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Gerusalemme Celeste: che cosa è e chi vi entra

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2013 11:50
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20/08/2013 11:26
 
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Il punto è allora a che serva un sacerdozio... sarebbe davvero una soluzione incomprensibile avere re e sacerdoti che governano e officiano per nessuno, è contrario al principio stesso di regno e sacerdozio.


Usando una frase a prestito da Marco 8 Gesù risponderebbe a questa tua frase: lungi da me satana, che ragioni secondo gli uomini e non secondo Dio. Pensi che la tua mente limita possa cogliere veramente la logica di Dio? Chi sei tu per dire che un sacerdote deve per forza officiare su qualcuno?


Ma il fatto è che Paolo non applica esplicitamente tale sacerdozio ai giusti del passato, mi pare che sia quello che stiamo discutendo e tu non abbia dimostrato, d'altronde basta che leggi Ebrei in cui egli trova un modello di tale sacerdozio regale solo in Melchisedec e non negli altri patriarchi.


Infatti Paolo dice che anche i giusti del VT hanno una speranza celeste (Ebr. 11) e Dio ha preparato per loro una città (chiara allusione alla Gerusalemme Celeste), sei tu quello che afferma che solo gli unti, classe formanta dal regal sacerdozio, ha la speranza celeste.

Proprio perché le scritture tacciono non solo per Lazzaro ma sempre senza azzardare nulla direi che di certo rende la tua tesi estremamente debole e poco credibile. Se l'attesa comune era quello di incontrare Dio, angeli e patriarchi sarebbe ovvio attendersi almeno qualche parola sulla visione che attende tutti dopo la morte. Diciamo che riempire quel silenzio del "sonno" biblico con visioni mitologiche tratte dagli apocrifi è indicativo della debolezza delle tue tesi.


Tesi questa apertamente smentita dalla scrittura e dalle fonti storiche. Infatti sia la tanto dibattuta parlabola del ricco e Lazaro di Lc 16, sia quanto dichiara Giuseppe Flavio, fanno chiaramente intendere che ai tempi di Gesù si riteneva che i morti dimorassere in un luogo provvisorio che chiaramente non non conicideva con il paradiso di Dio in cielo. Pertanto sotto questo punto di vista è corretto che Gesù dica che nessun uomo è asceso al cielo, intendento questo il paradiso.


Me ne rendo conto perfettamente ma non vedo davvero elementi Scrittura li sufficienti ad avvalorare la tua tesi. Proprio perché sarebbe una cosa così importante non possiamo relegarla ad un paio di passi fuori contesto e del tutto provi di specificità.


Sei tu che ti rifiuti di cogliere il senso della resurrezione del Cristo, tanto è vero che voi tdG neanche ricordate la resurrezione, ma solo la morte del Cristo, eppure Paolo dice che vana sarebbe la nostra fede se Cristo non fosse risorto.

Ma Gesù è "asceso" solo dopo la risurrezione e non ha portato con sé nessuno, stando al racconto. Mi pare evidente che qui si riferisce alla liberazione spirituale operata da Cristo quando asceso al cielo diede doni nello spirito. Mi pare tanto semplice che non vedo motivo di introdurre mitologie a cui Paolo non fa mai riferimento altrove.


Continui ad essere cieco nella lettura del passo: ripeto, le azioni sono chiaramente due e distinte, una riguarda la liberazione dei prigionieri e una riguarda i doni dati agli uomini. Tu in maniera evidentemente forzata fondi le due cose quando Paolo le distingue. E' il tuo dogma che ti acceca, ma non è neanche colpa tua.


Qui nel contesto di parla chiaramente di morti in senso spirituale, possibile che non sei grado di accorgertene immaginando Cristo che predica ai "morti" letterali? Mah...


Certo, si parla di morti spirituali e come mai al versetto 5 Pietro dice che Cristo è pronto a giudicare i vivi e i morti? Se i morti sono i peccatori, i vivi chi sono? Se non hanno peccato su che cosa saranno giudicati? Ed è mai possibile che esistano persone senza peccato?

Ma Gesù né la Bibbia fanno alcuna distinzione, egli dice solo che non era ancora asceso al Padre, a meno che secondo te Gesù spirito e corpo non siano due esseri differenti. Comunque non si legge dello spirito o fantasma di Gesù che sia andato da qualche parte, se non nella tua fantasia.


1 Pietr. 3:19 dice che in spirito andò a predicare agli spiriti in prigione, rimarcando proprio il fatto che la sua carne era morta, non ti pare questa una chiara distinzione tra corpo e spirito? Poi continui a negare l'evidenza scritturale che anche il corpo del Cristo è risorto, seppur strasformato in un corpo gloriuso. Mi sembra quindi chiaro che le scritture parlano e come di differenza tra spirito e carne, sei tu che negi questi evidenza.


Quello che è importante è che Gesù dice che non era mai asceso al cielo, non c'è alcun andirivieni tomba, ades, paradiso!


Ma scusa, se in spirito andò dagli spiriti in prigioni, dove andò? In un posto reale sulla terra, o in un luogo spirituale? Se è andato quindi in una realtà ultraterrena, perchè in spirito non poteva andare in cielo? E' chiaro quindi che la differenza consiste solo nel fatto che ancora non era risorto il corpo, ma in spirito poteva andare dove voleva prima della resurrezione del corpo.

Si ma non lo si legge da nessuna parte, né è mai detto da nessuna parte che che lo "spirito" di Gesù sopravvivesse alla morte e se ne andasse in paradiso o da qualche altra parte. Sarebbe incomprensibile che un particolare tanto importante fosse ignorato degli evangelisti che invece ci dicono solo che Gesù muore, è risorto dopo tre giorni e non dice nulla di viaggi astrali (anzi dichiara esplicitamente di non essere mai asceso al Padre) ed infine ascende al cielo per tornare solo alla parousia.


Certo, se tu lo neghi in maniera così aperta è normale che sia così. Vedi il passo di 1 Pietro 3 di prima e ti ricordo che Gesù ha promesso al ladrone che il giorno stesso della morte di croce sarebbe stato in paradiso con lui. Dal punto di vista grammaticale non puoi certo dire che le scritture non dicano quello che affermo io. Quindi vacci piano nelle affermazioni secondo cui nella Bibbia non c'è traccia dell'intendimento cattolico. Qui la differenza è una diversa esegesi di questi passi da parte vostra, che a mio modo di vedere sono delle aperte forzature di quello che è il significato più immediato del testo.

No, guarda che ti confondi, per noi non c'è alcun dogma, noi possiamo benissimo accettare qualunque cosa sia presente nelle Scritture, piuttosto sei tu che devi (ripeto: "devi") accettare quello che nel corso dei secoli ha deciso la tua chiesa. Il problema è che la tua lettura si basa:

1. Su una visione antropologica incerta e anacronistica
2. Su passi ambiguamente interpretabili e marginali
3. Contraddice la visione generale che esce dalle Scritture e si appoggia per lo più a visioni mitologiche e apocrife

Insomma, a me non convince al di là di qualunque dogma...


A parte che ho ampiamente dimostrato che le scritture sono in aromonia con il credo cattolico, come detto si tratta solo di diversa esegesi che potresti anche rispettare seppur non condividendola.
In ogni caso di dogmi ne avete parecchi voi tdG. Scusate il mio OT, ma nella Bibbia non c'è nessuna traccia di:
1) Una doppia speranza, celeste e terrena per gli uomini.
2) Una resurrezione mirata alla prova
3) Un doppio giudizio
4) Un doppio battesimo
e se vuoi posso ancora continuare.....


Guarda, io non ho alcuna verità precostituita, però ci sono delle linee guida che credo siamo fondamentali, e sono soprattutto il contesto immediato e quello culturale del I secolo, altrimenti il rischio è di dare letture improbabili e anacronistiche. Insomma, qui a dare spiegazioni con il catechismo alla mano non sono io, mi pare!


Certo, ci sono delle linee guida fondamentali che guarda caso accomunano tutti i cristini del mondo tranne voi. Questo non può essere indicativo del fatto che qualcuno a partire dal 1800 ha avuto una grossa sbandata uscendo dal solco del cristianesimo?
A me il dubbio sorge.


[Modificato da VVRL 20/08/2013 11:27]
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