Carissimo Domingo,
domingo7, 11/02/2013 16:54:
Dietro la "forma di Dio" ci potrebbe stare di tutto e di più. Oggi moltissimi studiosi cattolici hanno infatti abbandonato la traduzione "natura", "sostanza" ed "essenza" e preferiscono rendere "morfé teou" con "condizione divina", "dignità divina", "stato divino", "rango divino", "posizione divina"....
bravo, è proprio questo il significato.
Andiamo per ordine: se Paolo avesse voluto parlare in termini ontologici della
natura o sostanza divina del Cristo preesistente, avrebbe avuto
a completa disposizione i sostantivi
physis (natura) e
ousia (
sostanza, essenza) ma non li usò
perchè non era questo che interessava Paolo, sulla base del contesto.
Morphè non può significare
natura o sostanza perchè, biblicamente parlando, è messo in relazione con l' aspetto e la condizione, vedasi la ricorrenza marciana di
morphè (
Marco 16:12).
Allora sorgono due "matasse" che dobbiamo dipanare:
1) qual' è il "
tema" di
Filip. 2:5-8?
2)
che cosa significa esistere nella morphei theou, nella forma di Dio, dato che dovrà pur significare qualche cosa?
Punto 1, il contesto: il ragionamento paolino del brano non verte sulla
natura o sostanza divina del Cristo preesistente, ma suole
mettere in contrapposizione la condizione e la relativa posizione, il rango ricoperto dal Cristo preesistente , condizione di cui si svuota completamente operando la sua
kenosis (
Filipp. 2:7), con la condizione o posizione di servo, per giunta umiliando se stesso facendosi
tapino, povero, poverissimo che più povero non si può (
etapeinosen,
Filipp. 2:8).
Quella del Cristo è quindi un cambiamento di condizione e di situazione totale, completa, questo è il punto su cui verte il l' inno cristologico!
Ho parlato di contrapposizione e rango preesistente come resa di
morphè, che trova rispondenza anche nella resa CEI, che abbandona la precedente lettura "
natura divina" per "
condizione di Dio" (la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme è ancora più radicale, poichè in nota segnala che il significato di
morphè è identico a quello di
immagine,
eikon!)
Ho parlato di condizione del Cristo preesistente. Qual' era? E qui subentra a mio parere il vero significato da dare a
morphè..
2) Chi era Cristo nella sua preesistenza? Era di
origine divina, dato che era (è) il
monogenes huios, l'
Unigenito Figlio che è nel seno del Padre (
Gv. 1:18). Cosa indica questo per noi? Indica che il Cristo preesistente è di
origine divina non perchè provenga dal Padre per "
processione" o per "
generazione eterna" (
concetti filosofici che per noi non trovano rispondenza biblica alcuna) ma perchè è l' unico
posto in essere o creato direttamente da Dio senza intermediazione. Per questo Egli è l'
Unico (nel suo genere) Figlio. "
Nel seno del Padre" (e attenzione: il punto è fondamentale nell' economia dell' inno di Filippesi...) è un classico semitismo che sta a indicare un rango, una posizione.
Quale? Una posizione, un rango inarrivabile per chiunque altro eccetto che per il "solo vero Dio", il Padre, Geova (
Gv. 17:3).
Torniamo all' inno cristologico di Filippesi: l' inno indica una condizione, un rango (
morphè) e conseguentemente un cambiamento di condizione e di situazione radicale: dalla condizione e dal rango preesistente, contrassegnato dalla sua
origine divina (nel senso sopra indicato) alla condizione umana, per giunta umiliando se stesso fino a divenire tapino, poverissimo (
Filipp. 2:8).
Questo cambiamento totale di condizione, di posizione e di situazione radicale che fu del Cristo è la base di ogni ragionamento: l' attitudine mentale che dobbiamo far nostra e che fu di Cristo (
Filipp. 2:5) è questa: Egli, pur essendo di
origine divina (
Gv. 1:18), avendo la condizione di Dio (essendo "
nel seno del Padre") che gli conferiva un rango e una posizione celeste inarrivabile,
non prese in considerazione di dover eguagliarsi a Dio nel senso di usurpare la sua condizione di "solo vero Dio" (Gv. 17:3) (
cosa che fece Satana, Genesi 3:4-5 e che avrebbe potuto fare anche lui, vista la posizione Unica nel suo genere che ricopriva...), ma al contrario "
vuotò se stesso"....
Ti chiedo di riflettere serenamente su questa mia analisi.
Grazie e cari saluti.