forum di fuoriusciti:
Fonte: un sito di fuoriusciti, altre info in spoiler
http://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?p=343211#p343211
Una domanda sorge a proposito del fatto che i il numero dei proclamatori sia sempre notevolmente inferiore al numero dei battezzati. I nuovi proseliti prima di battezzarsi iniziano a predicare di casa in casa. Quindi si può essere proclamatori senza essere battezzati. Ma il passo fra proclamazione e battesimo è generalmente breve. Quindi ci si dovrebbe aspettare un numero di nuovi proclamatori molto vicino a quello dei nuovi battesimi. Invece si nota che l'aumento dei proclamatori è stato appena il 28,5% di quello dei battesimi. Dove sono finiti i proclamatori mancanti? Questa situazione si ripete ogni anno, anche a livello mondiale. Difatti, di fronte ai 260.273 battesimi del 2015, i proclamatori sono cresciuti in media di 119.321 unità: il 46% dei battezzati. Dove sono finiti tutti gli altri? Anche considerando che una parte sono deceduti, mancano sempre molti proclamatori all'appello. Evidentemente si tratta di persone che smettono di frequentare
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Applicando questo ragionamento alla situazione italiana, lo scorso anno in Italia i TdG hanno battezzato 4915 persone. In teoria ci dovrebbe essere stato un aumento più o meno equivalente. Invece, come dicevamo, sono diminuiti di 28 proclamatori.
1) il periodo 'il passo fra proclamazione e battesimo è generalmente breve' è privo di contenuti, dato che quel 'generalmente' e quel 'breve' andrebbero quantificati con statistiche alla mano. Se però per 'generalmente' si intende, come nel linguaggio comune, l'80-90% dei casi, e per 'breve' si intende un periodo che possiamo indicare, tanto per capirci, in sei mesi - un anno, ebbene,
il periodo è integralmente fasullo. Dal momento che chi scrive non è in grado di fornire numeri a sostegno delle proprie congetture (ed è ovvio: tali numeri non esistono), e si fonda sulla propria esperienza o almeno così lascia credere, ecco cosa dice l'esperienza
reale: specialmente nei paesi come l'Italia in cui i tdG sono presenti da più tempo, le 'conversioni lampo' (di chi, cioè, conosce i testimoni di Geova e si unisce ai ranghi nel giro di pochi mesi) sono sempre più rare e la
grande maggioranza dei testimoni di Geova perviene al battesimo dopo un periodo da proclamatori non battezzati che mediamente è di due, tre, quattro anni o anche più. Questa costituisce 'la norma' di riferimento anche perché, come è noto, diversi arrivano a battezzarsi dopo vari ripensamenti in un senso o nell'altro. Ma è specialmente verificata nel caso dei figli di tdG. E qui gli ex- si danno la zappa sui piedi, perché affermano che la maggioranza dei convertiti sarebbe costituita da figli di tdG e non da persone estranee al movimento: di tendenza, i figli di tdG diventano proclamatori molto presto (diciamo intorno ai dieci anni) e non si battezzano che verso i 15 anni, o anche oltre, secondo i casi (è inutile citare 'gli ottenni che si battezzano' perché sappiamo tutti benissimo che si tratti di mosche bianche). Abbiamo dunque una categoria, che secondo i fuoriusciti costituirebbe di fatto la quasi totalità dei casi, cui corrisponde una forbice di almeno 5 anni fra l'inizio dell'opera di predicazione ed il battesimo.
2) l'idea che vi sarebbe una relazione fra il numero di proclamatori e quello dei battezzati, in forza del punto precedente, è un'emerita cretineria, con l'aggravante della recidiva. Paragonare i 260.000 battesimi di un anno con i 119.000 nuovi proclamatori dello stesso periodo è come sommare pere ed elefanti, poiché si tratta di eventi concettualmente e statisticamente non correlati. Di fatto questi 'conti della massaia' presuppongono un'ipotesi di lavoro, ovvero che tutti, o almeno la stragrande maggioranza, dei battezzati sarebbe costituita da gente che ha iniziato a uscire in servizio nello stesso anno di osservazione (il 2015): che è ovviamente puro delirio, essendo alieno all'evidenza dei fatti. Lo iato fra l'inizio del servizio di campo e il battesimo non solo, come indica l'osservazione sul campo, non è 'generalmente breve' ma soprattutto
non è quantificabile, essendo soggetto ad una variabilità enorme; la conseguenza è che il numero di battesimi in un anno risulta dalla sommatoria di eventi che possono essere avvenuti due, tre, quattro, cinque anni prima o anche più.
3) si continua a commettere il puerile errore di dedurre, dalla diminuzione della media dei proclamatori Italiani (di 28 unità) un rallentamento nel 'successo' del proselitismo, misurato in numero di convertiti. Si tratta di un salto logico abbastanza stupido, perché ignora una realtà di fatto imprescindibile:
l'Italia è in recessione demografica. Il 2016 (dati ISTAT) lo Stivale ha subito un decremento dello 0,2%. Dato che i tdG italiani non sono passibili delle due principali cause di tale recessione (la morte e l'espatrio) in una misura inferiore rispetto al resto del paese, in totale assenza di conversioni (come si vorrebbe far credere) avrebbero dovuto subito l'identico decremento, o anche un decremento superiore, se si mette in conto la 'continua emorragia' di cui farneticano gli ex-. Invece no: i proclamatori italiani hanno subito una diminuzione dello 0,01%,
ben venti volte inferiore al corrispondente calo demografico nazionale. Da dove vengono tutti gli individui 'in più' che sono serviti a colmare la perdita? Elementare, sono altrettanti nuovi proclamatori.