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commentario cattolico su Giacomo 5:10

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2013 22:00
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05/07/2013 07:25
 
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Aquila-58, 7/4/2013 6:08 PM:



anche la CEI attesta l' esistenza dell' immortalità dell' anima:

"La sapienza non entra in un anima che compie il male nè abita in un corpo oppresso dal peccato" (Sapienza 1:4)

Nota CEI:

"Anima e corpo: i due elementi di cui è costituito l' uomo, secondo la filosofia greca, alla quale attinge anche l' autore del libro di Sapienza"....




Beh non c'è nulla di rivoluzionario: la CCR attinge dai padri e dai libri apocrifi che nessuno accetta, in modo da rendere piu' politically correct la favoletta satanica di Adamo che non muore.
Questo è il punto.

Simon
05/07/2013 07:35
 
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per barnabino,

dovrebbe essere daniele 12,2



Che gli ebrei credessero alla risurrezione è noto, che dovessero risorgere "tutti" non è così evidente, anzi, Cristo sembra dire esattamente il contrario.



per me quello che dice daniele e che cita gesù significa che risorgono tutti secondo il pensiero ebraico.



Anche perché nel NT non esiste esiste alcun dualismo, l'uomo esiste in quanto unità psicofisica. Non vedo alcun problema in questo, noi crediamo che gli "ingiusti" saranno giudicati dopo la loro risurrezione.



non lo so quello in cui credete voi,stavo parlando del catechismo sulla resurrezione di tutti quanti.
però mi ricordo che per gli ebrei l'uomo in qualche modo riusciva ad esistere,come ombra che poteva soffrire le sue pene o rimanere nel seno di abramo anche quando era morto.



La giustizia divina non condanna chi ha peccato inconsapevolmente.



ovviamente ho detto un mio pensiero.
volevo dire che se gli ebrei ipotizzano la resurrezione di tutti,i primi per la vita eterna ed i secondi per la condanna sarebbe stato un po' senza senso che gli ingiusti venissero risuscitati per essere successivamente disintegrati.
l'infamia eterna è qualcosa di continuativo nel pensiero ebraico,non qualcosa che si risolve in un istante.



Infatti, come detto la distruzione eterna è frutto di una scelta consapevole e volontaria di non tornare a Dio.



ma non esiste la distruzione eterna nell'ebraismo.
come dice daniele vi è l'infamia eterna,la vergogna eterna,cioè qualcosa di continuativo e non la distruzione istantanea.
sarebbe insensato risorgere uno per disintegrarlo poco dopo.



Se tu manca che aspetti? Prendi il tuo palo di tortura e segui Cristo di continuo...

Shalom



ce ne sono tanti di cristi,ed anche di "dei".
ciascuno ha il suo,voi avete il vostro o i vostri.
i cattolici il loro,le altre confessioni religiose i loro,eccetera.
quindi me ne resto a riflettere e a vedere dov'è quest'amore di cui il mondo non può fare a meno.


05/07/2013 08:15
 
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colui che converte un peccatore salverà la sua anima dalla morte.

il peccatore è colui che ha capacità di intendere e di volere , ossia il suo spirito di carne , la sua mente.

se si converte salverà la sua anima dalla morte, ora se pensiamo che l'anima è qualcosa di distinto dal corpo e non il corpo stesso e la sua capacità biologica di generare lo spirito dell'uomo in bene o in male, cosa dimostrata senza ombra di dubbio dalla scienza medica e da semplici fatti,

Allora l'anima qui è soggetta alla morte,

E non è certo morte spirituale, perchè si discute di uno che come peccatore in termini spirituali è già morto agli occhi di Dio, cioè in tal senso nonè vivo, quindi salverà l'anima proprio dalla morte , morte.
Salverà dalla morte , ossia dal subire la morte eterna la sua anima, che biblicamente è il corpo stesso ,il suo cervello.
L'anima salvata lo è perchè continua a vivere nella memoria di Dio il quale gli restituirà una casa, un corpo per lo scopo di vivere e non per passatempo , il balocco, pupetto di gesso o pinocchio con cui giocare qualche spirito celeste burlone.
[Modificato da dispensa. 05/07/2013 08:17]
05/07/2013 09:56
 
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Caro Laura,


per me quello che dice daniele e che cita gesù significa che risorgono tutti secondo il pensiero ebraico



Gesù non credo che citi letteralmente questo passo, tutt'al più vi fa allusione. Detto questo in Daniele mi pare non dice che "tutti" saranno risorti ma parla di "molti", anche perché nel contesto "accadrà un tempo di angustia come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo. E durante quel tempo il tuo popolo scamperà, chiunque si troverà scritto nel libro" e pertanto alcuni moriranno in quell'angustia e non saranno risorti. Comunque anche qui troviamo un giudizio dopo la risurrezione per alcuni che andranno all'aborrimento, stroncamento o lago di fuoco, per usare alcune espressioni bibliche.


non lo so quello in cui credete voi,stavo parlando del catechismo sulla resurrezione di tutti quanti. però mi ricordo che per gli ebrei l'uomo in qualche modo riusciva ad esistere,come ombra che poteva soffrire le sue pene o rimanere nel seno di abramo anche quando era morto



La mia perplessità è che anche i dannati, per i cattolici, risorgano con un corpo glorioso come quello di Cristo. Per quanto riguarda il giudaismo è possibile che alcune sette del secondo tempio avessero adottato veduto ellenistiche (o pseudo tali) sull'aldilà, ma l'antropologia del NT (se è di questo che ragioniamo) continua a sostenere l'unità psicofisica dell'uomo. E comunque tali veduto sono ben lontane dal catechismo che si è sviluppato specialmente nel medioevo su concetti filosofici prima platonici poi, con Tommaso, corretti dall'aristotelismo.


l'infamia eterna è qualcosa di continuativo nel pensiero ebraico,non qualcosa che si risolve in un istante



Non direi, ad esempio delle città distrutte si dice che il fumo sale in eterno, nel senso che il ricordo della sconfitta e distruzione sarà eterno, lo stesso dicasi per coloro che non erano neppure degni di sepoltura, questo per loro era un marchio di infamia eterno. L'infamia eterna non richiede che la città o il cadavere rimanga, è il ricordo della loro fine ad essere infamante.


quindi me ne resto a riflettere e a vedere dov'è quest'amore di cui il mondo non può fare a meno



Beh, i testimoni di Geova sono gli unici che per amore sono stati disposti a morire pur di non combattere in battaglie dettate dall'egoismo umano e che già oggi fanno in senso simbolico "delle loro spade vomeri". Bisogna poi vedere tu che cosa intendi per "amore", perché spesso il concetto che ne abbiamo dipende dalla nostra cultura o dell'epoca in cui viviamo...

Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
05/07/2013 11:41
 
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Re:
LauraUrari, 05/07/2013 07:19:

per pseudonico,non so cosa dirti io leggendo il catechismo cattolico capisco così.
ed anche quello che hai riportato dal dizionario treccani non mi sembra che dica diversamente,cioè che il fuoco di cui di parla sono le pene infernali.




Io leggendo il dizionario Treccani capisco altro, leggendo il catechismo mi sembra che non lo escluda e vedendo le immagini nelle Chiese mi pare evidente quale fosse almeno in passato la concezione dell'inferno.
Ma il punto, come dicevi tu, è nella recente revisione di questo luogo.
I cattolici si vantano (e ci criticano) del fatto che il loro credo non subisca cambiamenti ma non mi pare che le cose stiano proprio così.

APPROFONDIMENTO




saluti
Pseudonico

L'educazione è la nemica della saggezza, perché l'educazione rende necessarie tante cose, di cui, per esser saggi, si dovrebbe fare a meno.
Luigi Pirandello, Il piacere dell'onestà, 1917
05/07/2013 16:04
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 05/07/2013 07:25:




Beh non c'è nulla di rivoluzionario: la CCR attinge dai padri e dai libri apocrifi che nessuno accetta, in modo da rendere piu' politically correct la favoletta satanica di Adamo che non muore.
Questo è il punto.

Simon


Guarda che il NT della tua TNM è preso pari pari dalla Bibbia cattolica, che ha scelto il canone suddetto lasciando fuori tanti libri apocrifi (vedi i vari vangeli di Maria, di Tommaso, ecc...) Quindi anche la tua congregazione ha sposato la nostra idea sul NT. Sul vecchio testamente le cose sono diverse, ma non vedo in base a quale criterio puoi affermare che il codice ebreo è corretto e i libri quali la Sapienza o i Maccabei non sono ispirati, quando per gli stessi ebrei tutto il nostro NT non è ispirato e quindi apocrifo!!! Non so se mi sono spiegato.
05/07/2013 17:34
 
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Re:
LauraUrari, 05/07/2013 07:19:

per pseudonico,non so cosa dirti io leggendo il catechismo cattolico capisco così.
ed anche quello che hai riportato dal dizionario treccani non mi sembra che dica diversamente,cioè che il fuoco di cui di parla sono le pene infernali.

per barnabino,


Si, ma quella, anche ammesso che sia una pena per un pagano, un ateo o un non cristiano è la pena "principale", ma questo non mi pare che escluda pene secondarie che a quanto pare colpiscono anima e corpo, risorto e glorioso immagino... perché sulla risurrezione con un corpo glorioso vedo un po' di reticenza.

Certo ha ragione pseudonico, il concetto di inferno tende ad adeguarsi alla cultura moderna, diventando sempre più politically correct...

Shalom



non capisco dove stia il problema,nel senso che la resurrezione di condanna ha le sue pene.
altrimenti sarebbe una resurrezione e basta.




la risurrezione di condanna o di giudizio ha la sua pena nella morte seconda, la morte eterna, Apoc. 21:8.
Ti ricordo che, affermando che psychè e soma vengono apollymi nella Geenna, (Mt. 10:28), Gesù usa un verbo, apollymi per l' appunto che, banalmente, significa "annientare, perdere", secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento

LauraUrari, 05/07/2013 07:19:


per me non è una questione di politically correct,ma di passaggio da una lettura fondamentalista di quello che è scritto nei testi del canone della chiesa a una lettura più approfondita.
gesù usa delle figure per trasmettere cos'è l'inferno ed è ovvio che la prima cosa che fa il suo discepolo è immaginarsi lo stato del dannato come lo descrive gesù letteralmente.
e non è sbagliato se le pene sono intense come essere bruciati senza essere consumati.




a chi da una lettura superficiale della parabola del ricco e Lazzaro...ma chi va ad...ehm, approfondire e legare la parabola nel contesto, può accorgersi che l' andare nell' Ades del ricco di Luca 16:23 può indicare più una condizione (di completo disfavore divino) che un' ubicazione :

"E tu Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? scenderai nell' Ades" (Luca 10:15)

"In quanto hai detto nel tuo cuore: salirò ai cieli, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio.........Comunque, sarai precipitato nello Sceol...." (Isaia 14:13-15).

Non ti viene mai il sospetto che Gesù, anzichè avallare la mitologia dell' Ade greco del traghettatore di anime Caronte e di Cerbero, stia solamente usando dei semitismi che vogliono, altresì, indicare qualcosa?
A me si...
Poi, che c' entra, ognuno può vederci quello che vuole.....


LauraUrari, 05/07/2013 07:19:


poi la riflessione può diventare più profonda e cercare di immaginare in che cosa consistano realmente queste pene.il catechismo lo fa,non ci vedo nulla di scorretto e nessuna contraddizione.







anche noi lo facciamo, solo che da noi trovi sempre delle contraddizioni mentre nel catechismo non le trovi mai, un caso?
10/07/2013 07:11
 
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Re:
per barnabino,



Gesù non credo che citi letteralmente questo passo, tutt'al più vi fa allusione. Detto questo in Daniele mi pare non dice che "tutti" saranno risorti ma parla di "molti", anche perché nel contesto "accadrà un tempo di angustia come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo. E durante quel tempo il tuo popolo scamperà, chiunque si troverà scritto nel libro" e pertanto alcuni moriranno in quell'angustia e non saranno risorti. Comunque anche qui troviamo un giudizio dopo la risurrezione per alcuni che andranno all'aborrimento, stroncamento o lago di fuoco, per usare alcune espressioni bibliche.



no,non è una lettura che mi convince.
daniele parla della resurrezione di tutti quanti,il molti ebraico significa tutti.



La mia perplessità è che anche i dannati, per i cattolici, risorgano con un corpo glorioso come quello di Cristo. Per quanto riguarda il giudaismo è possibile che alcune sette del secondo tempio avessero adottato veduto ellenistiche (o pseudo tali) sull'aldilà, ma l'antropologia del NT (se è di questo che ragioniamo) continua a sostenere l'unità psicofisica dell'uomo. E comunque tali veduto sono ben lontane dal catechismo che si è sviluppato specialmente nel medioevo su concetti filosofici prima platonici poi, con Tommaso, corretti dall'aristotelismo.



sicuramente voi avete i vostri pensieri che non comprendono evidentemente il fatto che il dannato possa risorgere e trovare una condanna con un corpo che non si corrompe più.
i cattolici la pensano diversamente da quanto si legge nel catechismo.
non so di quale giudaismo e di quale antropologia tu stia parlando.
sia l'antico testamento che il nuovo non hanno una visione dell'uomo unica ed immutabile.
è tutto un ripensamento,allo stesso modo anche il destino dell'uomo quando è morto.
prima non sente niente,poi addirittura soffre o se ne sta tranquillo nel seno di abramo.
questo è quello che ho studiato io.



Non direi, ad esempio delle città distrutte si dice che il fumo sale in eterno, nel senso che il ricordo della sconfitta e distruzione sarà eterno, lo stesso dicasi per coloro che non erano neppure degni di sepoltura, questo per loro era un marchio di infamia eterno. L'infamia eterna non richiede che la città o il cadavere rimanga, è il ricordo della loro fine ad essere infamante.



l'uomo non è una città distrutta e daniele parla esplicitamente di resurrezione degli ingiusti oltre che dei giusti.
come riprende gesù.
da qui la mia domanda: che senso avrebbe fare risorgere uno per poi disintegrarlo?
credo non ne avesse nemmeno per daniele o per gesù.




Beh, i testimoni di Geova sono gli unici che per amore sono stati disposti a morire pur di non combattere in battaglie dettate dall'egoismo umano e che già oggi fanno in senso simbolico "delle loro spade vomeri". Bisogna poi vedere tu che cosa intendi per "amore", perché spesso il concetto che ne abbiamo dipende dalla nostra cultura o dell'epoca in cui viviamo...

Shalom



gli unici no,mi vengono in mente anche i tibetani,in ogni caso di sicuro la vostra fede vi spinge a fare tutte le cose in cui credete.
bisogna vedere se lo fate per la paura di morire nell'armagheddon o per amore vero.
credo che l'amore sia qualcosa che non si riesce a generalizzare in un gruppo di persone.
in ogni caso tanto di cappello a voi.


[Modificato da LauraUrari 10/07/2013 07:11]
10/07/2013 07:15
 
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Re: Re:
pseudonico, 05/07/2013 11:41:



Io leggendo il dizionario Treccani capisco altro, leggendo il catechismo mi sembra che non lo escluda e vedendo le immagini nelle Chiese mi pare evidente quale fosse almeno in passato la concezione dell'inferno.
Ma il punto, come dicevi tu, è nella recente revisione di questo luogo.
I cattolici si vantano (e ci criticano) del fatto che il loro credo non subisca cambiamenti ma non mi pare che le cose stiano proprio così.

APPROFONDIMENTO



io non conosco bene che cosa vi dicano i cattolici,ma se leggo il catechismo e pure il dizionario treccani per me ci sono scritte le stesse cose.

che la chiesa sia passata da una lettura fondamentalista di quel fuoco ad una lettura più teologica è vero.
ma non è un cambiamento,nell'inferno si soffre delle pene.
sarebbe stato un cambiamento se non si fosse sofferto più o qualcosa del genere secondo me.
10/07/2013 07:23
 
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Re: Re: Re:
LauraUrari, 7/10/2013 7:15 AM:



io non conosco bene che cosa vi dicano i cattolici,ma se leggo il catechismo e pure il dizionario treccani per me ci sono scritte le stesse cose.

che la chiesa sia passata da una lettura fondamentalista di quel fuoco ad una lettura più teologica è vero.
ma non è un cambiamento,nell'inferno si soffre delle pene.
sarebbe stato un cambiamento se non si fosse sofferto più o qualcosa del genere secondo me.



Beh forse pero' ti è sfuggito il cambiamento nella mentalità degli italiani: mentre fino agli anni '70 c'era la paura di vedere i propri figli bruciare nelle fiamme, oggi per gran parte non si crede piu' a queste cose, considerate favole per bambini, al pari di Cappuccetto Rosso o Pinocchio.

Simon
10/07/2013 07:26
 
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Re: Re:
per aquila,


la risurrezione di condanna o di giudizio ha la sua pena nella morte seconda, la morte eterna, Apoc. 21:8.
Ti ricordo che, affermando che psychè e soma vengono apollymi nella Geenna, (Mt. 10:28), Gesù usa un verbo, apollymi per l' appunto che, banalmente, significa "annientare, perdere", secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento



probabilmente va meglio "perdere" nel senso di infamia eterna per come la intendeva daniele.
che parlava come gesù della resurrezione di tutti i morti.
i dannati risorgevano per una vita di vergogna e di perdizione eterna,cioè che non finiva più.
altrimenti che senso avrebbe avuto risorgere qualcuno per poi disintegrarlo?
non credo l'avrebbe avuto nè per daniele nè per gesù.

per gli ebrei dio sconfigge la morte per sempre perchè non sottostà ad essa.
non è un pensiero ellenistico,è un pensiero ebraico questo.



a chi da una lettura superficiale della parabola del ricco e Lazzaro...ma chi va ad...ehm, approfondire e legare la parabola nel contesto, può accorgersi che l' andare nell' Ades del ricco di Luca 16:23 può indicare più una condizione (di completo disfavore divino) che un' ubicazione :

"E tu Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? scenderai nell' Ades" (Luca 10:15)

"In quanto hai detto nel tuo cuore: salirò ai cieli, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio.........Comunque, sarai precipitato nello Sceol...." (Isaia 14:13-15).

Non ti viene mai il sospetto che Gesù, anzichè avallare la mitologia dell' Ade greco del traghettatore di anime Caronte e di Cerbero, stia solamente usando dei semitismi che vogliono, altresì, indicare qualcosa?
A me si...
Poi, che c' entra, ognuno può vederci quello che vuole.....



non è una lettura superficiale perchè lo sceol ebraico all'inizio era l'abisso ed era qualcosa di uniforme.
poi si è voluto cercare di mettere la giustizia divina in questo sceol e quindi gli ebrei,ai tempi di gesù,credevano che ci fossero delle condizioni diverse dei defunti.
esattamente come spiega la parabola di gesù che è perfettamente in linea con queste credenze ebraiche documentate.

non vedo il motivo di andare a cercare dei semitismi quando la cosa più semplice e notare questo parallelo evidente.



anche noi lo facciamo, solo che da noi trovi sempre delle contraddizioni mentre nel catechismo non le trovi mai, un caso?



non le trovo nelle obiezioni che fate.
ho già detto che per me le contraddizioni stanno nella scelta dei libri del canone,che non mi convince molto e non mi sembra di aver detto poco.

10/07/2013 07:28
 
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Re: Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 10/07/2013 07:23:



Beh forse pero' ti è sfuggito il cambiamento nella mentalità degli italiani: mentre fino agli anni '70 c'era la paura di vedere i propri figli bruciare nelle fiamme, oggi per gran parte non si crede piu' a queste cose, considerate favole per bambini, al pari di Cappuccetto Rosso o Pinocchio.

Simon




per me non c'è nessun cambiamento simon,perchè che mio figlio soffra bruciando per sempre fra le fiamme o soffra con stridore di denti in un altro modo mi rimane sempre che soffre.
quindi,da mamma,non mi cambia niente.il pensiero mi fa rabbrividire e spero che non si avveri mai una cosa del genere!
10/07/2013 22:00
 
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Re: Re: Re:
Cara Laura,

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:

per aquila,


la risurrezione di condanna o di giudizio ha la sua pena nella morte seconda, la morte eterna, Apoc. 21:8.
Ti ricordo che, affermando che psychè e soma vengono apollymi nella Geenna, (Mt. 10:28), Gesù usa un verbo, apollymi per l' appunto che, banalmente, significa "annientare, perdere", secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento



probabilmente va meglio "perdere" nel senso di infamia eterna per come la intendeva daniele.




Daniele non usa il verbo apollymi, dove lo leggi?
Apollymi, secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, significa "annientare, perdere, svanire, morire, andar perduto".
Secondo il Vocabolario del Nuovo Testamento greco italiano G. Vigini significa "perdere, distruggere, uccidere, perire, andar perduto"...vedi tu....

Ti ricordo che l' Apocalisse parla del lago di fuoco e zolfo come della morte seconda, la "morte eterna" secondo la Bibbia di Gerusalemme...come vedi ti ho citato non la Torre di Guardia ma tutti testi cattolici....

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:


che parlava come gesù della resurrezione di tutti i morti.
i dannati risorgevano per una vita di vergogna e di perdizione eterna,cioè che non finiva più.
altrimenti che senso avrebbe avuto risorgere qualcuno per poi disintegrarlo?





e avrebbe senso, da parte di un Dio che è amore, risorgere per "tormentare in eterno" qualcuno? No, grazie al cielo la Rivelazione neotestamentaria indica che il lago di fuoco e zolfo è null' altro che la morte eterna...inoltre, nel testo di Daniele 12:2, l' interlineare ebraico italiano A. Vianello traduce "abominio eterno" e la morte seconda lo è, in tutti i sensi, senza che si debba pensare a "dannati tormentati, mi capisci?

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:


non credo l'avrebbe avuto nè per daniele nè per gesù.



credo di si, invece. Gesù usa il verbo apollymi riguardo alla psychè a al soma nella Geenna, in Mt. 10:28! Quanto a Daniele, ben poco di quello che scriveva aveva un..senso per lui, dato che non era per il suo tempo (Dan. 12:8-10)....

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:



per gli ebrei dio sconfigge la morte per sempre perchè non sottostà ad essa.
non è un pensiero ellenistico,è un pensiero ebraico questo.




infatti, Dio sconfigge la morte per mezzo di Cristo, che è venuto a darci la vita eterna contrapposta all' apollymi (Gv. 3:16), non la vita eterna contrapposta al tormento eterno cosciente, mi capisci?

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:




a chi da una lettura superficiale della parabola del ricco e Lazzaro...ma chi va ad...ehm, approfondire e legare la parabola nel contesto, può accorgersi che l' andare nell' Ades del ricco di Luca 16:23 può indicare più una condizione (di completo disfavore divino) che un' ubicazione :

"E tu Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? scenderai nell' Ades" (Luca 10:15)

"In quanto hai detto nel tuo cuore: salirò ai cieli, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio.........Comunque, sarai precipitato nello Sceol...." (Isaia 14:13-15).

Non ti viene mai il sospetto che Gesù, anzichè avallare la mitologia dell' Ade greco del traghettatore di anime Caronte e di Cerbero, stia solamente usando dei semitismi che vogliono, altresì, indicare qualcosa?
A me si...
Poi, che c' entra, ognuno può vederci quello che vuole.....



non è una lettura superficiale perchè lo sceol ebraico all'inizio era l'abisso ed era qualcosa di uniforme.




lo sceol ebraico è messo spessissimo in relazione con l' avaddohn, che in ebraico significa distruzione:
 
Svariate volte sceol appare insieme con abaddon, che significa “distruzione o rovina”. Abaddon appare come equivalente di “luogo di sepoltura”” in Salmo 88:11 (88:12 CEI), laddove la nota della cattolica Bibbia di Gerusalemme, che traduce furbescamente abaddon con “regno della morte” afferma: “regno della morte, ebraico abaddon”, si confronti però Giobbe 26:6 (nota Bibbia di Gerusalemme: “abaddon, sinonimo di sceol”!); Giobbe 28:22 (abaddon è l' equivalente di morte): in entrambi i passi la Bibbia di Gerusalemme traduce furbescamente “abisso”; Proverbi 15:11 (sceol e abaddon equivalenti), Prov. 27:20 (sceol e abaddon equivalenti). 
In Apoc. 9:11 la CEI traduce: “Il loro re era l' angelo dell' abisso, che in ebraico si chiama Abaddon, in greco Sterminatore”, nota della Bibbia di Gerusalemme: “il testo greco ha Abaddon e Apollyon, che si traducono “DISTRUZIONE” e “Distruttore”!! 
Come visto Abaddon è l' equivalente di sceol in Giobbe 26:6, Proverbi 15:11; 27:20. 
Il fatto che lo sceol sia strettamente associato ad abaddon, il luogo di distruzione, dimostra che nell' A.T. il regno dei morti fosse visto come luogo di annientamento e non come quello di un' esistenza umbratile.....da ricordare che abaddon è la traslitterazione greca dell' ebraico 'avaddon, che significa anch' esso “distruzione” e che nelle Scritture Ebraiche, come visto, è messo in relazione con lo sceol e la morte! 

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:


poi si è voluto cercare di mettere la giustizia divina in questo sceol e quindi gli ebrei,ai tempi di gesù,credevano che ci fossero delle condizioni diverse dei defunti.




gli ebrei ellenizzati, ma non Gesù, che non sposa in nessuna maniera l' Ade mitologico greco e spero che non mi tirerai fuori la parabola del ricco e Lazzaro, Laura!

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:


esattamente come spiega la parabola di gesù che è perfettamente in linea con queste credenze ebraiche documentate.




assolutamente no, Laura e l' ho spiegato in altro post.
Espressioni come salire al cielo e scendere nell' Ades sono semitismi che stanno ad indicare non necessariamente un ubicazione, piuttosto una condizione di favore o di disfavore:
"E tu Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi (ades nel testo greco) precipiterai" (Luca 10:15), 
ancora 
"Eppure tu pensavi nel tuo cuore: Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono........e invece sei stato precipitato negli inferi (sceol nel testo ebraico)" (Isaia 14:13-15).

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:



non vedo il motivo di andare a cercare dei semitismi quando la cosa più semplice e notare questo parallelo evidente.




io invece il motivo lo vedo perchè la parabola, che va inquadrata nel contesto, è perfettamente in linea con le parole di Gesù e con quelle di Isaia, quindi non vedo perchè Gesù dovrebbe (solo qui e da nessu' altra parte) andare a "sposare" l' Ade mitologico greco di Caronte e di Cerbero! [SM=g27993]
Io credo che si debba dare ben altra lettura della parabola....

LauraUrari, 10/07/2013 07:26:




anche noi lo facciamo, solo che da noi trovi sempre delle contraddizioni mentre nel catechismo non le trovi mai, un caso?



non le trovo nelle obiezioni che fate.
ho già detto che per me le contraddizioni stanno nella scelta dei libri del canone,che non mi convince molto e non mi sembra di aver detto poco.




il canone è stato stabilito, intrinsecamente, dallo spirito santo alla morte dell' ultimo apostolo, quando la Rivelazione è finita!
Grazie a te.
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