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Perchè siete voi il popolo di DIO ?

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2018 19:41
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12/03/2018 20:52
 
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ai tempi di Gesù eravamo quello che erano i discepoli dell' epoca apostolica, perchè i cristiani - allora come oggi - sono servitori e testimoni di Geova e di Gesù---



Esatto, noi rappresentiamo quel nucleo originario precedente al dogma. Niente Nicea, niente Efeso e altre sovrastutture ideologiche e filosofiche. Ci atteniamo al cristianesimo primitivo dunque, a rigro di termini, siamo noi gli unici che erano presenti I secolo, dato che all'epoca non c'era la trinità, la doppia natura, l'immortalità dell'anima e tutto quello che è stato "creato" nei secoli successivo.

Shalom
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12/03/2018 21:11
 
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Re: Re:
VVRL, 12/03/2018 16:24:

...
Ripeto, se questi peccatori sanno che stanno commettendo un peccato e si dissociano non devono essere biblicamente scomunicati. ...




Il tuo problema è che il "popolo di Dio" siamo noi, tu pero' puoi fare quello che ti pare, non disassociare (chi è stato l'ultimo disassociato della tua chiesa?) e continuare a far finta di niente.
Alla fin fine, ti e vi riconosceranno dai frutti che mostrate.

Simon
12/03/2018 22:56
 
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Re:
barnabino, 12/03/2018 20.52:


ai tempi di Gesù eravamo quello che erano i discepoli dell' epoca apostolica, perchè i cristiani - allora come oggi - sono servitori e testimoni di Geova e di Gesù---



Esatto, noi rappresentiamo quel nucleo originario precedente al dogma. Niente Nicea, niente Efeso e altre sovrastutture ideologiche e filosofiche. Ci atteniamo al cristianesimo primitivo dunque, a rigro di termini, siamo noi gli unici che erano presenti I secolo, dato che all'epoca non c'era la trinità, la doppia natura, l'italità dell'anima e tutto quello che è stato "creato" nei secoli successivo.

Shalom



Il cristianesimo primitivo prima di nicea ce lo ha nascosto il priorato di Sion...... sto guardando il codice da vinci
12/03/2018 23:37
 
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Il priorato di Sion, alto profilo storico...

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13/03/2018 14:34
 
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Re:
barnabino, 12/03/2018 20.52:


ai tempi di Gesù eravamo quello che erano i discepoli dell' epoca apostolica, perchè i cristiani - allora come oggi - sono servitori e testimoni di Geova e di Gesù---



Esatto, noi rappresentiamo quel nucleo originario precedente al dogma. Niente Nicea, niente Efeso e altre sovrastutture ideologiche e filosofiche. Ci atteniamo al cristianesimo primitivo dunque, a rigro di termini, siamo noi gli unici che erano presenti I secolo, dato che all'epoca non c'era la trinità, la doppia natura, l'immortalità dell'anima e tutto quello che è stato "creato" nei secoli successivo.

Shalom


Dal punto di vista ideologico e non "materiale" potete dire di essere presenti nella chiesa primitiva. Peccato per voi che Gesù ha detto "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" e non ha detto "Sarò con voi dal 1870 fino alla fine di questo sistema di cose"

13/03/2018 15:26
 
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Caro Non Esattamente,


Dal punto di vista ideologico e non "materiale" potete dire di essere presenti nella chiesa primitiva



Nessuno può dire di essere stato "materialmente" nella chiesa primitiva visto che i cristiani che conobbero Gesù morirono qualche decennio dopo.


Peccato per voi che Gesù ha detto "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" e non ha detto "Sarò con voi dal 1870 fino alla fine di questo sistema di cose"



Gesù è sempre stato spiritualmente con i veri cristiani e in ogni epoca ci sono stati cristiani sinceri. Noi siamo solo gli eredi di questo grano cresciuto tra le zizzanie.

Shalom
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13/03/2018 20:29
 
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Re: Re:
NonEsattamente, 13/03/2018 14:34:


Dal punto di vista ideologico e non "materiale" potete dire di essere presenti nella chiesa primitiva. Peccato per voi che Gesù ha detto "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" e non ha detto "Sarò con voi dal 1870 fino alla fine di questo sistema di cose"




Ma qui non stiamo parlando del "popolo di Dio nel 1825", ma del "popolo di Dio" oggi.


Simon
13/03/2018 21:22
 
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Re: Re:
VVRL, 12/03/2018 14.16:



Si lo confermo, il peccatore impenitente altro non è che una pecorella smarrita, tu da cristiano ha l'obbligo di recuperarla e non certo di lapidarla, perché solo a Dio compete l'onere di giudicare veramente il peccattore







Non prendiamoci in giro, chi pratica il peccato volontariamente npn è affatto una pecorella smarrita, l’apostolo Giovanni dice: “Chi pratica il peccato ha origine dal Diavolo, perché il Diavolo ha peccato dal principio”. — 1Gv 3:8.

Inoltre con la scomunica non giudichiamo nessuno ma, amorevolmente seppur con fermezza, impartiamo quella disciplina di origine Divina necessaria per aiutare il peccatore a ravvedersi.

La lapidazione non è contemplata e nemmeno il finto buonismo della tua confessione che alimenta la recidività.
13/03/2018 22:16
 
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Re: Re: Re:
Staff-TdG-3, 13/03/2018 21.22:


VVRL, 12/03/2018 14.16:


Si lo confermo, il peccatore impenitente altro non è che una pecorella smarrita, tu da cristiano ha l'obbligo di recuperarla e non certo di lapidarla, perché solo a Dio compete l'onere di giudicare veramente il peccattore






infatti lo scopo della disassociazione non è mai quello di punire il peccatore, semmai di salvarlo! (1 Corinti 5:5) e, comunque, come è stato già detto, spetta alla Congregazione disciplinare il peccatore (1 Corinti 5:12)....



[Modificato da Aquila-58 13/03/2018 22:18]
14/03/2018 00:20
 
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infatti lo scopo della disassociazione non è mai quello di punire il peccatore, semmai di salvarlo! (1 Corinti 5:5) e, comunque, come è stato già detto, spetta alla Congregazione disciplinare il peccatore (1 Corinti 5:12)



Seppure sarei scettico sull'affermazione che il peccatore "impenitente" è una "pecorella", nel senso che chi pratica il peccato cosciente di fare del male e di andare contro Dio è piùsimile ad un "lupo", almeno finché non cambia condotta. Non chiamerei "pecorella" chi pratica senza alcuna remora la pedofilia, lo stupro o sia un mafioso. Certo non gli è preclusa la strada del perdono, ma "pecorella" non mi pare che venga usato nelle Scritture per descrivere un soggetto che con reiterata malvagità tratta crudelmente il prossimo e rifiuta delibratamente di agire secondo i principi divini.

Shalom
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14/03/2018 08:05
 
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Re:
barnabino, 14/03/2018 00.20:


infatti lo scopo della disassociazione non è mai quello di punire il peccatore, semmai di salvarlo! (1 Corinti 5:5) e, comunque, come è stato già detto, spetta alla Congregazione disciplinare il peccatore (1 Corinti 5:12)



Seppure sarei scettico sull'affermazione che il peccatore "impenitente" è una "pecorella", nel senso che chi pratica il peccato cosciente di fare del male e di andare contro Dio è piùsimile ad un "lupo", almeno finché non cambia condotta. Non chiamerei "pecorella" chi pratica senza alcuna remora la pedofilia, lo stupro o sia un mafioso. Certo non gli è preclusa la strada del perdono, ma "pecorella" non mi pare che venga usato nelle Scritture per descrivere un soggetto che con reiterata malvagità tratta crudelmente il prossimo e rifiuta delibratamente di agire secondo i principi divini.

Shalom


Quoto al 100%
Del resto se tutti sono "pecore", chi sono i capri!? [SM=g1871115]





**************************************************
2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco.....
14/03/2018 08:49
 
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ma fatemi capire...
per appartenere al Popolo di DIO è necessario o meno ubbidire e rispettare le raccomandazioni delle Sacre Scritture?

Se Y.H.W.H. è un Dio di Amore, è Amore...
allora perché rispettare le norme e le procedure bibliche, ispirate da Dio stesso, non sarebbe amorevole?

forse ciò che identifica un popolo come Popolo di GEOVA è proprio -per amore- osservare le Sacre Scritture in merito a come comportarsi con il prossimo e con i fratelli in Cristo?

ma se fosse così, i tdG sarebbero tra i pochi, oppure gli unici, nella cristianità confusa che corrispondono a questa descrizione...
mi sembra che è proprio così


[SM=g1871112]


I-gua
14/03/2018 10:50
 
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Re:
barnabino, 14/03/2018 00.20:


infatti lo scopo della disassociazione non è mai quello di punire il peccatore, semmai di salvarlo! (1 Corinti 5:5) e, comunque, come è stato già detto, spetta alla Congregazione disciplinare il peccatore (1 Corinti 5:12)



Seppure sarei scettico sull'affermazione che il peccatore "impenitente" è una "pecorella", nel senso che chi pratica il peccato cosciente di fare del male e di andare contro Dio è piùsimile ad un "lupo", almeno finché non cambia condotta. Non chiamerei "pecorella" chi pratica senza alcuna remora la pedofilia, lo stupro o sia un mafioso. Certo non gli è preclusa la strada del perdono, ma "pecorella" non mi pare che venga usato nelle Scritture per descrivere un soggetto che con reiterata malvagità tratta crudelmente il prossimo e rifiuta delibratamente di agire secondo i principi divini.

Shalom


E qual è secondo la vostra dottrina l'applicazione corretta di "pecora smarrita"? Non potete negare che lasciare l'ovile significhi solo non andare in sala!!!


14/03/2018 11:15
 
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verderame
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L'0rganizzazione alla quale vi siete dedicati, è andata molte volte, oltre la dottrina di Cristo, motivo per il quale non potete essere il popolo di Dio, dove nel contempo avete raccolto delusioni su delusioni.
Realtà che si ripete nel tempo


Per noi e per Paolo, altresì, quel percorso si chiama disciplina divina, amorevole e dolorosa nello stesso tempo (Ebrei 12:5-11).

Però lo sai che cosa produce?

"Un frutto di pace e di giustizia" (Ebrei 12:11)

Ciao.


Vorrei leggere di qualche tdG, avendo ricevuto la vostra disciplina, ne ha testimoniato di esserne felice, della violenza psicologica che ne ha subito, vedendo che suo padre , non lo chiamava, al telefono ,o che alle sue telefonate non rispondeva, e non visitando i nipotini..


ma se fosse così, i tdG sarebbero tra i pochi, oppure gli unici, nella cristianità confusa che corrispondono a questa descrizione...
mi sembra che è proprio così


non si capisce poi perchè mietete così tanta sofferenza osservando quelli che per voi sono principi divini .


" 11 Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro: con questi tali non dovete neanche mangiare insieme. 12 Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate? 13 Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi! " (1 Corinti 5:11-13 CEI)


Il paradosso è, che per voi i malvagi , sono semplicemente quei tdG, che lasciano l'organizzazione, facendone di tutto un fascio. [SM=g7556]
14/03/2018 11:23
 
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Re: Re:
VVRL, 14/03/2018 10.50:


Non potete negare che lasciare l'ovile significhi solo non andare in sala!!!





Ma che c' entra, scusa?

Barnabino ti ha detto che "pecorella" non mi pare che venga usato nelle Scritture per descrivere un soggetto che con reiterata malvagità tratta crudelmente il prossimo e rifiuta delibratamente di agire secondo i principi divini", quindi che c' entra "non andare in Sala del Regno?"






[Modificato da Aquila-58 14/03/2018 11:24]
14/03/2018 11:25
 
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Re: Re:
VVRL, 14/03/2018 10.50:


E qual è secondo la vostra dottrina l'applicazione corretta di "pecora smarrita"? Non potete negare che lasciare l'ovile significhi solo non andare in sala!!!





Hai ragione, una Torre di Guardia che ho appena consultato dice quanto segue:

«Per aiutare un disassociato a tornare nella congregazione dobbiamo manifestargli amore.» ws15 15/5 p.31

Uno degli scopi dichiarati della disassociazione è aiutare il peccatore a ritornare.

«la disassociazione è spesso quello che serve a una persona per farla tornare a Geova.» ws15 15/5 p.31

La parabola del figlio prodigo (https://wol.jw.org/it/wol/b/r6/lp-i/nwt/I/2017/42/15#h=144:0-146:0&study=discover) è applicata ai disassociati in quanto essi se ne vanno dall'ovile per loro scelta non manifestando pentimento. La pecorella smarrita invece non è che abbandoni l'ovile di sua volontà ma secondo la parabola "si perde". Ecco perché, forse, la figura simbolica del figliuol prodigo si adatta meglio ai disassociati di quanto non faccia quella della pecorella smarrita. Ad ogni modo sapevo che anche ai disassociati viene offerta la possibilità di ricevere una visita annuale da parte dei pastori della congregazione, possibilità che a volte viene rifiutata.
14/03/2018 12:27
 
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Re: Re: Re:
Aquila-58, 14/03/2018 11.23:



Ma che c' entra, scusa?

Barnabino ti ha detto che "pecorella" non mi pare che venga usato nelle Scritture per descrivere un soggetto che con reiterata malvagità tratta crudelmente il prossimo e rifiuta delibratamente di agire secondo i principi divini", quindi che c' entra "non andare in Sala del Regno?"








E cosa significa? Fai un esempio concreto.
Per me significa che un fratello esce dall'ovile perché comincia ad avere una pratica peccaminosa che in quanto cristiano vero prima non aveva.

14/03/2018 12:36
 
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Caro Verderame,


L'Organizzazione alla quale vi siete dedicati, è andata molte volte, oltre la dottrina di Cristo, motivo per il quale non potete essere il popolo di Dio, dove nel contempo avete raccolto delusioni su delusioni



Che siamo andati "oltre la dottrina di Cristo" è da provare, e ti inviterei di parlare di casi specifici e non lanciare generiche accuse, inoltre non vedo queste masse di "delusi" di cui parli tra i testimoni di Geova, se non tra coloro che egoisticamente servivano Dio in vista di una data. Se fosse vero quello che dici paradossalmente visti i "tanti errori" i testimoni di Geova si sarebbero divuti estinguere invece nel corso del tempo hanno aumentato il loro zelo e amore per Dio.


Vorrei leggere di qualche tdG, avendo ricevuto la vostra disciplina, ne ha testimoniato di esserne felice, della violenza psicologica che ne ha subito, vedendo che suo padre , non lo chiamava, al telefono ,o che alle sue telefonate non rispondeva, e non visitando i nipotini..



Io ne conosco diverse, e come detto non esistono regole che dicono di "non chiamare" un figlio al telefono, dunque evitiamo queste affermazioni sentimentalistiche perché di padri che per varie ragioni tagliano i rapporti con i figli ce ne sono in tutte le famiglie,religiose e no.


non si capisce poi perchè mietete così tanta sofferenza osservando quelli che per voi sono principi divini



Scusami, di quale sofferenza parli? Io vedo molta più sofferenza causata da chi tollera pedofili, adulteri e fornicatori nelle file della sua chiesa. I testimoni di Geova sono un popolo felice, al netto delle avversità della vita.


Il paradosso è, che per voi i malvagi , sono semplicemente quei tdG, che lasciano l'organizzazione, facendone di tutto un fascio



Non direi, noi lasciamo a Dio il compito di giudicare i malvagi, noi non facciamo che prendere atto che la congregazione non può considerare come fratello chi pecca deliberatamente e senza pentirsi, mettendo a repentaglio l'incolumità fisica e spirituale e emotiva delle pecorelle.

Shalom




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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
14/03/2018 12:45
 
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Re:
barnabino, 14/03/2018 12.36:


Non direi, noi lasciamo a Dio il compito di giudicare i malvagi, noi non facciamo che prendere atto che la congregazione non può considerare come fratello chi pecca deliberatamente e senza pentirsi, mettendo a repentaglio l'incolumità fisica e spirituale e emotiva delle pecorelle.




E' proprio questo l'errore che commettete. Chi si dissocia e va via come fa a mettere a repentaglio la vita fisica ed emotiva degli altri fratelli? Chi non si definisce più un TdG non deve essere scomunicato perché non è un lupo che può sviare le altre pecore, proprio perché ha lasciato l'ovile. Del peccato che commette se la vedrà lui con Dio e non siete certo voi ad avere il potere di emettere delle condanne spirituali definitive. [SM=g10765]


14/03/2018 12:50
 
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Re: Re: Re:
kierkegaard1, 14/03/2018 11.25:



Hai ragione, una Torre di Guardia che ho appena consultato dice quanto segue:

«Per aiutare un disassociato a tornare nella congregazione dobbiamo manifestargli amore.» ws15 15/5 p.31

Uno degli scopi dichiarati della disassociazione è aiutare il peccatore a ritornare.

«la disassociazione è spesso quello che serve a una persona per farla tornare a Geova.» ws15 15/5 p.31

La parabola del figlio prodigo (https://wol.jw.org/it/wol/b/r6/lp-i/nwt/I/2017/42/15#h=144:0-146:0&study=discover) è applicata ai disassociati in quanto essi se ne vanno dall'ovile per loro scelta non manifestando pentimento. La pecorella smarrita invece non è che abbandoni l'ovile di sua volontà ma secondo la parabola "si perde". Ecco perché, forse, la figura simbolica del figliuol prodigo si adatta meglio ai disassociati di quanto non faccia quella della pecorella smarrita. Ad ogni modo sapevo che anche ai disassociati viene offerta la possibilità di ricevere una visita annuale da parte dei pastori della congregazione, possibilità che a volte viene rifiutata.


Sarò io che non capisco, ma come fa una pecorella smarrita ad essere un disassociato, se la pratica della disassociazione prevede l'espulsione dalla comunità del peccatore?
Nella parabola in questione è forse il padre che caccia il figlio per qualche colpa commessa?
E' proprio il figlio che va via di sua spontanea volontà.
E' invece la pec

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