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10) Trummy Young (1912-1984)
oocities.org
indice di notorietà: ****
pseudonimo di James Oliver Young
paese: USA
Musicista pop
Ha proseguito nella sua attività professionale dopo il battesimo? SI
La letteratura Watch Tower ha mai fatto cenno a questo VIP? SI (Svegliatevi! 8/1/78, pagine 9-14)
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Figura di primissimo piano del jazz americano del secolo scorso, è stato un grande trombonista, attivo per oltre 30 anni, e, fra l'altro, amico e collaboratore di lungo corso di Louis Armstrong.
Con 'Satchmo' Louis Armstrong negli anni '50
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Inizia la sua carriera nel 1928. Passa a suonare nell'orchestra di Earl Hines (1933) e poi in quella di Jimmie Lunceford (1937). In quegli anni compone, fra l'altro, un successo di Ella Fitzgerald, T'ain't What You DO (It's the Way That You Do It), e altre hit ( Margie, Easy Does It). Dopo le esperienze con Benny Goodman, Charlie Parker e Dizzy Gillespie, verso il 1952 conosce Louis Armstrong, che lo fa lavorare con lui fino al 1964 per i Louis Armstrong All-Stars.
Trummy (al centro, con lo sguardo rivolto alla sua sinistra)
con altri celebri jazzisti; si riconoscono Freddy Webster
(il primo a sinistra) e Dizzy Gillespie (il secondo da destra)
drummerworld.com
Numerosi i capolavori prodotti con la band di Armstrong, in alcuni dei quali Young si esibisce anche come vocalist. Fra gli altri, ricordiamo Memphis Blues, Black and Tan Fantasy, When the Saints Go Marching In. Una curiosità di quegli anni (senza dubbio la parentesi artisticamente più brillante di Young) è costituita dalla partecipazione, insieme alla band di Armstrong, ad alcuni celebri film, quali La storia di Glenn Miller (1953, con Jimmy Stewart) e Alta società (1956, con Sinatra, Bing Crosby e Grace Kelly).
Young (inginocchiato, a sinistra) sul set del film La storia di Glenn Miller,
con James Stewart (in piedi al centro). Alla destra di Stewart, Louis Armstrong.
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Nel 1964 diventa testimone di Geova. In seguito alla conversione rallenta in maniera significativa (ma non interrompe) il suo impegno professionale. Nel 1947 aveva sposato Sally Tokashiki, una giapponese, che gli aveva dato due figli.
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"Trummy" Young ha narrato la sua esperienza nella Svegliatevi! dell'8 gennaio 1978, pagine 9-14 (di seguito).
Esperienza di Trummy Young (Svegliatevi! dell'8 gennaio 1978, pagine 9-14) - CLICCA PER VISUALIZZARE
La musica ha dominato la mia vita
MOLTI mi conoscono meglio col mio soprannome, “Trummy”. Per anni ho suonato il trombone con Louis Armstrong, e con molte altre orchestre famose. La mia particolare tecnica col trombone ha contribuito a far classificare fra i best-sellers canzoni come “Ain’t She Sweet?” e “Margie”.
Alla fine degli anni trenta e all’inizio degli anni quaranta composi molte canzoni di successo. Forse due delle più note furono “T’Ain’t What Cha Do, It’s the Way That Cha Do It” e “What Cha Know, Joe?” Inoltre scrissi “Travellin’ Light” per Billie Holiday, che la incise con l’orchestra di Paul Whiteman, e ne furono venduti milioni di dischi.
Mentre lavoravo con l’orchestra di Jimmy Lunceford alla fine degli anni trenta, comparvi in parecchi film. Il primo fu “Blues in the Night”. Poi, con Louis Armstrong, collaborai a pellicole come “La storia di Glen Miller”, “Five Pennies” e “Alta società”.
La musica mi portava fama e ricchezza, ma a un prezzo più alto di quanto non volessi ammettere. Comunque, prima di parlarne, forse un cenno alla mia storia può spiegare non solo come mai la musica ebbe tanta influenza su di me, ma anche perché lasciai quasi che rovinasse la mia vita.
Dal profondo sud
Nacqui a Savannah (Georgia) nel 1912, unico maschio dei tre figli di un povero operaio delle ferrovie, Osborne Young, e di sua moglie, Annie Evangeline. In quei giorni Savannah era una città molto superstiziosa, e vi accadevano molte cose sgradevoli.
Una di quelle cose deplorevoli era il Ku Klux Klan. I suoi adepti marciavano continuamente nei rioni abitati da negri, cercando col terrore di ‘tenerli buoni’. Ricordo ancora lo spavento che provavo quando quegli uomini percorrevano le strade, nascosti dietro i lunghi abiti e i cappucci bianchi. Riuscivano nel loro intento: noi ragazzi correvamo a nasconderci per la paura.
La musica faceva parte della vita. Nella nostra zona della città c’era una chiesa “Holy Roller”. Era piena di confusione, ma allo stesso tempo ricca di ritmo!
C’erano molti musicisti in giro, soprattutto cantanti di blues. Noi ragazzi eravamo molto attratti dalla Jenkins Orphan Band proveniente da Charleston (South Carolina). Solevamo spostarci e marciare al suo seguito per tutta la città.
Fra gli spettacoli che venivano in città c’era quello del dott. Rabbitfoot. Egli vendeva bottigliette, dotate di presunte virtù terapeutiche, per un dollaro, un bel po’ di soldi in quei tempi. Non faceva altro che piantare una tenda all’angolo di una strada e cominciare lo spettacolo. Aveva una piccola banda, alcuni comici e ballerine.
Ben presto la musica ebbe un’influenza preponderante su di me, grazie a questi vari visitatori e all’ambiente di Savannah.
Gli studi e l’inizio di una carriera
Mio padre morì quando avevo dodici anni. Due anni dopo, mia madre mi mandò in una scuola militare cattolica a Rockcastle (Virginia). Pur non essendo cattolica, mia madre mi mandò lì perché avrei potuto mantenermi lavorando durante gli anni di scuola.
Una settimana facevo il muratore e l’imbianchino, e la successiva frequentavo le lezioni. Non avevo pensato in modo particolare a una carriera musicale quando iniziai la scuola, benché amassi la musica. Ma vedere la banda seduta all’ombra a suonare mentre io me ne stavo sotto il sole cocente a fare le esercitazioni col fucile in spalla, fu quello che mi convinse! Ben presto ero completamente assorbito dalla musica, e quasi tutto il mio tempo trascorreva esercitandomi nella sala della banda.
Mia madre non ebbe mai abbastanza denaro per farmi tornare a casa a Savannah nei mesi estivi. Così rimanevo a scuola e lavoravo nella fattoria. Andandomene dopo quattro anni da questa scuola cattolica, giurai che non avrei mai più guardato una chiesa. Ero stato tanto in ginocchio che mi erano venuti i calli alle ginocchia. Non avevo imparato nulla della Bibbia, e il latino mi sconcertava.
Finita la scuola nel 1930, mi diressi a Washington (District of Columbia). Tutto quello che sapevo del posto era che vi abitava un mio ex compagno di scuola. Feci il mio debutto come giovane trombone nella Booker Coleman’s Hot Chocolates Orchestra. Fu Coleman a mettermi il soprannome di Trummy. Gli era difficile ricordare i nomi degli orchestrali, perciò chiamava ognuno col nome dello strumento che suonava.
Facemmo una tournée in parecchi degli stati del sud. Nell’estate del 1931 suonammo per “Father Divine” ad Asbury Park (New Jersey). Egli vi teneva le sue adunanze in una sala da ballo. Davamo inizio all’adunanza con uno di quegli inni allegri che infiammavano la gente, e certo non avrete mai sentito cantare in quel modo, battendo le mani e pestando i piedi! Poi “Divine” entrava in scena col suo solito discorso — “Il Signore ama il donatore allegro” — e raccoglieva soldi a palate. E questo, badate, durante la grande depressione! Ci pagava due dollari per sera, un bel po’ di soldi per noi.
Nel 1933 andai a Chicago con l’orchestra di Earl Hines, la prima orchestra rinomata con cui suonai. Lavoravamo al Grand Terrace sul South Side. Questo locale era gestito da elementi della mala, come tanti altri locali, secondo quanto appresi in seguito. Certe sere era pieno di gangsters, ed ero così atterrito che riuscivo appena a suonare. Si era all’epoca del proibizionismo, e nella cucina il cassiere vendeva a noi suonatori della banda liquore scadente a circa 6 dollari il litro. Questo ci dava il coraggio di suonare. Lavoravamo dalle nove di sera alle quattro della mattina per 40 dollari la settimana, una paga abbastanza buona per quel tempo.
Il lavoro era molto, perciò rimasi a Chicago. Poi nel 1936 partii per andare a New York e unirmi all’orchestra di Jimmy Lunceford.
Il successo, e una donna straordinaria
Fu con Lunceford che assaporai il successo e la fama. Inoltre, poco dopo essermi unito alla sua orchestra, subii un’altra influenza. Questo avvenne quando feci la conoscenza di una donna straordinaria.
Incontrai per la prima volta Ida Fitzpatrick dietro le quinte. Aveva un’incredibile abilità di introdursi dietro le quinte, dove neanche noi esecutori potevamo andare. La sua specialità era visitare musicisti e attori, parlando loro della Bibbia. Certo conosceva quel Libro! E credetemi, noi musicisti e attori avevamo bisogno del messaggio che portava, poiché eravamo veramente degli incoscienti.
Un giorno, avrei dovuto studiare la Bibbia con Ida, e ricordo di aver detto al mio compagno di camera: “Quando viene la sig.a Fitzpatrick, dille per piacere che sono andato a una prova”. Ebbene, immaginate la mia sorpresa e il mio dispiacere quando uscii un’ora più tardi e trovai la sig.a Fitzpatrick dabbasso. Mi chiese: “Sig. Young, com’è andata la prova?” Certo era persistente, ma in modo simpatico.
Dopo aver cominciato a studiare con lei non mi sentii più soddisfatto di me stesso. Questo perché sapevo che molte delle cose che facevamo noi musicisti erano sbagliate. Lasciate che vi spieghi.
In quei tempi facevamo molte “serate uniche”. Eravamo molto stanchi perché in quasi tutti i contratti c’era una clausola che vietava a un complesso di suonare nel raggio di 500-600 chilometri dalla città da cui era appena partito. Questo proteggeva l’impresario, il quale costringeva i musicisti a suonare ben lontani dal loro ultimo ingaggio, proteggendo così il suo territorio. Dovevamo fare lunghi tragitti in corriera, ed eravamo sempre stanchi. Così, per star svegli, prendevamo benzedrina, e per rilassarci, bevevamo. Quasi tutti eravamo presi nel giro e non potevamo sottrarcene.
Lavorai a New York e altrove per molti anni, studiando saltuariamente la Bibbia con la sig.a Fitzpatrick. Ma essendo quasi sempre in viaggio, non ebbi mai l’opportunità di studiare a lungo ogni volta. Nel frattempo avevo raggiunto una notorietà nazionale, e quasi tutto il mio tempo era dedicato a mantenere la mia posizione nel mondo dello spettacolo.
Jazz moderno e film
Fu nella 52a strada della città di New York che il Nuovo Jazz, detto bebop o jazz moderno, divenne famoso all’inizio anni quaranta. I principali musicisti jazz dell’epoca suonavano in piccoli ritrovi lungo quella strada presso la 6a Avenue (ora Avenue of the Americas). Suonavo in un locale con Billie Holiday, che ora è morta da tempo. Ma essa è leggendaria nel campo dello spettacolo, una donna di straordinario talento. Una pellicola popolare, “La signora del blues”, fu girata di recente su di lei.
Attori, produttori e scrittori frequentavano quei ritrovi a motivo dei grandi artisti che vi si esibivano. Ma li frequentavano anche ruffiani, prostitute e spacciatori di droga. Billie Holiday faceva molto uso di narcotici, perciò gli spacciatori erano sempre in giro dove lavoravo. Quando vedete sempre una vita del genere, cominciate a pensare che non ci sia nulla di male. Allora siete nei guai, perché cominciate a fare lo stesso.
Billie, mi sembrava, era vittima delle circostanze. Era sfruttata, non solo dagli uomini dissoluti che facevano parte della sua vita privata, ma anche dalla cattiva amministrazione. Quando registrò la canzone “Travellin’ Light” che avevo scritto io, e della quale furono venduti milioni di dischi, tutto quello che ne ricavammo furono 75 dollari a testa. Non capivamo le leggi sui diritti d’autore, e perciò eravamo sfruttati.
Anche il lavoro nei film cominciava a pesarmi. Si iniziava il più presto possibile per approfittare al massimo della luce del giorno. Quindi lavoravamo fino a tarda notte per girare le scene notturne. Per sembrare sveglio davanti alla macchina da presa prendevo benzedrina. Poi fu la volta della televisione, e delle riprese televisive. Le prove erano lunghe e snervanti. Non è meraviglia che mi venisse la pressione alta.
La famiglia, e Louis Armstrong
Finalmente decisi di andare alle Hawaii, dove nel 1947 conobbi Sally. Ci sposammo verso la fine dell’anno, e nel 1948 nacque nostra figlia. Mia moglie studiava la Bibbia e, benché il mio orario di lavoro non mi permettesse di essere diligente come lei nello studio, assistevo con lei alle adunanze dei Testimoni di Geova nella Sala del Regno. Nel 1952 lasciai le Hawaii per accettare un’offerta di Louis Armstrong, e con lui trascorsi i successivi dodici anni.
Cercai di portare la famiglia con me, ma non era una vita che faceva per loro: il fumo della marijuana, il linguaggio osceno e le ore piccole. Affittavo un appartamento, mandavo mia moglie e mia figlia a fare commissioni, quindi mi chiudevo in casa e mi esercitavo alla tromba per cinque o sei ore. Dedicavo tutta la vita a uno strumento; questo e il denaro che mi procurava erano divenuti il mio dio.
Infine mia moglie e mia figlia si stabilirono a Los Angeles, dove avevamo acquistato una casa. Ma, in realtà, ero quasi sempre via, a volte per sei o sette mesi di fila in Africa e altrove. Girammo molti film in Europa. Pensavo che, dal momento che mandavo molto denaro a casa, andasse bene. Ma alla mia famiglia non interessavano tutte queste cose materiali; mi volevano a casa. Eppure non me ne accorgevo. La mia bambina cresceva quasi senza conoscere suo padre.
Poiché in questa carriera c’è forte concorrenza, mi esercitavo di continuo alla tromba per stare a galla, spesso per tutta la giornata. Ero sempre più infelice perché mi sembrava di non aver tempo di fare altro che esercitarmi, viaggiare, suonare e mandare denaro a casa. Era piacevole lavorare con Armstrong, e forse per questo mi fu più difficile rendermi conto delle cose che in seguito fui costretto ad ammettere.
La sig.a Fitzpatrick studiava con Louis quando riusciva a rintracciarlo. Non era facile, ma ogni tanto suonavamo in un teatro di New York ed essa studiava con lui, e anche con me, fra uno spettacolo e l’altro. Mentre suonavo a Las Vegas alla fine degli anni cinquanta, venne a trovarmi mia moglie, e immaginate la mia sorpresa quando appresi che aveva svolto l’attività di testimonianza insieme alla sig.a Fitzpatrick! In seguito Ida mi chiese: “Sig. Young, che cosa aspetta? Con la conoscenza che ha della verità biblica, è pericoloso non agire in base a quello che sa”.
Ogni volta che tornavo a Los Angeles, riprendevo lo studio biblico e andavo alle adunanze con la mia famiglia. Mia moglie era ora una Testimone battezzata, e anche mia figlia studiava. Rimasi colpito dalla gentilezza dei Testimoni verso Sally e nostra figlia Andrea; passavano sempre a vedere come stavano, sapendo che io ero in viaggio.
Libero
All’inizio del 1964 accadde qualche cosa che mi scosse profondamente. Mia moglie mi telefonò dicendomi che stava male. In altre occasioni, quando avevo voluto andarmene, mi era stato offerto più denaro. Questa volta non fu un’eccezione. Ma ora nulla mi avrebbe tenuto lontano dai miei cari.
Pregai Geova Dio, e so che è stato lui a darmi la forza di liberarmi da ogni impegno. Questo non assecondò i finanziatori dell’orchestra. Infatti, ne furono molto adirati. Il denaro aveva sempre avuto “ragione” di me. Ma ora non più! La sig.a Fitzpatrick aveva detto bene. Che cosa aspettavo? Non avevo compreso il valore del proverbio biblico: “Quanto è meglio acquistar sapienza anziché oro! E l’acquisto dell’intendimento è da scegliere più dell’argento”. — Prov. 16:16.
Tornai subito a Los Angeles, dove ricominciai a studiare la Bibbia con assiduità. Finalmente i miei occhi si aprirono davvero alla stoltezza delle cose che avevo fatto, rendendo la mia tromba e il denaro il mio dio! Ero sconvolto rendendomi conto di come avevo trascurato la mia famiglia. Dopo tanti rimorsi, fui battezzato come testimone di Geova alcuni mesi dopo.
Sally stava sempre peggio e, dopo molti esami, si scoprì che aveva il cancro. Fu un colpo terribile! Avevamo deciso di tornare alle Hawaii, ma il dottore insisté che andasse subito all’ospedale per le applicazioni di cobalto. Nell’agosto 1964 aveva finito le serie di applicazioni. Quando fu dimessa dall’ospedale, continuai a portarvela per i controlli.
Onestamente posso dire che questo fu il tempo più penoso della mia vita. Mi accorsi quanto sia futile la ricerca di fama e ricchezza in confronto alle cose veramente importanti nella vita. Quando Sally si ammalò, a chi mi rivolsi? A Geova Dio in preghiera. Come sono felice di essermi reso conto che un’intima relazione con lui è più preziosa di tutte le cose materiali!
In seguito, tornai con la mia famiglia nelle Hawaii. Mia moglie si riprese, e sta bene tutt’ora.
Più felice che mai
Da anni ho la mia piccola orchestra, che suona in uno dei grandi alberghi di Honolulu. Ma ora la musica ha il secondo posto dopo gli interessi spirituali. Parecchi componenti della mia orchestra hanno accettato la mia offerta di uno studio biblico, e uno è ora Testimone. Nostra figlia è pure felicemente sposata con un Testimone. Mia moglie e io frequentiamo regolarmente le adunanze della congregazione con i nostri compagni di fede, e partecipiamo all’opera di testimonianza, parlando ad altri delle grandiose benedizioni che il regno di Dio presto porterà all’umanità.
Di rado mi allontano da Honolulu a causa della musica, benché abbia ricevuto numerose offerte. Ho accettato l’invito della Smithsonian Institution, sezione artisti, e nel settembre dell’anno scorso hanno registrato un’intervista di sei ore sulla mia vita e la mia carriera.
Quando ripenso ai miei viaggi con Louis Armstrong, ricordo particolarmente un’esperienza. Eravamo in Giappone nel 1961. Benché allora non fossi un Testimone, parlai dell’attività cristiana dei Testimoni con un gruppo di giovani musicisti. Le mie parole toccarono cuori sensibili e in seguito appresi che parecchi di quei giovani erano divenuti Testimoni.
Spesso parlo con giovani aspiranti musicisti e li esorto: “Calcolate il costo”. Se si lascia che la musica domini la propria vita, come avevo fatto io, si può essere rovinati. Solo facendo una corretta stima dei valori si può avere vera felicità. Come sono grato di esserci finalmente riuscito! — Da un collaboratore.
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Video. Edmond Hall, Louis Armstrong, Trummy Young
in una magnifica esecuzione degli anni '50.
youtube.com
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[Modificato da EverLastingLife 11/05/2020 23:47] |