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La pronuncia del Nome

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2017 23:57
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24/09/2015 18:47
 
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barnabino, 24/09/2015 16:31:

Cara Studentessa,


E perché non usi Geova, certamente corretta in italiano, a differenza di Iavè che oltre ad essere meno comune e non essere contemplata dalla maggior parte dei dizionari della lingua italiana resta puramente ipotetica?

Geova è il corretto nome italiano, indipendentemente dalla pronuncia ebraica... non è che non ti senti tanto "onorata" di usare quel nome in quanto utilizzato specialmente dai testimoni di Geova, verso cui a quanto pare nutri un evidente pregiudizio teologico?

Shalom [SM=g27985]



Come potrebbe essere corretta in italiano una traslitterazione di una pronuncia ebraica errata?

Davvero poi mi sembra infantile negare i fatti affermando che non esiste nei dizionari o enciclopedie italiane la pronuncia Iavè.
Infatti Iavè e la pronuncia italiana della traslitterazione dall'ebraico di Yhaweh (parola contenuta nei dizionari).
Secondo il tuo ragionamento nei nostri dizionari o enciclopedie dovremmo trovare scritto Niu Iorc, al posto di New York, solo perché lo pronunciamo così.
Ma dai!

Quanto al tuo commento finale, prova ancora quanto ti è difficile andare oltre i tuoi pregiudizi. E ciò mi dispiace davvero perché porta ad inasprire il confronto dialettico.
Poiché non è ciò che voglio, viste le tue convinzioni, mi asterro' da commentare d'ora in avanti in questo 3D i tuoi interventi.

Resta inteso che, se ne hai piacere, potrai continuare liberamente a commentare tutti i miei futuri interventi.

Naturalmente senza alcun rancore!
24/09/2015 19:06
 
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www.treccani.it/enciclopedia/jahve_(Enciclopedia-Italiana)/

JAHVÈ
Enciclopedia Italiana (1933)
di Alberto Vaccari

JAHVÈ. - Nome proprio della divinità nel monoteismo ebraico. Si legge più di 6000 volte nella Bibbia e una volta nell'iscrizione di Mesha, re di Moab (sec. IX a. C.). Nell'originale scrittura semitica, che non segna le vocali, consta di quattro lettere (yōd, hē, wāw, hē) ed è perciò chiamato "nome tetragrammo". Per venerazione, non scevra di qualche superstizione, i Giudei già da più secoli a. C. schivavano di pronunciare quell'augusto nome e vi sostituivano, anche dove stava scritto nella Bibbia, i nomi comuni di Elohim (Dio) o, più spesso, Adonai (Signore); perciò anche nelle più antiche versioni greche (LXX) e latine (Volgata) fu tradotto κύριος, Dominus. Quando più tardi i masoreti (vedi VI, 887) vocalizzarono il sacro testo, alle consonanti del nome tetragrammo apposero le vocali appunto di Adonai, o, raramente, di Elohim.
Pronunzia. - Per queste abitudini cadde nell'oblio la vera pronunzia del sacro nome ed ebbe origine la falsa ibrida forma Jehova, che già s'incontra nel Pugio fidei di Raimondo Martini (1278): e dominò sino al secolo scorso; in Italia (dove naturalmente si trasformò anche in Geova) non penetrò nell'uso come in altre nazioni, ma ora quasi dappertutto è scomparsa. La pronunzia Jahvè, accreditata dagli ebraisti del sec. XIX, si fonda su due solide basi:1. la tradizione raccolta dai Padri greci sotto varie forme (dovute alla difficoltà di ranpresentare in greco il waw ebraico) che convergono nella dicitura Jave; 2. le forme più brevi Jahu e Jah attestate dalla Bibbia stessa e confermate dalle trascrizioni in cuneiforme specialmente nei nomi teofori come Jasha ‛jahu (Isaia) = salute è J.; ‛Azariah = aiuto è J., e nell'acclamazione allelujah = lodate J. Per la presente questione è indifferente che con la comune opinione si consideri Jahvè come forma originaria e le altre come derivate da essa per apocope (conforme alla fonetica ebraica), ovvero che si tenga con pochi moderni (Driver, Burkitt, Grimme) Ja, Jau come forma primitiva; e Iahvè derivata per prolungamento. Una conferma è la variante Jao, diffusa nel mondo ellenistico (Diodoro Sic., Bibliot., I, 94, 2; scritti gnostici e magici).

Etimologia e senso. - Meno accordo regna intorno all'etimologia e quindi al significato del nome Jahvè. Delle varie opinioni la più consona alla filologia, alla storia, e alla Bibbia stessa (Esodo, III, 14) è quella che lo deriva dal verbo sostantivo hāyah, arcaico hāwāh = essere, nella forma verbale che esprime l'azione duratura, continuata. Può rimaner dubbio però se sia alla voce semplice (kal dei grammatici) o alla causativa (hiphil). L'aspetto più ovvio è quello di un hiphil. Jahvè perciò verrebbe a significare "(Colui che) fa essere", quindi il Creatore, o il Realizzatore (delle sue promesse). Ma nella classe dei verbi a cui appartiene hāyàh-hàwàh con la voce causativa coincide spesso la semplice, nel nostro caso intransitiva; e in questo caso Jahvè varrebbe quanto "Colui che è", l'Esistente per eccellenza; e questa spiegazione, già supposta dal citato luogo di Esodo, è generalmente preferita anche dai moderni filologi.

Propagazione. - Fuori del popolo ebreo e della sfera di sua influenza non si banno prove d'un culto prestato a J. Nei documenti cuneiformi di varie epoche s'incontra, sia separato, sia in composizione, un elemento Jau, Jaum, Jamu, Jama, riferito alla divinità ed equivalente fonetico di Jahvè o Jāh. Ma fu riconosciuto ch'esso è piuttosto un elemento pronominale, possessivo (mio) o dimostrativo. Nulla di serio si può obiettare al celebre testo Esodo, VI, 3 (similmente III, 14) che ci presenta J. come nome divino riservato agli Ebrei dal tempo di Mosè in poi. L'uso di esso in concorrenza con Elohim fra gli stessi Ebrei e anche negli scrittori biblici, variò assai. Nei profeti prepondera di gran lunga J. e nelle Lamentazioni di Geremia non si trova mai Elohim;. l'Ecclesiaste invece mai non usa J., ma solo Elohim. Dei cinque libri dei Salmi il I, IV e V usano quasi esclusivamente J., il II e III quasi esclusivamente Elohim; ma si può provare che ivi Elohim per lo più non è primitivo, ma sostituito ovvero aggiunto all'originario J., ciò che sporadicamente si osserva anche altrove, ad es., in Gen., II e III Samuele. È noto che dal vario uso di questi due nomi divini si cominciarono a distinguere le varie fonti nel Pentateuco (v.) e quindi si parlò di "Jahvista" e di "Elohista". Ma quanto sia fallace arguire dallo stato attuale del testo alle origini si è visto or ora nei Salmi.

Bibl.: Didymi Taurinensis [Tomm. Valperga di Caluso], De pronunciatione divini nominis quattuor litterarum, Parma 1790; G. H. Dalman, Der Gottesname Adonai und seine Geschichte, Berlino 1889; S. R. Driver, Recent theories on the origin and nature of the Tetragrammaton, in Studia biblica, Oxford 1885, pp. 1-20; G. R. Driver, The original form of the name ‛Yahweh', in Zeitschrift für die alttest. Wissenschaft, XLVI [1928], pp. 7-25; J. Hen, Die biblische u. die babylon. Gottesidee, Lipsia 1913, pp. 213-250; W. W. Baudissin, Kyrios als Gottesname im Judentum, voll. 4, Giessen 1929; Dict. de la Bible, art. Jéhovah, III, coll. 1221-1234 e Suppl. I, col. 837; Realencykl. f. prot. Theol. u. Kirche, 3ª ed., VIII, art. Jahve; i commentarî biblici ad Esodo, III e VI.

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www.treccani.it/vocabolario/geova/
gèova
Vocabolario on line
Gèova. – Adattamento fonetico e grafico di Iehova (o Iehovah o Iehouah), forma molto diffusa nella cultura ital. e europea, a partire dal 16o sec., del nome del dio ebraico, Yĕhōwāh, lettura vocalizzata del tetragramma Yhwh la cui esatta lettura dovrebbe invece essere Yahweh (v. questa voce). Testimoni di Geova, denominazione assunta nel 1931 dagli aderenti a un movimento millenarista fondato già negli ultimi decennî del sec. 19o negli Stati Uniti d’America, oggi molto diffuso nel mondo, e anche in Italia: sorto con un atteggiamento di aperta polemica contro la civiltà moderna, le cui conquiste sono da esso considerate manifestazioni di Satana, il movimento, che ha per base la lettura della Bibbia, afferma l’imminente avvento del regno di Cristo sulla terra, nega l’obbligo di obbedire alle leggi quando siano in contrasto con le Sacre Scritture (da qui la difesa del diritto all’obiezione di coscienza), riconosce il battesimo per immersione, e si oppone alla pratica della trasfusione del sangue.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
24/09/2015 19:58
 
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Caspita, per Jahvè (e non Iavè!) dobbiamo risalire al 1933?

Interessante che la Treccani contemporanea ha invece Geova e la definisce: forma molto diffusa nella cultura ital. e europea, a partire dal 16° sec., del nome del dio ebraico, Yĕhōwāh, lettura vocalizzata del tetragramma Yhwh.

Non mi pare che ci siano ambiguità nell'uso in italiano di questo nome... forse, per certi individui, l'unica difficoltà pare essere la seconda parte della voce.

Shalom [SM=g27987]

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24/09/2015 20:08
 
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Cara Studentessa,


Come potrebbe essere corretta in italiano una traslitterazione di una pronuncia ebraica errata?



Per la banale ragione che per il significato in italiano è del tutto ininfluente come YHWH si pronunciasse in ebraico antico. Che si pronunciasse Yahweh, Yehowah, Yahovih o altra in italiano è corretto Geova, che indica con precisione e senza errori YHWH ebraico.


Davvero poi mi sembra infantile negare i fatti affermando che non esiste nei dizionari o enciclopedie italiane la pronuncia Iavè



Ripeto, ti chiedo quali dizionari citerebbero che la forma Iavè è universalmente usata in letteratura.


Infatti Iavè e la pronuncia italiana della traslitterazione dall'ebraico di Yhaweh (parola contenuta nei dizionari).



Si, e con questo? Come detto la corretta forma italiana è del tutto slegata dalla presunta pronuncia in ebraico antico. Posso capire il problema storico, ma in italiano non cambia nulla se YHWH duemila anni fa si pronunciasse in un modo o nell'altro. Non si capisce nel tuo discorso che senso abbia, in italiano, la pronuncia di 2000 anni fa che per di più nessuno conosce con certezza, come molti studiosi fanno notare.


Secondo il tuo ragionamento nei nostri dizionari o enciclopedie dovremmo trovare scritto Niu Iorc, al posto di New York, solo perché lo pronunciamo così. Ma dai!



Se quella fosse la forma storicamente accettata non ci sarebbe nulla di strano, molte città straniere hanno nomi italianizzati e non ci poniamo alcun problema nell'usarle. Lo stesso d'altronde vale per Gesù o altri nomi ebraici di cui non sappiamo la pronuncia ebraica e usiamo quella che storicamente si è imposta.

Shalom
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25/09/2015 07:18
 
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Re: Re:
Cara Studentessa,

Studentessa.95, 24/09/2015 18:47:



Come potrebbe essere corretta in italiano una traslitterazione di una pronuncia ebraica errata?




provo a spiegartelo io?
Ma lo avevo già fatto, parzialmente...
Infatti ti dissi che non esiste l' italianizzazione della vocalizzazione corretta di YHWH, quindi non resta che usare l' unica italianizzazione storicamente conosciuta e riportata nei dizionari.
Ti dissi anche che il recepimento di un termine da parte di una lingua nel corso dei secoli prescinde completamente dalla vocalizzazione esatta e originale....


La lingua italiana ha italianizzato l' unica forma esistente all' epoca, quando la lingua italiana si formò ed era il latino IEHOVA, non c' era null' altro da italianizzare e l' esatta vocalizzazione non esisteva già più!

Il punto riguarda la semantica, perchè l' YHWH degli ebrei è semanticamente equivalente a Geova e come sai il significato del Nome è racchiuso nelle consonanti, che peraltro la forma Geova mantiene.

Come già ti ho detto la forma Geova, l' unica italianizzazione fino ad oggi storicamente conosciuta e corrente, attraverso il latino ha comunque a che fare con il Santo Nome visto che a parte la vocalizzazione segue il testo consonantico ebraico che è quello che trasmette il significato del testo. La vocalizzazione può essere differente ma Geova non traduce o rappresenta un'altra parola bensì corrisponde esattamente alle consonanti del testo ebraico!


Riguardo alla "genesi" di IEHOVA, è del tutto ininfluente, infatti che la forma IEHOVA sia un ibrido medievale è cosa del tutto ininfluente per la lingua italiana, giacchè la forma Geova non cessa in nessuna maniera di essere una forma corretta nella lingua italiana perchè deriva da un ibrido medievale, è e resta comunque l' unica forma italianizzata del nome.

In italiano sarebbe scorretta se la forma Geova non comunicasse correttamente il significato del nome ma questo non accade, giacchè, come affermano gli stessi dizionari italiani, la forma Geova comunica correttamente il significato del Nome YHWH.

Inoltre, in italiano sarebbe un errore ad esempio scriverla in minuscolo, geova, o in maniera deformata, ma fino a che i dizionari lo usano come italianizzazione non c' è alcun errore, trasmettendo la forma Geova perfettamente il significato, peraltro non esistendo nella lingua italiana alcuna forma alternativa storicamente recepita e attestata. In italiano quindi non è errato dire Geova, perchè Geova è precisamente la Persona indicata da YHWH"

Ora ti è più chiaro?

[Modificato da Aquila-58 25/09/2015 07:26]
25/09/2015 09:37
 
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sono tanti anni che leggo qui discussioni sul nome proprio del Creatore.
Il problema non è la pronuncia, le vocali o altro...

il vero problema è l'idiosincrasia.

25/09/2015 13:13
 
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Caspita, per Jahvè (e non Iavè!) dobbiamo risalire al 1933?



Fa pure la rima!

Shalom [SM=g7405]
[Modificato da barnabino 25/09/2015 13:14]
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
25/09/2015 13:14
 
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Re: Re: Re:
Aquila-58, 25/09/2015 07:18:

Cara Studentessa,



provo a spiegartelo io?
Ma lo avevo già fatto, parzialmente...
Infatti ti dissi che non esiste l' italianizzazione della vocalizzazione corretta di YHWH, quindi non resta che usare l' unica italianizzazione storicamente conosciuta e riportata nei dizionari.
Ti dissi anche che il recepimento di un termine da parte di una lingua nel corso dei secoli prescinde completamente dalla vocalizzazione esatta e originale....


La lingua italiana ha italianizzato l' unica forma esistente all' epoca, quando la lingua italiana si formò ed era il latino IEHOVA, non c' era null' altro da italianizzare e l' esatta vocalizzazione non esisteva già più!

Il punto riguarda la semantica, perchè l' YHWH degli ebrei è semanticamente equivalente a Geova e come sai il significato del Nome è racchiuso nelle consonanti, che peraltro la forma Geova mantiene.

Come già ti ho detto la forma Geova, l' unica italianizzazione fino ad oggi storicamente conosciuta e corrente, attraverso il latino ha comunque a che fare con il Santo Nome visto che a parte la vocalizzazione segue il testo consonantico ebraico che è quello che trasmette il significato del testo. La vocalizzazione può essere differente ma Geova non traduce o rappresenta un'altra parola bensì corrisponde esattamente alle consonanti del testo ebraico!


Riguardo alla "genesi" di IEHOVA, è del tutto ininfluente, infatti che la forma IEHOVA sia un ibrido medievale è cosa del tutto ininfluente per la lingua italiana, giacchè la forma Geova non cessa in nessuna maniera di essere una forma corretta nella lingua italiana perchè deriva da un ibrido medievale, è e resta comunque l' unica forma italianizzata del nome.

In italiano sarebbe scorretta se la forma Geova non comunicasse correttamente il significato del nome ma questo non accade, giacchè, come affermano gli stessi dizionari italiani, la forma Geova comunica correttamente il significato del Nome YHWH.

Inoltre, in italiano sarebbe un errore ad esempio scriverla in minuscolo, geova, o in maniera deformata, ma fino a che i dizionari lo usano come italianizzazione non c' è alcun errore, trasmettendo la forma Geova perfettamente il significato, peraltro non esistendo nella lingua italiana alcuna forma alternativa storicamente recepita e attestata. In italiano quindi non è errato dire Geova, perchè Geova è precisamente la Persona indicata da YHWH"

Ora ti è più chiaro?




Caro Aquila, grazie per le tue delucidazioni! Penso di aver cominciato a capire le argomentazione che sono alla base della conservazione della forma italiana Geova.

Tuttavia nel tuo ragionamento mi sembra di scorgere delle incoerenze, in particolar modo con rifermento a due aspetti. Mi spiego.

Con rifermento alla forma italianizzata Geova, da una parte riconosci che Geova non è la vocalizzazione corretta del Tetragramma, ma affermi che non esistendo in italiano la vocalizzazione corretta di YHWH, non resta che utilizzare l’unica italianizzazione storicamente conosciuta e riportata nei dizionari.
Onestamente non mi sembra corrispondente a verità l’affermazione che Geova sia l’unica forma italianizzata riportata nei dizionari di oggi. Ti è stato già fatto notare che al vocabolo Geova i dizionari e le enciclopedie più attuali affermano che, senza ombra di dubbio, trattasi di una errata pronuncia radicatasi nei secoli passati (ma questo lo riconosci onestamente anche tu) ed oggi ancora usata in particolare riferimento ai testimoni di Geova. In ogni caso tutti i predetti dizionari o enciclopedie rimandano poi al vocabolo Yahweh (che in italiano si legge Iavè) che individua il Dio di Israele. Tra l’altro in quasi tutta la letteratura moderna il nome divino viene traslitterato Yahweh e non più Yehowah.
Non mi pare quindi che nel 2015 in Italia l’unica forma del tetragramma divino conosciuta e presente nei dizionari, sia Geova.
D’altronde stupisce che una organizzazione che ha sempre rifiutato la tradizione, si arrocchi in modo così disperato alla tradizione linguistica italiana, senza rendersi conto che le lingue si evolvono continuamente abbandonando alcuni vocaboli e coniandone di nuovi (se così non fosse oggi parleremmo ancora latino). Non solo, ma deve far riflettere che la stessa organizzazione che ha nel corso dei suoi oltre 150 anni di storia, modificato costantemente e continuamente le proprie dottrine o i propri intendimenti (ricorrendo al concetto di luce progressiva), continui a difendere una pronuncia da essa stessa riconosciuta non più corretta.
Ma da parte mia appare più che comprensibile questa estenuante difesa della forma Geova; perché essa rappresenta per voi qualcosa che va oltre il solo nome divino. Essa è il vostro marchio identificativo (qualcun altro potrebbe dire di fabbrica). Se non vi foste chiamati Testimoni di Geova e non foste conosciuti in virtù proprio di questa forma, credo che col tempo avreste accettato di pronunciare il nome di Dio, Yahweh, come lo hanno accettato quasi tutte le altre confessioni cristiane, che pure adoperavano in passato la forma Yehowha.

Vedete, cari foristi, la ragione per cui persone come me preferiscono non utilizzare la forma Geova, non è per un pregiudizio teologico verso i Testimoni di Geova (se così non fosse, non starei studiando con i vostri fratelli, né impiegherei il mio tempo a conversare su questo forum) o per “idiosincrasia” come afferma Gianduiotta. Sinceramente, se ritenessi la pronuncia Yehovah (Geova) più corretta rispetto a Yahweh (Iavè), non avrei alcun problema a chiamare Dio, Geova. A dirla tutta mi sembra vero il contrario; ossia che siano i Testimoni di Geova a manifestare idiosincrasia nei confronti della pronuncia Yahweh. Ma come detto è più che comprensibile.

Il secondo aspetto riguarda la semantica. Tu dici che l’Yhwh degli ebrei è semanticamente equivalente a Geova. Infatti a parte la vocalizzazione dici che segue il testo consonantico ebraico che è quello che trasmette il significato del testo.
Beh, è evidente che tale ragionamento vale anche per Yahweh (che in italiano si legge Iavè) Quindi se il tipo di vocalizzazione è del tutto ininfluente, potendo indifferentemente usare entrambe le pronuncie o altre ancora a patto che conservino le consonanti ebraiche, allora viviamo in reciproca tolleranza rispettando le rispettive idee (il riferimento è a Barnabino) dato che non sbagli tu a pronunciare YHWH Geova e non sbaglio io a pronunciarlo Iavè.

Un solo dubbio mi sovviene! Se come tu dici la forma comunque usata deve seguire il testo consonantico ebraico, perché è ciò che trasmette il significato, mentre la vocalizzazione può anche differire, non sarebbe meglio scrivere Yehowah piuttosto che Geova?
Mi spiego.
La traslitterazione dall’ebraico del tetragramma secondo il nostro alfabeto è YHWH. Ora se io volessi conservare le consonanti ebraiche dovrei mantenere la Y, l’H, la W e l’H nella forma che vado ad utilizzare a prescindere dalle vocali che inserisco: quindi Yehowah (che si legge Ieova in italiano) o Yahweh (che si legge Iavè in italiano) a seconda che utilizzi la vocalizzazione masoretica o quella ritenuta la più probabile.
Orbene nella forma Geova (scritta e pronunciata così), non trovo nessuna delle 4 consonanti che compongono il tetragramma. La G è una aggiunta sostitutiva derivante dalla italianizzazione della J latina che può essere letta sia come I che come G. Poiché però nel tetragramma c’è la Y che si legge I anche la J latina avrebbe dovuto essere traslitterata in italiano con I piuttosto che con G (come la J di Juventus). Inoltre spariscono le H, mentre la W viene resa con V.

A questo punto, appare evidente che la forma che conserva più di ogni altra la semantica ebraica e che conserva tutte e quattro le consonanti del tetragramma è YaHWeH. Quindi è corretto scrivere il nome divino e riportarlo così in tutti i dizionari ed enciclopedie italiane. Ciò quindi spiega il perché non si troverà mai scritto nei dizionari Iavè (che è solo la lettura fonetica), ma Yahweh, che è la corretta traslitterazione nella nostra lingua del nome divino ebraico.

In conclusione Geova è una parola italiana contenuta sì nel nostro vocabolario da diversi decenni ormai, ma non ritengo che ciò sia sufficiente a farmene fare un uso improprio. In altre parole è giusto associare tale forma ad esempio se mi riferisco ai testimoni di …., ma ritengo errato associarlo al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe il cui nome è Yah (abbreviato), Yahweh (completo).
25/09/2015 13:30
 
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Cara Studentessa,


Onestamente non mi sembra corrispondente a verità l’affermazione che Geova sia l’unica forma italianizzata riportata nei dizionari di oggi



Certamente è quella storicamente imposta e universalmente riconosciuta nella nostra lingua, dunque certamente corretta in italiano. Perché non usarla resta un mistero. Per altro non leggo alcun dizionario di lingua italiana che riporti Iavè come nome di Dio.


Ti è stato già fatto notare che al vocabolo Geova i dizionari e le enciclopedie più attuali affermano che, senza ombra di dubbio, trattasi di una errata pronuncia radicatasi nei secoli passati (ma questo lo riconosci onestamente anche tu) ed oggi ancora usata in particolare riferimento ai testimoni di Geova.



Il punto è che questo è assolutamente indifferente rispetto all'uso del nome in italiano, è un problema che potrebbe riguardare la storia o tutt'al più l'ebraico medievale, ma che non vedo come possa inficiare la correttezza di Geova in italiano. Perdonami, ma ancora mi sfugge!


In ogni caso tutti i predetti dizionari o enciclopedie rimandano poi al vocabolo Yahweh (che in italiano si legge Iavè) che individua il Dio di Israele. Tra l’altro in quasi tutta la letteratura moderna il nome divino viene traslitterato Yahweh e non più Yehowah



Infatti io uso tranquillamente anche Yahweh, conscio che si tratta comunque di un'ipotesi filologica, esattamente come posso usare Yehoshua o Yeshua per dire Gesù in modo più "fico".


Non mi pare quindi che nel 2015 in Italia l’unica forma del tetragramma divino conosciuta e presente nei dizionari, sia Geova



Certo è l'unica italianizzazione ben attestata, Iavè compare in pochi dizionari (quali?) e praticamente è abbandonata anche in letteratura.

Shalom

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25/09/2015 13:41
 
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Sinceramente, se ritenessi la pronuncia Yehovah (Geova) più corretta rispetto a Yahweh (Iavè), non avrei alcun problema a chiamare Dio, Geova. A dirla tutta mi sembra vero il contrario; ossia che siano i Testimoni di Geova a manifestare idiosincrasia nei confronti della pronuncia Yahweh. Ma come detto è più che comprensibile



Veramente se leggi Perspicacia sono proprio i testimoni di Geova a dire che Yahweh probabilmente è la pronuncia più corretta, dunque non vedo alcuna idiosincrasia, banalmente, però, Yahweh non è italiano. Per uniformità come italianizziamo Gesù, Giovanni o altro facciamo lo stesso anche con Geova, è una questione che per noi è puramente linguistica mentre altri ne fanno una questione ideologica...


Beh, è evidente che tale ragionamento vale anche per Yahweh (che in italiano si legge Iavè) Quindi se il tipo di vocalizzazione è del tutto ininfluente, potendo indifferentemente usare entrambe le pronuncie o altre ancora a patto che conservino le consonanti ebraiche, allora viviamo in reciproca tolleranza rispettando le rispettive idee (il riferimento è a Barnabino) dato che non sbagli tu a pronunciare YHWH Geova e non sbaglio io a pronunciarlo Iavè




Infatti, se e quando Iavè diventerà la forma più compresa e storicamente diffusa in letteratura e Geova sarà un nome sconosciuto in italiano non avremmo problemi ad usare Iavè come qualunque altra forma si imponga nella nostra lingua, non abbiamo superstizioni su una forma o l'altra, capisci?

Quello che invece stupisce è la pervicacia con cui tu o altri, in genere persone che ruotano attorno ai ben noti circuiti anti-geovisti, si oppongano alla forma Geova e si agitino appena si tira fuori l'argomento. E' davvero poco spiegabile questo accanimento se non consideriamo motivi che vanno al di là della linguistica.


Un solo dubbio mi sovviene! Se come tu dici la forma comunque usata deve seguire il testo consonantico ebraico, perché è ciò che trasmette il significato, mentre la vocalizzazione può anche differire, non sarebbe meglio scrivere Yehowah piuttosto che Geova?



Beh, se fossimo ebrei si... ma noi siamo italiani e Geova non è semanticamente uguale a Yehowah ma all'ebraico YHWH, qualunque vocalizzazione avesse.

Shalom [SM=g27985]
[Modificato da barnabino 25/09/2015 15:46]
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25/09/2015 13:44
 
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PS.


ma ritengo errato associarlo al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe il cui nome è Yah (abbreviato), Yahweh (completo)



Beh, se fosse così semplice non ci sarebbero tanti dubbi sulla corretta pronuncia del tetragramma e il dubbio tutt'al pià sarebbe sulla seconda vocale, ma non è così... leggiti l'articolo di Gordon, perché queste semplificazioni non aiutano molto il dibattito.

Shalom
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25/09/2015 14:39
 
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Re:
barnabino, 24/09/2015 19:58:

Caspita, per Jahvè (e non Iavè!) dobbiamo risalire al 1933?

Interessante che la Treccani contemporanea ha invece Geova e la definisce: forma molto diffusa nella cultura ital. e europea, a partire dal 16° sec., del nome del dio ebraico, Yĕhōwāh, lettura vocalizzata del tetragramma Yhwh.

Non mi pare che ci siano ambiguità nell'uso in italiano di questo nome... forse, per certi individui, l'unica difficoltà pare essere la seconda parte della voce.

Shalom [SM=g27987]




ecco si, cosi ha senso , ammettere che esiste anche un altro nome per leggere Yhwh ( Jahvè)è sicuramente obiettivo anche perchè non potevi continuare a negare l'evidenza

il fatto che la tua congregazione voglia continuare ad utilizzare il nome Geova ci sta, anche perchè in passato è stato usato, ma quello che conta è avere l'onestà e la saggezza di ammettere che potrebbe non essere quello corretto

[SM=g1861209]


25/09/2015 14:42
 
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Re: Re:
Studentessa.95, 9/24/2015 6:47 PM:



Come potrebbe essere corretta in italiano una traslitterazione di una pronuncia ebraica errata?



Cara studentessa,
sei sobria o hai bevuto?
In linguistica le parole fanno il suo corso, e se lieto deriva da laetamen, indipendentemente dalla puzza, oggi si usa per esprimere contentezza.
O sbaglio?

Studentessa:

Davvero poi mi sembra infantile negare i fatti affermando che non esiste nei dizionari o enciclopedie italiane la pronuncia Iavè.
Infatti Iavè e la pronuncia italiana della traslitterazione dall'ebraico di Yhaweh (parola contenuta nei dizionari).
Secondo il tuo ragionamento nei nostri dizionari o enciclopedie dovremmo trovare scritto Niu Iorc, al posto di New York, solo perché lo pronunciamo così.
Ma dai!



Anche qui non dovresti mistificare la questione.
In letteratura italiana si trova "Geova" o "Iehova" cosi' come "New York", mentre Yahw/vé/h è un'invenzione teologica molto recente, in confronto.

Studentessa:

Quanto al tuo commento finale, prova ancora quanto ti è difficile andare oltre i tuoi pregiudizi. E ciò mi dispiace davvero perché porta ad inasprire il confronto dialettico.
Poiché non è ciò che voglio, viste le tue convinzioni, mi asterro' da commentare d'ora in avanti in questo 3D i tuoi interventi.

Resta inteso che, se ne hai piacere, potrai continuare liberamente a commentare tutti i miei futuri interventi.

Naturalmente senza alcun rancore!



La forma "Geova" storicamente non ha nulla a che fare coi tdG moderni che essenzialmente sono venuti dopo la parola stessa.
Purtroppo ti posso solo augurare, come ho già fatto in passato, di ... studiare!

Simon
25/09/2015 15:00
 
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Caro Flavio,


ecco si, cosi ha senso , ammettere che esiste anche un altro nome per leggere Yhwh ( Jahvè)è sicuramente obiettivo anche perchè non potevi continuare a negare l'evidenza



Veramente, se ogni tanto leggessi quello che scriviamo, ti avevo già invitato a leggere quelle che dice la nostra enciclopedia Perspicacia alla voce Geova (che trovi online), dove da molto tempo, si ricorda che la forma italiana Geova probabilmente non corrisponde alla pronuncia originale ebraica che invece potrebbe essere Yahweh, non è che qui nessuno nega alcuna evidenza, si chiede banalmente perché la forma italiana Geova, a tutti gli effetti corretta nella nostra lingua, non dovrebbe essere usata e sostituita da ipotetiche traslitterazioni ebraiche o da impronunciabili forme consonantiche ebraiche.

I testimoni di Geova non hanno problemi ad usare una o l'altra forma, esattamente come posso chiamare Gesù anche Yehoshua o Yeshua, semplicemente poiché parliamo italiano scelgo la forma attestata nella mia lingua.

Shalom
[Modificato da barnabino 25/09/2015 15:01]
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Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 25/09/2015 14:42:

Studentessa.95, 9/24/2015 6:47 PM:



Come potrebbe essere corretta in italiano una traslitterazione di una pronuncia ebraica errata?



Cara studentessa,
sei sobria o hai bevuto?
In linguistica le parole fanno il suo corso, e se lieto deriva da laetamen, indipendentemente dalla puzza, oggi si usa per esprimere contentezza.
O sbaglio?

Studentessa:

Davvero poi mi sembra infantile negare i fatti affermando che non esiste nei dizionari o enciclopedie italiane la pronuncia Iavè.
Infatti Iavè e la pronuncia italiana della traslitterazione dall'ebraico di Yhaweh (parola contenuta nei dizionari).
Secondo il tuo ragionamento nei nostri dizionari o enciclopedie dovremmo trovare scritto Niu Iorc, al posto di New York, solo perché lo pronunciamo così.
Ma dai!



Anche qui non dovresti mistificare la questione.
In letteratura italiana si trova "Geova" o "Iehova" cosi' come "New York", mentre Yahw/vé/h è un'invenzione teologica molto recente, in confronto.

Studentessa:

Quanto al tuo commento finale, prova ancora quanto ti è difficile andare oltre i tuoi pregiudizi. E ciò mi dispiace davvero perché porta ad inasprire il confronto dialettico.
Poiché non è ciò che voglio, viste le tue convinzioni, mi asterro' da commentare d'ora in avanti in questo 3D i tuoi interventi.

Resta inteso che, se ne hai piacere, potrai continuare liberamente a commentare tutti i miei futuri interventi.

Naturalmente senza alcun rancore!



La forma "Geova" storicamente non ha nulla a che fare coi tdG moderni che essenzialmente sono venuti dopo la parola stessa.
Purtroppo ti posso solo augurare, come ho già fatto in passato, di ... studiare!

Simon




Leggendo il tuo post mi sovviene alla mente Matteo 7:1,5.
Io sto studiando. E tu?
25/09/2015 15:28
 
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Cara Studentessa,


Leggendo il tuo post mi sovviene alla mente Matteo 7:1,5.
Io sto studiando. E tu?



Veramente nessuno ti ha "giudicato", non mi pare che Simon ti abbia fatto appunti di carattere personale, ma ha obiettato ad alcune tue tesi obiettivamente scorrette da un punto di vista storico e linguistico, forse dovute ad una eccessiva semplificazione degli argomenti che andrebbero studiati e approfonditi meglio. Tutto qui, non mi pare il caso di tirare fuori pagliuzze e travi...

Shalom [SM=g27985]
[Modificato da barnabino 25/09/2015 15:44]
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25/09/2015 15:34
 
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Cara studentessa ti è stata fatta una domanda, quali dizionari citerebbero la forma Iavè ?

Potreste citarne alcuni?

Grazie
25/09/2015 16:59
 
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La forma Iavè ha avuto una certa fortuna tra gli anni 30 e gli anni 70, ma al momento a me pare praticamente in disuso. Hanno fatto bene i traduttori a conservare la tradizionale forma Geova invece di seguire le ondivaghe mode dei biblisti.

Shalom
[Modificato da barnabino 25/09/2015 17:41]
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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
25/09/2015 19:41
 
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Re: Re: Re: Re:
I PARTE:


Cara Studentessa,

Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:



Caro Aquila, grazie per le tue delucidazioni! Penso di aver cominciato a capire le argomentazione che sono alla base della conservazione della forma italiana Geova.

Tuttavia nel tuo ragionamento mi sembra di scorgere delle incoerenze, in particolar modo con rifermento a due aspetti. Mi spiego.

Con rifermento alla forma italianizzata Geova, da una parte riconosci che Geova non è la vocalizzazione corretta del Tetragramma, ma affermi che non esistendo in italiano la vocalizzazione corretta di YHWH, non resta che utilizzare l’unica italianizzazione storicamente conosciuta e riportata nei dizionari.
Onestamente non mi sembra corrispondente a verità l’affermazione che Geova sia l’unica forma italianizzata riportata nei dizionari di oggi. Ti è stato già fatto notare che al vocabolo Geova i dizionari e le enciclopedie più attuali affermano che, senza ombra di dubbio, trattasi di una errata pronuncia radicatasi nei secoli passati (ma questo lo riconosci onestamente anche tu) ed oggi ancora usata in particolare riferimento ai testimoni di Geova.




ecco, fermiamoci qui come primo punto.
Quello che è fondamentale capire è il processo linguistico e semantico che è avvenuto: vi era una sola forma da italianizzare, il latino Iehova, giacchè quando si formò la lingua italiana e la versione latina Iehova, la corretta vocalizzazione ebraica già non esisteva più, quindi non si poteva italianizzare null' altro che quella forma ibrida latina, Iehova!
Non c' era null' altro da italianizzare!


Coem ti ho detto, l' italianizzazione di un termine, il recepimento dello stesso da parte di una lingua nel corso dei secoli, prescinde dalla vocalizzazione esatta ed originale.
La nostra bella lingua italiana, mediante un processo storico e semantico, ha recepito quel termine, e ciò è completamente indipendente da quelli che potevano essere gli intenti (YeHoWaH, da cui l' ibrido latino Iehova, che aveva volutamente lo scopo di non far nominare il Nome Sacro) e a prescindere dall' ibrido della forma, perchè la forma di un nome non cessa di essere italiana per il fatto che derivi da una lettura medievale errata, riesci a fare tuo questo punto importantissimo?

Riguardo al fatto che la forma Geova sia usata in riferimento ai suoi testimoni, il fatto che ci sia questa associazione non ha alcuna influenza sul significato di Geova in italiano.
Non è che, per il fatto che una forma sia usata dai testimoni di Geova, questa cambi significato rispetto all' italiano corrente, ti è chiaro anche questo punto?

Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


In ogni caso tutti i predetti dizionari o enciclopedie rimandano poi al vocabolo Yahweh (che in italiano si legge Iavè) che individua il Dio di Israele. Tra l’altro in quasi tutta la letteratura moderna il nome divino viene traslitterato Yahweh e non più Yehowah.
Non mi pare quindi che nel 2015 in Italia l’unica forma del tetragramma divino conosciuta e presente nei dizionari, sia Geova.




il punto è che tu stessa non hai indicato un solo dizionario che indichi che la lingua italiana abbia recepito storicamente, nella letteratura e nella forma corrente, la forma Iavè.
Per quanto riguarda invece la forma Geova, ecco una breve carrellata:


www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/G/geova.aspx?q...


www.testimonidigeova.net/Geova.htm

E' stato citato il Treccani, ma vediamo attentamente cosa aggiunge questo dizionario:

www.treccani.it/vocabolario/geova/

Visto? Il Treccani, che citi, afferma:

"Yĕhōwāh, lettura vocalizzata del tetragramma Yhwh la cui esatta lettura dovrebbe invece essere Yahweh" (v. questa voce).

a......allora stiamo freschi! la forma Yahweh è stata ormai completamente abbandonata dalla maggioranza dei biblisti, così come la forma Jahvè.

Beninteso, noi non abbiamo nulla contro la forma Yahweh (infatti ti è stato indicato che cosa dice l' enciclopedia biblica PERSICACIA...), che potremmo anche usare: il punto è che non è un italianizzazione, ma solo un' ipotetica pronuncia ebraica del Nome, per giunta – come ho già detto - del tutto abbandonata dai biblisti, la forma Geova resta al momento l' unica italianizzazione corretta e storicamente accettata del tetragramma YHWH.


Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:



D’altronde stupisce che una organizzazione che ha sempre rifiutato la tradizione, si arrocchi in modo così disperato alla tradizione linguistica italiana, senza rendersi conto che le lingue si evolvono continuamente abbandonando alcuni vocaboli e coniandone di nuovi (se così non fosse oggi parleremmo ancora latino).




il punto è che per noi la forma Geova non è un amuleto nè un' "arroccarsi", se un domani la lingua italiana recepirà un altro termine semanticamente corretto come Geova, non avremmo alcun problema ad usarlo....ma per ora, questa ipotesi non si è ancora attuata.

In sostanza, non sono i testimoni di Geova a tenere in vita la forma Geova, ma è la lingua italiana a farlo!


Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


Non solo, ma deve far riflettere che la stessa organizzazione che ha nel corso dei suoi oltre 150 anni di storia, modificato costantemente e continuamente le proprie dottrine o i propri intendimenti (ricorrendo al concetto di luce progressiva), continui a difendere una pronuncia da essa stessa riconosciuta non più corretta.
Ma da parte mia appare più che comprensibile questa estenuante difesa della forma Geova; perché essa rappresenta per voi qualcosa che va oltre il solo nome divino. Essa è il vostro marchio identificativo (qualcun altro potrebbe dire di fabbrica). Se non vi foste chiamati Testimoni di Geova e non foste conosciuti in virtù proprio di questa forma, credo che col tempo avreste accettato di pronunciare il nome di Dio, Yahweh, come lo hanno accettato quasi tutte le altre confessioni cristiane, che pure adoperavano in passato la forma Yehowha.




qui temo che dovrai proprio cambiare idea, Studentessa.
La forma Yahweh o Jahvè è stata ormai completamente abbandonata dal consensus accademico, prova ne sia che un luminare come Ravasi prima la usava e ora si limita all' asciutto YHWH e così le note in calce di Bibbie cattoliche come la CEIi e la Bibbia di Gerusalemme (a cui ha collaborato lo stesso Ravasi), che prima mettevano in nota Yahweh o Jahvè e ora si limitano anch' esse all' asciutto tetragramma.
I testimoni di Geova non considerano, come ti ho detto, la forma Geova come un amuleto, si limitano ad usare l' unica forma italianizzata storicamente attestata in letteratura e nei dizionari.
Quando vi sarà un' altra forma pienamente recepita dalla lingua italiana, la faranno propria senza alcun problema.


(segue.....)

25/09/2015 19:43
 
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II PARTE:


Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


Vedete, cari foristi, la ragione per cui persone come me preferiscono non utilizzare la forma Geova, non è per un pregiudizio teologico verso i Testimoni di Geova (se così non fosse, non starei studiando con i vostri fratelli, né impiegherei il mio tempo a conversare su questo forum) o per “idiosincrasia” come afferma Gianduiotta. Sinceramente, se ritenessi la pronuncia Yehovah (Geova) più corretta rispetto a Yahweh (Iavè), non avrei alcun problema a chiamare Dio, Geova. A dirla tutta mi sembra vero il contrario; ossia che siano i Testimoni di Geova a manifestare idiosincrasia nei confronti della pronuncia Yahweh. Ma come detto è più che comprensibile.




no, perchè non è vero.
Ti è stata citata l' Enciclopedia PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE dove si afferma che la pronuncia Yahweh è la più probabile, il punto è che Yahweh non è un' italianizzazione, ma solo un' ipotetica pronuncia ebraica del Nome, per giunta, come ti ho detto, abbandonata dalla maggioranza dei biblisti.
Quindi nessuna idiosincrasia, davvero....semmai questa sussiste sulla forma Geova (da parte degli altri)....


Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


Il secondo aspetto riguarda la semantica. Tu dici che l’Yhwh degli ebrei è semanticamente equivalente a Geova. Infatti a parte la vocalizzazione dici che segue il testo consonantico ebraico che è quello che trasmette il significato del testo.
Beh, è evidente che tale ragionamento vale anche per Yahweh (che in italiano si legge Iavè) Quindi se il tipo di vocalizzazione è del tutto ininfluente, potendo indifferentemente usare entrambe le pronuncie o altre ancora a patto che conservino le consonanti ebraiche, allora viviamo in reciproca tolleranza rispettando le rispettive idee (il riferimento è a Barnabino) dato che non sbagli tu a pronunciare YHWH Geova e non sbaglio io a pronunciarlo Iavè.




il solito punto Studentessa. La forma Iavè non è stata recepita dalla lingua italiana (nel caso mi sbagli, dimostramelo......), il punto è che non siamo noi a stabilire quale forma italianizzare ma è la lingua italiana a farlo, attraverso un processo storico e semantico, come in effetti è avvenuto con la forma Geova.

Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


Un solo dubbio mi sovviene! Se come tu dici la forma comunque usata deve seguire il testo consonantico ebraico, perché è ciò che trasmette il significato, mentre la vocalizzazione può anche differire, non sarebbe meglio scrivere Yehowah piuttosto che Geova?
Mi spiego.
La traslitterazione dall’ebraico del tetragramma secondo il nostro alfabeto è YHWH. Ora se io volessi conservare le consonanti ebraiche dovrei mantenere la Y, l’H, la W e l’H nella forma che vado ad utilizzare a prescindere dalle vocali che inserisco: quindi Yehowah (che si legge Ieova in italiano) o Yahweh (che si legge Iavè in italiano) a seconda che utilizzi la vocalizzazione masoretica o quella ritenuta la più probabile.
Orbene nella forma Geova (scritta e pronunciata così), non trovo nessuna delle 4 consonanti che compongono il tetragramma. La G è una aggiunta sostitutiva derivante dalla italianizzazione della J latina che può essere letta sia come I che come G. Poiché però nel tetragramma c’è la Y che si legge I anche la J latina avrebbe dovuto essere traslitterata in italiano con I piuttosto che con G (come la J di Juventus). Inoltre spariscono le H, mentre la W viene resa con V.




guarda, è molto semplice!
La forma Geova deriva dall' ibrido latino Iehova che a sua volta deriva dal masoretico Yehowah che mantiene le quattro consonanti.

Secondo l' ebraista Gertoux, come dimostrato dagli scritti di Qumran, prima del sesto secolo i nomi ebraici erano vocalizzati grazie alle tre lettere, Y W H.
Le lettera Y era letta I ( o E) , la lettera W ,U (o O) e la lettera H, A (alla fine delle parole).
Per esempio, YH veniva letto IA , YHWDH veniva letto IHUDA (Giuda).
Se il nome non conteneva vocali, si inseriva spessa la vocale a.

Così YSHQ veniva letto :IsaHaQ (Isacco), YRWSLYM , IRUSaLIM (Gerusalemme), ecc.

Pertanto, secondo alcuni, il nome YHWH si leggeva IHUA. Per sentire meglio la lettera H, quasi impercettibile, si poteva aggiungere una e muta, così il nome YHWDH letto letteralmente I H U D A diventa I e H U D A che è l' esatto equivalente del nome ebraico Yehuda.
Questa lieve correzione da per il nome YHWH la pronuncia I eH U A (Iehua), l' equivalente dell' interpunzione masoretica YeHoWaH.


Un punto fondamentale è che Geova per ovvie ragioni non può seguire le trasformazioni di altri nomi (come Gesù) perché non è mai stato ellenizzato e dunque non esiste una forma in tal senso. Mi spieghi però per un italiano che importanza abbia chiamare Geova con una vocalizzazione piuttosto che l'altra se, tanto, non esiste la vocalizzazione corretta (secondo la maggioranza dei biblisti)?

Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


A questo punto, appare evidente che la forma che conserva più di ogni altra la semantica ebraica e che conserva tutte e quattro le consonanti del tetragramma è YaHWeH. Quindi è corretto scrivere il nome divino e riportarlo così in tutti i dizionari ed enciclopedie italiane. Ciò quindi spiega il perché non si troverà mai scritto nei dizionari Iavè (che è solo la lettura fonetica), ma Yahweh, che è la corretta traslitterazione nella nostra lingua del nome divino ebraico.




Studentessa, come ti ho detto quel che sembra certo a te non lo sembra alla maggioranza del consensus accademico, che ha ormai completamente abbandonato la forma Yahweh, basta che tu acquisti una Bibbia cattolica dell' ultima edizione e la confronti con un' edizione più vecchia e leggi le note in calce.

Inoltre, se il sostituto che venne scelto dagli ebrei per la liturgia è trisillabico (come Adonay o Elohim) mi pare evidente che sostituiva un nome trisillabico, non bisillabico...

Studentessa.95, 25/09/2015 13:14:


In conclusione Geova è una parola italiana contenuta sì nel nostro vocabolario da diversi decenni ormai, ma non ritengo che ciò sia sufficiente a farmene fare un uso improprio. In altre parole è giusto associare tale forma ad esempio se mi riferisco ai testimoni di …., ma ritengo errato associarlo al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe il cui nome è Yah (abbreviato), Yahweh (completo).



Cara Studentessa, noi siamo in Italia e usiamo il dizionario italiano, usando termini che la lingua italiana ha pienamente recepito.

Da nessuno di noi è stata italianizzata la forma Geova, ma dalla lingua italiana che poteva italianizzare solo quella forma latina, la lingua italiana non ha MAI italianizzato Iavè ma Geova.
Devi prendertela con la lingua italiana, non con noi!
La lingua italiana, non noi, ha stabilito che in italiano YHWH si dice Geova e dicendo Geova, in italiano, io mi riferisco solo e soltanto a YHWH e a nessun' altro!

Ciao.
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