claudio2018:
È curioso di quanto ci attacchino perché siamo legati ad un nome (benché peraltro fu Dio a comandarlo) e quanto invece non si accorgano di essere legati a rappresentazioni e forme (quando fu Dio a vietarlo...)
Se consideri il commercio che c'è dietro l'iconografia e le immagini sacre, non dovresti stupirti più di tanto. Per citarne una: l'ostensione della sacra Sindone a Torino nel 2015 prevedeva qualcosa come
2 miliardi di indotto (FONTE)
La nostra posizione circa l'uso del Nome Divino non genera alcun indotto.
Ci sarebbe da chiedersi cosa penserebbero se ci facessimo un'immagine di Russell o di Rutherford o di Laurel Nisbet e ci inchinassimo di fronte a quelle fotografie o ritratti...
Citerebbero gli stessi passi che non applicano a loro stessi:
“Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. — Esodo 20:4, 5, CEI
“Figlioletti, guardatevi dagli idoli”. — 1 Giovanni 5:21.
“A chi potreste paragonare Dio e quale immagine mettergli a confronto?” — Isaia 40:18, CEI.
Interessante quello che dice una nota enciclopedia sull'uso delle immagini nella storia del cristianesimo primitivo:
“Le immagini erano sconosciute nell’adorazione praticata dai primi cristiani . . . L’introduzione delle immagini nella chiesa del IV e del V secolo fu giustificata con la teoria secondo cui le persone ignoranti potevano imparare le nozioni del cristianesimo meglio da esse che da sermoni o libri”. —
Cyclopedia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, di McClintock e Strong, volume 4, pagine 503-504.
Questo è un fatto, e non c'è spazio a interpretazioni.
Pertanto gli amici cattolici che utilizzano immagini nella loro adorazione, sanno benissimo che è un'invenzione della loro chiesa e non un insegnamento con fondamento biblico.