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commentario cattolico su Giacomo 5:10

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2013 22:00
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04/07/2013 00:20
 
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per barnabino,

Cara Laura,
Allora in che senso Gesù parlò di preoccuparsi di chi poteva distruggere sia l'anima che il corpo nella Geenna? Se Dio risorge tutti, anima e corpo, che preoccupazione ci sarebbe?



gesù cita mi sembra daniele quando parla di resurrezione di vita eterna e resurrezione di condanna.
la fede ebraica ha riflettuto sul destino dell'uomo non accettando la morte come destino finale.
e non si è accontentata di credere che gli ebrei defunti,seppur in una specie di limbo,continuassero a vivere nella loro discendenza e nel loro popolo.
era legata al concetto di corporeità e non accettava il fatto che dio non dominasse anche la morte e lo sceol,quindi non poteva fare a meno di credere che dio alla fine avrebbe sconfitto la morte facendo risorgere corporalmente tutti.
ma il problema del giudizio rimaneva,quindi la fede ebraica lo risolveva credendo al giudizio dell'uomo risorto nel corpo.

una cosa che l'ebreo gesù ha fatto sua.

la preoccupazione io sinceramente ce l'avrei,nel senso che se fosse così e risorgessi,preferirei risorgere per una resurrezione di vita eterna piuttosto che una resurrezione di condanna dove soffro per le mie scelte sbagliate.

la distruzione si può intendere anche come qualcosa di dinamico e infatti in questo senso chi è risorto per una resurrezione di condanna subisce la sua pena da risorto.
altrimenti,anche nella fede ebraica,la resurrezione del defunto ingiusto non avrebbe senso.
sarebbe bastato che non risorgesse affatto ma che venisse annichilito.

però io ci trovo una linearità con qualche parabola di gesù dove chi sbaglia alla fine non subisce una distruzione,ma l'effetto della sua scelta.
mi viene in mente quando gesù dice qualcosa come "sarai dove è il tuo cuore".
che in parole povere è come la scelta del figliol prodigo che soffre se sceglie di non ritornare,ma nulla lascia intendere che verrebbe distrutto dal padre,in questo caso.



Un ateo, un satanista, un pagano, un agnostico, un pedofilo non ne sentiranno molto la mancanza visto che questo è il loro attuale modo di vivere. Tutto sommato per chi oggi vive benissimo senza Dio la prospettiva è rosea...

Shalom [SM=g27985]



stando all'insegnamento cattolico la distanza da dio è sofferenza.
se si intende dio = amore allora non c'è una persona che non soffra senza l'amore.
può essere atea,satanista,pagana,agnostica come me o in maniera diversa,pedofila eccetera.
è una necessità dell'uomo avere una relazione d'amore come se mancasse qualcosa alla creatura.
e probabilmente è proprio questo. è per questo che io non mi dichiaro atea ma agnostica,perchè so che c'è qualcosa che mi manca e mi sa che la risposta più evidente è quel tipo di amore disinteressato in cui si parla nei testi sacri.

buonanotte!! ciao!!
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