Un lavoro di prevenzione dell'arresto cardiaco in un unità intensiva cardiotoracica ha quasi fatto sparire alune categorie di arresti cardiaci.
La sopravvivenza da un arresto cardiaco in ospedale in Inghilterra è stata quasi ferma dal 1992 ad oggi, passando dal 17 al 18,4%.
AIcuni problemi che hanno forse impedito un aumento della sopravvivenza sono:
le compressioni del torace sono spesso non fatte nel modo migliore
il paziente viene iperventilato, cioè gli si dà troppo ossigeno
non si fanno le compressioni del torace quando invece andrebbero fatte
Questi tre aspetti sono dovuti ad un errore dell'elemento umano che fa la rianimazione.
Su 100 arresti cardiaci in ospedale in 88 non si tenta la rianimazione; la rianimazione si fa in 12 pazienti su 100.
Questi dati sono da Ken Sperpoint dal convegno: London cardiac arrest symposium 2014 che si può visionare via web, fornito dalla ditta Zoll.
www.londoncardiacarrestsymposium.com/videos-2014.html
Io penso che le compressioni del torace sarebbero fatte in maniera ottimale da uno strumento meccanico come autopulse della Zoll o LUCAS
Anche la ventilazione potrebbe essere automatizzata.