153) Christian Paturel (1947-vivente)
scientologuescontreladiscrimination.com
indice di notorietà: **
paese:
Francia
campione nazionale di savate (boxe francese)
Ha proseguito nella sua attività professionale dopo il battesimo?
NO
La letteratura Watch Tower ha mai fatto cenno a questo VIP?
SI (Svegliatevi! 22/12/85 18-22)
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La
BF Savate (
Boxe Francese Savate) è un'arte marziale, risalente al XVIII secolo, che prevede l'uso sia di calci che di pugni, oltre all'impiego di particolari scarpe (
savate = 'ciabatta'), che lo differenzia dal più noto
Kick Boxing. E' considerato uno sport elegante e raffinato, tanto che, pur affondando le radici nella malavita marsigliese, per lungo tempo è stato un passatempo privilegiato dell'aristocrazia francese. Fra i suoi illustri praticanti, gli scrittori Alexandre Dumas e Théophile Gautier.
Due tipiche azioni di
Savate. Si noti
l'uso contemporaneo delle mani e dei piedi
e l'impiego di particolari calzature.
depascalis.net
sportsregras.com
Francese di Rueil-Malmaison, di umili origini, durante gli anni degli studi universitari (che lo porteranno a diventare avvocato) Christian Paturel si dà prima al calcio, quindi al
Savate, per il quale rivela da subito una notevole inclinazione. Vince sei volte il campionato francese (compreso, come racconta in prima persona nella
Svegliatevi! del 22/12/85, quello del 1978, quando affrontò in finale Gilbert Letouzo), si aggiudica decine di trofei, entra a far parte della selezione nazionale, diviene allenatore (contribuendo in maniera decisiva, fra gli altri, alla carriera del più celebre fratello Robert, a sua volta campione nazionale e inventore di una variante del savate, detta
boxe de rue), capo di quattro club e associazioni, direttore di un periodico sportivo e membro della Federazione pugilistica del suo paese. Conosce i testimoni di Geova nel 1977.
Dopo l'abbandono della boxe francese ed il battesimo, si dedica a scrivere libri (
link alla sua scheda nel 3D scrittori). E' membro del
CICNS (
Centre d'Information et de Conseil des Nouvelles Spiritualités) e un noto attivista per la libertà d'espressione delle minoranze religiose.
Sito ufficiale di Christian Paturel.
christianpaturel.com/
Il sito ufficiale del fratello di Christian, Robert, una delle maggiori celebrità nazionali del
Savate.
Robert Paturel è stato allenato a lungo da Christian, del quale non ha seguito l'esempio di conversione.
Di seguito un'immagine di Robert (evidente la somiglianza col fratello).
www.robertpaturel.com/
fipn-sdlp.fr
Una immagine di combattimento di Christian Paturel (a destra, prob. anni 1970)
Svegliatevi! 22/12/85 pag.18
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Christian Paturel ha raccontato la sua esperienza nella
Svegliatevi! del 22/12/85 pagg. 18-22, che si riporta di seguito.
Esperienza di Christian Paturel (Svegliatevi! 22/12/85 pagg. 18-22) - CLICCA PER VISUALIZZARE
Stasera abbiamo vinto!
CON un piede colpii l’avversario in pieno viso! Ruotando come un fulmine su se stesso, egli cercò di farmi perdere l’equilibrio con un rapido movimento della gamba, dopo di che mi assestò un colpo allo stomaco col tallone. Ci scambiammo ogni sorta di colpi di piede e di mano autorizzati, ed entrambi incassammo.
Era il 19 maggio 1978, e il mio avversario Gilbert Letouzo ed io stavamo disputando un incontro valevole per il campionato nazionale francese all’Hotel Méridien di Parigi. Sia Gilbert che io avevamo appreso gli elementi fondamentali della savate, una sorta di pugilato francese, nelle risse combattute per le strade di Parigi. (Vedi la pagina accanto).
La folla che gremiva il locale fremeva di eccitazione e lanciava grida di incitamento. Ma io ero preoccupato. ‘E se qualcosa va storto? Se dovessi fargli male sul serio?’, pensavo fra me. La soffocante atmosfera satura di fumo rendeva molto difficile concentrarsi. E io avevo bisogno di ogni briciolo di attenzione che riuscissi a metterci.
Alla quarta ripresa, Gilbert dava notevoli segni di stanchezza. Faceva fatica a mantenere la posizione di guardia e i suoi colpi rivelavano mancanza di sicurezza. In quanto a me, avevo i riflessi molto pronti. Assestai un violento pugno e il mio avversario crollò. Gilbert si rialzò in fretta, ma era evidente che si stava indebolendo, e il suo secondo decise di gettare la spugna. Avevo vinto il campionato nazionale!
Alcuni mesi prima come avrei assaporato questi momenti di gloria, gli altoparlanti che trasmettevano i momenti salienti dell’incontro, insieme agli incitamenti della folla! Quella sera, però, tutti questi onori — la gloria, la fama e i probabili contratti — mi lasciavano del tutto indifferente.
Scorsi in mezzo alla folla il viso raggiante di mia moglie. Ovviamente lei capiva dalla mia espressione che non sarei tornato sulla mia decisione. Potevamo dire veramente: “Stasera abbiamo vinto!” Avevamo vinto davvero, poiché io avevo preso la decisione di non partecipare più a incontri di pugilato. Stavamo entrando in un’altra specie di combattimento, ma questa volta insieme.
Combattere la violenza con la violenza
Nacqui nel 1947 a Rueil-Malmaison, località alla periferia di Parigi dove si trova il palazzo in cui visse un tempo e nel quale in seguito morì Giuseppina, la prima moglie di Napoleone. La nostra famiglia apparteneva alla classe lavoratrice, ed ero ancora un ragazzo quando cominciai a indignarmi per tutte le ingiustizie che vedevo nel mondo. Volevo raddrizzare tutte le cose storte. Nel 1967 cominciai a studiare legge nella speranza di diventare avvocato. C’era fermento nelle università francesi, specie a Nanterre, sempre nella periferia di Parigi, dove studiavo. Era un periodo di aspri scontri fra gruppi politici estremisti.
Alcuni anni prima avevo iniziato una promettente carriera nel calcio, ma avevo smesso per la violenza che stava invadendo gli stadi. Paradossalmente, mi diedi agli sport di combattimento, pensando: ‘Se devo prenderle, tanto vale che impari a darle’. Data l’atmosfera tesa che c’era all’università, supponevo che mi avrebbero lasciato in pace se sapevo difendermi. Dopo avere provato vari sport, scelsi infine la savate, uno sport che deriva dal pugilato francese. La savate mi attirava perché la sua tecnica di combattimento era “completa”, in quanto si usavano i piedi e le mani.
Un periodo turbolento
Nel maggio del 1968 gruppi di universitari estremisti fecero pressione per ottenere cambiamenti politici e sociali. Con nostra sorpresa, gli operai, solidali con le nostre dimostrazioni studentesche, ci diedero spontaneamente il loro appoggio. Dopo di che i sindacati dei lavoratori intervennero con marce di protesta e proclamando uno sciopero generale dei lavoratori. Così nel maggio e nel giugno del 1968 la Francia fu praticamente paralizzata.
Fra noi studenti regnava uno spirito di esultanza, poiché ci consideravamo una sorta di catalizzatore che aveva provocato un movimento col quale si esprimeva il generale desiderio di una società più giusta e più umana. Dapprima mi dedicai interamente a questa causa apparentemente nobile, e, credetemi, mi fu di grande utilità essere fisicamente in forma quando tentavo di sfuggire alla polizia durante le dimostrazioni studentesche nel Quartiere Latino di Parigi.
Ben presto però rimasi deluso, poiché le nostre dimostrazioni si fecero violente. Gli ambiti cambiamenti politici e sociali non si realizzarono mai, e la prospettiva di un sistema sociale più giusto e più propizio fu eclissata da vantaggi materiali temporanei e illusori. Vidi la realtà nuda e cruda com’è. Persi ogni fiducia nell’uomo, nei suoi progetti e nei suoi princìpi.
Successi personali
Ad ogni modo prima di partire per il servizio militare riuscii a laurearmi. Al mio ritorno ricominciai a fare dello sport, dedicandomi particolarmente alla savate. Le mie fatiche furono premiate, perché vinsi sei volte il campionato francese. Mi aggiudicai un centinaio di coppe e medaglie, e fui scelto molte volte per far parte della nazionale.
Oltre a questo fui abilitato come insegnante e diressi quattro club sportivi, incluso quello di Rueil-Malmaison che vantava allora il maggior numero di membri in Europa. Ero anche a capo di varie associazioni, dirigevo una rivista sportiva, e facevo parte del consiglio di amministrazione della Federazione pugilistica francese.
Un cambiamento drastico
Nell’ottobre del 1977 mia moglie ebbe dei contatti con due testimoni di Geova e cominciò subito a studiare la Bibbia. All’inizio non ero né prevenuto contro i testimoni di Geova né favorevole. Essendo un cattolico deluso, non avevo mai avuto l’occasione di studiare la Bibbia; quindi, perché negare a mia moglie questa possibilità? A quel punto alcuni parenti si misero a ostacolare le conversazioni bibliche, dicendo che i Testimoni erano una setta pericolosa. Così mi sentii obbligato a difendere mia moglie in nome della libertà di religione e in base ai princìpi fondamentali della Rivoluzione Francese del 1789 e della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, che mi erano cari.
Uno di questi parenti contrari frequentava uno dei miei corsi di pugilato e mise in giro la voce che ero diventato testimone di Geova. Così a ogni lezione facevo valere la mia autorità con metodi che non lasciavano dubbi sul fatto che non ero ancora un vero cristiano, a giudicare dal numero di costole e di mascelle doloranti che provocavo!
Questa inspiegabile opposizione destò la mia curiosità. Così diedi un’occhiata al libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, che tratta le dottrine bibliche fondamentali. In due sere lo divorai. Avevo già letto centinaia di libri di politica, storia e filosofia, ma sembravano tutti incompiuti, incompleti, lacunosi e soprattutto contraddittori. L’incompetenza dell’uomo mi pareva ancora più paradossale nel XX secolo, un secolo di grandi conquiste tecniche e scientifiche. A differenza di tutto quello che avevo letto in precedenza, questo libro dava una spiegazione esauriente dell’origine dell’uomo e delle ragioni della sua esistenza.
All’improvviso tutte queste informazioni cominciarono a collegarsi le une alle altre per formare un tutto ragionevole, coerente e logico. Tutta la storia umana, con le sue guerre, le sue religioni e le sue civiltà, rientrava perfettamente nel quadro, il meraviglioso proposito che fino ad allora mi era rimasto sconosciuto. Fui più che altro strabiliato dall’accuratezza della descrizione degli avvenimenti odierni fatta da Gesù per dare un segno del suo futuro intervento negli affari del mondo. (Matteo 24; Luca 21) Ero convinto di avere trovato la verità. Ma dovevo fare altri passi prima di poter capire veramente tutto.
I primi contatti
Nella primavera del 1978 mia moglie fu invitata ad assistere alla Commemorazione, che i testimoni di Geova tengono ogni anno per ricordare la morte di Cristo. Volevo andarci, ma avevo una lezione di pugilato che non sarebbe terminata prima delle 21,30. Quella sera comunque era presente solo il 15 per cento degli allievi, e dato che nessuno di essi era in forma, la lezione finì alle 19,45. Inaspettatamente c’era un adulto a quella lezione per ragazzi. Terminata la lezione disse che doveva andare alla stazione a prendere sua moglie che aveva la macchina rotta. Questo voleva dire che sarebbe passato davanti alla Sala del Regno dove mia moglie stava assistendo alla Commemorazione. Tutte queste coincidenze erano una cosa così straordinaria che gli chiesi di darmi un passaggio e raggiunsi mia moglie all’adunanza.
Malgrado il mio aspetto — ero in jeans e avendo fatto la doccia avevo ancora i capelli bagnati — fui accolto calorosamente. Chi poteva immaginare che avevo la borsa piena di guantoni? Terminata l’adunanza un Testimone venne a conversare con me. Essendo già convinto di quello che avevo letto nel libro Verità, prestai più attenzione a lui che a quanto diceva. Lo osservai, e da quello che vidi mi persuasi che non era un fanatico. Poco dopo cominciai anch’io a studiare la Bibbia.
Una nuova personalità
Il mio ultimo incontro valevole per il campionato — quello descritto all’inizio — ebbe luogo proprio un mese dopo che avevo iniziato lo studio biblico. Dopo la mia duplice vittoria mi sentii come se mi fosse stato tolto un peso dalle spalle. Ragionai che ora avevo sistemato le cose davanti a Geova Dio, dato che avevo smesso le gare. Ma c’erano altri cambiamenti da fare.
Per assistere regolarmente alle locali adunanze dei testimoni di Geova decisi di limitare le mie attività sportive al club della mia città, Rueil-Malmaison. Poi, a un’adunanza, fu rammentato che il cristiano deve evitare qualsiasi cosa possa renderlo colpevole — consapevolmente o no — di spargimento di sangue. Ricordo ancora che quando venne discusso questo argomento avvampai in viso. Vedete, i miei allievi non erano tutti dilettanti che venivano lì solo per rilassarsi, ma c’erano anche dei pugili seri che partecipavano a gare. E se succedeva un incidente? Che grado di responsabilità avrei avuto? Fu così che diedi le dimissioni dagli incarichi che avevo nella Federazione pugilistica francese e disposi che mio fratello prendesse il mio posto di insegnante nel club di Rueil-Mailmaison.
Nei mesi che seguirono continuai ad andare al club per amore dello sport, solo per esercitarmi, senza spirito competitivo. Ma la mia coscienza diventava sempre più sensibile. Mi davano da pensare queste parole dell’apostolo Paolo: “Lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma ha bisogno d’esser gentile verso tutti, qualificato per insegnare, mantenendosi a freno nel male, istruendo con mitezza”. — II Timoteo 2:24, 25.
E quando ci pensavo, mi era molto difficile immaginare Gesù e gli apostoli che si esercitavano per diventare gladiatori solo per sport, anche senza avere intenzione di prendere parte a effettivi combattimenti. Perciò, nell’impossibilità di conciliare il pugilato con i consigli biblici, alla fine smisi del tutto di parteciparvi.
Prima di lasciare il club diedi testimonianza, direttamente o indirettamente, a tutti i miei allievi. In realtà, considerai quei 200 pugili il mio speciale territorio. Sette di quelli con cui studiai la Bibbia divennero infine testimoni di Geova. Trattando il soggetto del pugilato con i miei allievi, dovevo dare consigli usando la nuova conoscenza che avevo acquistata. Questo mi fu di grande aiuto spiritualmente parlando. Mi costrinse ad analizzarmi a fondo e mi obbligò a mettere in pratica quello che predicavo.
Abbandonai così il mondo del pugilato e smisi di “correr dietro al vento”. È vero che insieme alla gloria e alla fama passeggere persi centinaia di cosiddetti amici, ma in cambio Geova ha riccamente benedetto la nostra famiglia. Ora abbiamo uno scopo nella vita e la giusta causa del Regno da difendere non con le mani, i piedi e sofisticate tecniche di combattimento, ma con armi spirituali. (Ecclesiaste 2:11; 4:4; Efesini 6:14-17) — Narrato da Christian Paturel.
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[Modificato da EverLastingLife 22/05/2020 23:32]