Worlds Apart

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epimeteo2
00giovedì 17 febbraio 2011 14:36
per jobbe96 17 02 2011

Un fratello si innamora di una ragazza che studia e inizia a frequentarla.I due stanno bene assieme e c'è una certa intesa.
La ragazza che studia,lo sta facendo perchè ama Geova o per poter continuare la relazione col fratello per poi sposarlo?

...ma se la ragazza lo ama davvero e lui ama lei perchè non farli sposare con la benedizione di Dio? in fondo sposarsi nel Signore è solo un consiglio non una regola...grazie per il chiarimento...
Seabiscuit
00giovedì 17 febbraio 2011 14:38
Re: per jobbe96 17 02 2011
epimeteo2, 17.02.2011 14:36:


Un fratello si innamora di una ragazza che studia e inizia a frequentarla.I due stanno bene assieme e c'è una certa intesa.
La ragazza che studia,lo sta facendo perchè ama Geova o per poter continuare la relazione col fratello per poi sposarlo?

...ma se la ragazza lo ama davvero e lui ama lei perchè non farli sposare con la benedizione di Dio? in fondo sposarsi nel Signore è solo un consiglio non una regola...grazie per il chiarimento...



non è solo un qualunque consiglio, ma un consiglio divino. È come se Dio ti parla dandoti quel consiglio, ma tu Gli rispondi: no grazie, faccio di testa mia...grazie lo stesso del consiglio

come ti suona? E Dio cosa dovrebbe pensare della tua risposta?


epimeteo2
00giovedì 17 febbraio 2011 14:51
per nicolas971 16 02 2011

Ci accusano di cacciare la gente e perseguitarla se vogliono non essere più testimoni quando invece la buona notizia che portiamo è che Geova, mosso dal suo amore, è pronto a perdonare le trasgressioni per mezzo di Cristo. Questo significa che ogni individuo ha la possibilità di riavvicinarsi a Dio ed essere riconciliato con lui.
"Il tempo particolarmente accettevole" però sta rapidamente giungendo al termine.

sì...so della dissociazione e della disassociazione...la buona notizia è lodevole ma forse chi non vuole più far parte della comunità ha i suoi motivi...sicuramente giudicati da Dio a suo tempo, per il momento l'ex va rispettato e semmai compatito perchè non godrà del paradiso ma giammai allontanato dall'affetto della sua famiglia ,non ha senso..se l'ex ha commesso peccato è davanti a Dio e a se stesso, se dovrà riavvicinarsi a Dio lo farà nel segreto e nella preghiera e non costretto perchè non tollera l'indifferenza della propria famiglia...questo ritorno non sarebbe gradito a Dio perchè non sarebbe dettato dall'amore per Lui ma solo dalla paura di essere allontanato...
epimeteo2
00giovedì 17 febbraio 2011 15:04
per seabiscuit 17 02 2011

non è solo un qualunque consiglio, ma un consiglio divino. È come se Dio ti parla dandoti quel consiglio, ma tu Gli rispondi: no grazie, faccio di testa mia...grazie lo stesso del consiglio

come ti suona? E Dio cosa dovrebbe pensare della tua risposta?

..è un consiglio...mi insegni che ciò che esce dalla Bibbia è ispirato, quindi non c'è bisogno di dire divino , le regole sono regole e se trasgredite meritano punizione ,i consiglio possono essere accettati o meno e non vogliono punizioni...io risponderei" mio Dio io dono l'amore che tu mi hai dato a questa ragazza perchè se l'ho scelta nel mondo, avendo in me chiaro il tuo volere, merita il mio amore, perchè ha in sè i miei stessi valori..so di non commettere peccato al tuo cospetto ma se l'ho commesso accetterò di essere giudicato nel giorno del giudizio...cosa penserà Dio della risposta? lo saprei io e solo io a suo tempo...l'uomo non può giudicare nè punire..mai...questo è concesso solo a Dio...
barnabino
00giovedì 17 febbraio 2011 19:55
Caro Epimeteo,


..è un consiglio...mi insegni che ciò che esce dalla Bibbia è ispirato, quindi non c'è bisogno di dire divino , le regole sono regole e se trasgredite meritano punizione ,i consiglio possono essere accettati o meno e non vogliono punizioni...



Quello di sposarsi solo nel Signore non è un consiglio ma è un comando. Non è detto "vi consiglio" di sposarvi solo nel Signore, ma è ordinato che i cristiani si sposino solo nel Signore.


io risponderei mio Dio io dono l'amore che tu mi hai dato a questa ragazza perchè se l'ho scelta nel mondo, avendo in me chiaro il tuo volere, merita il mio amore, perchè ha in sè i miei stessi valori..so di non commettere peccato al tuo cospetto ma se l'ho commesso accetterò di essere giudicato nel giorno del giudizio...



Infatti chi decide di non sposarsi un cristiano non viene disassociato, se non commette fornicazione viene solo "segnalata" la sua condotta che non è d'esempio alla congregazione, ma la persona resta un cristiano associato alla congregazione. I testimoni di Geova si rendono conto della delicatezza della questione, ma questo non cambia che la persona disubbidisce ad un comando divino.


cosa penserà Dio della risposta? lo saprei io e solo io a suo tempo...l'uomo non può giudicare nè punire..mai...questo è concesso solo a Dio...



Che l'uomo non possa giudicare come Dio mi pare ovvio, dato che nessuno può leggere nel cuore, ma vi sono azioni (come la fornicazione) che non possono essere tollerate nella congregazione cristiana. Non importa i motivi che portano alla trasgressione, non si giudicano quelli, ma solo l'azione visibile a tutti. D'altronde se è vero amore, perché non rispettare la coscienza dell'amato? Ci si può amare in attesa del matrimonio senza commettere fornicazione, cosa dirai a Geova? Che ti un atto sessuale vale di più delle fedeltà a Lui?

Shalom [SM=g27993]



Seabiscuit
00giovedì 17 febbraio 2011 20:17
Re:
barnabino, 17.02.2011 19:55:



Quello di sposarsi solo nel Signore non è un consiglio ma è un comando. Non è detto "vi consiglio" di sposarvi solo nel Signore, ma è ordinato che i cristiani si sposino solo nel Signore.




è vero, infatti ho sottolineato che non è un semplice consiglio, ma un consiglio divino essendo ispirato e quindi va inteso come norma molto importante da prendere seriamente e non come un semplice consiglio dettato da un uomo.

Infatti un articolo della Torre di Guardia dal tema "Sposarsi “solo nel Signore”: È importante?" spiega:

“SI VIOLA un comando di Geova sposando qualcuno che non è un vero cristiano?” (...)

"Le Scritture Cristiane menzionano alcuni gravi peccati per cui un malfattore impenitente potrebbe essere espulso dalla congregazione. No, non essendo lapidato come nell’antico Israele, ma essendo disassociato. Fra questi peccati ci sono fornicazione, idolatria, adulterio, furto, ubriachezza ed estorsione. Il fatto che un cristiano sposi un non credente non è indicato come motivo di disassociazione, come un israelita non doveva per questo essere stroncato nell’antichità. Ma come abbiamo visto chiaramente, tale condotta era senz’altro errata in Israele. Era infedeltà, slealtà all’Iddio d’Israele. Quindi le parole di Paolo di sposare “solo nel Signore” non si possono respingere come semplice opinione di un uomo. In effetti fanno seguito ai consigli generali della Parola di Dio sul soggetto. E ora fanno parte delle Scritture ispirate che sono utili “per correggere, per disciplinare nella giustizia”. — 2 Tim. 3:16."

(...)

"Tuttavia, in quanto a coloro che vogliono sposarsi, quanto è meglio comprendere che il consiglio di Dio di sposarsi “solo nel Signore” è molto importante, e contribuisce di più a ottenere la felicità e la benedizione di Dio. Ogni cristiano devoto che veramente accetta questo consiglio considererebbe la possibilità di sposare solo uno che ha già dato prova d’essere un devoto servitore di Geova." (g79 22/8 p.28)




barnabino
00giovedì 17 febbraio 2011 20:38
Caro Epimeteo,

Io francamente non capisco bene quale sia il tuo problema... nessuno è obbligato a credere che i comandi biblici provengano da Dio, è una scelta che fanno i testimoni di Geova, da adulti e consapevolmente, così come consapevolmente i nostri figli possono decidere di non essere testimoni di Geova, nessuno è obbligato al battesimo.

Se qualcuno è convinto che il sesso si possa praticare fuori dal matrimonio nessuno dice nulla, semplicemente non è compatibile con i principi biblici, poi, ovviamente, ci sono religioni per cui non è così, bene, che si scelgano quelle... dove sarebbe il problema con i testimoni di Geova che invece ritengono che le scritture condannino la fornicazione e in base a tale convinzione abbracciano questa fede? Cosa c'entra il "mondo a parte" con la coerenza?

Shalom [SM=g27993]
Watchman77
00martedì 22 febbraio 2011 20:11

Come può essere, in tutto questo, che non ci sia un fondo di verità?



Preclaro esempio di logica revisionista: se tutti i tedeschi dicono che i giudei sono una razza inferiore, come può essere che non ci sia un fondo di verità?
[SM=g8930]

Mettiamola più sul leggero: se tutti dicono che i rosa-croce hanno il vero segreto del Graal, come può essere che non ci sia un fondo di verità?
Antonio977
00lunedì 28 febbraio 2011 09:39
Qualche giorno fa in un grande magazzino ho intravisto un libro dal titolo "Il libro che Gesù non vorrebbe che leggessi" non è detto che se si scrive un libro o un film come in questo caso non sia vero.. Ovvio che chi non frequenta le adunanze vede dei cambiamenti nelle persone che le frequentano che siano tdg o solo studiosi, ma sono in meglio e questo fa rodere gli invidiosi che ci vedono sereni nonostante le difficoltà che incontriamo.
admintdg3
00lunedì 28 febbraio 2011 10:17
Re:
Antonio977, 28/02/2011 9.39:

questo fa rodere gli invidiosi che ci vedono sereni nonostante le difficoltà che incontriamo.




Gli oppositori e gli apostati in particolare dicono che siamo infelici...lo ripetono 300 volte al giorno, per loro è come una medicina: convincersi che i tdG non sono felici.
Poi leggi le loro storie e vedi che 3 o 4 hanno palesemente un disturbo mentale (qualcuno ammette di essere in cura), quell'altro è disperato senza lavoro e sfoga la frustrazione sui tdG, quell'altro sta facendo una cura antidepressiva, 4 o 5 hanno rapporti omosessuali, altri 4 o 5 sono fuoriusciti per immoralità sessuale e convivono, un paio fumano, altri 3 o 4 son diventati atei, un altro si è dato allo spiritismo.
Di fronte al totale disastro spirituale della loro vita, l'unica soluzione è aprire un forum e ripetere pappagallescamente le loro accuse contro i tdG, per lenire la disperazione che li attanaglia.

L' Apostolo
00lunedì 28 febbraio 2011 17:19
Re: Re:
admintdg3, 28/02/2011 10.17:

Antonio977, 28/02/2011 9.39:

questo fa rodere gli invidiosi che ci vedono sereni nonostante le difficoltà che incontriamo.




Gli oppositori e gli apostati in particolare dicono che siamo infelici...lo ripetono 300 volte al giorno, per loro è come una medicina: convincersi che i tdG non sono felici.
Poi leggi le loro storie e vedi che 3 o 4 hanno palesemente un disturbo mentale (qualcuno ammette di essere in cura), quell'altro è disperato senza lavoro e sfoga la frustrazione sui tdG, quell'altro sta facendo una cura antidepressiva, 4 o 5 hanno rapporti omosessuali, altri 4 o 5 sono fuoriusciti per immoralità sessuale e convivono, un paio fumano, altri 3 o 4 son diventati atei, un altro si è dato allo spiritismo.
Di fronte al totale disastro spirituale della loro vita, l'unica soluzione è aprire un forum e ripetere pappagallescamente le loro accuse contro i tdG, per lenire la disperazione che li attanaglia.






[SM=g8920] [SM=g7255]

stelladomares
00martedì 12 aprile 2011 18:27
La scena al centro commerciale
Allora eccomi qua, provo anch'io a fare una domanda in continuazione su questo argomento :)
Per quelli che hanno visto il film c'è una scena a un certo punto in cui la protagonista incontra il fratello al centro commerciale e lì per lì chi guarda ha l'impressione che abbia visto un fantasma o un serial killer. Poi lei spiega al suo amico che il fratello non vede lei e la famiglia da oltre un anno perché è stato dissociato. Dal film insomma si capisce che il fratello (e poi alla fine anche lei) non sarebbe il benvenuto a casa dei genitori, che insomma non potrebbe frequentare la propria casa in caso di dissociazione.
E' una cosa che mi ha fatto sentire molto triste ma sicuramente il regista ha esagerato, non credo che sia vera. Solo che non ho capito bene da tutto il dibattito cosa esattamente invece comporta la dissociazione nella realtà. Spero di non aver fatto confusione ;) Bacioni :*

Stella
L' Apostolo
00martedì 12 aprile 2011 18:37
Re: La scena al centro commerciale
[SM=g8881]
stelladomares, 12/04/2011 18.27:

Allora eccomi qua, provo anch'io a fare una domanda in continuazione su questo argomento :)
Per quelli che hanno visto il film c'è una scena a un certo punto in cui la protagonista incontra il fratello al centro commerciale e lì per lì chi guarda ha l'impressione che abbia visto un fantasma o un serial killer. Poi lei spiega al suo amico che il fratello non vede lei e la famiglia da oltre un anno perché è stato dissociato. Dal film insomma si capisce che il fratello (e poi alla fine anche lei) non sarebbe il benvenuto a casa dei genitori, che insomma non potrebbe frequentare la propria casa in caso di dissociazione.
E' una cosa che mi ha fatto sentire molto triste ma sicuramente il regista ha esagerato, non credo che sia vera. Solo che non ho capito bene da tutto il dibattito cosa esattamente invece comporta la dissociazione nella realtà. Spero di non aver fatto confusione ;) Bacioni :*

Stella




Abbiamo già parlato della disassociazione e della dissociazione in molteplici topic nel Forum, puoi cercarli. Il disassociato o il dissociato sono fuori dalla comunità dei TDG e rispettando i comandi biblici i TDG non intrattengono relazioni sociali con loro. Tuttavia non esistono regole per ogni situazione e sopratutto non esistono regole per quanto riguarda i familiari, poichè la disassociazione non interrompe i vincoli familiari, ma quelli spirituali. Nonostante ciò c'è chi per ragioni note a lui solo potrebbe voler troncare o ridurre al minimo i rapporti anche con i familiari disassociati.
barnabino
00martedì 12 aprile 2011 18:41
Cara Stella,

Abbiamo già parlato lungamente della scomunica, che non ha nulla di terribile, il cristiano che pecca in modo grave e volontario e che non si pente (ad esempio un pedofilo, un ladro, un truffatore, un fornicatore) secondo l'apostolo Paolo (non secondo i TdG) deve essere espulso dalla chiesa, e non dovrebbe neppure mangiare con i cristiani. Questo è ciò che impongono le Scritture ed a cui ci atteniamo.

E' invece falso che questo influisca sui rapporti con i famigliari stretti, cioè quelli della casa, che continuano praticamente inalterati, seppure per noi l'aspetto spirituale non è accessorio ma è fondante della vita e dunque spesso è la persona che continua a peccare deliberatamente spesso si contrappone ai famigliari cristiani cercando di imporre alla famiglia la sua condotta mondana o immorale, ovvero mancando di rispetto agli alti principi delle Scritture.

Shalom

Enciclopedia.
00martedì 12 aprile 2011 18:42
Re: La scena al centro commerciale
stelladomares, 12/04/2011 18.27:

Allora eccomi qua, provo anch'io a fare una domanda in continuazione su questo argomento :)
Per quelli che hanno visto il film c'è una scena a un certo punto in cui la protagonista incontra il fratello al centro commerciale e lì per lì chi guarda ha l'impressione che abbia visto un fantasma o un serial killer. Poi lei spiega al suo amico che il fratello non vede lei e la famiglia da oltre un anno perché è stato dissociato. Dal film insomma si capisce che il fratello (e poi alla fine anche lei) non sarebbe il benvenuto a casa dei genitori, che insomma non potrebbe frequentare la propria casa in caso di dissociazione.
E' una cosa che mi ha fatto sentire molto triste ma sicuramente il regista ha esagerato, non credo che sia vera. Solo che non ho capito bene da tutto il dibattito cosa esattamente invece comporta la dissociazione nella realtà. Spero di non aver fatto confusione ;) Bacioni :*

Stella




Ciao stella! prima di continuare a scrivere, ti consiglio di leggere questo articolo: www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm

Per il resto,i Testimoni di Geova del Forum sapranno darti più informazioni al riguardo!Io ti dico solo che se un familiare Testimone di Geova viene disassociato,gli altri familiari,anch'essi Testimoni,sono tenuti a mantenere i rapporti con il familiare disassociato.Per il resto leggi l'articolo!!!!

Daniele.
stelladomares
00martedì 12 aprile 2011 20:04
Grazie a tutti per le risposte, in effetti quello che leggo e quello che ho visto nel film non mi sembra propriamente la stessa cosa :) E non poteva essere altrimenti. checcé ne dicano le mie amiche cielline ;)
Enciclopedia (ma che bel nome!) grazie per il link, ora mi rimbocco le maniche e mi metto a leggere. Baci :*
Stella
Enciclopedia.
00martedì 12 aprile 2011 20:10
Re:
stelladomares, 12/04/2011 20.04:

Grazie a tutti per le risposte, in effetti quello che leggo e quello che ho visto nel film non mi sembra propriamente la stessa cosa :) E non poteva essere altrimenti. checcé ne dicano le mie amiche cielline ;)
Enciclopedia (ma che bel nome!) grazie per il link, ora mi rimbocco le maniche e mi metto a leggere. Baci :*
Stella




Stella,grazie per il complimento! Quando mi sono iscritto al forum,la cosa più difficile è stata scegliere il nome! Comunque,chiamami pure Daniele!
Quando hai finito di leggere poni le tue domande e vedrai che sicuramente ti sarà data una risposta!Buona lettura!
Daniele.
stelladomares
00giovedì 14 aprile 2011 10:15
Daniele grazie ho letto la spiegazione e mi sembra che il principio sia chiaro (o almeno spero) :) A conti fatti se uno trasgredisce le regole di un gruppo cosa ci sta a fare nel gruppo stesso? Come se io mi iscrivessi a un circolo di tennis e pretendessi di giocare a pallavolo, non so se questo esempio è calzante ma insomma credo sia più o meno la stessa cosa :) Grazie mille comunque.
Avrei una domanda ho letto sempre in quella pagina: "Si tenga presente inoltre che frequentare amichevolmente un disassociato può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora. Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto.". Questo mi ha fatto ricordare che in una scena del film "world apart" l'amica della ragazza, incontrandola dopo la sua dissociazione, fa finta di non vederla, come se fosse trasparente. Non credo che anche voi vi comportiate così verso i dissociati e che sia l'ennesima esagerazione del regista. Ma cosa vuol dire allora che non bisogna frequentare amichevolmente il dissociato? Bisogna frequentarlo "nemichevolmente" o non frequentarlo affatto? Eh eh eh scusate la facezia :) Baci :*
EverLastingLife
00giovedì 14 aprile 2011 10:20
Re:
stelladomares, 14/04/2011 10.15:

Daniele grazie ho letto la spiegazione e mi sembra che il principio sia chiaro (o almeno spero) :) A conti fatti se uno trasgredisce le regole di un gruppo cosa ci sta a fare nel gruppo stesso? Come se io mi iscrivessi a un circolo di tennis e pretendessi di giocare a pallavolo, non so se questo esempio è calzante ma insomma credo sia più o meno la stessa cosa :) Grazie mille comunque.
Avrei una domanda ho letto sempre in quella pagina: "Si tenga presente inoltre che frequentare amichevolmente un disassociato può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora. Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto.". Questo mi ha fatto ricordare che in una scena del film "world apart" l'amica della ragazza, incontrandola dopo la sua dissociazione, fa finta di non vederla, come se fosse trasparente. Non credo che anche voi vi comportiate così verso i dissociati e che sia l'ennesima esagerazione del regista. Ma cosa vuol dire allora che non bisogna frequentare amichevolmente il dissociato? Bisogna frequentarlo "nemichevolmente" o non frequentarlo affatto? Eh eh eh scusate la facezia :) Baci :*



Di norma il disassociato non va frequentato per niente. Circostanze particolari (ad esempio, il disassociato è un parente o un collega di lavoro) possono suggerire ragionevoli eccezioni alla regola.

Circa l'incrociare per caso un ex-tdG, è la Bibbia stessa a dire: "Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage." (seconda lettera di San Giovanni, vv 10,11)

ELL




Barnaba1977
00giovedì 14 aprile 2011 10:38
Re:
stelladomares, 14/04/2011 10.15:

Non credo che anche voi vi comportiate così verso i dissociati e che sia l'ennesima esagerazione del regista.



Non sono trasparenti, ma non li salutiamo, come da comando giovanneo, riportato da ELL.

stelladomares, 14/04/2011 10.15:

Ma cosa vuol dire allora che non bisogna frequentare amichevolmente il dissociato? Bisogna frequentarlo "nemichevolmente" o non frequentarlo affatto? Eh eh eh scusate la facezia :) Baci :*



Significa che non cerco l'occasione per instaurare un rapporto amichevole con lui. Non mi vado a prendere il caffè con il disassociato, ad esempio. Altre occasioni (lavoro, fornire aiuto materiale, famiglia, ecc.) non sono contemplate in questo comando, che non devono tuttavia diventare un ponte verso un'amicizia.
stelladomares
00giovedì 14 aprile 2011 11:07
Non salutarli mi sembra però eccessivo. Ho molte amiche che mi stanno antipatiche e molte persone che appiccicherei volentieri a un muro. Madonna mia, non potrei togliere il saluto nemmeno al mio peggior nemico, per me significa proprio il massimo del disprezzo e nessun essere umano credo meriti questo.
Figuriamoci toglierlo ad una che era stata mia amica fino al giorno prima. Non credo che Gesù volesse questo e che abbia molto a che fare con la carità cristiana.
PARIGI23
00giovedì 14 aprile 2011 11:29
Re: Re:
EverLastingLife, 14/04/2011 10.20:



Di norma il disassociato non va frequentato per niente. Circostanze particolari (ad esempio, il disassociato è un parente o un collega di lavoro) possono suggerire ragionevoli eccezioni alla regola.

Circa l'incrociare per caso un ex-tdG, è la Bibbia stessa a dire: "Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage." (seconda lettera di San Giovanni, vv 10,11)

ELL





Ma in lingua originale la parola saluto sta a indicare il semplice atto che noi conosciamo o ha un accezzione più
estesa?
EverLastingLife
00giovedì 14 aprile 2011 11:33
Re:
stelladomares, 14/04/2011 11.07:

Non salutarli mi sembra però eccessivo. Ho molte amiche che mi stanno antipatiche e molte persone che appiccicherei volentieri a un muro. Madonna mia, non potrei togliere il saluto nemmeno al mio peggior nemico, per me significa proprio il massimo del disprezzo e nessun essere umano credo meriti questo.
Figuriamoci toglierlo ad una che era stata mia amica fino al giorno prima. Non credo che Gesù volesse questo e che abbia molto a che fare con la carità cristiana.



Queste obiezioni, giuste dal tuo punto di vista, si prestano ad una 'marea' di commenti e di precisazioni. Vado a braccio:

- il saluto è il primo e principale segno di confidenza. Togliere il saluto è un modo per dire: "non sono d'accordo con la scelta che hai fatto. Quando tornerai ad essere un cristiano, saremo di nuovo amici".

- questa norma ha una solida base biblica, come detto. Non è cioè un'invenzione dei testimoni di Geova. Come tutti gli altri insegnamenti scritturali, è noto a chi studia per diventare testimone di Geova e da lui formalmente accettato all'atto del battesimo. Se non si trova d'accordo nel merito di tale norma che è stata stabilita da Geova per tutelare gli interessi della congregazione cristiana, è liberissimo di rinunciare al battesimo.

- commetti un errore di prospettiva, dimenticando che il vero problema è costituito dalla condotta peccaminosa, volontariamente intrapresa, del soggetto, il quale così sottoscrive la propria espulsione e le inevitabili conseguenze. Non devi cioè confondere la causa con l'effetto, o meglio accentuare indebitamente l'effetto, tralasciando del tutto la portata della causa scatenante. Dimentichi pure che nessuno resta 'disassociato' a vita, se vuole può tornare a essere un tdG.

- riconosci che il tuo grado di antipatia (eufemismo?) per certuni è tanto elevato che 'li appiccicheresti al muro', il che non mi pare esattamente un esercizio di amore cristiano. Però, attenzione, il saluto non si nega a nessuno. Cosa è più amorevole, ti chiedo: rivolgere ad un nemico, per puro obbligo sociale, un saluto di cortesia mentre si nutrono per lui sentimenti tutt'altro che benevoli, o togliere il saluto ad una persona amata nella speranza che ciò contribuisca al suo recupero? E se la persona vuole a sua volta almeno un po' di bene a me, non farà del suo meglio per cambiare condotta, riguadagnando con ciò sia il mio affetto che l'approvazione di Geova?

- non è indizio di carità cristiana l'assumere un atteggiamento compiacente verso chi si è indirizzato, sua sponte, verso una condotta contraria ai principi divini, divenendo ad esempio ladro o tossicodipendente o adultero, o peggio, apostata o molestatore sessuale. Non è carità cristiana il lasciare la congregazione in balia di un peccatore impenitente, il quale, rimanendo in buoni rapporti con i suoi ex-conservi senza soluzione di continuità, avrebbe tutto l'agio di corrompere i soggetti più deboli incoraggiandoli più o meno direttamente a seguire il suo esempio. Gesù, capo della congregazione cristiana, vorrebbe forse questo? E' invece caritatevole l'esercitare una forma di disciplina la quale, per quanto severa e anzi proprio a motivo di tale prerogativa, costituisce uno dei più forti incentivi per l'individuo a tornare sui suoi passi; cosa che di fatto avviene (un elevato numero di ex testimoni di Geova chiede e ottiene di essere riassociato). E' altresì segno di carità il proteggere la congregazione dalle influenze destabilizzanti.

- come ripeto, il diniego del saluto è la norma generale, che trova però ovvie eccezioni in ovvie circostanze particolari. La norma è cioè applicata da ciascuno in base alla propria coscienza e sensibilità. Se faccio una telefonata ad una famiglia di cristiani e a rispondere è un disassociato, ovvero se busso ad una casa e mi apre un disassociato, gli rivolgo un naturale (quanto formale) saluto di cortesia. Ad un funerale non mi farei certo scrupolo non solo di salutare, ma anche di porgere sincere condoglianze all'ex-testimone di Geova che avesse subito un lutto. Ci è comandato di prestare soccorso a qualunque disassociato in difficoltà, ad esempio se fosse in pericolo di vita o in grave necessità di aiuto di qualunque genere. I rapporti coi disassociati che rientrano nell'immediata cerchia familiare (coniugi, figli etc.) non subiscono significative variazioni qualitative, di fatto è interrotto solo il coinvolgimento spirituale (come lo studio familiare della Bibbia), peraltro anche qui con varie eccezioni. Nei rapporti di parentela non stretta e di lavoro i rapporti sociali sono spesso inevitabili, e ovviamente vanno ben oltre il saluto. Potrei farti altri esempi, spero che il concetto sia chiaro.

ELL

EverLastingLife
00giovedì 14 aprile 2011 11:53
Re: Re: Re:
PARIGI23, 14/04/2011 11.29:




Ma in lingua originale la parola saluto sta a indicare il semplice atto che noi conosciamo o ha un accezzione più
estesa?




Non ne ho idea. Trovo comunque la domanda irrilevante. Rifiutare di 'ricevere in casa' una persona è certo un segno forte di inimicizia, superiore al togliere il saluto.

Non troverei coerente la scelta di chi si sentisse autorizzato a dire 'buon giorno' ad un espulso, con la scusa che il significato biblico di 'saluto' è magari più ampio e include abbracci e vari altri convenevoli assenti nel corrispettivo odierno, ma nello stesso tempo, in osservanza del comando biblico, gli negasse la propria ospitalità.

ELL
Barnaba1977
00giovedì 14 aprile 2011 12:14
Re:
stelladomares, 14/04/2011 11.07:

Non salutarli mi sembra però eccessivo. Ho molte amiche che mi stanno antipatiche e molte persone che appiccicherei volentieri a un muro. Madonna mia, non potrei togliere il saluto nemmeno al mio peggior nemico, per me significa proprio il massimo del disprezzo e nessun essere umano credo meriti questo.
Figuriamoci toglierlo ad una che era stata mia amica fino al giorno prima. Non credo che Gesù volesse questo e che abbia molto a che fare con la carità cristiana.



Noi non salutiamo perché ci "stanno antipatici", anzi, sono il nostro prossimo e siamo tristi per il fatto che non possiamo intrattenere rapporti con loro. Lo facciamo perché consideriamo la lealtà verso Dio più importante di quella verso gli uomini. Comprenda anche il disassociato che non lo facciamo per "fargli del male". E' una forma di disciplina? Certo! Ma anche il padre quando sculaccia il figlio lo fa con le lacrime agli occhi.
PARIGI23
00giovedì 14 aprile 2011 12:21
Re: Re: Re: Re:
EverLastingLife, 14/04/2011 11.53:




Rifiutare di 'ricevere in casa' una persona è certo un segno forte di inimicizia, superiore al togliere il saluto.



Concordo



Non troverei coerente la scelta di chi si sentisse autorizzato a dire 'buon giorno' ad un espulso, con la scusa che il significato biblico di 'saluto' è magari più ampio e include abbracci e vari altri convenevoli assenti nel corrispettivo odierno, ma nello stesso tempo, in osservanza del comando biblico, gli negasse la propria ospitalità.



Su questo sono meno d'accordo,trovo una differenza abbastanza rilevante tra il semplice saluto e l'ospitare e frequentare qualcuno;è vero si che il saluto potrebbe significare comunione di vedute e di pensiero,ma non troverei incoerenza tra il semplice ciao e il negare la propria frequentazione,in quanto ritengo quest'ultima la vera partecipazione morale con un altro individuo.


(Naaman)
00giovedì 14 aprile 2011 14:44
Re: Re:
EverLastingLife, 14/04/2011 10.20:



Di norma il disassociato non va frequentato per niente. Circostanze particolari (ad esempio, il disassociato è un parente o un collega di lavoro) possono suggerire ragionevoli eccezioni alla regola.

Circa l'incrociare per caso un ex-tdG, è la Bibbia stessa a dire: "Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage." (seconda lettera di San Giovanni, vv 10,11)

ELL







In realtà questo preciso divieto del saluto nel contesto della seconda lettera di Giovanni si riferisce al divieto di salutare un "anticristo" ovvero viene fatto divieto di salutare: "...persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne." (2 Giovanni 7)

(2 Giovanni 7-10) 7 Poiché sono usciti molti ingannatori nel mondo, persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne. Questi è l’ingannatore e l’anticristo. 8 Prestate attenzione a voi stessi, affinché non perdiate le cose per produrre le quali abbiamo operato, ma otteniate una piena ricompensa. 9 Chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha D-o. Chi rimane in questo insegnamento è colui che ha il Padre e il Figlio. 10 Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto.
EverLastingLife
00giovedì 14 aprile 2011 15:03
Re: Re: Re:
(Naaman), 14/04/2011 14.44:



In realtà questo preciso divieto del saluto nel contesto della seconda lettera di Giovanni si riferisce al divieto di salutare un "anticristo" ovvero viene fatto divieto di salutare: "...persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne." (2 Giovanni 7)

(2 Giovanni 7-10) 7 Poiché sono usciti molti ingannatori nel mondo, persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne. Questi è l’ingannatore e l’anticristo. 8 Prestate attenzione a voi stessi, affinché non perdiate le cose per produrre le quali abbiamo operato, ma otteniate una piena ricompensa. 9 Chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha D-o. Chi rimane in questo insegnamento è colui che ha il Padre e il Figlio. 10 Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto.



Veramente il versetto 9 da te citato parla dell' "insegnamento del Cristo". Il 10 dice di non salutare chi non porta questo insegnamento".

ELL




EverLastingLife
00giovedì 14 aprile 2011 15:09
Cito da questo articolo:

www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm


"Alcuni oppositori, con astuzia sottile citano la seconda lettera di Giovanni (cfr. 2 Giovanni 8-11) e la applicano solo a chi rinnega il Cristo. Secondo la loro interpretazione, il comando di non associarsi e salutare i disassociati si applica solo a quelli che rinnegano il Cristo ma non a quelli che credono ancora in Gesù. In poche parole, vorrebbero dimostrare che l’interpretazione biblica dei testimoni di Geova è troppo riduttiva e non deve essere applicata a coloro che in qualche misura credono ancora in Cristo Gesù, in Dio e nella Bibbia, e sono in disaccordo con la congregazione dei Testimoni di Geova su alcuni punti specifici.

Qual è la corretta interpretazione di questo versetto? Nel contesto, Giovanni parla chiaramente delle persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne o che negano che fosse lui il Cristo e il Redentore. Per una corretta interpretazione di questo versetto il lettore non dovrebbe ricorrere ad argomentazioni filosofiche e personali per aggirarne le esplicite dichiarazioni o per giustificare una tesi personale e preconcetta abbandonando il vero punto di vista morale della Bibbia. Nell’interpretare questo ed altri versetti, i testimoni di Geova lasciano che sia la Bibbia stessa a darne la spiegazione, anziché proporre le loro teorie su ciò che significano. Di solito in altre parti della Bibbia si trovano sempre degli elementi che aiutano a capire il significato di altri versetti. Questo non è stato seguito correttamente dagli oppositori in quanto citano solo la seconda lettera di Giovanni 8-11, senza consultare o armonizzarla appropriatamente ad altre scritture bibliche."


Trovi lì il seguito dell'argomentazione.

ELL

Seabiscuit
00giovedì 14 aprile 2011 15:15
Re:
EverLastingLife, 14.04.2011 15:09:

Cito da questo articolo:

www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm


"Alcuni oppositori, con astuzia sottile citano la seconda lettera di Giovanni (cfr. 2 Giovanni 8-11) e la applicano solo a chi rinnega il Cristo.



il fatto è che non la applicano neppure a questi


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