvertenza sulle trasmissioni in FM si riferisce quindi esclusivamente ad adunanze per i soli corpi degli anziani e similari, ovvero all'1%, o meno, del complessivo utilizzo di una normale Sala del Regno.
EverLastingLife
20lunedì 7 marzo 2016 23:11

NOTA DEL 4/5/2018: A QUESTO LINK SI PUO' LEGGERE UN ESAME PIU' APPROFONDITO DEL CASO AUSTRALIANO E DEL CASO CANDACE CONTI:

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/11490727/Appendici-all-articolo-i-testimoni-di-Geova-e-gli-abusi-sessuali-di-prossima-uscita/discussione.aspx?#idm1...

___________________________________________________________________



G) Pelazza e l' "Australian Gate"

Nei quattro servizi contro i testimoni di Geova (2014, 2016) Pelazza ci ha accompagnato nel classico "tour guidato" in perfetto stile-fuoriusciti: trasfusioni, 'ostracismo', la provvidenziale psicologa, le interviste agli ex, i tdG subiscono il lavaggio del cervello, sono una setta americana, non fanno l'università, i responsabili non rispondono alle domande, ecc. ecc.; mancava l'ultima tappa: il 'caso australiano', che arriva puntualissimo come una rata del mutuo di casa.

Se non avete mai sentito parlare del 'caso testimoni di Geova in Australia' bando ai complessi, siete in buona compagnia: 60 milioni di italiani. E' inutile che cerchiate nel sito di Repubblica, del Corriere o di qualche altro quotidiano nazionale: ne troverete al massimo qualche scampolo in siti di news di terzo o quart'ordine. E ovviamente se ne straparla nei forum dei fuoriusciti.

Pelazza ci informa di 'mille casi di pedofilia fra i testimoni di Geova in sessant'anni' (in realtà sessantacinque). Si tratterebbe di casi nei quali essi avevano 'nascosto o distrutto prove' degli abusi commessi, e inoltre 'nessuno di questi casi era stato mai denunciato alla polizia'. In circa 400 di questi 1000 casi si era pervenuti ad un provvedimento di disassociazione; di questi ultimi 230 erano stati poi riassociati almeno una volta, e 35 più di una volta. Sul caso ha anche fornito una lunga deposizione (davvero ammirevole, peraltro, per compostezza, dignità e spirito di collaborazione) Geoffrey Jackson, membro del Corpo Direttivo, che è australiano.

Qualcuno potrebbe domandare a proposito delle omesse denunce alle forze dell'ordine se in Australia, contrariamente a quanto sappiamo degli USA, dell'Italia e di altre democrazie occidentali, sussiste il famoso obbligo di denuncia da parte degli anziani (cosa che indirizzerebbe senz'altro il procedimento in una direzione obbligata), ma questo, per gli apostati, sembra un dettaglio irrilevante. Una tipica metodologia della cultura del sospetto è quella di 'strillare' notizie di indagini in corso (o appena iniziate) a carico di qualcuno, accusato di un crimine piuttosto che di un altro, ben sapendo che il pubblico percepisce mediamente le accuse come dati di fatto: sentire dire 'il politico X è indagato per corruzione' fa lo stesso effetto di sentir dire 'il politico X è stato condannato per corruzione', anche se la differenza è più che sostanziale. Lo stesso avviene qui: i lavori sono in corso, sul caso è all'opera una solerte Royal Commission insediatasi appena nel 2015, e gli ex-testimoni di Geova dissidenti ne parlano come se si trattasse di un processo già concluso in tutti i suoi gradi e con una sentenza di condanna.

Dispiacerà a qualcuno, ma quello che si sta celebrando in Australia non è neppure un processo giudiziario. Lo scopo della commissione australiana è individuare le necessarie contromisure per fronteggiare il problema abusi, ovvero per prevenirli o intervenire una volta emersi. Al termine dei lavori, la Commissione farà delle raccomandazioni al governo, che questi cercherà poi, compatibilmente con la Costituzione australiana e le leggi già in essere, di tradurre in provvedimenti legislativi e normativi.

Quanto è 'grave' il problema che sembra essere venuto fuori fra i testimoni di Geova australiani? Ci si può riempire la bocca con i '1000 casi di abusi in 65 anni', senza sapere (o considerare) che proprio questi numeri ritraggono un fenomeno statisticamente davvero irrisorio. Parliamo di una media di 15 casi all'anno: il che, se si pensa che dal 1950 ad oggi si sono avvicendati nel 'continente dei canguri' centinaia di migliaia di testimoni di Geova (considerando il tasso di mortalità e quello di abbandono), fa ridere i proverbiali polli. Naturalmente la solidarietà non fa calcoli, non si misura in vite danneggiate o distrutte: anche se ci fosse un solo caso di abusi su minori perpetrato da testimoni di Geova, anziché mille, da un punto di vista etico e umanitario non farebbe differenza. Ma dal punto di vista fenomenologico e statistico la differenza sussiste eccome, ed è necessario rimarcarla.

Ma c'è di più. I lavori della commissione, come dicevamo, sono in corso e le possibili variabili in gioco sono infinite. Ne citiamo giusto tre:

- si possono mettere insieme fatti avvenuti cinquanta o sessant'anni con episodi recenti? Il codice etico non è invariato, tutt'altro: oggi giudichiamo, giustamente, gli abusi su minori una totale aberrazione; negli anni '50 esisteva la medesima percezione di questo dramma? Non dimentichiamo che nella stragrande maggioranza dei casi non si parla di stupri o comunque di atti sessuali veri e propri o completi, per i quali la Parola di Dio si esprime in maniera netta ed inequivocabile, ma di molestie. Il grado di consapevolezza di queste ultime era verosimilmente diverso: anziani, abusatori, vittime e famiglie percepivano l'abuso in modo diverso da oggi.

- si parla genericamente di 'abusi su minori', senza far differenze fra 'bambini' e 'minorenni'. Molestare una diciassettenne è certamente cosa grave ed è un reato, ma non è lo stesso che molestare una bambina di nove o dieci anni. La ripugnanza ha i suoi diversi gradi di espressione.

- si parla genericamente di 'abusi nei testimoni di Geova', senza distinguere quanti di questi casi avessero per protagonisti (nei vari ruoli dei fatti contestati) testimoni dedicati, piuttosto che proclamatori non battezzati, persone che frequentano la congregazione, interessati, familiari di testimoni, e via dicendo. Anche questo parametro è tutt'altro che irrilevante, e disegna un ventaglio di possibilità fra le quali è necessario discriminare.



________________________________________________________

Esiste probabilmente, nei fuoriusciti, il timore che i lavori della commissione australiana finiranno, se non proprio in un nulla di fatto, in qualcosa che ci passa molto vicino.

Come avvenuto nel caso della statunitense Candace Conti e del suo molestatore Jonathan Kendrick, un testimone di Geova. Kendrick era stato precedentemente rimosso dai suoi incarichi (era servitore di ministero) per aver molestato una figliastra; dopodiché si era separato dalla moglie, aveva cambiato congregazione e aveva conosciuto la Conti. Secondo il racconto della giovane, mai confermato da Kendrick, quest'ultimo avrebbe abusato di lei diverse volte dal 1993 in poi, quando lei aveva 9-10 anni. Diciotto anni più tardi (2011) la Conti, che non è mai stata una Testimone, ha ritenuto di citare in giudizio, oltre a Kendrick, anche la congregazione cui si associava quest'ultimo, e la stessa Watch Tower. Si supponeva infatti che gli anziani della nuova congregazione non avessero vigilato a sufficienza sul molestatore redicivo, permettendo indirettamente che costui avesse dei contatti con la giovane vittima.

La WT aveva perso in primo grado il processo (2012), con una sentenza che obbligava al versamento di 28 milioni di dollari, una cifra da capogiro, a titolo di risarcimento. E' interessante leggere, nelle motivazioni della condanna (link, formato pdf), che la WT è stata ritenuta colpevole perché incapace di esibire una prova scritta delle istruzioni date agli anziani di tener lontano Kendrick dalla ragazza; queste istruzioni erano state fornite solo oralmente, per telefono.

Nel 2015 il nuovo processo si conclude con la sentenza definitiva: la WT viene riconosciuta colpevole del danno di non aver vigilato sulla condotta di Kendrick, ma assolta dall'accusa di aver coperto gli abusi, sempre per la sussistenza del legittimo diritto al segreto confessionale. Il risarcimento danni subisce una drastica riduzione: da 28 a 2,8 milioni di dollari: un vero e proprio crollo verticale (90%).

La WT si è appellata anche contro questa seconda sentenza, ma ha poi rinunciato all'appello quando è stato raggiunto (23/6/15) un accordo extra giudiziale con la Conti sul risarcimento, senza dubbio inferiore a quanto stabilito dalla sentenza, ma del quale non si conosce l'entità:

appellatecases.courtinfo.ca.gov/search/case/dockets.cfm?dist=0&doc_id=2109889&doc_no...


Inutile aggiungere che la vicenda sia stata letta dai più come una sonora sconfitta per i denigratori dei testimoni di Geova.


Una foto di Candace Conti:

[IMG]http://i64.tinypic.com/14ncm52.jpg[/IMG]
bishop-accountability.org
Aquila-58
00martedì 8 marzo 2016 07:07
Re:
EverLastingLife, 07/03/2016 23:11:




Pelazza ci informa di 'mille casi di pedofilia fra i testimoni di Geova in sessant'anni' (in realtà sessantacinque).

Una tipica metodologia della cultura del sospetto è quella di 'strillare' notizie di indagini in corso (o appena iniziate) a carico di qualcuno, accusato di un crimine piuttosto che di un altro, ben sapendo che il pubblico percepisce mediamente le accuse come dati di fatto: sentire dire 'il politico X è indagato per corruzione' fa lo stesso effetto di sentir dire 'il politico X è stato condannato per corruzione', anche se la differenza è più che sostanziale. Lo stesso avviene qui: le indagini sono in corso, sul caso è all'opera una solerte Royal Commission insediatasi appena nel 2015, e gli ex-testimoni di Geova dissidenti ne parlano come se si trattasse di un processo già concluso in tutti i suoi gradi e con una sentenza di condanna.





Dicasi "processo sommario" o "processo di piazza", è sostanzialmente il modus operandi dei peggiori regimi dittatoriali, parlare alla "pancia" della gente, ben sapendo che nell' Italia forcaiola attuale, questo metodo ha gran successo...

Comunque, di nuovo, grazie Iene: i miei figli (25 e 26 anni), che non sono testimoni di Geova e a cui non interessa nessuna religione, precedentemente erano assidui spettatori della vostra trasmissione.
In occasione delle due precedenti puntate sui testimoni di Geova, dopo averle viste, mi hanno bombardato di domande.

Stavolta hanno capito da soli di che pasta sono fatti i vostri servizi e, infatti, non vi guardano più, preferendo altre trasmissioni decisamente più serie...

Grazie mille, Iene... [SM=g2037508] [SM=g27987]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com