Caro VVRL,
Si, però ancora nessuno di voi ha spiegato perché il linguaggi metaforico riguarda solo le finestre del cielo e non tutto il racconto del diluvio
Te lo abbiamo già spiegato, quella del diluvio è chiaramente la narrazione della "storia" di Noè (che ci crediamo o meno è raccontata come un avvenimento reale) e all'interno di questo racconte c'è questa
espressione evidentemente figurata per indicare la valanga di acque che si abbatterono sulla terra, proprio come quando si apre una diga.
Nessuno di voi ha ancora mostrato i riferimenti bibliografici attestanti questo uso. Le vostre posizioni sono solo dogmatiche se non c'è alcun riscontro a sostegno
Te lo ha chiesto decine di volte Simon e non rispondi:
quante volte e in che circostanze nelle Scritture sono state aperte e chiuse queste "cateratte"? Quante volte "piove"? Le occorrenze di arruboth con il senso di "cateratte dei cieli" è usato sempre in dichiarazioni poetiche e riferite a Geova. Non è una posizione dogmatica (come la tua!) ma quello che dice il testo e su cui dovremmo riflettere.
Praticamente per te tutta la ricerca critico-storica sullo studio delle fonti è carta straccia
Senza entrare nel merito storico-critico di Giobbe e Genesi tu stesso
devi dunque ammettere che questa idea delle cateratte non era la sola né l'unica ipotesi conosciuta nell'antichità. Dunque cosa ti impedisce di pensare che l'autore di Genesi si limitasse ad una espressione figurata?
Shalom
[Modificato da barnabino 07/06/2019 12:29]
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