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Testimoni di Geova VIP (famosi, celebri)

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2021 00:15
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13/05/2014 23:22
 
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QUARTO INTERMEZZO

PERSEGUITATI CELEBRI DEI TESTIMONI DI GEOVA


Si tratta dell'intermezzo di questa lunga raccolta di testimoni di Geova 'famosi' cui vorremmo fosse riconosciuto il maggior merito: comprende infatti i nomi di tdG perseguitati sotto varie dittature. Naturalmente la loro fama non può però essere misurata coi parametri classici della mondanità, come avviene nel caso di cantanti, attori o atleti sportivi; e tuttavia si tratta di eccezionali esempi di fede e di resistenza alle più inenarrabili angherie, che si sono guadagnati per questo l'ammirazione di storici, scrittori, giornalisti e autori di documentari. Molti sono ad esempio catalogati negli archivi dell' United States Holocaust Memorial Museum (link), che ha dedicato a diversi di essi anche delle interviste filmate, e moltissimi sono citati per nome nei saggi storici sull'argomento.

Nella maggioranza dei casi si tratta di internati nei campi di concentramento del nazionalsocialismo hitleriano (i ben noti 'triangoli viola', II G.M.), ma ve ne sono anche di reclusi sotto il regime greco-ortodosso, cinese (dittatura maoista) e altri ancora.

Le parole di elogio prodigate da vari studiosi all'indirizzo dei testimoni di Geova, quando si parla di queste drammatiche parentesi della loro storia, non si contano neppure. Eccone un piccolo saggio (grassetto mio; qui altri esempi):

"La ragione per cui l'esempio morale dei testimoni di Geova deve essere evidenziato non è solo perché è degno di essere celebrato, ma anche perché rappresenta una sfida cruciale. [...]Per essere più specifico, in quanto studioso dell'Olocausto e non testimone di Geova, ho compreso che l'esempio morale dei testimoni di Geova contiene elementi essenziali per verificare l'arroganza che ha condotto all'Olocausto. Considerate quanto sto per dirvi: se più persone avessero praticato versioni di ciò che i testimoni di Geova predicano e praticano, l'Olocausto poteva essere prevenuto, e il genocidio non si sarebbe più manifestato". - John K. Roth, Docente di Filosofia della Religione al Claremont McKenna College. Holocaust Politics, 2001, p. 236.

"Le statistiche ci sono ora note (o famigliari): circa 10.000 Testimoni di Geova furono imprigionati e almeno 20.000 di loro furono deportati nei campi di concentramento. Ciò che conosciamo meno, tuttavia, è la vita quotidiana (o giorno per giorno) di questa determinata cerchia di uomini, donne e bambini sotto il regno del terrore nazional-socialista [...] Quelli che hanno resistito alle forze naziste del Male meritano un posto e un’ammirazione particolare. Una semplice dichiarazione di lealtà allo Stato avrebbe loro garantito, di fatto, la tranquillità e un’unica firma li avrebbe liberati dall’inferno dei campi di lavori forzati o di concentramento e protetti dalla violenza e dall’assassinio. Grazie a loro, noi possiamo sperare e credere nel trionfo ultimo del bene nell’Uomo.' Dr. Abraham J.Peck, vicepresidente dell’Associazione delle Organizzazioni per l’Olocausto (fonte).

"Gli ebrei furono perseguitati non per ciò che facevano, ma per ciò che erano....Ma, unico di tutti i gruppi presi di mira dal nazismo, i testimoni di Geova furono perseguitati per ciò che rifiutavano di fare. Non si arruolavano nell'esercito, non intraprendevano l'addestramento militare, non smisero di tenere le adunanze o di svolgere il loro proselitismo. Non dicevano Heil Hitler. Il loro dissenso era irritante, disciplinato e sistematico... Gli ebrei non avevano scelta, i testimoni di Geova sì. E, in considerazione di ciò, essi sono 'martiri' nel senso tradizionale della parola: persone preparate a soffrire e anche a morire per una scelta di fede". Proff. Michael Berenbaum e Ida King, docenti del Richard Stockton College. Persecution and Resistance of Jehovah's Witnesses During the Nazi Regime 1933-1945, Hans Hesse ed., 2001 (traduzione mia).

Si può solo immaginare come e quanto tutto ciò costituisca un problema per le campagne denigratorie dei fuoriusciti dissidenti, costretti a far convivere questa ingombrante realtà storica, che ritrae al di là di ogni dubbio i testimoni di Geova come martiri o vittime di regimi dittatoriali, con la stucchevole retorica del supposto 'ostracismo' e altre piccinerie. Un dilemma che si sono provati di 'risolvere' mettendo in piedi acrobatiche rivisitazioni storiche (ispirate ad una sorta di revisionismo dei poveri) che meriterebbero solo censure e rabbia, se non fosse per la circostanza di essere state partorite da personaggi talmente irrilevanti da risultare indegne della benché minima attenzione.

Condizione necessaria per l'inclusione in questo 3D è che i testimoni di Geova elencati siano citati non solo (e anzi, non necessariamente) nella letteratura ufficiale della Watch Tower e in particolare nella Torre di Guardia (che rimane di gran lunga il più vasto deposito di informazioni al riguardo) ma anche in fonti esterne, che siano libri, articoli di giornali, documentari televisivi o cinematografici, eccetera.

Il punteggio di celebrità non è utilizzato in questo intermezzo.


(Questo elenco sarà arricchito con il tempo).


1) Leopold Engleitner. Quando nel 2013, alla veneranda età di 107 anni, morì l'austriaco Leopold Engleitner, i media celebrarono quello che era stato il più longevo sopravvissuto dei lager di Buchenwald e Ravensbrück. Non tutti ricordarono però che Engleitner era un testimone di Geova e che era stato perseguitato per anni dal regime hitleriano per la sua fede incrollabile.


oubliettemagazine.com

Battezzatosi nel 1932, era stato preso di mira dal regime fin dal 1934. Fino al 1939 conobbe l'imprigionamento in almeno 5 località carcerarie (Bad Ischl, St. Gilgen, Salisburgo, Bad Aussee e Monaco). Ma il peggio doveva ancora arrivare: nell'ottobre del 1939 è arrestato dalla Gestapo e condotto nel campo di concentramento di Buchenwald; quindi è a Niederhagen, e infine (1943-1945) nel lager di Ravensbruck, dove viene messo ai lavori forzati. Durante la reclusione a Ravensbrück fu percosso con tanta violenza da rimanere sordo da un orecchio e arrivò a pesare appena 28 chili.

Fotografia di Leopold Engleitner
in occasione del suo arresto
da parte della Gestapo (1939)


oubliettemagazine.com

Alcune immagini del campo di concentramento di Ravensbrück, nel quale il fratello Engleitner fu recluso per due anni: l'ingresso e un forno crematorio.
Ravensbruck era un lager concepito per prigioniere donne, ma 'ospitò' anche diversi uomini.


digilander.libero.it


corriere.it

Nel 1945 fu rilasciato. Poco dopo, richiamato alle armi, riuscì a eludere gli ordini di comparizione trovando rifugio fra le montagne a ovest di Salisburgo. Braccato senza tregua dalla polizia del regime, rimase fuggiasco fino alla caduta del nazionalsocialismo germanico (maggio 1945). Dopo la guerra si sposò e prese a lavorare e a svolgere il servizio continuo. Nel 1999 Bernhard Rammerstorfer pubblicò il libro-intervista Nein statt Ja und Amen (in inglese Unbroken Will), incentrato sulla figura di Leopold Engleitner, da cui fu tratto anche un film documentario e grazie al quale il fratello Engleitner acquisì notorietà mondiale. Negli anni successivi e ormai quasi centenario, tenne numerose lezioni e conferenze in Europa e negli USA; fra gli altri siti, allo United States Holocaust Memorial Museum (Washington, D.C), alla Columbia University, alla Georgetown University e alla Library of Congress (N.Y.), al Simon Wiesenthal Center (Los Angeles), alla Stanford University (San Francisco), ad Harvard e all'UCLA.

Con il suo "scopritore" B.Rammerstorfer
in occasione della presentazione del libro
Unbroken Will ad Harvard (2009)


rammerstorfer.cc

Rammerstorfer, che è scrittore e regista, curò la produzione di moltissimi epigoni di Unbroken Will, producendo documentari in russo, tedesco, italiano, francese, spagnolo ed altre lingue, ripresi più e più volte ovunque, utilizzati come testi per corsi scolastici e universitari e vincitori di vari premi. L'appassionante storia di Leopold Engleitner ha anche ispirato la canzone Unbroken Will, composta da Mark David Smith e Rex Salas e interpretata da Phillip Ingram.

Il trailer del documentario Unbroken Will (in inglese).



Il fratello Engleitner è stato insignito di una quantità di riconoscimenti al valore nelle sue qualità di obiettore di coscienza e perseguitato dal regime nazista; di seguito i principali:

- The Silver Order of Merit of the Province of Upper Austria, conferito dal governatore austriaco Josef Pühringer (2003);
- L' Elfriede Grünberg Prize dall'associazione antifascista austriaca Antifa (2006);
- The Golden Order of Merit of the Republic of Austria, dal presidente austriaco Heinz Fischer (2007);
- The Cross of Merit on ribbon of the Federal Republic of Germany, dal presidente tedesco Horst Köhler (2007);
- The Ring of Honor of the Town of Bad Ischl dalle autorità municipali della città di Bad Ischl, dove era cresciuto (2008);
- The Badge of Honor of the Town of St. Wolfgang dal comune di St. Wolfgang (2009) dove ha vissuto fino alla morte.

Link del sito ufficiale di Leopold Engleitner:

www.rammerstorfer.cc/

Leopold Engleitner ha narrato la propria esperienza nella Torre di Guardia del 1 maggio 2005, pagg.23-28 (link diretto).



(continua)


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Torna al 3D con l'elenco dei testimoni di Geova VIP: LINK

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[Modificato da EverLastingLife 07/06/2020 11:18]
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